XII^ LEGISLATURA
RESOCONTO SOMMARIO
N. 52
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SEDUTA Di martedì 8 aprile
2025
PRESIDENZA
DEL PRESIDENTE FILIPPO MANCUSO
Inizio lavori h. 15,22
Fine lavori h.
INDICE
CIRILLO Salvatore, Segretario questore
BEVACQUA Domenico (Partito Democratico), *
OCCHIUTO Roberto, Presidente della Giunta regionale
AFFLITTO Francesco (Gruppo Misto)
ALECCI Ernesto Francesco (Partito
Democratico)
BRUNI Amalia (Partito
Democratico)
LAGHI Ferdinando (De Magistris
Presidente)
OCCHIUTO Roberto, Presidente della Giunta regionale
TAVERNISE Davide (Movimento
Cinque Stelle)
Dibattito sulla sanità – ripresa
della discussione
BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)
GIANNETTA Domenico (Forza
Italia)
LO SCHIAVO Antonio Maria (Gruppo misto)
MAMMOLITI Raffaele (Partito Democratico)
MATTIANI Giuseppe (Lega Salvini)
MOLINARO
Pietro Santo (Fratelli d’Italia)
MURACA Giovanni (Partito
Democratico)
OCCHIUTO Roberto, Presidente della Giunta regionale
STRAFACE Pasqualina (Forza Italia)
Presidenza del presidente Filippo Mancuso
La seduta
inizia alle 15,22
Dà avvio ai lavori, invitando il Segretario questore a
dare lettura del verbale della seduta precedente.
Dà lettura del verbale della seduta precedente.
(È approvato senza
osservazioni)
Dà lettura delle comunicazioni.
Osserva, preliminarmente, che il dibattito dovrebbe
essere introdotto e concluso dal Presidente della Giunta regionale.
Obietta che l’ordine del giorno del Consiglio è stato
concordato in Conferenza dei capigruppo, prevedendo il preliminare intervento dei
consiglieri regionali.
Non concorda con quanto stabilito, ritenendo opportuno
che il Presidente della Giunta svolga un intervento introduttivo.
Puntualizza che l’idea del dibattito sulla sanità
scaturisce dalle molteplici interrogazioni presentate dalla minoranza in
materia, alle quali si è pensato di rispondere in una seduta di Consiglio
tematica che non prevedesse una sua preliminare informativa; si dichiara,
comunque, disponibile a introdurre i lavori, svolgendo una breve relazione
sulle ultime novità, e a concluderli, replicando agli interventi dei
consiglieri.
Riferisce le recenti novità riguardanti il settore sanitario regionale, evidenziando
la possibilità per la Calabria di non essere sottoposta a commissariamento
entro poche settimane, considerato che i presupposti su cui poggiava sono stati
superati e che sono stati compiuti notevoli progressi in termini sia di
gestione dei conti della sanità sia di miglioramento dei livelli essenziali di
assistenza (LEA).
Evidenzia, pertanto, che, grazie a interventi normativi e alla
collaborazione con il Governo nazionale, è stato possibile accertare e ridurre
il debito sanitario, approvare i bilanci delle Aziende sanitarie (in
particolare riferendosi all’Azienda di Reggio Calabria e a quella di Cosenza) e
migliorare la gestione finanziaria complessiva. Sottolinea, quindi, che la
Calabria non è più l'ultima Regione d'Italia per quanto riguarda i LEA, ma si
registrano progressi significativi nell'assistenza ospedaliera e nella
prevenzione, mantenendo, purtroppo, ritardi nell’assistenza territoriale, a cui
si sta tentando di porre rimedio.
Riferisce, inoltre, sulla nomina a Commissario con poteri di Protezione
civile per l'edilizia sanitaria, al fine di accelerare la realizzazione di
nuovi Ospedali e migliorare le infrastrutture esistenti, precisando che gli
ospedali interessati includono quelli di Vibo Valentia, della Sibaritide, della
Piana di Gioia Tauro, di Reggio Calabria, di Catanzaro, di Cosenza, di Locri e
di Polistena. Sottolineata l'importanza di vigilare contro le infiltrazioni
mafiose nei subappalti e nelle forniture, collaborando con il Ministero
dell'Interno e altre istituzioni per garantire la legalità e la trasparenza,
illustra il meccanismo di controllo delle imprese di subfornitura, che devono
essere iscritte in una lista del Ministero dell'Interno per ottenere
l'autorizzazione a operare.
Evidenziate le difficoltà nel reperire medici, soprattutto nelle
specialità di Pronto soccorso e emergenza, propone
incentivi economici e di carriera per rendere più attrattivi questi ruoli,
sottolineando la necessità di riformare il Sistema sanitario nazionale, non
solo in termini di risorse, ma anche di regole e organizzazione. Critica, poi,
la privatizzazione del mercato delle professioni sanitarie e il fenomeno dei
medici gettonisti che, a suo avviso, ha portato a costi elevati per il sistema
pubblico.
Infine, esprime la sua piena disponibilità a recepire proposte e
suggerimenti dei consiglieri, auspicando un dibattito costruttivo e propositivo
per migliorare ulteriormente il sistema sanitario regionale.
BRUNI Amalia (Partito
Democratico)
Ringraziato il presidente
Occhiuto per l’informativa, ritiene necessario discutere in Aula delle
problematiche della sanità calabrese, precisando l’importanza di un dialogo
costruttivo tra maggioranza e minoranza.
Ritiene, quindi, che,
nonostante le richieste di collaborazione delle opposizioni sul progetto
globale di riforma, il presidente Occhiuto, anche Commissario alla sanità, ha
preferito una gestione mediatica e unilaterale, priva di un reale confronto.
