XII^ LEGISLATURA
COMMISSIONE
SANITÀ, ATTIVITÀ SOCIALI, CULTURALI E FORMATIVE
N. 39
RESOCONTO INTEGRALE
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SEDUTA DI GIOVEDÌ 5 OTTOBRE 2023
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PASQUALINA STRAFACE
Inizio lavori h. 13.23
Fine lavori h. 15,32
INDICE
PRESIDENTE, *, *, *
BRUNI Amalia (Partito Democratico)
FERRARA Annamaria, funzionario PO del Segretariato
generale
LAGHI Ferdinando (De Magistris Presidente)
PRESIDENTE, *, *, *, *
BRUNI Amalia (Partito Democratico)
FERRARA Annamaria, funzionario PO Segretariato
generale
LAGHI Ferdinando (De Magistris Presidente), *
Audizione in merito ai lavori di costruzione del nuovo
ospedale della Sibaritide
PRESIDENTE, *, *, *, *, *, *, *, *, *, *
BRUNI Amalia (Partito Democratico), *, *, *, *
GIDARO Pasquale, dirigente
del Settore edilizia sanitaria e investimenti tecnologici, *, *, *, *, *, *, *, *, *
LAGHI Ferdinando
(De Magistris Presidente)
TAVERNISE Davide
(Movimento Cinque stelle)
Presidenza della presidente Pasqualina Straface
La seduta
inizia alle 13,23
Buon pomeriggio a tutti. Si apre la seduta. Hanno chiesto e ottenuto congedo il consigliere Giuseppe Graziano e la consigliera Sabrina Mannarino, che viene sostituita dal consigliere Giuseppe Neri. Diamo il benvenuto al consigliere Neri. Accertata la presenza del numero legale, diamo avvio ai lavori della Commissione.
Diamo per letto il verbale della seduta precedente, che sottoponiamo ai voti. È approvato all'unanimità.
Introduciamo il primo punto all'ordine del giorno: proposta di legge numero 202/12^ di iniziativa del consigliere Straface, recante “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 12 febbraio 2016, numero 2 (Istituzione del Registro tumori di popolazione della Regione Calabria)”.
È stato invitato il dirigente generale del Dipartimento tutela della salute e servizi sociosanitari, ingegnere Jole Fantozzi, che ha delegato a partecipare ai lavori la dottoressa Rizzo, del Settore programmazione dell’offerta ospedaliera e sistema delle emergenze urgenze. Invitiamo la dottoressa Rizzo ad entrare.
Introduciamo il punto all'ordine del giorno.
La presente proposta di
legge mira a modificare e integrare la legge regionale n. 2 del 12 febbraio
2016 recante “Istituzione del Registro tumori di popolazione della Regione
Calabria”, al fine di superare alcune criticità che ne limitano la piena ed efficace
attuazione nel perseguimento dei suoi principi e delle sue finalità.
Come noto, la legge
regionale oggi in vigore ha riconosciuto a suo tempo la necessità
dell’istituzione del Registro tumori della popolazione della Regione Calabria,
attraverso la rete di registri tumori per come individuati nella deliberazione
di Giunta regionale n. 289 del 25 marzo 2010 e, precisamente, Cosenza -
Crotone, Catanzaro - Vibo Valentia e Reggio Calabria, al fine di assicurare la
totale copertura della registrazione oncologica su tutto il territorio
calabrese. La legge regionale ha previsto, altresì, le sub-articolazioni di
Vibo Valentia e Crotone, dotate di autonomia gestionale, i cui dati
confluiscono nei registri, rispettivamente, di Catanzaro e Cosenza.
Perché istituire i Registri
Tumori? I Registri Tumori sono le strutture deputate alla raccolta e
registrazione di informazioni su tutti i tumori incidenti in un determinato
territorio. Il ruolo primario di un Registro Tumori è quello di costituire e
gestire nel tempo un archivio di tutti i nuovi casi di tumore diagnosticati e
assicurare che la registrazione dei dati avvenga in modo rigoroso e con
carattere continuativo e sistematico.
Questa è, sappiamo bene, la
loro funzione. Una funzione “necessaria” perché in nessuna struttura
ospedaliera italiana, pubblica o privata, c'è l'obbligo di archiviare i dati
relativi alla diagnosi ed alla cura dei tumori. Se si vuole pertanto
sorvegliare l'andamento di una patologia oncologica occorre che qualcuno si
assuma il compito di andare a ricercare attivamente le informazioni, le
codifichi, le archivi e le renda disponibili per studi e ricerche. I registri
tumori italiani hanno dunque questo compito.
Occorre però sottolineare
che i Registri Tumori sono strumenti fondamentali non solo per lo studio
dell’incidenza di una fenomenologia tumorale in un dato territorio nel tempo
ma, attraverso la conoscenza e l’analisi di informazioni capillari, anche perché
possono costituire uno strumento preziosissimo di prevenzione!
Non solo!
L’esistenza, ma anche la
corretta gestione, intesa principalmente come aggiornamento, dei Registri
Tumori è essenziale per la ricerca
sulle cause delle neoplasie, per la valutazione dei trattamenti più efficaci,
per la progettazione di interventi di prevenzione e per la programmazione della
spesa sanitaria.
Tuttavia,
anche a seguito di ripetute audizioni dei soggetti istituzionali coinvolti,
sono emerse molteplici difficoltà connesse alla concreta attuazione delle
disposizioni di legge, con particolare riferimento alla tenuta e aggiornamento
dei registri ed all’allineamento dei dati, che non avviene, da quanto è emerso,
in maniera puntuale, uniforme e sistematica.
Anche per superare queste
criticità e rendere la normativa efficace e di più immediata attuazione, la
proposta di legge che oggi trattiamo in prima lettura vuole dunque intervenire
per snellire la legge n. 2/2016, alleggerendone le previsioni attraverso alcune
modifiche di natura organizzativa, nel pieno rispetto della vigente normativa
di riferimento anche in materia di protezione dei dati personali.
Le nuove previsioni mirano
ad intervenire, in particolare: sulla allocazione ed
articolazione dei Registri Tumori, che dovranno fare capo alle Aziende
Sanitarie Provinciali di Catanzaro, Cosenza, Crotone, Reggio Calabria e Vibo
Valentia, senza più registri sub-regionali o sub-articolazioni espressioni di
accorpamenti; sulla composizione del già istituito Centro di Coordinamento
regionale dei Registri Tumori, di cui dovrà far parte anche un referente
scientifico, oltre al Dirigente Generale del Dipartimento Tutela della Salute e
Servizi Socio-Sanitari, o suo delegato, ai responsabili dei registri tumori
delle AA.SS.PP. provinciali ed al Direttore generale ARPACAL, o suo delegato;
sull’attività che deve svolgere il menzionato Centro di Coordinamento, che andrà
innanzitutto eseguita nel pieno rispetto del Regolamento regionale “Privacy
Registro tumori” e che dovrà comprendere, oltre ai compiti già propri di legge,
anche attività di monitoraggio e di valutazione dell’operato dei registri
territoriali nonché funzioni propositive rispetto alla risoluzione di eventuali
problematiche, se necessario avvalendosi di tutte le possibili e necessarie
collaborazioni tecnico-scientifiche; il
Dipartimento “Salute” svolgerà un ruolo cardine, poiché, oltre ad essere la
nuova sede del Centro di Coordinamento Registro Tumori regionale ed avere
funzioni di coordinamento delle relative attività, avrà tra l’altro il compito
di fissare e aggiornare i criteri e le procedure per il corretto funzionamento
dei Registri Tumori provinciali.
La proposta di legge è strutturata in sette articoli e reca la clausola di invarianza finanziaria, giustificata dal fatto che le previsioni presenti hanno carattere squisitamente ordinamentale.
Non so se è arrivato qualcuno del Dipartimento, mi pare di no. E diamo la parola all'assistenza giuridica. Prego.
Grazie, Presidente. Annamaria Ferrara per il Settore assistenza giuridica. La proposta, vertendo sulle modifiche alla legge regionale che istituisce il registro tumori di popolazione della Regione Calabria, potrebbe interferire con le competenze del Commissario ad acta, avendo la giurisprudenza e la Corte costituzionale evidenziato che anche la semplice interferenza potrebbe costituire motivo di illegittimità costituzionale. Inoltre, l'istituzione del Registro Tumori rientra tra le azioni del programma operativo del Commissario. Tuttavia, dobbiamo evidenziare che, poiché si modifica una legge regionale, la numero 2 del 2016, a suo tempo non impugnata né posta all’attenzione dal Governo, nonostante la Calabria fosse già commissariata a quel tempo, le perplessità potrebbero trovare soluzione. Tutto ciò premesso, analizzando nel dettaglio l'articolato, abbiamo evidenziato alcune perplessità, esclusivamente da un punto di vista redazionale, per alcune delle quali occorrono delle proposte emendative, mentre per altre si possono risolvere con il drafting all'esito dell'approvazione in Commissione; ad esempio, ogni qualvolta è menzionato il Dipartimento regionale tutela della salute e servizi socio sanitari, agli articoli 2 e 3, noi suggeriamo di sostituire l'espressione specifica con un'altra più generica, al fine di dover evitare di modificare la legge a ogni riorganizzazione della struttura burocratica regionale. Difatti, già dal 2016 ad oggi, il Dipartimento ha già cambiato denominazione. All'articolo 4 si suggerisce di espungere il comma 1-bis che si propone di aggiungere l'articolo 3-bis della legge 2/2016 e di riscriverlo quale comma 5 dell'articolo 2, avendo cura nel riformularlo di non rinviare al vigente Regolamento regionale privacy registro tumori, che non risulterebbe adottato dalla Regione Calabria, ma al Regolamento regionale di cui all'articolo 3-bis, il quale definisce, tra l'altro, secondo quanto stabilito dal comma 2, le modalità di attuazione della normativa statale in materia di protezione di dati personali; l'articolo 6, relativo alla clausola valutativa, andrebbe riscritto e strutturato come articolo 3-bis della proposta, volto a introdurre nella legge regionale 2 del 2016 un articolo ad hoc dedicato alla clausola valutativa. Inoltre, con riferimento a questo aspetto, suggeriamo di specificare meglio la data entro la quale deve essere presentata la relazione; quindi, suggeriamo di indicare una data certa e non quella qui indicata come “entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge”. Suggeriamo anche come strutturare l'articolo e quindi il comma 1 dell'articolo medesimo. Altri suggerimenti che possono essere risolti con il drafting riguardano l’alinea del comma 1 degli articoli 1, 2 e 3: le parole “soppresse” e “sono soppressi” potrebbero ben essere eliminate in quanto, ogni qualvolta viene sostituito un comma o un articolo, la sostituzione comporta di per sé la soppressione. Si suggerisce di sopprimere l'articolo 7 relativo all'entrata in vigore anticipata della legge, a meno che non si decida di motivare in maniera congrua nella relazione descrittiva le ragioni dell'urgenza.
Grazie. Accoglieremo sicuramente i suggerimenti con delle proposte emendative. Ha chiesto di intervenire la consigliera Bruni. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Credo che questa proposta legislativa, modificativa della precedente legge, sia importante. Ci consenta intanto di sottolineare che il censimento corretto dei tumori è assolutamente fondamentale; il rilievo certamente è molto complesso perché implica contemporaneamente la diagnosi, l'anatomia patologica, le considerazioni dei ricoveri e quindi le SDO, le caratteristiche biografiche delle persone, ma anche i luoghi. E su questo, infatti, vorrei spendere due parole sulle relazioni che spesso e volentieri ci troviamo a registrare tra ambiente e patologia. Volevo giusto ricordare a noi tutti che abbiamo anche firmato la mozione sul SIN come strumento estremamente importante. Il censimento di questi tumori, quindi, e il corretto mantenimento del Registro Tumori in tutte le aziende sanitarie - e poi verrò al dunque - è importantissimo perché non resta confinato, ovviamente in Calabria. I dati arriveranno dove devono, saranno lavorati, l'Istituto superiore di sanità e il Ministero coordinano tutta una serie di rilievi importanti e c'è la possibilità di comprendere come poi la politica dovrà comportarsi rispetto agli aumenti o alle riduzioni dei tumori.
