XII^ LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
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N. 51
SEDUTA Di lunedì 31 marzo 2025
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FILIPPO MANCUSO
E DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI CAPUTO
Inizio lavori h. 15,09
Fine lavori h. 19,39
Presidenza del presidente Filippo Mancuso
La seduta inizia alle 15.09
Dà avvio ai lavori, invitando il Segretario questore a
dare lettura del verbale della seduta precedente.
Dà lettura del verbale della seduta precedente.
(È approvato senza
osservazioni)
Dà lettura delle comunicazioni.
Avviamo i lavori con la proposta di legge numero
286/12^ di iniziativa dei consiglieri G. Neri, Luciana De Francesco, A.
Montuoro, Sabrina Mannarino, recante: “Istituzione del Sistema Informativo
Integrato Regionale della Calabria e costituzione della società ReDigit S.p.A.”
Ricordo
che nella seduta dell’11 marzo scorso si è proceduto alla votazione degli 11 articoli
che compongono il testo della proposta di legge, rinviando la votazione finale
ad una successiva seduta; pertanto, oggi, procediamo alla votazione finale
della proposta di legge numero 286/12^ nel suo complesso, unitamente al
relativo allegato, ricordando che ai sensi dell’articolo 54, comma 3, dello Statuto regionale, per
l'istituzione di enti, aziende e società regionali è richiesta la maggioranza
dei due terzi dei componenti del Consiglio.
Pongo in votazione la proposta di legge del suo
complesso, unitamente al relativo Allegato, con autorizzazione al coordinamento
formale. La proposta di legge, unitamente al relativo Allegato, è approvata con
autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Ha
chiesto di intervenire per dichiarazione di voto il collega Alecci. Ne ha
facoltà.
Grazie, signor Presidente. Ho avuto l'opportunità
già di discutere questa pratica all'interno della Commissione riforme e di
parlarne anche con il vicepresidente Pietropaolo. Sicuramente è una proposta
che avrebbe potuto cogliere anche la nostra condivisione sulla necessità della
Regione Calabria di affrontare e risolvere una volta per tutte il problema
della transizione digitale. Ci sono, però, alcune perplessità che non sono state poi sciolte
all'interno di un dibattito o di un tavolo di confronto che avevamo chiesto,
quando la prima volta si era paventata la possibilità di portare questo tema in
Aula.
Il capogruppo Bevacqua aveva chiesto su riforme
importanti come questa di avere la possibilità di attivare un tavolo a cui
sederci tutti quanti assieme per approfondire delle perplessità che sono
rimaste, purtroppo, inevase.
Una su tutte è il costo di questo intervento che al
momento è solo un'ipotesi e che non sappiamo che impatto avrà sui conti
regionali. Non sappiamo di che personale si tratta, se si tratta di nuove
assunzioni, quindi prese dall'esterno, o se viene anche coinvolto del personale
già in essere all'interno degli uffici regionali o - perché no? – attingendo
alle sacche di precariato che ancora insistono.
È vero che altre Regioni hanno già affrontato
questo tema e lo hanno provato a risolvere con la costituzione di una nuova
società, però ci sono Regioni che, invece, lo hanno fatto al loro interno
utilizzando il proprio Dipartimento. Allora, siccome in Regione Calabria c’è il
Dipartimento transizione digitale e attività strategiche, come mai non si è
pensato di potenziare il Dipartimento già in essere e di utilizzare il
personale che già la Regione Calabria paga per questo tipo di attività? Sembra quasi che la Regione stessa commissari o
certifichi l'incapacità dei propri dirigenti e del proprio personale
nell'affrontare un tema così importante.
Comprendiamo la ratio del vicepresidente
Pietropaolo, in parte la condividiamo anche, sulla necessità che la Calabria
cambi passo da questo punto di vista, però temiamo che si possa mettere in piedi un
ulteriore carrozzone che possa gravare sulle spalle dei calabresi senza un
piano industriale ancora ben chiaro e ben definito.