Critica, inoltre, la
richiesta di stato di emergenza, giudicandola quale ammissione di inefficienza
nella programmazione e nell’esecuzione delle politiche sanitarie, sottolineando
che, nonostante siano stati annunciati progressi nella costruzione di nuovi
ospedali, molti progetti sono ancora in fase preliminare e le risorse
finanziarie disponibili potrebbero non essere sufficienti.
Evidenziate, poi, le
carenze nei livelli essenziali di assistenza (LEA), in particolare nella
prevenzione oncologica, critica l’assenza sia di un Piano sanitario chiaro sia
di una visione strategica per il futuro della sanità calabrese, sottolineando
che i decreti del commissario (DCA) non sembrano avere un impatto concreto sui
territori e che manca una chiara direzione per il sistema sanitario regionale.
Rilevata, quindi, la
crescita della mobilità sanitaria passiva, riportata anche dal rapporto della
Fondazione Gimbe, con costi economici e sociali elevati per i cittadini
calabresi, chiede chiarimenti sulle contestazioni relative alle prestazioni
sanitarie inappropriate e sottolinea la necessità di riformare il sistema
sanitario per rispondere alle nuove domande di salute, come l’invecchiamento
della popolazione e il disagio psicologico delle giovani generazioni.
Critica, ancora, la
gestione del personale sanitario, evidenziando la mancanza di assunzioni di
medici specializzati e le difficoltà nel reperire personale per le emergenze, e
sottolinea l’importanza di rafforzare l’assistenza domiciliare, la telemedicina
e la collaborazione con le Università per formare nuovo personale.
Registrato il fallimento
dell’attuazione dei progetti del PNRR, con ritardi nella realizzazione delle
Case della comunità e nell’acquisto di grandi apparecchiature, critica
l’istituzione di Azienda Zero, non è del tutto avviata e che ha sottratto
risorse umane e funzioni dirigenziali al Dipartimento salute e alle aziende
sanitarie, senza migliorare l’efficienza del sistema sanitario.
Infine, giudica necessario
predisporre un progetto chiaro e condiviso per la sanità calabrese, che
coinvolga tutte le parti sociali e i territori, capace di garantire un sistema
sanitario efficiente e rispondente alle esigenze dei cittadini.
TAVERNISE Davide (Movimento
Cinque Stelle)
Ritenuto, preliminarmente,
necessario affrontare in modo costruttivo le problematiche della sanità
calabrese, apprezza l’equilibrio dell’informativa del presidente Occhiuto,
giudicando però non perfettamente allineata alla realtà la narrazione di una
Calabria in miglioramento.
Evidenziate le criticità
delle liste d’attesa, riferisce che, secondo i dati in suo possesso, il 90 per
cento delle risorse destinate a ridurle sono rimaste inutilizzate e sottolinea
che i tempi di attesa per visite specialistiche sono estremamente lunghi, con
gravi conseguenze per i pazienti; inoltre, evidenzia che la mobilità sanitaria
continua a crescere con costi elevati per i cittadini costretti a curarsi fuori
regione.
Rilevata la carenza di
posti letto, soprattutto nelle terapie intensive, in cui sono state realizzate
solo 35 postazioni rispetto ai 270 posti letto previsti dal decreto del 2020,
sottolinea la difficoltà di ottenere ricoveri tempestivi, con tempi d’attesa
che possono arrivare fino a 5-6 giorni.
Critica, inoltre, la
gestione del personale sanitario, evidenziando la fuga di medici dalla Calabria
e la necessità di assumere personale specializzato e ricorda di essere stato
uno dei pochi consiglieri ad apprezzare il ricorso all’ausilio dei medici cubani
che ritiene stiano fornendo un contributo prezioso all’interno dei reparti.
Sottolinea, però, che molti medici e infermieri calabresi sono esentati da
turni notturni e di emergenza per motivi che giudica discutibili. Riferisce,
infatti, che ci sono 1625 unità di personale sanitario dichiarate inidonee e
che definisce “imboscati” per i quali chiede al presidente Occhiuto un
intervento deciso, suggerendo la presentazione di un esposto alla Procura della
Repubblica.
Sottolineato che,
nonostante alcuni progressi, la sanità calabrese è ancora in una situazione
critica e necessita di un progetto chiaro e condiviso per migliorare, evidenzia
che la Calabria è ancora tra le ultime regioni d’Italia per quanto riguarda i
LEA, con gravi carenze nella prevenzione oncologica e nella gestione delle
nuove domande di salute come l’invecchiamento della popolazione.
Criticata, infine, la
gestione dei fondi del PNRR, con ritardi nella realizzazione delle Case della
comunità e nell’acquisto di grandi apparecchiature, auspica maggiore coraggio
da parte del presidente Occhiuto, affinché si possano fornire risposte concrete
ai cittadini calabresi e migliorare il sistema sanitario regionale.
Censura la gestione della sanità regionale, evidenziando che, nonostante i poteri eccezionali conferiti al Presidente della Giunta regionale in qualità di Commissario, non sono stati raggiunti miglioramenti significativi nella quotidianità dei servizi sanitari. In proposito, ricorda la situazione della struttura sanitaria di Chiaravalle, dichiarata inagibile e tuttora in attesa della realizzazione della nuova Casa della Salute, malgrado le rassicurazioni ricevute in risposta a una sua specifica interrogazione, che fissavano il completamento dei lavori entro il mese di febbraio 2025.
Criticata, poi, la situazione persistente nell'ospedale di Serra San Bruno, dove il pronto soccorso è mantenuto operativo grazie a un solo anestesista, evidenzia i rischi per i pazienti delle aree interne che potrebbero dover affrontare lunghe percorrenze in caso di emergenza. Censura ancora le disparità di trattamento che registra tra l’Ospedale di Cosenza, che ha ricevuto una nuova TAC con intelligenza artificiale, e l’Ospedale Dulbecco di Catanzaro, la cui PET è la più vecchia d'Italia e spesso fuori servizio.