Ci sono stati tra l'altro, in passato, degli esempi virtuosi per la Regione Calabria che, per diversi anni, ha avuto un rapporto virtuosissimo e molto intenso con l'Istituto Superiore di Sanità, creando la squadra di persone che andavano a occuparsi del Registro Tumori, perché era necessaria, ovviamente, una formazione; la Regione Calabria ha anche lavorato su tutta una serie di siti inquinati, che non è solo il SIN; il SIN, insieme agli altri 45 siti di interesse nazionale, è uno dei più grossi, sicuramente, dei più importanti, ma tutti, in tutte le regioni, sia nel Ministero sia nell'Istituto, conoscono l'importanza anche di discariche, spesso e volentieri, frequentemente inquinate e, a volte, anche radioattive, che possono dar luogo a contaminazioni, che hanno un riflesso tristemente negativo nei confronti della salute e che non sono inseriti.
A livello nazionale, questo lavoro
si sta facendo perché il “Progetto sentieri”, in una fase successiva di apertura,
vuole proprio andare a censire e a studiare gli effetti anche di questi siti
contaminati. Già all'epoca, sto parlando del 2016, la Regione Calabria, con
l'Istituto, scrissero una serie di lavori che pubblicarono sugli annali
dell'Istituto Superiore di Sanità e che riguardavano tutta una serie di dati
che la regione con ARPACal, soprattutto, aveva lavorato ed esaminato in
Calabria. Erano 56, quindi non pochi, e probabilmente di questi, addirittura 38
hanno anche una radioattività. Il tema è, quindi, fondamentale, Presidente, e
forse dovrebbe portarci, anche in un momento successivo, a spingere ARPACal a
riscrivere il Piano regionale di bonifica dei siti inquinati, che è molto
vecchio, come già nel 2016 richiesto,
che io sappia. Ho cercato tra le fonti, ma non ho trovato degli aggiornamenti,
quindi, penso che forse questo programma fosse addirittura precedente e,
invece, potrebbe essere molto importante per la salute di tutti i nostri
cittadini. Trovo, pertanto, la proposta legislativa - per venire al dunque -
formalmente corretta. Certo, gli appunti del nostro organismo che valuta le
leggi sono da seguire. La trovo migliorativa fondamentalmente, perché individua
i registri delle ASP, prevedendo, soprattutto, che ogni registro possa essere
indipendente. L’accorpamento del registro tumori dell'ASP di Vibo Valentia con
quello dell’ASP di Catanzaro, a seguito del pensionamento di colei che lo
gestiva, la dottoressa Antonella Sutera Sardo, ha creato un pandemonio e una
mancanza di trasmissione di dati.
Il registro dell'Asp di Catanzaro è stato il primo registro calabrese ad avere l'accreditamento nazionale e internazionale nel 2013; dopodiché, è finito per non essere più neanche identificato. Infatti, se andate sui siti dedicati si vede che il centro della Calabria ne risulta privo.
Quindi questa separazione è importante e penso che questa proposta legislativa ci aiuti. Tra l'altro, mette in capo al Dipartimento, come correttamente avrebbe dovuto essere, la gestione del tutto.
Penso che, quindi, poi, al di là delle modifiche richieste sulle quali non entro, esprimo chiaramente la mia votazione positiva su questo provvedimento. Tra l'altro in questo porto la voce anche dell'AIRTUM e dei ricercatori che di questo registro si occupano a livello nazionale, che mi hanno aiutato anche a valutare questa proposta legislativa. Ribadisco, appunto, che la mia votazione sarà positiva.
Grazie, consigliera Bruni. Ha chiesto di intervenire il consigliere Laghi. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Sono molto contento di questa proposta di legge che, in realtà, considero come ideale conclusione di un discorso aperto qualche mese fa. Ho presentato un'interrogazione sul registro tumori perché, da calabrese e da medico, vedere la Calabria sempre in grigio nella definizione dell'AIRTUM, era una cosa intollerabile per quanto riguarda l'aspetto dell'appartenenza geografica, ma ancor di più per quanto riguarda l'aspetto clinico. La programmazione sanitaria – e non solo per quello che dirò – non può che nutrire di una fotografia contestuale della realtà, per cui il registro tumori non serve a sapere nel 2010, nel 2011, 2013 quanti pazienti neoplastici ci sono stati, ma deve essere una fotografia contestuale, perché i dati dei registri tumori debbono essere non dati per o solo per gli studiosi, gli scienziati e quant'altro, ma devono essere prioritariamente dati per i politici, per sapere in che direzione muovere la programmazione sanitaria della regione. È, quindi, fondamentale e dispiace che questo finora non sia stato possibile.
A parte che mi compiace che l'interrogazione abbia ricevuto risposta - non è cosa scontata, per la verità - ma mi sono chiarito le idee quando abbiamo svolto l'audizione dei responsabili dei servizi sanitari e ho capito, a mio modo di vedere, dove fosse il problema. Per cui noi, stante l’organizzazione precedente, non avremmo – per usare una frase colloquiale – cavato mai un ragno dal buco, perché mancava – spero ancora per poco – il centro di coordinamento e di controllo regionale che, impropriamente, era stato dato all'Asp di Catanzaro, perché il primus inter pares, soprattutto in ambiente medico, non è affatto riconosciuto. È necessario che ci sia l'identificazione, in questo caso, di un centro di coordinamento e di controllo, che sia super partes.
L'altro elemento fondamentale dal punto di vista organizzativo - uso un termine forte, ma anche un po’ ironico - abbastanza raccapricciante che è venuto fuori da queste audizioni è che in pratica ognuno dei registri provinciali, collegati poi a quelli sub provinciali, erano delle monadi, erano assolutamente in regime non controllato, ma soprattutto non collegato con gli altri registri tumori e, meraviglia delle meraviglie, ahimè, non in termini positivi, il fatto che non ci fosse un software di gestione unico; quindi, in quest'ottica di “liberi tutti”, ognuno nel lavoro quotidiano usava quello che gli pareva che fosse più o meno vidimato. In quelle condizioni, che sono ancora attuali, è del tutto impossibile pensare che si possa produrre un'attività di studio, di ricerca e di verifica, come invece si vuole fare con questa legge.
Questo ampio cappello per dire che sto lavorando e sto leggendo con attenzione questa proposta di legge. Segnalo una sola cosa: il centro di coordinamento nella nuova versione non prevede più l'assessorato regionale alla tutela dell'ambiente o un suo delegato, né il presidente dell'Associazione italiana dei registri tumori, l'AIRTUM, o un suo delegato. Questo, forse, andrebbe ripensato per due motivi. Apparentemente uno si può porre la domanda: “Che c'entra il Dipartimento ambiente?” Dal punto di vista pratico e concreto, i determinanti di salute, cioè che cosa decide se stiamo bene o stiamo male, avere la disponibilità di un buon sistema sanitario, pesa circa il 15 percento. Avere un buon sistema sanitario – ahimè, non lo abbiamo – influenza positivamente la nostra salute per un 15 percento; l'altro 85 percento è collegato: a fattori individuali genetici, quindi scegliersi buoni genitori è fondamentale, ad attività individuali, se uno fuma e fa attività fisica e quant'altro, ma è anche collegato fortemente ai fattori ambientali. Questa non è una mia asserzione, ma dell'Organizzazione mondiale della Sanità.
Per cui, nella programmazione e nella valutazione, trovo che l'aspetto del Dipartimento ambiente, con un suo rappresentante, quindi con una interlocuzione presente e non per sentito dire o per trasmissione, sia del tutto centrale e il coinvolgimento diretto sia fondamentale. Lo scopo è quello di avere la vidimazione presso l'AIRTUM; quindi, io vedo favorevolmente la presenza di un delegato del Presidente dell’AIRTUM - di certo non verrà il Presidente - come, in qualche modo, uno stimolo e una supervisione per facilitare poi il percorso. Alcuni anni non sono stati riscontrati, molti anni, per cui sapere come muoversi organizzativamente, praticamente e avere anche un contatto diretto con l'AIRTUM è sicuramente utile. Questo per quanto riguarda l'articolato.
Poi c'è un altro aspetto fondamentale: il centro di coordinamento e di controllo, che finalmente è stato, senza difficoltà e con estrema chiarezza, individuato nel Dipartimento, così come deve essere, deve fare, secondo me, qualcosa in più. Qual è il problema? Il problema è che bisogna cercare di rendere sempre più omogenei i compartimenti provinciali. Quindi, benissimo l'idea di staccare queste curiose sub-unità come se fossero i figli della gallina nera, le due province aggregate ad altre province e, quindi, l’identificazione di 5 province quante sono quelle calabresi, ma fondamentali sono lo strumento informatico e l'approvvigionamento dei dati. Finora i vari registri tumori - l'ho verificato - si sono approvvigionati dalle banche dati che ritenevano più opportune, i dati Istat o quelli dell'anatomia patologica, eccetera.
Allora sto predisponendo – mi sono permesso - una proposta emendativa che porterò alla prossima seduta di Commissione in cui procederemo all’approvazione. Non ho dubbi che questa proposta venga approvata, ma propongo di dare indicazioni affinché le aziende provinciali siano degli zelanti esecutori, anche con funzioni di controllo, perché ci sono situazioni di paralisi incredibile, ingiustificata e ingiustificabile; è giusto che sappiano, invece, qual è il solco entro cui muoversi, quali sono le banche dati a cui fare riferimento. E’ fondamentale che alla fine i dati a livello regionale pervengano in maniera omogenea per poter essere aggregati, studiati e poi inviati omogeneamente all'AIRTUM. Grazie.
Grazie, consigliere Laghi. Non ci sono altre richieste di intervento.
Ho il dovere di esprimere il mio apprezzamento per gli interventi sia della consigliera Bruni sia del consigliere Laghi. Questa è una proposta di legge che merita particolare attenzione e i suggerimenti pervenuti sia dalla consigliera Bruni sia dal consigliere Laghi andranno sicuramente ad arricchire la proposta di legge per renderla migliore.
Purtroppo, il registro tumori esisteva già, ma non è stato mai reso efficiente, così come ho detto nel mio intervento, dopo le varie audizioni che si sono succedute, in cui è stata lamentatala la poca efficacia ed efficienza del suo utilizzo, sia per quanto riguarda l’omogeneità della raccolta di dati sia, in particolar modo, l'omogeneità della loro trasmissione. Così come va rivisto anche l'aggiornamento del Piano regionale dei siti inquinati dell'Arpacal. Non dobbiamo dimenticare che questo registro tumori deve comunque assolvere, soprattutto, ad un'azione di prevenzione: è lì dove c'è una forte incidenza, in quei luoghi che presentano discariche o siti inquinanti, che poi deve intervenire la programmazione politica; quindi, il coinvolgimento del Dipartimento ambiente assume una rilevanza e un peso notevole.
Non ci sono altre richieste di intervento, rinviamo il punto all'ordine del giorno per una successiva trattazione.