Proprio perché rimangono sul tavolo tutti questi
dubbi non ce la sentiamo, come gruppo del Partito Democratico, di votare
favorevolmente questa proposta di legge e quindi preannuncio il voto contrario.
Grazie.
Grazie. Passiamo al secondo punto, la proposta di
legge numero 275/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali Mancuso, De Nisi,
Graziano, Lo Schiavo, recante: “Agenzia regionale per l'energia della Calabria”.
Nella seduta dell'11 marzo scorso si è proceduto alla
votazione degli 11 articoli che compongono il testo, rinviando la votazione
finale a una successiva seduta. Pertanto, procediamo alla votazione finale della proposta di legge
numero 275/12^ nel suo complesso, ricordando che ai sensi dell'articolo 54,
comma 3, dello Statuto regionale per l'istituzione di enti, aziende e società
regionali è richiesta la maggioranza dei due terzi dei componenti del
Consiglio.
Pongo in votazione la proposta di legge nel suo
complesso con autorizzazione al coordinamento formale.
Ha chiesto di intervenire per dichiarazione di voto
la collega Bruni. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Siamo sulla stessa linea, già
espressa dal collega Alecci per la precedente proposta. Ci sembra che la
costituzione di queste società in house in realtà non sia altro che la
costruzione di una serie di scatole che rischiano di appesantire invece che snellire
e che, in particolare questa proposta legislativa, non vi sia un'armonizzazione
con altre norme, come quelle, ad esempio, della legge sulle comunità
energetiche.
Dunque, ritenendo assolutamente strategiche queste
aree di intervento, noi non condividiamo la metodologia con cui queste proposte
legislative sono state portate in Aula e non condividiamo il modo con cui nella
seduta precedente avete approvato i vari articoli. Ci sembra una modalità
assolutamente opaca e chiaramente esprimiamo un voto contrario anche per questa
proposta legislativa.
Grazie, collega Bruni. La proposta di legge è
approvata, per come emendata, con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo alla proposta di legge numero 319/12^ di iniziativa
dei consiglieri regionali Graziano, De Nisi, Crinò, Comito, Mancuso, Luciana De
Francesco, Gelardi, recante: “Integrazione all'articolo 1 della legge regionale
1/2005”.
Ricordo all'Aula che ai sensi dell'articolo 38
dello Statuto della Regione Calabria per l'approvazione è necessaria la
maggioranza assoluta dei consiglieri.
È stato presentato un emendamento interamente
sostitutivo alla proposta di legge, protocollo numero 6907/A01 a firma dei
consiglieri Graziano, De Nisi, Crinò, Comito, Mancuso, Luciana De Francesco,
Gelardi.
Cedo la parola al collega Mattiani per
l'illustrazione. Prego.
Presidente, buon pomeriggio e grazie. Buongiorno,
presidente Occhiuto, Giunta regionale e colleghi consiglieri regionali.
Quello su cui oggi relaziono è un emendamento
interamente sostitutivo della proposta di legge numero 319/12^ che intende
rafforzare l'autonomia e l'indipendenza del Consiglio regionale nei confronti
del governo regionale. Si tratta di una chiara disciplina della incompatibilità
della figura dell'assessore regionale con quella del consigliere regionale, dividendo
nettamente le funzioni esecutive da quelle legislative, così da poter dare la
possibilità al Consiglio regionale di svolgere il proprio ruolo di controllo
nei confronti dell'esecutivo senza alcuna remora e senza alcun condizionamento.