Evidenziando la mancanza di aghi per i pazienti oncologici e le carenze nei materiali per interventi chirurgici, ad esempio la retina per le ernie e fili di sutura adeguati, critica la gestione della neuropsichiatria infantile, con bambini in lista d'attesa per anni, e chiede interventi urgenti per concorsi e assunzioni, sottolineando che i bambini con disabilità rischiano di non ricevere le cure necessarie in tempo utile.
Ritiene, quindi, che, nonostante le critiche, l’opposizione abbia effettuato proposte costruttive e in proposito ne precisa alcune, quali: il finanziamento delle borse di studio regionali, l'inserimento della fibromialgia nei LEA, l'infermiere di comunità, i corsi salvavita per la disostruzione delle vie aeree nelle scuole e l'aumento degli ausili per le persone con disabilità. Denuncia, inoltre, l’elevata spesa a carico delle famiglie con bambini con disabilità, considerato che le forniture attuali garantite sono insufficienti.
Conclude auspicando che le proposte dell'opposizione siano valorizzate e che si intervenga con decisione per migliorare la sanità calabrese, auspicando che Presidente della Giunta agisca con maggiore determinazione per risolvere le criticità evidenziate e garantire un sistema sanitario efficiente e rispondente alle esigenze dei cittadini.
Sottolineato, preliminarmente, che la carenza di medici e personale sanitario è diffusa in tutta Europa, aggravata dall'invecchiamento della popolazione e dalle difficili condizioni di lavoro, precisa che in Italia i medici, a causa della carenza di 5.500 unità, sono costretti a gestire lunghe liste di pazienti senza pause adeguate.
Censura, quindi, le critiche rivolte ai medici che cambiano mansione per motivi di salute e che, a suo avviso, ingiustamente sono definiti "imboscati", con generalizzazioni che ritiene incapaci di considerare le situazioni soggettive di ognuno, legate al proprio stato di salute.
Giudicata penalizzante per il Sud la distribuzione delle risorse sanitarie alle Regioni, basata sulla quota capitaria ponderata, capace di incrementare le disuguaglianze nell'accesso alle cure, evidenzia le lunghe liste d'attesa e le difficoltà nel pronto soccorso, che rendono difficile l'accesso alle cure specialistiche.
Sottolinea, poi, l'importanza di corsi di primo soccorso per medici e operatori sanitari, compresi i medici di famiglia e, infine, dichiarando che profonderà il suo impegno per contribuire al miglioramento dei servizi sanitari, elenca una serie di interventi concreti.
Sottolinea, preliminarmente, che, a suo avviso, la regionalizzazione della sanità si è rivelata un errore e un danno, come drammaticamente dimostrato, peraltro, durante l’emergenza sanitaria da Covid, che ha ampliato il divario esistente tra le Regioni italiane, relegando la Calabria in una posizione di retroguardia rispetto al panorama nazionale.
Ritenuto che i pilastri sui quali si fonda la tutela della salute dei cittadini, soprattutto per coloro che non possiedono adeguati strumenti economici per avvalersi di scelte alternative alla sanità pubblica, sono la gestione e la programmazione che giudica progressivamente sgretolate; reputa, quindi, che la legge di riforma del 1978 sia stata disattesa e la frammentazione regionale del Sistema sanitario nazionale abbia prodotto sistemi qualitativamente molto differenti per i cittadini italiani.
Rilevato che anche la Calabria ha vissuto le medesime distorsioni del sistema sanitario nazionale, aggravate, a suo avviso, dell’ingerenza della politica, reputa che il sistema organizzativo delle 11 Aziende sanitarie locali, introdotto nel 1995, abbia tutelato meglio il diritto di salute delle popolazioni. Ricorda, poi, che tale sistema è stato, repentinamente, sostituito con l'attuale organizzazione su base provinciale, che prevede alcuni ambiti territorialmente gestibili, come Crotone, Vibo Valentia, in parte Catanzaro, altri molto meno, come Reggio Calabria, e altri ancora tanto estesi da essere ingovernabili, come Cosenza.
Sottolineato come nessuna forza politica abbia ritenuto di intervenire su una organizzazione, a suo avviso, funzionale ad interessi diversi dai bisogni di salute dei cittadini, elenca, nel dettaglio, le criticità strutturali del sistema sanitario regionale relative a personale, strutture e tecnologie, ed, in particolare: la difficoltà di reclutamento di personale medico e infermieristico, che condiziona negativamente la possibilità di un’offerta sanitaria adeguata, allunga le liste di attesa e provoca molteplici disagi e problemi; le situazioni assai diffuse di marginalità delle aree interne; la competizione, in luogo della complementarietà, della sanità privata con la sanità pubblica, non sempre, a suo dire, all'interno di canoni e comportamenti trasparenti.
Pur rilevando, nel 2023, un miglioramento, rispetto all'anno precedente, dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), che risultano, tuttavia, insufficienti, ponendo la Calabria in posizione di retroguardia nella graduatoria nazionale, sottolinea come la migrazione sanitaria verso altre Regioni abbia pesato per oltre 300 milioni di euro sul bilancio regionale e, altresì, come il lungo commissariamento della sanità calabrese, disposto dal Consiglio dei ministri nel luglio 2010, abbia contribuito fortemente a bloccare qualsiasi processo di rinnovamento e miglioramento dell'offerta sanitaria, anche a causa di Commissari, a suo dire, inadeguati che hanno fallito il principale obiettivo loro assegnato, cioè il rientro dal disavanzo economico.