(La Commissione rinvia)
Passiamo al secondo punto all'ordine del giorno: proposta di legge numero 203/12^ di iniziativa dei consiglieri Laghi e Mancuso, recanti “Inserimento della procedura di circoncisione maschile non terapeutica a carico del Servizio Sanitario Regionale”.
Sono stati invitati: il consigliere proponente, presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, il dirigente generale del Dipartimento tutela della salute e servizio sociosanitari, ingegnere Jole Fantozzi, che delega a partecipare ai lavori la dottoressa Eliana Rizzo del Settore programmazione dell'offerta ospedaliera e sistema dell'emergenza-urgenza.
È pervenuto un parere del Dipartimento, che leggerò subito dopo l'illustrazione del punto all'ordine del giorno.
Il disegno di legge numero 203/12^ recante “Inserimento della procedura di circoncisione maschile non terapeutica a carico del Servizio Sanitario Regionale”, sottoposto oggi al vaglio del merito da parte di codesta Commissione, mira a definire le metodiche e le modalità di accesso per le prestazioni nonché la rimborsabilità a carico del Sistema Sanitario Regionale degli interventi di circoncisione rituale maschile.
La circoncisione è una delle procedure più comuni al mondo, eseguita fin dall'antichità per motivi religiosi o culturali ma non solo, poiché è oggi ritenuta funzionale, laddove non sia eseguita su base religiosa o come rito di passaggio, anche per la garanzia di favorevoli condizioni igieniche.
I numeri che esprimono la diffusione di questa pratica non lasciano indifferenti.
L'Organizzazione mondiale della Sanità stima nel 30 percento la prevalenza globale di uomini circoncisi. Per l’Italia non sono disponibili stime attendibili sul numero di bambini sottoposti a circoncisione ogni anno. Secondo l’associazione dei medici di origine straniera, in Italia sarebbero circa 5 mila i bambini sottoposti ogni anno a circoncisione religiosa/rituale nel nostro territorio; a questi si aggiungono circa altri 6 mila bambini residenti in Italia che sono circoncisi nei Paesi di origine dei genitori. La Caritas ritiene che queste stime siano in difetto e che la platea di bambini circoncisi annualmente in Italia sia pari almeno al doppio. In Calabria la stima è di circa 120 bambini circoncisi ogni anno.
Pur non essendo una pratica illegale, almeno un terzo degli interventi di circoncisione occorre al di fuori delle strutture del Servizio Sanitario Nazionale.
Sulla pratica della circoncisione il Comitato Nazionale per la Bioetica ha affermato il dovere di rispettare la pluralità delle culture, precisando che le comunità, che per loro specifica cultura praticano la circoncisione rituale maschile, meritano pieno riconoscimento della legittimità di tale pratica, in quanto forma di esercizio della libertà religiosa garantita dall’articolo 19 della Costituzione e rientrante nei margini di “disponibilità” riconosciuti ai genitori in ambito educativo ai sensi dell’articolo 30 della Costituzione.
La circoncisione rituale maschile ha assunto particolare rilievo in Italia a causa dell’incremento della presenza di famiglie straniere che, per motivi religiosi o come simbolo di identità culturale, intendono far circoncidere il proprio figlio.
È stato però riscontrato in diversi casi come la scarsa disponibilità economica delle famiglie e l’assenza di corrette informazioni abbiano favorito l’esecuzione di tale pratica in ambito casalingo da parte di persone senza competenze di tipo sanitario e in precarie condizioni igieniche, determinando gravi rischi per la salute dei bambini e danni, precoci o tardivi, con un tasso di complicazioni che varia enormemente, da 0,06 percento a 55 percento, essendo associato alle competenze dell’operatore e al setting in cui viene eseguito l’intervento.
Nonostante queste statistiche allarmanti, il 35 percento delle circoncisioni praticate in Italia è ancora effettuato clandestinamente.
Infatti, l’esclusione della circoncisione non terapeutica all’interno dei LEA pone le famiglie nella condizione di dover scegliere se tornare nel Paese di origine o affidarsi a persone non qualificate, non potendo spesso affrontare i costi dell’intervento.
Oltre a questa enorme difficoltà, sul territorio nazionale si registra una grande eterogeneità di accesso alla procedura con - purtroppo dico - anche casi di decessi di bambini a causa di procedure eseguite da personale non medico in condizioni non di sicurezza: basti pensare che in Italia nel periodo fra dicembre 2018 e novembre 2019 sono occorse quattro morti per emorragie in neonati sottoposti a circoncisione a domicilio da personale non appartenente al servizio sanitario.
Questi casi hanno indotto la Società italiana di pediatria a dare il via da qualche anno ad un monitoraggio per capire cosa succede nelle diverse realtà territoriali per ciò che riguarda la pratica della circoncisione rituale maschile.
La eterogeneità delle pratiche
adottate ha fatto emergere la necessità di intraprendere delle iniziative
attraverso cui definire le modalità di accesso, tramite ricetta del Servizio
sanitario nazionale, alle prestazioni di circoncisione rituale maschile, con il
fine di evitare interventi chirurgici in clandestinità che mettono a
repentaglio la salute dei minori a favore invece di una procedura che, se
eseguita in ambito ospedaliero, garantisce la massima sicurezza.
In ciò, hanno grandi responsabilità i pediatri di libera scelta: nel Protocollo d'intesa per la prevenzione della circoncisione rituale clandestina, sottoscritto dal Ministero della salute e dalla Federazione Italiana Medici Pediatri, si è infatti convenuto sull'importanza dell'impegno dei pediatri nell'informarsi sull'orientamento religioso della famiglia del bambino e della volontà di effettuare la circoncisione al proprio figlio e, conseguentemente, nel fornire un'adeguata informazione ai genitori.
Analoga attività informativa dovrà essere svolta nei punti di nascita e nei servizi ospedalieri per fornire tutte le necessarie informazioni a supporto delle famiglie orientate all'intervento, prevedendo anche la presenza di mediatori culturali qualora vi sia una barriera linguistica riguardante uno o entrambi i genitori.
Potrei andare ancora oltre, ma vorrei dare la parola subito al consigliere proponente.
Anzi prima di dare la parola al consigliere proponente, diamo la parola al Settore assistenza giuridica.
Grazie, Presidente. Annamaria Ferrara per il Settore assistenza giuridica.
La proposta in esame disciplina la procedura di circoncisione maschile non terapeutica, prevedendo che sia inserita a carico del Servizio sanitario regionale.
In Italia questo tipo di circoncisione non rientra nei LEA e ciò ha portato le Regioni a prendere dei provvedimenti diversi ed eterogenei nell'ambito dei Servizi sanitari regionali.
Non ci risulta che nessuna Regione abbia legiferato però.
In questo momento in cui la Regione è sottoposta a Piano di rientro ed è commissariata, la proposta di legge appare molto a rischio, considerando che tra i compiti assegnati al Commissario ad acta vi è l'adozione e l'attuazione di programmi operativi necessari a garantire in maniera uniforme sul territorio regionale l'erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza.
Nondimeno, esaminando nel dettaglio l'articolato, abbiamo evidenziato che sarebbe opportuno specificare all'articolo 1 che gli interventi di circoncisione rituale maschile riguardano soggetti minori; tale precisazione, infatti, viene evidenziata solo nell'articolo 2 relativo alle modalità di accesso.
Poi, si suggerisce di utilizzare la stessa terminologia perché nel Titolo si fa riferimento alla circoncisione maschile non terapeutica, nell'articolato si parla di circoncisione rituale. All'articolo 2, al comma 2, sarebbe da approfondire l’esclusivo riferimento alla prestazione erogabile esclusivamente presso le Strutture ospedaliere pubbliche, senza riferimento a quelle convenzionate.
Con riferimento alla norma finanziaria, senza entrare troppo nel merito, in quanto si rinvia alla Commissione competente in materia di bilancio, perplessità suscita il rinvio al finanziamento ordinario corrente per la garanzia dei LEA; ripetiamo che la Regione Calabria, in quanto soggetta a Piano di rientro dal disavanzo sanitario, non potrebbe né inserire gli interventi di circoncisione nei Livelli Essenziali di Assistenza né erogare extra LEA, anche sulla base di quanto statuito dalla Corte costituzionale con sentenza numero 104 del 2013.
Grazie al Settore assistenza giuridica.
Diamo subito la parola al consigliere proponente, Ferdinando Laghi.
Grazie, Presidente.
Una domanda: non ho capito se l'incipit che ha letto è del Dipartimento o suo? Perché volevo compiacermi: ci sono esattamente tutti gli estremi che hanno suggerito questa proposta di legge.
Posso sintetizzare, per non ripetere cose già dette, che un aspetto abbastanza paradossale è che, per esempio, diversi spunti di carattere religioso nel mondo, in realtà sono delle misure igieniche che, proprio perché inserite in un corpus religioso, hanno maggiore forza e, quindi, maggiore adesione da parte delle popolazioni.
Questa è senz'altro una di quelle.
Ricordo - ne abbiamo fatto oggetto anche di discussione nella Conferenza dei Capigruppo - che la mutilazione femminile è reato, è una mutilazione perseguibile per legge, ma la circoncisione maschile non si capisce quale scopo possa avere dal punto di vista religioso; in realtà, dal punto di vista igienico, ha una ricaduta estremamente importante perché le persone circoncise hanno un’incidenza - senza entrare in dettagli particolari – nettamente inferiore di neoplasie a livello dell'organo riproduttivo, perché lo smegma prepuziale, che lì rimane quando c'è il prepuzio, in questo caso specifico viene igienizzato, praticamente, quotidianamente, quindi quel rischio viene eliminato.
L'OMS individua il numero di persone circoncise al mondo nel 30 per cento; è un numero estremamente alto, considerato che siamo quasi 8 miliardi, e la forbice varia fra il 15 e il 30 per cento, a seconda dei dati. L'OMS è assolutamente attendibile, pertanto anch'io ho preso come riferimento il 30 per cento. Come si fa ad arrivare al 30 per cento? Non certo solo per pratica religiosa. Infatti, per esempio, negli Stati Uniti, la circoncisione è estremamente frequente unicamente per questioni igieniche e per questioni religiose fra l’altro non è, infatti, non casualmente, interessata a una sola confessione, si va dai musulmani agli ebrei, che dal punto di vista politico non è che viaggino d'amore e d'accordo.
Quindi, ecco, qual è il paradosso a cui facevo accenno prima? Una misura igienica, ancorché veicolata da norma religiosa, si può trasformare in un danno all'organismo, quando viene mal eseguita, causando addirittura la morte dei bambini per un motivo economico, ma di bassissima rilevanza economica: normalmente i costi di una circoncisione variano fra i 250 ai 1.500 euro, in casi particolari, al che uno si chiede quale sia il costo della vita o della sicurezza di vita di un bambino, senza cadere nel melenso.
Ora, ho letto con ritardo, la scheda ATN che condivido assolutamente nelle perplessità iniziali; mi è di conforto il fatto che, come Commissione, abbiamo affrontato e licenziato, tutto sommato, argomenti comunque sanitari e concernenti anche la spesa e che fortunatamente non sono stati impugnati.
È una legge a cui personalmente tengo, non per motivi religiosi o malattie personali, ma perché ho verificato anch'io che sarebbe la prima legge del genere in Italia e da calabrese sarei contento se potessimo diventare apripista, anziché ricorrere a tutta quella serie di escamotage che altri hanno utilizzato.
Per quanto riguarda, poi, l'articolato, sono assolutamente d'accordo sia nel rendere omogeneo il riferimento alla stessa terminologia sia quello dell'articolo 2 - quella della medicina pubblica è una mia deformazione professionale – perché, ovviamente, si creerebbe una discrepanza con le strutture convenzionate, che non ha ragion d'essere.