Questo è una proposta di legge che, da un lato, non
comporta assolutamente alcuna modifica dal punto di vista economico, vi è una
clausola di neutralità finanziaria, e, dall’altro, garantisce la divisione tra
il rapporto legislativo ed esecutivo del nostro Governo regionale. Ma quello su
cui oggi, con grande orgoglio, vado a relazionare è la previsione inserita
all'articolo 2, cioè l’abrogazione del comma 1 dell'articolo 4 della legge
regionale 13 del 2002, con conseguente riduzione dei costi di funzionamento dei
gruppi consiliari, ossia, oggi, con un grande atto di responsabilità, questo Consiglio
regionale decide di eliminare la spesa pari a milione e mezzo di euro, che i consiglieri
regionali potrebbero utilizzare nel corso della legislatura, per destinarli a
borse di studio per i giovani. È un ulteriore atto di responsabilità che questo Consiglio regionale e
questo Governo regionale si assumono nei confronti dei cittadini calabresi, con
una grande sensibilità rivolta soprattutto ai giovani che vogliono formarsi,
studiare e investire in cultura.
Questa proposta è, quindi, assolutamente
rivoluzionaria; è una proposta che vede il Consiglio regionale ancora più
vicino ai bisogni dei cittadini, ai bisogni dei giovani calabresi che si
vogliono formare in Calabria e che vogliono domani rappresentare la Calabria in
Italia e nel Mondo con la massima formazione e preparazione. Sono orgoglioso
che una parte di questi calabresi possa farlo attraverso delle somme che il Consiglio
regionale destinerà loro.
Per questo, chiedo al Consiglio regionale, sia alla
maggioranza sia alla minoranza, di votare all'unanimità questa proposta
importante e fondamentale e da esempio, sia per questa Regione sia per le precedenti
amministrazioni regionali, ma anche per tutti i Consigli regionali d'Italia.
Grazie. Ha chiesto di intervenire il collega Lo
Schiavo. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Vorrei iniziare il mio
intervento con un'informativa - i colleghi ovviamente già sanno - sul grave
stato di emergenza verificatosi in Calabria a seguito degli eventi atmosferici
accaduti in queste notti e, in particolare, nella provincia di Vibo Valentia
dove alcune frane hanno bloccato intere comunità e intere frazioni. Le uniche
vie di accesso, alcune strade, strade statali e strade provinciali, sono state
colpite da alluvioni che impediscono il transito dei veicoli. Non solo Vibo Valentia,
ma anche Capo Vaticano, Acquaro, frazione di Piscopio, tutta una serie di
arterie determinanti che ci riportano all'attenzione di quanto grave sia il
problema del dissesto idrogeologico in questa regione.
Ho provveduto a chiedere un aiuto urgente alla
Protezione civile. Mi è stato risposto che, al di là delle ordinanze di
urgenza, tutto ciò non avrebbe potuto accelerare i tempi. Gli operatori
dell'ANAS dono al lavoro in maniera egregia, ma tutto questo non può bastare e
spero che anche il Governo nazionale possa valutare lo stato di emergenza che
ha colpito tante zone della Calabria.
Detto questo e fatto un inciso per riportare alla
realtà poi dei problemi veri dei cittadini, problemi reali della vita
quotidiana di cittadini che si trovano a che fare con i ritardi storici della
nostra regione, la seduta odierna è particolarmente impegnativa da un punto di
vista politico. È impegnativa perché, dopo alcune sedute andate deserte, questa
maggioranza ritrova i numeri politici per andare con forza ad approvare delle
riforme che incidono in realtà non sulla maggioranza oggi al governo, ma su una
prospettiva di medio e lungo termine che va al di là della nostra legislatura.
Nel merito, ero anche a favore dell'istituzione di
alcune società che oggi voi portate all’approvazione del Consiglio, ad esempio
quella sull'energia, ma ho trovato in questi mesi e in questi giorni la solita
chiusura totale e la solita volontà di prevaricare con la forza dei numeri ogni
tipo di ragionamento e di coinvolgimento dell'opposizione; e questo non solo
nell'approccio che voi avete voluto dare nell'approvazione dei due Enti, ma in
particolare nella modifica dello Statuto e sulle prospettive di funzionamento
dell'Ente, della Giunta, del Consiglio regionale che sono destinate a valere
per i prossimi anni.