Ritenuto
prioritario il superamento della fase di commissariamento, reputa
necessario invertire la deriva del passato, che rischia di portare la sanità
pubblica ad un irreversibile collasso, partendo da una visione prospettica
della sanità calabrese, basata su obiettivi chiari e comportamenti virtuosi,
con il coinvolgimento e l’impegno delle forze sociali, del volontariato e dei
cittadini, in un reale processo di inclusione che non sia soltanto formale.
Elenca, quindi, alcune azioni positive intraprese nell’attuale legislatura e che giudica funzionali ad un auspicato cambiamento della sanità calabrese, quali, nello specifico: il reclutamento dei medici cubani, al fine di sopperire ad una carenza di sanitari da correggere, poi, in maniera strutturale, ma che ha, di fatto, impedito la chiusura di molti presìdi ospedalieri; l’istituzione del corso di laurea in medicina a Cosenza; la sinergia tra UniCal e UniCz che ha dato avvio nel corrente anno al corso di laurea in medicina e chirurgia presso Crotone; il Tavolo delle trattative per l'avvio del corso di laurea in questione anche presso l’UNIRC e il GOM; l’affido della gestione di quattro delle cinque ASP calabresi a tecnici esperti; il faticoso riavvio dell'edilizia sanitaria dei tre nuovi grandi ospedali.
Illustrate, nel dettaglio, le gravi criticità gestionali relative, in particolare, alla Provincia di Cosenza, stigmatizza il comportamento, a suo dire, disomogeneo dell’Asp di Cosenza rispetto alle necessità delle aree provinciali, evidenziando, altresì, comportamenti ritenuti censurabili e in antinomia con i principi di trasparenza amministrativa.
Conclude, infine, con alcune proposte operative, in particolare: la necessità di ridisegnare gli ambiti territoriali delle attuali Asp, per riportare la sanità vicina ai territori e alle popolazioni; la centralizzazione dei concorsi per le varie figure sanitarie, sottraendo questi processi alle autonome decisioni delle singole Aziende sanitarie, con l’affidamento ad Azienda zero di concorsi su base regionale, previa ricognizione delle necessità per le varie figure professionali; lo smaltimento delle liste di attesa, che rappresenta, poi, un problema su scala nazionale; la necessità di riorganizzazione della sanità territoriale.
Dà lettura di un seguito di
comunicazioni.
Auspica che la discussione
odierna possa tradursi in risultati tangibili, portando con sé nuove idee e
rinnovata speranza, e invita a superare ogni sterile contrapposizione politica,
in considerazione della complessità delle tematiche trattate, che richiedono un
approccio responsabile, lucido e orientato ai principi fondamentali della
Costituzione, in primis alla tutela del diritto alla salute.
Muove una severa critica
alla scelta, protrattasi per oltre quindici anni, di commissariare la sanità
calabrese, trasformando tale strumento in un mero Piano di rientro che, a suo
avviso, ha completamente ignorato la garanzia del diritto alla salute per i
cittadini calabresi e ha esautorato le Istituzioni regionali delle loro
prerogative politiche e amministrative. Ritiene, pertanto, che tale gestione
abbia generato effetti opposti agli obiettivi dichiarati: non solo non ha
contenuto il debito sanitario, che è invece aumentato in maniera significativa,
ma ha anche prodotto un impoverimento sistematico della Regione, con un
incremento dei costi sanitari a carico dei cittadini.
In tale quadro, evidenzia
che: il 14,4% delle famiglie calabresi ha rinunciato a prestazioni sanitarie,
mentre la spesa privata in sanità è cresciuta del 29% nell’ultimo triennio; il
debito sanitario, lungi dall’essere ridotto, ha assunto proporzioni rilevanti
e, in larga parte, è costituito da partite contestate e non immediatamente
esigibili, generando un clima di incertezza che favorisce speculazioni nel
mercato secondario dei crediti sanitari.
Rileva, inoltre, le
profonde responsabilità che gravano sull’attuale Presidente della Regione,
Occhiuto, che, nella sua duplice veste di Presidente e Commissario ad acta,
esercita poteri straordinari e senza precedenti: l’adozione di decreti
commissariali con forza parificabile a quella normativa, il controllo su
nomine, bilanci, investimenti e programmazione, la creazione di Azienda Zero
come strumento di accentramento gestionale, nonché la gestione diretta di circa
700 milioni di euro derivanti dal PNRR per il sistema sanitario regionale.
Alla luce di ciò, invita
alla massima prudenza nelle dichiarazioni ottimistiche rese pubblicamente,
affinché le stesse siano supportate da dati concreti e verificabili. Richiama
l’attenzione sulla persistente criticità nella garanzia dei Livelli Essenziali
di Assistenza (LEA), sull’incremento costante della mobilità sanitaria passiva
– con conseguente drenaggio di risorse verso le regioni del Nord – e sulle
marcate disuguaglianze territoriali all’interno della stessa Calabria, che
compromettono ulteriormente l’equità nell’accesso alle cure.
Invitando a cogliere
appieno le opportunità offerte dal PNRR, destinando prioritariamente le risorse
alla medicina territoriale, alle Case e agli Ospedali di Comunità, nonché alle
centrali operative territoriali, oggi segnate da gravi ritardi attuativi, sollecita
un intervento risolutivo sul blocco del turn over, che ha determinato la
perdita, dal 2010 al 2025, di oltre 3.500 operatori sanitari, generando una
vera e propria desertificazione professionale. Rileva, inoltre, la perdurante
inefficienza nella spesa, evidenziando che su 40 milioni di euro destinati
all’abbattimento delle liste d’attesa, solo una parte è stata effettivamente
impiegata.
Auspica, dunque, che il
nuovo modello di governance, superando definitivamente la lunga fase
commissariale, restituisca piena centralità al ruolo del Consiglio regionale e
alle scelte democraticamente condivise, orientando l’azione politica verso la
tutela dei più deboli.