Poi, ovviamente, andrà rifatta, eventualmente, la relazione finanziaria perché siamo a fine anno; nella relazione finanziaria abbiamo fatto i conti nel particolare e, forse, in questo siamo stati più bravi, più zelanti in una prima valutazione. Per esempio, abbiamo studiato che nel 2021 in Calabria il 3,2 per cento dei parti è avvenuto da madri provenienti dall'Africa e l'1,2 per cento da madri provenienti dall'Asia, per un totale di 534 parti; il rapporto tra neonati maschi e femmine è stato 1 a 1, quindi la quota di 534 va dimezzata naturalmente, perché, come abbiamo detto, la mutilazione femminile è un crimine e, quindi, non tutto questo 50 per cento di bambini, naturalmente, va incontro alla circoncisione non rituale, anche per la frequenza di matrimoni misti, perché, ovviamente, ci deve essere la volontà e la decisione di entrambi i genitori e se uno si oppone non si fa, praticamente.
Sostanzialmente, è lecito valutare, a nostro modo di vedere, che all'anno sarebbero 120 neonati i maschi suscettibili di questo trattamento, quindi ci siamo calcolati pure il DRG e la visita pre e post intervento per fare proprio una disamina molto dettagliata dei costi che sono non dico irrilevanti ma ci avviciniamo e, certamente, ampiamente giustificati dall'importanza, non dalla critica, ma proprio dall'importanza del problema e dalla necessaria sollecitudine che la politica deve avere verso chi ha bisogno e non può risolvere questioni anche economiche, oltre che mediche, apparentemente di livello non elevatissimo.
Grazie.
Grazie al consigliere Laghi.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Bruni. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, e grazie al collega Laghi per questa proposta legislativa che chiaramente mira al contenimento delle infezioni importanti che possono verificarsi in questo campo. Siamo medici, quindi, capiamo il valore di questa proposta, ma il fatto che questa metodologia sia fuori dai LEA e che abbia, comunque, un impatto economico mi spinge ad essere particolarmente cauta su questa proposta legislativa, perché trovo che in questo momento in Calabria non ci siano gli strumenti per inoltrarci su questa strada.
Voglio ricordare al consigliere Laghi che hanno persino rimandato indietro quella sulla cannabis e lì, se non ricordo male, non c’era neanche un impegno economico, c'era solamente un'organizzazione.
Quindi, questo tema, per quanto importante, forse, andrebbe rimesso più correttamente nelle mani del Commissario che, come tale, forse, può, attraverso l’approvazione di un DCA, determinare di stanziare una cifra annua per questi interventi, pur non essendo all'interno dei LEA; può probabilmente decidere di far seguire o eseguire questa pratica in una maniera sicuramente più sicura.
Quindi, non ritengo che la proposta legislativa possa trovare un'esecuzione, da questo punto di vista, nelle condizioni attuali in cui siamo.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Laghi. Ne ha facoltà.
Intervengo soltanto per ripetere quello che ho già detto all'inizio: l'importanza, secondo me, e il rilievo anche morale della vicenda è assolutamente evidente.
L'automatica decadenza o impugnativa della legge non è affatto scontata. Abbiamo come Commissione e come Consiglio licenziato delle leggi analoghe, come spirito, che non sono state impugnate, per cui io ribadisco, che, proprio alla luce del motivo del contendere, a questo punto sarebbe utile cercare di dare seguito a questa proposta e ove - ed è tutto da dimostrare - non avesse seguito, si percorreranno eventualmente altre strade.
Grazie, consigliere Laghi.
Ho il dovere di dare lettura del parere che ci è pervenuto dal Dipartimento in merito alla proposta di legge.
“La procedura di circoncisione maschile non terapeutica in Italia è legalmente ammessa, ma il Sistema sanitario nazionale la riconosce solo se eseguita per ragioni mediche e non se fatta per motivazioni culturali o religiose.
La Regione Calabria, in quanto Regione assoggettata al Piano di rientro dal disavanzo sanitario e in regime di Commissariamento, non può erogare prestazioni extra LEA; al momento il Dipartimento tutela della salute può soltanto definire, quale prestazione extra LEA a totale carico dei cittadini, una tariffa omogenea su tutto il territorio regionale, come peraltro già fatto per altre prestazioni extra LEA”.
Questo è il parere che ci è pervenuto, che inseriamo a verbale.
Se non ci sono altre richieste di intervento, rinviamo la trattazione per ulteriori approfondimenti, con la chiusura dei termini per la presentazione degli emendamenti.
(La Commissione rinvia)
Passiamo al terzo punto all'ordine del giorno: “Audizioni in merito ai lavori di costruzione del nuovo ospedale della Sibaritide”.
Sono stati invitati il dirigente del Settore edilizia sanitaria ed investimenti tecnologici della Regione Calabria, ingegnere Pasquale Gidaro; il dirigente generale reggente del Dipartimento politiche della montagna, foresta e forestazione, difesa del suolo, ingegnere Domenico Pallaria; il dirigente generale del Dipartimento tutela della salute e servizi socio sanitari, ingegnere Jole Fantozzi, che delega a partecipare ai lavori, l'ingegnere Pasquale Gidaro, dirigente Unità operativa autonoma investimenti sanitari.
Ho il dovere di ringraziare l'ingegnere Gidaro, per essere qui presente in audizione in questa Commissione, lo ringrazio, intanto, perché è la persona con la quale mi interfaccio molto spesso e lo ringrazio per la sua disponibilità sempre, perché l'argomento che stiamo per andare a trattare è un argomento a me molto caro, perché parliamo della realizzazione dell'ospedale unico della Sibaritide, infrastruttura sanitaria importante che riguarda la città dove io vivo e dove vive anche il consigliere Davide Tavernise, che ringrazio per la sua presenza; ringrazio naturalmente anche la consigliera Amalia Bruni che ha fatto richiesta di questa audizione.
Faccio una piccola introduzione prima di dare la parola all'ingegnere Gidaro.
Parliamo dell'ospedale della Sibaritide, di un'infrastruttura strategica che servirà a un comprensorio di 250 mila persone, dotata di 370 posti letto e avanzati servizi medici.
Il suo iter inizia nel 2004, quando viene inserito nel Piano sanitario d’allora, per poi iniziare il percorso di progettazione nel 2007. Dopo alterne vicissitudini che ne hanno causato sostanzialmente l'immobilismo, nonostante ben 3 cerimonie di posa della prima pietra e svariate conferenze stampa ancora nel 2018, dopo ben 11 anni, si avevano soltanto gli scavi e nient'altro.
Quello che si vede oggi del nuovo Ospedale è nato negli ultimi due anni, grazie alla spinta della compianta presidente Jole Santelli e ora del presidente Roberto Occhiuto.
Nel 2021 sono partiti i lavori e,
in soli 26 mesi, è stata portata a compimento la struttura, anche grazie
all'intervento del presidente Occhiuto che ha fatto più volte delle visite al
cantiere e ha emanato un ordine di servizio nello scorso mese di giugno,
imponendo al concessionario il termine dei lavori per tutte quelle parti non
ricadenti nella nuova variante. Nel mese di luglio del 2023, ho presenziato io
stessa alla cerimonia per la conclusione dei lavori strutturali e, grazie ad
interlocuzioni serrate e cronoprogrammi, in due anni abbiamo recuperato il
ritardo che si era accumulato negli ultimi tre lustri, dando finalmente alla
cittadinanza un segnale di concretezza e di volontà di portare a
termine questa importante opera. Terminato il lavoro strutturale, si è reso
necessario un confronto fra Regione e concessionario per quanto riguarda il
prosieguo dell'opera e su questo, naturalmente, relazionerà in maniera
dettagliata l'ingegnere Gidaro.
Per contestualizzare
correttamente l'argomento è necessario ricordare che si sta parlando di un
progetto del 2013 e della relativa concessione del 2014, quindi l'impianto
economico finanziario della concessione è abbondantemente datato. Da allora, si
è reso necessario l'adeguamento del progetto alle nuove norme sanitarie post
pandemia e al vertiginoso aumento dei costi legati alla crisi economica e
geopolitica che ci troviamo a vivere, fattori completamente indipendenti - dico
indipendenti - dalla volontà sia della Regione sia del committente, che hanno
reso inevitabile il ricalcolo delle risorse necessarie alla continuazione dei
lavori. E, dunque, su questa perizia di variante che si sta ora discutendo, che
riguarda inoltre gli aspetti innovativi per quanto riguarda l'impiantistica e
sui nuovi aspetti architettonici che rispettano le mutate esigenze sanitarie. E
si discute anche alla luce del Decreto-legge numero 50 del Governo che, due
anni fa, ha sancito il sostegno pubblico alle aziende per quanto riguarda sia
il caro materiale sia l'adeguamento dei prezzi.
In base a tutti questi
cambiamenti, si è reso necessario l'avvio di un discorso negoziale con il
concessionario, poiché questo dell'ospedale unico della Sibaritide non è un
appalto comune, ma è una partnership pubblico/privata e, dunque, lo
squilibrio finanziario si risolve con una nuova contrattazione che quantifica
effettivamente le risorse necessarie da reperire.
Quello che posso dire è che
il presidente Occhiuto e gli uffici regionali - ringrazio nuovamente
l'ingegnere Gidaro - preposti stanno lavorando costantemente per fare sintesi
con il concessionario dei lavori dell'ospedale della Sibarite, al fine di trovare
la soluzione ottimale per quanto riguarda le soluzioni tecniche della variante
in corso d'opera, anche ai fini del finanziamento dei maggiori costi per i
lavori.
È proprio grazie all'azione
incisiva del presidente Occhiuto che l'ospedale della Sibaritide, fra tutti, è
quello la cui realizzazione è nella fase più avanzata e, senza tutti i problemi
legati alla pandemia, crisi economica, geopolitica, probabilmente, dopo alcuni
adeguamenti necessari, saremo in una fase ancora più avanzata. È ovvio, al
tempo stesso, che l'agire della Regione deve tenere sempre un punto centrale di
discussione: la sostenibilità economica, l'efficienza e le tempistiche
ottimali.
Una cosa deve essere chiara
a tutti: si tratta di un confronto che vede due parti ben definite e cioè, da
un lato, abbiamo la Regione, dall'altra, il concessionario e dunque non ha
senso continuare a cercare responsabilità di qualsivoglia tipo.
Ci sono due proposte che
devono arrivare ad incontrarsi, perché non è detto che le richieste messe sul
tavolo siano confacenti alle esigenze della Regione, che può e deve principalmente
badare a tutelare gli interessi della collettività prima di quelli dei privati.
Pertanto, invito tutti alla
coesione, ad evitare strumentalizzazioni, lasciando fuori questioni che possono
riguardare speculazioni politiche e da tentativi di caldeggiare interessi che
non siano quelli della collettività.
L'ospedale della Sibaritide
è un'infrastruttura di cui questa regione ha bisogno e, pertanto, è necessario
il supporto di tutti affinché si possano superare le difficoltà e possa
finalmente diventare realtà.
Darei subito la parola
all'ingegnere Gidaro, così ci farà un'illustrazione della situazione attuale.
Passo la parola all'ingegnere Gidaro. Ne ha facoltà.
Buonasera a tutti. Saluto
la Presidente e tutti i consiglieri che partecipano alla seduta.
Vorrei fare una sintesi
dello stato dell'arte e cioè dove siamo dal punto di vista della realizzazione
delle opere, dal punto di vista finanziario. Poi, vi vorrei illustrare quali
sono le motivazioni e quali sono le condizioni al contorno che ci sta obbligando
a prendere in considerazione una perizia di variante e, quindi, poi l'iter
attuale della perizia.
Al 30 settembre 2023,
relativamente al corpo principale dell'ospedale, sono state completate: le
strutture di fondazione, gli isolatori sismici, i pilastri in acciaio
solidarizzati con getti in calcestruzzo, le travi e i solai dei livelli -1, 0,
1, 2 e 3; le strutture del polo tecnologico, le opere di fondazione della
pensilina passerella di accesso all'edificio. I muri perimetrali e quelli di
contenimento delle terre all'interno dell'area ospedaliera sono completati al
94 per cento e sono state già effettuate prove di collaudo statico sui solai
dei corpi C, E e D, tutte con esito positivo.
Le maestranze attualmente
impiegate corrispondono a 5 unità di personale, ovviamente un contingente
ridottissimo, perché sostanzialmente siamo in una condizione di sospensione
parziale dei lavori; possono procedere solo i lavori che non sono oggetto della
perizia di variante.
Per quanto riguarda
l'avanzamento contabile, già dal mese di giugno 2021, nonostante il contratto
di concessione non lo prevedesse esplicitamente ma le norme in materia di
contratti pubblici consentissero di estendere al vecchio codice dei contratti
le previsioni del nuovo codice, è stata erogata al concessionario
l'anticipazione del 30 per cento sul residuo contrattuale a quella data, poco
più di 17 milioni di euro. Questo ha consentito al concessionario di avere una
sufficiente liquidità per avviare la realizzazione di quanto previsto nel
progetto esecutivo approvato.
Ad oggi sono stati
contabilizzati SAL fino al numero 33 per le prestazioni rese fino al 30
settembre, per un importo complessivo di oltre 24 milioni di euro, che
corrispondono al 25,05 per cento dell'importo contrattuale. Erano stati emessi
i certificati di pagamento per 5,5 milioni di euro che riguardavano la
progettazione dei lavori del primo stralcio, quindi quello relativo ai lavori
di cantierizzazione, sbancamenti, movimenti terra, recinzione e quant'altro, e
complessivamente sono stati emessi SAL per 29.800.000,00 euro, già saldati fino
al numero 29; dal 30 al 33 sono in fase di predisposizione istruttoria ai fini
poi della liquidazione e, comunque, complessivamente, al lordo
dell'anticipazione del 30 per cento già corrisposta e non ancora recuperata
parzialmente - lo è stato solo sui SAL finora emessi - sono state effettuate
liquidazioni al concessionario per complessivi 37 milioni di euro.
Una delle problematiche
sostanziali, che hanno reso indispensabile il ricorso alla perizia di variante,
è l'anomalo andamento dei prezzi che si è registrato sul mercato delle
costruzioni negli ultimi due anni, uniti ai costi dell'approvvigionamento dell'energia,
nonché alla crisi del conflitto russo/ucraino, che hanno sostanzialmente
annullato i margini di utile rispetto ai costi di contratto del concessionario.
Ora, è vero che sono stati messe in campo finora degli strumenti legislativi a
livello nazionale, Decreto compensazioni e Decreto aiuti, e, attingendo alle
risorse rese disponibili alle amministrazioni i cui contratti pubblici
soddisfano determinati requisiti richiesti dalle norme, la Regione ha già
liquidato in una prima tranche 541.000,00 euro, poi altri circa
300.000,00 euro, per un totale di 923.000,00 euro a valere sulle disponibilità
del proprio quadro economico.
Riguardo invece alle
risorse statali, al momento, è stato liquidato solo il 50 per cento di un
decreto 26/10/2022 che riconosce l'anomalo andamento dei prezzi per l'opera del
nuovo ospedale della Sibaritide relativa al secondo semestre del 2021. Quindi, complessivamente
abbiamo in istruttoria ancora quattro richieste di contributo a valere sulle
risorse statali per complessivi 9.300.000,00 euro più IVA, quindi risorse per
complessivi 10.300.000,00 euro. Poi, per effetto dell’emergenza della pandemia
COVID-19, si è reso necessario adottare nel cantiere, per la realizzazione del
nuovo ospedale, misure di sicurezza particolari, per ridurre l'impatto della
pandemia all'interno del cantiere. Quindi, le lavorazioni sono state effettuate
per tempo, ma il direttore dei lavori ha effettuato una contabilità delle
lavorazioni che sono state effettuate con queste particolari misure che per
effetto di norme di legge, decreti ministeriali del Ministero delle
infrastrutture, davano diritto al concessionario di richiedere i maggiori
oneri. Allora, complessivamente la perizia ammonta a 1.400.000,00 euro più IVA,
che è stata regolarmente istruita dagli uffici della mia unità organizzativa
autonoma.
La perizia è stata
approvata con decreto dirigenziale del 19 settembre 2023, previa copertura
finanziaria, assicurata con una deliberazione di Giunta regionale, la numero
378 del 2023. Il relativo atto di sottomissione, cioè quello che riconosce le
somme al concessionario, è stato sottoscritto il 2 ottobre, quindi, previa
emissione della fattura, procederemo alla liquidazione delle somme spettanti al
concessionario.
Veniamo adesso alla
variante al progetto esecutivo approvato. Fin dal mese di giugno del 2022 è
stato avviato un confronto con il concessionario per alcune varianti che si
sono rese necessarie per l'adeguamento del pronto soccorso e dei reparti di
terapia intensiva e subintensiva, in attuazione delle previsioni dell'articolo
2 del DL 34 del 2020. Allora, le richieste al concessionario in ordine alle
modifiche da apportare al progetto esecutivo sono state formalizzate con una
nota del gennaio 2023. Le modifiche dovevano riguardare il pronto soccorso, la
diagnostica per immagini, i reparti di terapia intensiva e subintensiva, il
percorso cardiologico, il blocco delle urgenze delle terapie intensive e, poi,
tenuto conto del forte impatto della crisi energetica attuale, è stato
richiesto al concessionario di proporre soluzioni ai fini dell'efficientamento
energetico dell'edificio. Quindi, con nota del 30 gennaio 2023, poi, la Regione
ha trasmesso al concessionario anche una nota metodologica da adottare per la
procedura di revisione del piano economico finanziario. Come ricordava la
Presidente, per la realizzazione del nuovo ospedale della Sibaritide è in
essere un contratto di concessione che, a differenza dell'appalto, si regge
sull'equilibrio economico finanziario di un Piano, il PEF, che, per il
meccanismo della concessione che prevede un contributo del privato alla
realizzazione dell'opera attraverso algoritmi specifici, ormai costituisce una
prassi in situazioni come queste: l'apporto del privato viene corrisposto
mediante canoni di disponibilità da parte dell'amministrazione per tutta la
durata della concessione, per il tempo di durata della concessione.
Il Piano economico
finanziario, quindi, stabilisce, per effetto di parametri di riferimento
specifici, quali sono i canoni da corrispondere all'appaltatore per farlo
rientrare dell'investimento iniziale, con il margine di utile stabilito
contrattualmente. Il concessionario, con nota del 20 febbraio 2023, ha
trasmesso una preliminare documentazione progettuale in risposta alla richiesta
dell'Amministrazione. Nel mese di marzo, in particolare il 7 e il 13 di marzo,
si sono tenute due riunioni alla presenza del direttore dei lavori e
dell'azienda, nonché del concessionario, dei suoi progettisti e della
Amministrazione regionale, dei tecnici dell'Amministrazione regionale, riunioni
per andare a definire esattamente i contenuti della variante e, in occasione di
quelle due riunioni, sono stati approvati i layout definitivi da modificare per
effetto delle richieste dell'Amministrazione; quindi, sulla base della
definizione dei layout che rappresentano un preliminare livello di condivisione
delle soluzioni progettuali, si è dato il via allo sviluppo degli elaborati
esecutivi della variante.
Al riguardo è stato emesso
uno specifico ordine di servizio, il numero 6 del 15 marzo 2023, con il quale è
stato ordinato al concessionario di: apportare le varianti del progetto
esecutivo, per come definite nei verbali delle due riunioni di cui ho parlato;
redigere una specifica perizia di variante di livello esecutivo, costituita
sostanzialmente da una relazione esplicativa delle motivazioni e dei contenuti
delle varianti, delle specifiche tecniche da adottare, degli elaborati grafici,
dei computi, degli elaborati economici, quindi computo metrico estimativo,
elenco prezzi, analisi dei prezzi e quadro comparativo della variante, nonché
il quadro complessivo di spesa connesso al nuovo progetto. Nell'ordine di
servizio sono stati dettati anche i tempi di consegna degli elaborati, quindi,
in particolare sono stati dati 75 giorni, quindi entro e non oltre il 29
maggio, per la consegna dei primi elaborati necessari ad acquisire i pareri
indispensabili per approvare la perizia, in particolare quello dei vigili del
fuoco. Poi, entro i successivi 30 giorni, quindi entro il 28 giugno, gli
ulteriori elaborati, compresi quelli di carattere economico, e nei 15 giorni
successivi, quindi entro il 13 luglio, gli elaborati finali della variante per
recepire sia le osservazioni scaturite dalla richiesta dei pareri sia eventuali
indicazioni di dettaglio da parte della Regione.
Il concessionario ha
rispettato la prima scadenza, quindi quella di avvio della consegna degli
elaborati minimi necessari per l'avvio delle richieste dei pareri, poi abbiamo
registrato un ritardo di una ventina di giorni nella consegna degli elaborati
complessivi e poi, comunque entro il 1° agosto, è pervenuto il parere del
Comando provinciale dei vigili del fuoco, che ha espresso parere favorevole con
alcune prescrizioni che sono poi recepite all'interno degli elaborati.
Quindi, a questo punto gli
uffici della Regione Calabria e della direzione dei lavori hanno, sin dalla
consegna dei diversi step progettuali, avviato una disamina degli
elaborati stessi, complessivamente in numero di oltre 500, effettuando
valutazioni di ammissibilità delle soluzioni progettuali prospettate e della
sussistenza dei requisiti di aderenza di quanto proposto rispetto a quanto
richiesto dall'Amministrazione. Ecco, da una preliminare disamina del computo
metrico estimativo della prima versione della variante presentata era emerso
che l'importo complessivo dei lavori da realizzare aveva subito un incremento
del 78 per cento rispetto al computo metrico del progetto esecutivo approvato.
Ora, tenuto conto quindi che la superficie del nuovo ospedale è di circa 65.800
metri quadri, la variante proposta avrebbe avuto un costo parametrico di oltre
4.000,00 euro a metro quadro contro circa i 2.300,00 euro a metro quadro del
computo metrico del progetto esecutivo. Con nota del 25 agosto, è stato chiesto
al concessionario, assumendo anche i parametri di confronto rispetto ad opere
analoghe che sono in fase di realizzazione, quindi con bandi pubblicati, di
adottare soluzioni tecniche per la variante al fine di contenere i costi
complessivi, in considerazione degli aumenti dei materiali da costruzione, i
cui effetti, però, sono stati recepiti nel prezzario regionale del 2023.
Quindi, scendendo nel
dettaglio, si è chiesto al concessionario: l'utilizzo sistematico del
prezziario della Regione Calabria 2023, che è obbligatorio per leggere ed è
fondamentale per la correttezza del calcolo generale della spesa pubblica, per
la costruzione di un edificio ospedaliero come il nostro; l'elenco prezzi della
variante presentata era costituito da 1.014 voci di prezzo, di cui 448, cioè
circa il 41 per cento riferite al prezziario regionale, il 59 per cento,
invece, costruite mediante indagini di mercato. Poi, abbiamo rilevato che nel
50% dei casi - buona prassi vuole che il prezzo sia costituito sulla base di
almeno tre preventivi - c'era un solo preventivo che il concessionario aveva
giustificato con le particolari condizioni di crisi del mercato delle
costruzioni. Poi, per 23 lavorazioni, che sono tipicamente quelle relative alle
sistemazioni esterne, per le quali non si erano apportate modifiche rispetto al
progetto esecutivo, si sono aggiornati i prezzi tramite l'applicazione di
indici di rivalutazione ISTAT e, mediante tre voci di prezzo, sono state prese
sinteticamente in conto le lavorazioni già effettuate fino alla presentazione
della perizia.