Infine, censura la
progressiva riduzione delle risorse da parte del Governo centrale, accompagnata
dalla carenza di servizi e strutture, che ritiene alimenti il fenomeno
dell’emigrazione sanitaria e sociale.
Criticando la gestione della sanità regionale e il ruolo del Presidente
della Regione Calabria, anche Commissario alla Sanità, stigmatizza la mancanza
di trasparenza e di dialogo con l'opposizione. Evidenzia, quindi,
che la Calabria è una delle poche Regioni d'Italia a non riconoscere
l'esenzione dal ticket sanitario agli inoccupati, nonostante le sentenze che
equiparano il loro status a quello dei disoccupati, precisando che le ASP si
rifiutano di applicare le predette sentenze,
aggiungendo ulteriori disagi per i cittadini. Critica, altresì,
la gestione delle liste d'attesa e della mobilità passiva, evidenziando che una
proposta di legge presentata per affrontare tali criticità è stata ignorata.
Sottolineato, poi, che i Commissari nominati dal Presidente non hanno la stessa
autonomia e capacità di pianificazione dei Direttori generali, propone che la
loro nomina e riconferma siano basate su criteri di valutazione oggettivi, ad
esempio la loro capacità di ridurre le liste d'attesa e la mobilità passiva.
Evidenziato che, nonostante i poteri straordinari del Presidente, non sono
stati raggiunti miglioramenti proporzionati alle risorse e agli strumenti
disponibili, critica la decisione di richiedere poteri di protezione civile per
la costruzione della rete ospedaliera solo dopo tre anni di mandato, nonostante
i poteri siano già particolarmente rafforzati.
Sottolinea, poi, che nonostante alcuni miglioramenti, la sanità calabrese
continua a presentare gravi criticità, come la mancanza di piste di atterraggio
notturno per l'elisoccorso e l'aumento dei decessi per malattie oncologiche e
ricorda che la Calabria è stata dichiarata Zona rossa nel 2020 a causa della
preoccupazione per la tenuta del Sistema sanitario regionale. Ricordato, ancora, che la Calabria ha ottenuto in passato buone
performance sui Livelli essenziali di assistenza (LEA), ribadisce che, nonostante
i buoni risultati attestati in materia di prevenzione oncologica, le morti per tali
patologie sono aumentate negli ultimi tre anni.
Infine, auspica da parte del
governatore regionale un'apertura al dialogo e alla partecipazione con tutti
gli attori del territorio, inclusi Sindaci, organizzazioni sindacali e Ordini
professionali e annuncia che il 10 maggio si terrà sotto la Cittadella
regionale una manifestazione promossa dai comitati calabresi per la sanità
pubblica.
Precisa che gli interventi si susseguono in ordine di prenotazione.
In qualità di Presidente della Commissione
consiliare sanità, ringrazia il Presidente del Consiglio regionale per aver
promosso la convocazione odierna, ritenendola un’occasione utile per
condividere e diffondere informazioni corrette sullo stato della sanità in
Calabria e momento istituzionale di confronto che auspica possa ripetersi.
Ravvisata nella normalizzazione del sistema
sanitario calabrese la priorità assoluta dell’azione politica regionale, ritiene
che il presidente Occhiuto abbia effettuato scelte di rottura rispetto a un
passato caratterizzato, a suo avviso, da malgoverno e gestione commissariale
inefficace.
Ricordate le eclatanti proteste annunciate dal
presidente Oliverio e l’inadeguatezza dei commissari nominati dal Governo 5
Stelle, censura il sistema che ha caratterizzato la gestione della sanità
regionale negli ultimi decenni, con nomine basate sull’appartenenza politica e
non sul merito.
Riferisce, quindi, che nel 2021 la Calabria si
trovava in una condizione di totale disorganizzazione, con un debito sanitario
stimato in 5 miliardi di euro, bilanci aziendali non approvati (ASP di Reggio
Calabria dal 2013, ASP di Cosenza dal 2018) e bilanci consolidati regionali
assenti e che, secondo la Corte dei conti, in quindici anni non erano mai stati
parificati i bilanci regionali, ad eccezione di quelli del 2022 e 2023.
Sottolineata la gravissima carenza di personale,
quantificabile in circa 3.000 unità tra medici e infermieri, di cui almeno 400
nel settore dell’emergenza-urgenza, nonché l’inaffidabilità dei flussi
informativi e l’assenza di rinnovi per circa 400 strutture sanitarie
accreditate, rileva l’assenza di programmazione nella gestione del turn over e
il rischio di ulteriori carenze derivanti da uscite per pensionamento non
preventivamente considerate.
Precisa, poi, che, contrariamente a quanto
sostenuto da alcune forze di opposizione, il presidente Occhiuto ha scelto di
assumere il ruolo di Commissario alla sanità, consapevole della gravità della
situazione ereditata e che il percorso di normalizzazione ha avuto inizio con
un'azione sistemica coordinata dal Dipartimento salute, con la collaborazione
delle aziende sanitarie e della Guardia di Finanza, finalizzata alla
certificazione di bilanci chiari e trasparenti.
Elenca, pertanto, le principali riforme avviate,
tra cui: la riforma del sistema emergenza-urgenza 118, con l’attivazione della
nuova centrale operativa regionale; la riapertura degli ospedali di Cariati,
Trebisacce e Praia a Mare; la realizzazione
dell’Azienda unica “Dulbecco” di Catanzaro; il reclutamento di oltre 3.400
operatori sanitari, superando la soglia delle 20.000 unità; l’assunzione dei medici
cubani, che si è rivelata efficace e oggetto di riconoscimento anche da parte
del Capo dello Stato.