Quindi, in sintesi si è
chiesto al concessionario di adottare sistematicamente, nella variante, le voci
di costo del prezziario regionale, di attestarsi su soluzioni tecniche per le
forniture che conseguano l'ottimizzazione del rapporto costi benefici, quindi
mitigare l'impatto dei costi, rilevantissimo anche ai fini della sostenibilità
della spesa pubblica, e poi di acquisire almeno 3 preventivi di primari
operatori economici rispetto alle voci di prezzo da costruire attraverso
indagine di mercato, ovviamente selezionando quella di minore costo per
l'Amministrazione.
Riguardo, poi, alle soluzioni per
l’efficientamento energetico risultavano solo in parte giustificati i costi
proposti rispetto all'andamento dei costi generali, perché il contenimento del
consumo energetico è già un obbligo per gli edifici pubblici previsto dal
decreto legislativo 192 del 2005. Quindi, anche qui, con un obbligo di
integrazione delle fonti rinnovabili, già previsto in data antecedente
all'approvazione del progetto esecutivo, nonché, poi, per consentirci di
valutare, da un punto di vista strettamente tecnico, l'aderenza delle soluzioni
adottate in termini di planimetrie di progetto, delle tavole comparative tra
l'ante opera e il post opera, per, poi, andare a verificare la coerenza e la
congruità delle soluzioni prospettate.
Quindi, il concessionario
con nota del 2 ottobre, quindi tre giorni fa, ha consegnato gli elaborati
aggiornati in ossequio alle indicazioni fornite dall'Amministrazione regionale.
Vi posso dire che da una preliminare disamina degli elaborati di carattere
economico, quindi, computo metrico estimativo, elenco prezzi e quadro
comparativo, l'aggiornamento della variante avrebbe un costo parametrico di
circa 3.300,00 euro al metro quadro dai 4.000,00 euro iniziali, che appare più
in linea con gli aumenti dei costi dei materiali da costruzione e la situazione
complessiva. Un primo obiettivo di contenimento della spesa pubblica,
attraverso l'analisi e la verifica degli elaborati proposti dal concessionario,
è stato già conseguito; però, la revisione della perizia è in fase istruttoria
da parte sia della direzione lavori, che ha uno specifico incarico su questo,
sia dai competenti uffici della Regione, al fine, comunque, di assicurare, come
diceva la Presidente prima, il rispetto dei principi di efficacia, di efficienza
e di economicità nella realizzazione dell’opera pubblica. I prossimi step
procedurali: una volta che si sarà assestato il contenuto della perizia, sia
dal punto di vista economico sia dal punto di vista degli elaborati tecnici a
corredo, si potrà procedere ad un'approvazione in linea tecnica di questo, poi
si apre la fase di riequilibrio del PEF. Già vi dico che sulla rielaborazione
del PEF sono già in corso le interlocuzioni con il concessionario, ancora da
confermare, ma questo sarà un livello
che rimarrà più o meno stabile anche negli affinamenti progettuali che ci
saranno nelle prossime settimane; abbiamo già avviato il confronto sul
riequilibrio del piano economico finanziario che dovrà essere…, una volta che
avremo raggiunto l'accordo sui contenuti e sulle modalità di riequilibrio del
PEF, che comportano alcuni aspetti negoziali tra il concessionario e il
concedente. In particolare, ve ne elenco due. Il primo è la quota di
partecipazione pubblica-privata: per aggiudicarsi il contratto di concessione
il concessionario pro tempore, la Tecnis, ha adottato una strategia di
gare abbastanza spregiudicata, riducendo, in maniera importante, il contributo
privato. Ecco, stiamo chiedendo al concessionario di riequilibrare la parte di
contributo privato, questo sia in linea con il criterio che con il rischio di
costruzione che, fra i tre rischi che devono essere presi in considerazione in
una concessione, inequivocabilmente deve essere a carico del realizzatore
dell'opera pubblica, del concessionario; quindi, è chiaro che, laddove la quota
di partecipazione privata sia risibile, anche il rischio di costruzione è
abbastanza mitigato.
Poi, un'ulteriore variabile
sono i tempi. Su questo abbiamo già messo in chiaro che chiederemo due anni o
poco più per il completamento dell'opera; è chiaro che poi ci saranno i tempi
necessari per i collaudi che potranno essere graduali, in funzione del graduale
completamento delle parti della struttura ospedaliera, per reparti o anche per
tipologia, aspetti strutturali, edilizi, impiantistici elettrici, impiantistici
meccanici. Quindi, avvieremo le verifiche e i collaudi man mano che le opere
vengono completate e, magari, man mano che i reparti potranno essere,
eventualmente, posti in esercizio. Ci saranno i tempi, poi, per i
trasferimenti, però ci siamo dati questo come orizzonte temporale sostenibile,
con un impegno molto significativo da parte del concessionario, perché abbiamo
valutato che per ottemperare a questa richiesta il concessionario dovrà
assicurare una produttività, nel senso di produzione mensile, intorno ai 9
milioni di euro, che non è cosa da poco, il cantiere sarà un brulicare di mezzi
e di manodopera. Una volta perfezionato e raggiunto l'accordo sul piano
economico finanziario riequilibrato, lo stesso dovrà essere sottoposto a un
parere obbligatorio del Dipartimento della programmazione economica, quindi il
parere lo acquisiremo, non è vincolante, ma è ovvio che faremo in modo che il
PEF ottenga un parere favorevole con eventuali prescrizioni e stiamo lavorando
anche allo schema di atto aggiuntivo, perché, ovviamente, essendosi modificati
i rapporti economici temporali - quindi, ci sono modifiche al contratto di
concessione - sarà necessario rivedere anche il contratto attraverso uno
specifico atto aggiuntivo.
Questo è l'aspetto di
carattere economico procedurale di cui parliamo solitamente. Se mi fosse
consentito, vorrei spendere qualche parola, invece, sugli aspetti e sulle
migliorie tecnico funzionali connesse alla variante. Se volete lo faccio subito
oppure dopo la discussione sulla parte saliente.
Ritengo che sia opportuno che lo faccia, anche
perché dal suo intervento ci sta lasciando ben sperare e quindi la cosa non può
che farci piacere.
Premetto che la variante scaturisce
da necessità oggettive e in larga parte legate a previsioni normative, quindi
obbligatorie: l'adeguamento, come detto, dei reparti di terapia intensiva, sub
intensiva e pronto soccorso, curando un adeguato sviluppo dei percorsi
orizzontali, verticali e di collegamento tra i reparti che svolgono funzione in
caso di emergenza pandemica.
È stato avviato un
percorso, come vi dicevo, condiviso tra il concedente, il concessionario e
l'azienda che rappresenta, poi, il fruitore finale della struttura. È stata
fatta una rivisitazione sostanziale di tutti i reparti contigui e
funzionalmente connessi con quelli oggetto della procedura obbligatoria di
revisione, quindi, per ottimizzare gli spazi comuni, i percorsi, per potenziare
le dotazioni impiantistiche, laddove valutate come insufficienti, quindi per
provare a trasformare l'ospedale in uno smart hospital, cioè una
struttura ospedaliera che consente di apprendere, di adattarsi costantemente
alle esigenze degli utenti. A titolo di esempio, i reparti critici del nuovo
ospedale sono stati rivisitati in un'ottica di visione modulare e
compartimentata che permette di trasformare l'ospedale in caso di pandemia
senza sacrificarne la funzionalità e perdere i servizi. Allo stesso tempo, in
condizioni ordinarie, quindi quando la pandemia non c'è, questi spazi diventano
funzionali al reparto stesso, permettendo di rendere più confortevole e
performante l'intera area sanitaria.
Riguardo al comparto
tecnologico, che poi è quello che fa la differenza in un ospedale moderno
calibrato sulle esigenze pandemiche, si è valutato un controllo capillare di
tutti i soggetti presenti all'interno della struttura, siano essi pazienti,
accompagnatori o operatori sanitari, registrando, in forma anonima, la
posizione all'interno della struttura non solo degli utenti della struttura
ospedaliera, ma anche degli asset presenti. Quindi, per esempio,
conoscere il percorso che viene eseguito da una barella all'interno
dell'ospedale significa sapere se una barella in quel momento è idonea per
poter accedere ad un particolare reparto; cioè, il sistema consente di impedire
ad una barella non sanificata di entrare in una zona sterile nel complesso
operatorio, in cui, potenzialmente, qualcuno vorrebbe utilizzarla. Oppure è
possibile fornire informazioni in tempo reale al visitatore in merito alle
analisi o ai controlli che deve effettuare, conducendolo, laddove sia provvisto
di smartphone, verso il reparto in cui deve svolgere o richiede la prestazione.
Tutto questo si traduce in strumenti importanti per massimizzare la
produttività, ridurre i costi di gestione e migliorare la soddisfazione del
paziente, cercando di ridurre, in maniera significativa, anche la migrazione
sanitaria. Non solo: in occasione della perizia di variante è stata anche
valutata la possibilità, come vi dicevo, di migliorare l'efficienza energetica
globale, aumentando la componente di energia rinnovabile, abbandonando
completamente alcuni vettori energetici come il gas e il petrolio, che erano
presenti nel progetto esecutivo e che sono fonte oltretutto di maggiore
produzione di CO2 rispetto alle fonti, invece, alternative di cui stiamo
parlando e che hanno oggi un costo particolarmente proibitivo.
Quindi, il passaggio della
struttura ospedaliera da una Classe B, come era quella prevista nel progetto
esecutivo, a una classe NZEB livello A4 non significa solo avere risparmi
energetici, ma adottare il principio del DNSH, Do No Significant Harm,
che viene utilizzato nel PNRR proprio per qualificare le strutture che
soddisfano determinati requisiti in termini di efficienza energetica.
Da ultimo, ancorché
obbligatori per legge, è stata migliorata la qualità della sicurezza
all'interno della struttura ospedaliera, recependo una recentissima normativa
di prevenzione incendi in tutto l'edificio ospedaliero. Questa normativa, che
ha modificato il paradigma di sicurezza precedente, consente di non dover mai
evacuare completamente l'ospedale, anche se si verifica un incendio all'interno
di un reparto; quindi, si tratta di mettere in campo compartimentazioni
particolarmente spinte che consentono di restringere il campo d'azione
dell'incendio e di chi deve operare per spegnerlo, limitandolo alla zona nel
quale si è verificato. Questo è importantissimo, soprattutto per la presenza
dell'ospedale della Sibaritide e di ospedali ad alta intensità di cura, come le
terapie intensive e i complessi operatori in cui lo spostamento dei malati
costituisce sempre un problema e può essere causa anche di tragiche
conseguenze. Quindi, tutto questo per cercare di lavorare in maniera efficiente
e sostenibile nel complesso ospedaliero.
Grazie, ingegnere Gidaro. Ha chiesto di intervenire
la consigliera Amalia Bruni. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, grazie all'ingegnere Gidaro per
la consueta presenza, per il garbo di esserci. Mi chiedo come mai non ci sia
l’ingegnere pallaria di cui avevamo chiesto anche la presenza. È stato
trattenuto? Credo che non possa lei rispondere al posto del RUP.