In proposito, evidenzia che tale misura ha permesso
la continuità assistenziale in diversi presidi, in particolare negli ospedali
di Locri e Polistena.
Ricorda, ancora, che i bilanci delle aziende
sanitarie sono stati chiusi in equilibrio e che è stata completata la proroga
delle graduatorie.
Illustra, poi, le attività di progettazione dei
nuovi ospedali, in particolare quello di Cosenza, con localizzazione
individuata nei pressi dell’Università, e quelli di Vibo Valentia, Gioia Tauro,
Locri e Sibaritide, con avanzamenti in corso secondo i cronoprogrammi previsti.
Smentisce, inoltre, che ci siano ritardi nella realizzazione delle case e
ospedali di comunità e replica alle polemiche sull’ordinanza di Protezione
civile riguardante l’edilizia sanitaria, chiarendo che l’obiettivo è
l’accelerazione degli interventi e il contrasto alle infiltrazioni mafiose.
Riferisce, inoltre, che è in corso un’estensione
della rete di emergenza-urgenza, con l’aumento delle PET (dal 54% al 75%),
l’assunzione di 163 autisti soccorritori e l’attivazione di 62 postazioni di
soccorso di base, segnalando anche l’acquisto di nuove ambulanze, l’incremento
dei siti di atterraggio per elisoccorso notturno e l’apertura di due nuove
facoltà di Medicina (Rende e Crotone), che hanno incentivato il rientro di
giovani medici e ricercatori calabresi.
Rammentato l’avvio delle procedure concorsuali di
Azienda Zero, la valorizzazione degli specializzandi nei pronto soccorso e il
raddoppio delle borse di studio, finalizzate a garantire la permanenza dei
giovani medici negli ospedali calabresi per almeno cinque anni, precisa i
progressi registrati nei livelli essenziali di assistenza (LEA) e che, con il
DPCM n. 345/2023, sono stati destinati 2 milioni di euro alle aziende sanitarie
regionali per il potenziamento delle prestazioni sanitarie.
Comunicato, infine, che, tramite Azienda Zero, è
stato avviato un sistema automatico di recall per ridurre le liste di attesa ed
è in fase di attuazione il piano di sanità digitale, con l’attivazione della
telemedicina, teleconsulto, telemonitoraggio e cartella clinica unica integrata,
evidenzia che l’obiettivo prioritario della gestione commissariale resta quello
di restituire ai cittadini calabresi la possibilità e la fiducia di potersi
curare in Calabria.
Manifestato apprezzamento per l’occasione di confronto, evidenzia l’impegno profuso per risollevare le sorti della sanità regionale, sottolineando la competenza, la concretezza e la capacità risolutiva del Presidente della Regione. Sostiene che, a differenza delle visioni contrastanti espresse dall’opposizione, ci siano segnali positivi che dimostrano che il lavoro svolto negli ultimi anni sta producendo risultati concreti. Riferisce, quindi, che la Regione ha ottenuto riconoscimenti per la gestione dei bilanci e per la loro certificazione e che giudica tali risultati, nonostante siano stati minimizzati da qualcuno, segno tangibile di progresso. Inoltre, sostiene che tali successi sono confermati dal supporto del Governo nazionale, che ha messo a disposizione risorse e personale per aiutare la sanità calabrese.
Riferisce, poi, che i professionisti sanitari percepiscono il presidente Occhiuto quale figura capace di realizzare cambiamenti significativi nella sanità della Calabria e ritiene che i segnali di fiducia e di miglioramento nella sanità calabrese non siano frutto di propaganda politica, ma di azioni concrete e tangibili. Esprime, inoltre, una critica all’opposizione, chiedendosi perché non riconosca i miglioramenti realizzati, ad esempio la stabilizzazione del personale medico e il miglioramento delle strutture ospedaliere.
Ritenuto che il pessimismo e il disfattismo dell’opposizione siano dannosi per i calabresi e non contribuiscano a migliorare la situazione sanitaria regionale, giudica favorevolmente la scelta di assumere dei medici cubani, contrariamente a quanto sostenuto dalla minoranza, che ha criticato l’iniziativa annoverandola quale forma di sfruttamento.
Infine, reputa corretta la strada sin qui intrapresa in ambito sanitario, certo che la maggioranza continuerà a lavorare per garantire ai calabresi il diritto alla salute che spetta loro, contrastando ogni forma di negatività e disfattismo.
Redatto un bilancio positivo dei progressi della sanità calabrese,
sottolinea che, nonostante le difficoltà passate, il Presidente e la sua Giunta
hanno lavorato per risolvere i problemi storici della sanità calabrese. In
particolare, apprezza il miglioramento delle strutture ospedaliere, con
l’acquisto di nuove ambulanze e l’aggiornamento delle tecnologie sanitarie che
hanno permesso di ridurre i tempi di attesa per le prestazioni mediche. Svolta
un’analisi più dettagliata degli investimenti e dei progetti in corso, come la
ristrutturazione degli Ospedali di Polistena, Locri e Reggio Calabria, nonché
la costruzione di nuove strutture sanitarie come le Case di comunità e gli
Ospedali di comunità, rileva che, grazie agli sforzi profusi in questi anni, la
Calabria ha fatto progressi significativi visibili non solo a livello di
infrastrutture, ma anche nelle politiche sanitarie e nei servizi offerti ai
cittadini.
Difende, infine, la gestione della sanità da parte dell’amministrazione
regionale, sottolineando che le critiche mosse dall’opposizione non sono
giustificate, considerato che l’attuale
governo regionale ha, a suo avviso, risolto i problemi strutturali lasciati
dalla precedente amministrazione, ad esempio: la ricostruzione dei bilanci, la
gestione delle opere ospedaliere, l’innalzamento tecnologico e una maggiore
efficienza della sanità.