Avremmo sostanzialmente
riferito le stesse cose. Anche perché, poi, con l'ingegnere Pallaria c'è una
stretta sinergia nell'affrontare le problematiche e nel provare a risolverle.
Grazie. La richiesta era
stata presentata quest'estate, perché mi ero particolarmente preoccupata -
eravamo tutti allertati - perché si era dimesso qualcuno, mi pare che fosse il direttore dei lavori.
Insomma, non conosco bene il ruolo, il direttore di cantiere e, quindi, la cosa
mi aveva molto preoccupato.
La necessità di capire se
queste varianti di cui lei stesso ci aveva parlato al momento della prima
audizione, facendoci, appunto, intravedere le strade che, comunque, la Regione
avrebbe seguito per approvvigionare il panierino economico per gli aumenti, ci
aveva, però, appunto, preoccupato perché non capivamo se questa fosse
un'interruzione dei lavori o fosse all'interno, comunque, di un gioco, tra
virgolette, delle parti, magari del concessionario, che nulla poi ha a che
vedere con il mantenimento dei lavori interni.
Quindi, la richiesta, anche
abbastanza pressante, che ho presentato alla Presidente riguardava esattamente
questo. Delle nuove varianti e della perizia, lei ce ne aveva già accennato,
quindi, sono lieta di continuare a seguire questa situazione. Le anticipo che
presenterò richiesta per capire gli altri due ospedali a che punto stanno,
perché su questo dobbiamo rifare, penso, un punto. Credo che, sicuramente,
queste interlocuzioni con il concessionario siano importanti e vadano,
comunque, nell'ottica, poi, finalmente, di arrivare a fare vedere la luce a
questi ospedali che da troppi anni, sicuramente, attendono insieme,
soprattutto, ai cittadini; arrivare a costruire bellissimi ospedali senza
poterli abitare di medici, innanzitutto, e poi, conseguentemente, dell'utenza,
sarebbe veramente una beffa. Da quello che capisco, le procedure che la Regione
e gli uffici che lei stesso dirige hanno messo in piedi sono sotto controllo;
mi sembra di comprendere che questi tempi in un qualche modo verranno, in ogni
caso, rispettati come lo sono stati finora. Quando lei parla, però, di cifra
che Tecnis dovrebbe investire, di questi nove milioni di euro al mese, capisco
bene…
La produttività che dovrà
assicurare il concessionario per rispettare i due anni richiesti dalla Regione
per completare l’opera è un parametro che ci dà il senso della manodopera e dei
mezzi d'opera che dovrà mettere in campo, nel senso che la realizzazione
dell'ospedale dovrà procedere in parallelo. Oggi, finora, abbiamo,
sostanzialmente, realizzato le strutture, ma la parte edilizia, la parte
impiantistica elettrica, la parte impiantistica meccanica, le finiture, nel
nuovo cronoprogramma dovranno procedere in parallelo, perché altrimenti quei
tempi non potranno essere rispettati. Ecco la produttività globale, rispetto a
queste varie voci di spesa, porta ad una produttività media di quell'ordine di
grandezza che non sarà facile assicurare, soprattutto nei primi mesi. Lei
capisce che avviare…, da questo punto di vista, però, con il concessionario
stiamo cercando di avviare soluzioni che gli consentano in anticipo di
cominciare a valutare, nel momento in cui avremo definito i contenuti sia della
perizia sia del Piano economico finanziario, al netto dei passaggi per i
pareri, le approvazioni, le misure che può già mettere in campo per portarsi
avanti rispetto, poi, al concreto avvio dei lavori che avverrà non appena
sottoscritto l'atto di sottomissione.
Dicevo appunto questo: è
una cifra, comunque, importante. La domanda sarà anche banale e la chiami anche
naif, ma voglio sapere: Tecnis è in grado di essere…, la D'Agostino è in grado
di gestire questo? Perché sappiamo essere un'azienda piuttosto piccina da
questo punto di vista, quindi, c'è anche molta preoccupazione anche a seguire
questa situazione.
La D'Agostino è una
un'azienda che ha acquisito, attraverso procedura concorsuale, i cluster
ospedalieri dell'ospedale della Sibarite e della Piana di Gioia Tauro; quindi,
ha dimostrato al Ministero dello Sviluppo Economico di avere i requisiti di
carattere organizzativo e finanziario per potere portare a compimento l'opera.
Poi, è chiaro, si tratterà di organizzare le cose in maniera tale che tutto
proceda, a quel punto, come un orologio svizzero, perché, poi, a quel punto,
bisognerà correre, poco potrà essere lasciato all’improvvisazione; quindi, sarà
fondamentale una programmazione dei lavori di dettaglio molto spinta che la
Regione verificherà ai fini del rispetto del termine.
Quindi, per entrare nel
merito - ritorno un attimo alla data che lei ci ha riferito - questi altri due
anni sono a partire da ora? Dalla ripresa dei lavori? E la ripresa dei lavori è
calcolata, più o meno, potrà essere prevedibile con un'approssimazione dell’almeno
l’80 per cento.
Lei lo farebbe domani
mattina, lo capisco.
Laddove ci fosse già stata presentata
una perizia coerente con i criteri e i riferimenti non avremmo avuto bisogno di
una rielaborazione, ma la perizia ci è pervenuta. Qui il discorso è uno: c'è un
contratto di concessione in corso tra un'amministrazione pubblica che persegue
come obiettivo quello del soddisfacimento dell'interesse pubblico ed un
contraente privato che persegue l'obiettivo dell'utile.
Quindi, non c'è da
scandalizzarsi se nel presentare la prima stesura della perizia di variante le
soluzioni progettuali, i costi siano stati valutati in maniera tale che poi
l'utile del concessionario possa essere anche su margini importanti. Il
mestiere dell'Amministrazione è quello di andare a verificare, prezzo per
prezzo, soluzione tecnica per soluzione tecnica, e cercare un giusto
compromesso tra la qualità della soluzione progettuale e il suo costo. Non è
facile, però ce l'abbiamo fatta e ce l'abbiamo fatta tra i mesi di luglio,
agosto; non so se avete fatto caso ai tempi, l'abbiamo fatto nel periodo
estivo. Quindi, voglio dire, per noi ferie non ce ne sono.
Ecco, per rispondere a
tutto le dico che l'Amministrazione regionale, in questa fase di
contraddittorio, ha guardato al proprio ruolo; quindi, la direzione lavori sta
svolgendo un ruolo importante e di grande supporto all'Amministrazione
regionale. Noi stiamo facendo la nostra parte, ma con l'aiuto della direzione
lavori. Se il concessionario decide di cambiare il suo responsabile tecnico,
con tutta la considerazione per
l’Ingegnere Petrone che ha dimostrato che le strutture le ha fatte, le ha
portate a compimento, con un altro, altrettanto capace, altrettanto
volenteroso, altrettanto disponibile, altrettanto motivato, per la Regione
perché dovrebbe essere un problema il cambio del direttore tecnico?
Ce l'ha assicurato
già.
Queste
presunte dimissioni, che poi dimissioni non erano…
Gli
organi di stampa hanno parlato di dimissioni. Ve lo dico, non ci sono
particolari segreti., c'è stato, purtroppo, un episodio particolare sul
cantiere, c'è stato un incidente significativo, come capita nei cantieri che
hanno maestranze, nonostante le misure di sicurezza.
A
quel punto, sono scattate delle misure.
Quindi, sarà stato un momento poi di
particolare nervosismo, non lo so, e questa situazione ha innescato delle voci
in ordine a dimissioni, quando invece il tutto riguardava problematiche
relative alla sicurezza, tant'è che l’ingegnere Petrone adesso continua a
essere l'interlocutore della Regione sulla vicenda.
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Davide Tavernise. Ne ha facoltà.
Grazie
per aver convocato questa Commissione, presidente Straface.
Ringrazio
anche la consigliera Amalia Bruni che l'ha richiesta.
È
la prima volta che la ascolto dal vivo e, francamente, devo dirle che ha una
capacità di raccontare le cose che tende a rendere sicuro chi la ascolta.
Penso
che adesso noi, presidente Straface, abbiamo un ruolo importante: dobbiamo
seguire, passo passo, settimanalmente questa questione perché su questa
struttura, ingegner Gidaro, deve sapere che due anni fa, mi sembra nel mese di
marzo-aprile del 2021, quindi pochi mesi dopo la nostra proclamazione in
Consiglio regionale, è venuto a incontrare il Presidente della Giunta regionale
e io ricordo bene che ha contattato telefonicamente tutti noi consiglieri
regionali del territorio.
Mi
ricordo che c'erano anche il collega Laghi e il collega Graziano, c'ero io,
c'era la presidente Straface e c'era la collega De Francesco, che è originaria
anche lei di Corigliano-Rossano; quindi, su questa struttura ospedaliera – ed è
il motivo per cui io non sto facendo polemiche e non voglio che si
strumentalizzi il tutto – ci abbiamo messo tutti quanti la faccia perché è
un'opera così importante per il nostro territorio, soprattutto per chi come noi
lo vive quotidianamente, che non possiamo veramente permetterci, dopo tanti
anni di attesa, di litigare l'uno con l'altro; piuttosto, dobbiamo cercare,
ognuno dal proprio ruolo, delle soluzioni.
Ora,
poiché non sono un ingegnere e non sono un tecnico, ho ascoltato attentamente e
ho preso appunti su tutto quello che lei ha detto, però da politico e da
rappresentante del territorio quello che più mi interessa oggi sono i tempi e
la tempistica. Collega Straface, oggi sono due anni che siamo stati eletti in
Consiglio regionale, penso che il successo di tutti quanti noi come
rappresentanti del territorio, non come politici per la nostra rielezione nella
prossima Legislatura, sia quello di consentire che a fine di questa Legislatura
questa opera sia completamente funzionante. Lo dobbiamo ai nostri concittadini.
Già la Calabria vive di per sé un problema sanitario, lo conosciamo bene, ma in
quella fascia di terra praticamente abbiamo un vero e proprio deserto a livello
sanitario, se considera che negli ultimi anni sono stati chiusi l'Ospedale di
Trebisacce, l'Ospedale di Cariati e molto depotenziati i due Ospedali di
Corigliano e di Rossano. Viviamo veramente una problematica ancor più degli
altri territori.
Ora,
lei oggi ci ha parlato di 24 mesi. Giusto?
Indicativamente,
24 mesi dalla ripartenza. Ora, la domanda è: siccome siamo fermi praticamente
ormai già da marzo-aprile - ho presentato un'interrogazione a giugno, quindi
già era scoppiata questa situazione - lei stesso ha detto che ci sono 5 unità
lavorative, quindi, vuol dire che il cantiere è praticamente fermo.
Ora,
quando ci sarà la ripartenza? Da quando partirà il countdown?
Secondo
lei – non voglio ovviamente la data precisa, però per somme linee - quando
riusciremo ad arrivare e a risolvere il bandolo della matassa? Perché poi è
importante che da quel momento in poi, a spron battuto, tutti quanti lavoriamo
in quella direzione, monitoriamo il tutto e si arriva finalmente al compimento
di questa opera che tutti quanti noi aspettiamo.
Ecco
perché, presidente Straface, invito, così come almeno io sto facendo
dall'opposizione, a mantenere tutti quanti un profilo basso, a non dire che “va tutto male, bloccate il
cantiere”, ma neanche raccontare che va tutto bene, perché, se siamo qui, vuol
dire che qualcosa, purtroppo, è andato male rispetto al cronoprogramma
iniziale.