In conclusione, ritiene che, grazie agli investimenti e alle riforme
implementate dal presidente Occhiuto e dalla sua Giunta, la Calabria stia
proseguendo nella giusta direzione e che i cittadini possano ora beneficiare di
un sistema sanitario migliore.
Dopo aver richiamato l’intervento del presidente Occhiuto, che ha sottolineato il rilevante impegno profuso per garantire la realizzazione degli investimenti, spesso considerati a rischio in quanto suscettibili di infiltrazioni da parte della criminalità organizzata, evidenzia la necessità che tutte le istituzioni dello Stato assicurino un controllo efficace affinché le risorse economiche disponibili siano effettivamente destinate alla concreta attuazione dei progetti programmati.
Ricorda, inoltre, che nell’ambito dei lavori della Commissione contro la ‘ndrangheta, da lui presieduta, sono stati auditi i responsabili della trasparenza e della prevenzione della corruzione delle varie aziende sanitarie calabresi. In tale contesto, riferisce che da diversi rapporti stilati da enti nazionali, quali Age.Na.S. e ANAC, emerge un dato allarmante: il costo stimato della corruzione nel sistema sanitario nazionale ammonta a oltre 26 miliardi di euro.
Alla luce di tali considerazioni, reputa imprescindibile un maggiore impegno della politica, chiamata a esercitare un'attenta funzione di controllo, soprattutto in considerazione della percezione negativa, ampiamente diffusa a livello sia nazionale sia regionale, in merito alla gestione della cosa pubblica.
Con riferimento al Piano speciale per la legalità, manifesta la volontà di promuovere un coinvolgimento ampio e trasversale, includendo tanto i consiglieri di maggioranza quanto quelli di minoranza, affinché tale strumento non si riduca a un mero atto formale e burocratico, ma assuma valore effettivo e condiviso.
Evidenzia, inoltre, come le figure impegnate nei settori della trasparenza e della prevenzione della corruzione operino spesso in condizioni di isolamento e con risorse inadeguate. Sottolinea, altresì, che non tutte le aziende sanitarie risultano dotate di regolamenti interni per l'acquisizione di beni e servizi, con conseguenti sprechi di risorse pubbliche in taluni casi.
Infine, osserva che, a seguito di un lungo periodo di commissariamento, alcune normative risultano ormai obsolete e, pertanto, suggerisce che, in occasione delle nomine dei dirigenti, si ponga particolare attenzione ai risultati conseguiti e agli obiettivi prefissati, al fine di restituire un’immagine positiva della Calabria e rafforzare la fiducia nei confronti del personale sanitario e amministrativo.
MURACA Giovanni (Partito Democratico)
Esprime forti perplessità in merito alla valutazione espressa dai consiglieri di maggioranza sullo stato del sistema sanitario calabrese, ritenendola non rispondente alla realtà dei fatti; a suo avviso, infatti, la situazione nei presidi ospedalieri è talmente compromessa da mettere concretamente a rischio la vita dei cittadini, a causa del mancato funzionamento di interi reparti e dell’eccessiva lunghezza delle liste d’attesa. In tal senso, osserva come, nel corso della seduta odierna, si stiano pronunciando parole rassicuranti che, tuttavia, non trovano riscontro nello stato effettivo della sanità regionale.
Denuncia, quindi, con forza le gravi criticità del settore, definendolo in una condizione di profondo degrado, e sottolinea come tale quadro risulti ancora più drammatico per i cittadini residenti nelle aree interne, i quali devono affrontare ulteriori difficoltà legate all’accesso ai servizi ospedalieri.
Pur riconoscendo il valore dell’iniziativa promossa dal presidente Occhiuto, volta all’impiego temporaneo di medici provenienti da Cuba nei reparti ospedalieri calabresi, ritiene che tale misura non rappresenti una soluzione strutturale, in quanto limitata nel tempo. Sottolinea, pertanto, la necessità di procedere con urgenza alla stabilizzazione del personale medico, assicurando la presenza di professionisti strutturati nei vari presidi.
Infine, manifesta preoccupazione rispetto all’intenzione, espressa dal presidente Occhiuto, di avviare l’uscita dalla fase del commissariamento, ritenendo che le condizioni attuali non consentano ancora di considerare concluso tale percorso.
Dopo aver sottolineato il valore del dibattito odierno, che ha offerto a tutti i consiglieri l’opportunità di esprimere le proprie visioni e proposte, ritiene che l’intervento maggiormente centrato sulle reali criticità del sistema sia stato quello del consigliere Lo Schiavo.
Muove una critica alle scelte politiche nazionali che, nel corso degli anni, hanno favorito la migrazione sanitaria verso le regioni del Nord, contribuendo a un progressivo impoverimento del sistema sanitario calabrese. In tale prospettiva, attribuisce l’attuale condizione del comparto a quindici anni di commissariamento, avviato con la Giunta Scopelliti, e manifesta riserve sulla gestione regionale della sanità, giudicando la decisione di puntare su Azienda Zero come un segnale di debolezza strategica.
Contesta altresì l’approccio ospedale-centrico, definendolo anacronistico e inadeguato rispetto alle reali necessità di una popolazione – quella calabrese – sempre più anziana e vulnerabile. In tal senso, sottolinea l’urgenza di rafforzare l’assistenza territoriale e i servizi socio-sanitari di prossimità. A suo avviso, infatti, nonostante alcuni risultati positivi, la sfida più significativa per il presidente Occhiuto resta proprio il potenziamento della sanità territoriale, in particolare nelle aree interne, dove le mutate condizioni sociali richiedono un incremento dei servizi dedicati agli anziani e alle persone fragili.