Avevo
sottoscritto un'interrogazione, ricordo, con i consiglieri Amalia Bruni e
Nicola Irto, in cui il collaudo era previsto a dicembre 2023 inizialmente - non
so se lei si ricorda - e, quindi, quello che a me personalmente interessa e
interessa ai cittadini della Sibaritide è la tempistica.
Il
countdown lo facciamo da quel momento in poi; altrimenti, se parliamo di 24
mesi, ma non si sa da quando partono questi 24 mesi, un po’ parliamo del nulla.
Quello che interessa di più è quando questo ospedale verrà consegnato, fermo
restando che lei fino adesso ha riferito delle notizie che io non conoscevo e,
sicuramente, sono delle migliorie a questa struttura. Questo è quello che mi
interessa. Ci ho messo la faccia, insieme a Ferdinando Laghi, Luciana De
Francesco, Giuseppe Graziano e Pasqualina Straface quel giorno, insieme al
presidente Occhiuto; ricordo feci un post in cui scrissi: “La politica di
questo territorio unita per dare nuovo diritto alla salute dei cittadini della
Sibaritide”; quindi, da parte mia ci sarà sempre un atteggiamento costruttivo,
ma acceleriamo e, finalmente, anche se uniti, portiamo insieme, ognuno dal
proprio ruolo, i risultati a quel territorio. Grazie.
La parola
all’ingegnere Gidaro.
Quello
che è uno degli obiettivi primari del Presidente e Commissario ad acta
per l'attuazione degli interventi articolo 20 è uno, se non il primo, dei miei
obiettivi della gestione dell'UA-Investimenti sanitari.
Quello
che le posso assicurare è che l'attenzione e la cura a questo intervento per
parte mia e della mia struttura è massima.
Nel
mese di agosto ho fatto un giorno di ferie, il ponte tra Ferragosto e la
domenica antecedente, per lavorare a questo intervento.
Il
mio ruolo mi impone di essere il garante della legittimità degli atti che si
pongono in essere, quindi, anche per me nel minor tempo possibile, però gli
atti che vengono posti in essere per realizzare l'opera devono essere
ineccepibili dal punto di vista dei controlli amministrativi, contabili, civili
e penali che potrebbero emergerne.
Possiamo dire l'inizio
dell'anno nuovo?
Allora,
se vogliamo, anche in termini di buon auspicio, dico anche entro l'anno, entro
il mese di dicembre di poter emettere l'ordine di servizio di ripresa dei
lavori.
Con
il concessionario si è stabilita una grande collaborazione, nell'ottica proprio
del realizzare l'opera, ciascuno per perseguire i propri interessi:
l'amministrazione ha l'interesse a realizzare velocemente l'opera per metterla
in esercizio, fornire servizi ai cittadini e ridurre la migrazione sanitaria,
svolgere fino in fondo il proprio ruolo; il concessionario ha anche l'obiettivo
di realizzare l'opera nel più breve tempo possibile perché comincia a vederne
gli utili.
La
concessione rispetto all'appalto ha questa come grande leva per velocizzare le
realizzazioni.
Quindi,
tenuto conto degli elementi al contorno che purtroppo si sono verificati -
emergenza pandemica, DL 34, articolo 2, sono modificate le regole per le
Terapie intensive e subintensive, la crisi energetica, la crisi dei materiali
da costruzione legata alla vicenda del Covid, il conflitto russo-ucraino che ha
creato problemi energetici -l'importante è che l'amministrazione possa e sempre
trovi le soluzioni per non bloccare la realizzazione delle opere e che, poi, da
questo punto di vista, il Presidente, il Commissario, proprio per il ruolo che
ha e anche per il prestigio che riveste a livello politico, metta in campo
tutti gli strumenti che ci consentono di velocizzare gli aspetti di interazione
con le altre amministrazioni.
Abbiamo
almeno due scenari possibili rispetto alla copertura finanziaria dei maggiori
oneri per la sola realizzazione dell'opera: le risorse ai sensi dell’articolo
20 della Legge 67 del 1988, di cui abbiamo un discreto tesoretto, o le risorse
del FSC, Fondo di sviluppo e coesione.
Ancora
non abbiamo i numeri da proporre per la copertura finanziaria, perché dobbiamo
ragionare anche in termini di piano economico finanziario, ma quando li avremo
sceglieremo, tra le due, la soluzione che ci assicura la copertura finanziaria
nel minor tempo possibile.
Le
regole dell'articolo 20 richiedono un accordo di programma con il Ministero
della Salute. Se dovessimo seguire questa strada avremmo dei mesi di tempo
davanti.
Poi,
siamo in una situazione particolare in cui anche le stesse regole dell'articolo
20 vengono messe in discussione su tavoli governativi dalla stessa Conferenza
Stato-Regioni.
Quindi,
è una situazione, anche da questo punto di vista, rispetto alla quale
prenderemo le decisioni al fine proprio di velocizzare al massimo le procedure
e, in ogni caso, però, con il
concessionario, non appena avremo stabilito qual è l'assetto del progetto della
variante e del piano economico finanziario, si comincerà a lavorare per
riavviare le attività di cantiere anche prima della sottoscrizione dell'atto
aggiuntivo perché questi sistemi hanno una loro inerzia; cioè sul cantiere
l’afflusso del personale della manodopera deve seguire regole di reclutamento,
regole di ingaggio dei subappaltatori, che a loro volta comportano contratti,
verifiche da parte della Prefettura, in attuazione del protocollo di legalità e
disponibilità dei fornitori a rendere disponibili i materiali nelle quantità e
con i tempi previsti.
Capite
che tutto questo non si fa dall’oggi al domani.
Quello
che vi dico è che stiamo lavorando in anticipo affinché - e c'è la
disponibilità del concessionario a farlo - si facciano le indagini di mercato,
per cominciare a bloccare o opzionare le forniture, i subappaltatori, la
manodopera che servirà alla ripresa dei lavori; abbiamo l'assicurazione che il
concessionario inizierà a farlo non appena sarà chiaro il quadro di riferimento
su cui ci muoveremo.
Grazie, ingegnere
Gidaro. Ha chiesto di intervenire il consigliere Raso. Ne ha facoltà.
La
ringrazio, ingegnere, perché è stato molto attento nella discussione, cioè ci
ha fornito una disamina precisa dei vari passaggi.
Inoltre,
la ringrazio pure perché ha lavorato molto su quella finitura dei prezzi che
diceva precedentemente, che ha portato i costi da 4000,00 euro a metro quadrato
a 3000,00 euro. Supponiamo che nel 2024 ci sia una diminuzione del prezziario
dei lavori pubblici, perché io credo che in questo del 2022 non ci siano state
le diminuzioni di prezzo, c'è stata l'impennata nel 2021, poi a marzo del 2023
è stato fatto da parte della Regione un prezziario, però, secondo me, potrebbe
essere ancora praticato il ribasso perché i prezzi dei materiali stanno
diminuendo. Secondo me, potrebbero diminuire sul prezziario del 10 per cento..
Io
faccio pure l’attività professionale, al fornitore l'acciaio costa – non è
materia di questa Commissione –90 centesimi a chilogrammo; sul prezzario
regionale è 2,40 euro, però con la messa in opera c'è un raddoppio del prezzo.
Tanto premesso, le volevo porre questa domanda: secondo lei, poi, i prezzi
della perizia potrebbero essere ritoccati in ribasso?
Così
come aumentano, possono subire questa analisi dinamica? Supponiamo che
diminuisca il prezziario regionale, però.
La parola
all’ingegnere Gidaro. Prego.
La
verifica dei costi dei materiali da costruzione viene fatta in aumento o in
diminuzione con un decreto del Ministero delle infrastrutture.
Laddove
l'oscillazione dei prezzi superi l'8 percento, in più o in meno, il Ministero
delle infrastrutture emette un decreto con il quale qualifica e, quindi, dà
diritto a ritoccare i prezzi, laddove previsto nei contratti di concessione per
effetto delle variazioni dei prezzi di mercato, sia in aumento sia in
diminuzione.
Quindi,
quando si supererà quella soglia avremo la possibilità di opzionare le cautele
in favore dell'amministrazione.
Ha chiesto di intervenire il consigliere
Raso. Ne ha facoltà.
È
molto probabile che questa diminuzione ci sia, perché l'andamento della
fornitura dei prezzi del mercato dei materiali edili è in diminuzione; la
richiesta è diminuita dopo il Superbonus e speriamo che nel nuovo anno, magari
col nuovo prezziario, una revisione possa far guadagnare qualche soldino
all'amministrazione regionale perché abbiamo tanti problemi anche nelle scuole.
Tutti
i prezzi sono saltati, quindi tutti i contratti.
C'è
stato un blocco di tutti i contratti edilizi; quindi, speriamo bene. Grazie.
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Laghi. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente.
Ringrazio
e mi compiaccio con l'ingegnere Gidaro perché come al solito è puntuale, con
una capacità esplicativa assolutamente peculiare.
A
questo proposito, ho una richiesta organizzativa: sono stato molto attento a
quello che ha detto e ho evitato di prendere appunti perché sarebbe stato
impossibile, ci sarebbe voluto uno stenografo.
È
possibile avere copia della relazione?
(Voce
fuori microfono)
Perfetto
grazie, grazie.
Ho
il dovere di ringraziare nuovamente l'ingegnere Gidaro per la sua
preziosissima, la posso così definire, illustrazione; è stato detto anche dal
collega Davide Tavernise e dagli altri colleghi quanto sia importante questa
infrastruttura sanitaria per l'intero territorio; parliamo di 250.000 utenti e,
quindi, capisce bene quanto diventi fondamentale, rispetto all’intero sistema
sanitario calabrese, una nuova governance della sanità calabrese portata avanti
dal presidente Occhiuto.
Ha
detto l'ingegnere Gidaro che lui è il garante della legittimità degli atti.
Ritengo
che il garante per la struttura sanitaria dell'Ospedale unico della sibaritide
per noi tutti sia il presidente Occhiuto; Presidente che veramente ha messo a
cuore la realizzazione di questo Ospedale e lo sta seguendo da vicino, anche
attraverso l’applicazione di un principio importantissimo che è quello della
trasparenza e della legalità, portando il confronto con il concessionario sul
tavolo della Prefettura. Lei diceva bene: un principio che deve riguardare noi
come amministrazione pubblica è il principio della economicità,
dell’efficienza, ma soprattutto l’interesse generale della collettività.
Il
concessionario, poi, avrà i suoi interessi.
Sono
abbastanza ottimista, considerato tutto il lavoro portato avanti dal
Dipartimento con grossi sacrifici. Lo posso anche dire perché vi seguo qua
vicino.
Avete
lavorato tutto il periodo estivo e abbiamo raggiunto dei risultati, ritengo,
importanti. Adesso siamo in una fase tecnica di riequilibrio del piano
economico finanziario e sarà cura del Dipartimento controllare quella
produttività che dovrà garantire il concessionario, perché è da lì che noi
dobbiamo partire. La produttività di 9 milioni di euro ritengo che sia
abbastanza importante e mi auguro che il
concessionario possa prendere le migliori maestranze e, soprattutto, possa
garantire un impegno lavorativo che sia veloce. Quello che interessa a noi
tutti ein particolar modo al presidente Occhiuto, è di poter vedere realizzata
questa struttura da qui a due anni; ci auguriamo che la ripresa dei lavori
possa avvenire entro l'anno o al più tardi all'inizio dell'anno nuovo.
La
ringrazio di nuovo.
La
disturberemo sicuramente anche per gli altri presidi ospedalieri che dovranno
nascere qui nella Regione Calabria.
Grazie.
Esauriti
i punti all'ordine del giorno, la seduta è tolta.
La seduta termina alle
15.32