Pur riconoscendo al presidente Occhiuto il merito di aver impresso un’accelerazione ai processi di costruzione dei nuovi ospedali, precisa che molte delle opere oggi in fase di realizzazione erano già state pianificate dalle precedenti amministrazioni. Ricorda, dunque, come la continuità amministrativa costituisca un elemento importante, ma non sufficiente a risolvere le profonde criticità strutturali che affliggono la sanità calabrese.
Critica, inoltre, la persistente carenza di investimenti sul territorio, che ha prodotto una crescente vulnerabilità del sistema sanitario locale e, a riprova di ciò, evidenzia che numerosi cittadini calabresi rinunciano a curarsi per l’assenza di servizi essenziali, quali laboratori di analisi e assistenza medica di base.
In conclusione, auspica un impegno comune e trasversale, che coinvolga tutte le forze sociali e politiche, per costruire un progetto condiviso di rilancio della sanità pubblica, capace di rispondere concretamente ai bisogni della cittadinanza.
Infine, ribadisce che la vera sfida consiste nel garantire un sistema sanitario pubblico efficiente, equo e universalmente accessibile, evitando un’eccessiva delega al settore privato.
Respinte, preliminarmente,
le censure dei consiglieri Bevacqua e Tavernise di voler dare un’immagine
diversa della Calabria, rivendica il diritto di sottolineare le scelte positive
adottate, come quella dell’utilizzo dei medici cubani, evidenziando, altresì,
la necessità di dare speranza ai cittadini calabresi, al fine di non alimentare
ulteriormente la mobilità sanitaria passiva.
Ricordate le eccellenze
mediche presenti nel sistema sanitario calabrese, rileva nel dibattito odierno,
fatta eccezione per l’intervento del consigliere Laghi, l’assenza di
contestualizzazione delle vicende della sanità calabrese rispetto all’ambito
nazionale.
Evidenziata l’assenza di
enfatizzazione sia pur in presenza di importanti risultati conseguiti,
rivendica, tuttavia, in particolare, le numerose assunzioni fatte in ambito
sanitario e l’approvazione dei bilanci, anche pregressi, delle Aziende
sanitarie, diversamente da quanto fatto dai precedenti Commissari alla sanità.
Stigmatizzate le
argomentazioni della consigliera Bruni in merito ai requisiti per l’uscita dal
commissariamento, sottolinea la complessità della gestione sanitaria,
ascrivendo molte delle problematiche esistenti all’assenza dei bilanci e dei
documenti contabili.
Ricordati i livelli
deficitari dei LEA durante i 12 anni di commissariamento, ai quali si
contrappone l’attuale crescita record, che rappresenta un elemento
incontrovertibile, reputa che il lungo periodo di commissariamento della sanità
calabrese abbia generato una situazione di anarchia e di caos, con il
conseguente indebolimento della gestione delle Aziende sanitarie e il
consolidamento di comportamenti opportunistici, che ritiene non siano stati
ancora scardinati completamente.
Evidenziate le motivazioni
alla base della nascita di Azienda zero, riferisce che, a breve, provvederà a
bandire concorsi con valenza regionale e sottolinea le notevoli difficoltà
incontrate nel percorso di riforma della governance sanitaria.
Rivendicata la celerità
impartita ai lavori per la costruzione dei nuovi Ospedali, in particolare di
quello della Sibaritide, riferisce le motivazioni relative alla necessità di
commissariamento da parte della Protezione civile, al fine di superare le criticità
e le lungaggini emerse, anche ai fini dell’aggiornamento del Piano economico
finanziario.
Stigmatizzate le censure
relative ai poteri straordinari attribuitigli nella qualità di commissario ad
acta, auspica che si giunga, a breve, all’uscita dalla fase di commissariamento
e dalla sottoposizione al Piano di rientro dal deficit sanitario.
Riferita la riduzione dei
tempi di risposta del servizio del 118, che, tuttavia, non rispettano ancora i target
previsti, benché a suo avviso dovrebbero tener conto delle caratteristiche
orografiche dei territori, sottolinea: il conseguimento degli obiettivi del
PNRR di digitalizzazione dei LEA e della telemedicina con i grandi macchinari,
seppur con le difficoltà di reperimento dei tecnici; l’istituzione di una task
force per vigilare sul rispetto di tempi e procedure per l’operatività di
Case e Ospedali di comunità; la riduzione, nel 2023, della mobilità passiva del
5 percento rispetto al 2019, dovendosi comparare il dato con il periodo pre-Covid, in particolare per le prestazioni di media
complessità e, soprattutto, nell’ambito cardiochirurgico, oggetto di un
notevole potenziamento.
Evidenziato lo stanziamento
di cospicue risorse finanziarie alle Aziende sanitarie e ospedaliere per lo
smaltimento delle liste d’attesa, riferisce la mancata rendicontazione di tali
risorse e auspica, al riguardo, un intervento di Azienda zero anche per altri
aspetti per colmare i deficit di capacità amministrativa.
Riferito il lavoro in atto
per la digitalizzazione delle cartelle cliniche da agganciare al fascicolo
sanitario, sottolinea le molteplici problematiche che richiedono ancora
ulteriori interventi e la necessità, prioritariamente, di restituire normalità
alla sanità calabrese, per poi procedere alla riorganizzazione dell’intero
sistema.
Ringraziati i consiglieri
di maggioranza per gli interventi effettuati, seppur consapevole del lavoro
ancora da compiere, auspica, tuttavia, che si riconoscano, con onestà
intellettuale, i risultati positivi conseguiti,
Ritenuto costruttivo il
dibattito appena svoltosi ed esauriti i punti all’ordine del giorno, toglie la
seduta.
La
seduta termina alle 20.23
La funzionaria IEQ
Dott.ssa Giada Katia Helen
Romeo