In Commissione avevamo chiesto una condivisione del
ragionamento, perché qui si parla delle regole che riguardano la vita
democratica di queste istituzioni. Come sempre, non sono state considerate le
nostre osservazioni. Trattare di singoli aspetti della riforma del nostro Statuto
e dei singoli funzionamenti dell'ente Regione, slegati da un'analisi
complessiva di ragionamento di fondo, su cui noi vogliamo portare nei prossimi
anni il governo regionale, rimane ed è un'operazione di opportunità politica,
di contingenza del momento, che non guarda in prospettiva e alla visione futura
del funzionamento della Regione.
Noi abbiamo presentato, assieme al consigliere
Mammoliti, una proposta di legge che voleva modificare dall'impianto il
funzionamento della Regione Calabria, partendo dall'atto principale, che è
quello del meccanismo elettorale. Noi avevamo chiesto: verso quale forma di governo vuole andare la
Regione Calabria? Vogliamo andare verso una forma di Governo in cui si
rafforzano i poteri del Presidente, con un presidenzialismo ancora più spinto?
Vogliamo andare verso una riforma che rimetta al centro il Consiglio regionale?
Verso quale forma di governo voi oggi volete portare la Regione? Domande
legittime, domande che prescindono un valore giuridico, ma riguardano
un'impostazione politica; domande a cui non è stata data risposta. Affrontare,
oggi, il tema del consigliere supplente, slegato da questo ragionamento, è solo
una piccola operazione politica destinata a trovare alcuni equilibri tra forze
politiche di maggioranza; sicuramente non è una riforma istituzionale che
guarda al futuro, perché sul consigliere supplente le perplessità sono di
metodo e di merito. Noi avremmo potuto ragionare anche di questo, perché alcune
Regioni italiane hanno introdotto questa figura. Non parlo di legittimità
costituzionale, perché è una figura presente in alcune Regioni, ma il
ragionamento di fondo che porta oggi a scegliere questa forma di governo - poi la
spiegherò in dettaglio - del consigliere supplente, significa inevitabilmente
andare ancora di più verso una forma di accentramento e di rafforzamento dei
poteri dell'esecutivo rispetto al Consiglio regionale.
Vi dico anche perché. Perché, nel momento in cui noi introduciamo una figura precaria di consigliere, un consigliere temporaneo, la cui permanenza in questa Aula è determinata solo al vincolo che l'assessore nominato ha con il Presidente della Giunta regionale, significa mettere in mano all'Esecutivo la possibilità di incidere sulle maggioranze, sulla vita democratica e sul voto di questa Aula. Se noi domani abbiamo la possibilità di nominare 7 assessori scelti tra i consiglieri regionali, con una surroga del primo dei non eletti, il consigliere supplente non sarà libero nel vincolo di mandato e nell'espressione di voto, perché sa che la sua libertà e il suo voto saranno condizionati dalla permanenza dell'assessore in Giunta e che in qualunque momento quell'assessore sarà defenestrato, per ragioni politiche o ragioni di governo, o in qualunque momento il consigliere supplente non risponde a una linea politica di maggioranza, lui può essere esautorato da quest'Aula, facendo ritornare l'assessore al suo posto.
Capite bene che - altro che separazione tra funzione legislativa e funzione di governo - si assoggetta la funzione legislativa alla funzione di governo.
Il consigliere supplente è precario nella sua libertà di azione e di movimento. E, siccome è stato posto come argomento il fatto che, inserendo in Giunta i consiglieri regionali, si indebolisce il Consiglio, la soluzione poteva essere un'altra: l'incompatibilità tra assessore e consigliere regionale, che già sussiste nei Comuni con più di 15 mila abitanti.
Anche qui, la soluzione c'era ed era possibile! Questo vincolo di mandato e questa precarietà del consigliere supplente, con la possibilità a questo punto di avere una Giunta esclusiva di consiglieri eletti, capite bene che può alterare, e non poco, e può costringere al giogo dell'esecutivo la libertà del Consiglio.
Per non parlare dei costi! Non sono un appassionato dei costi, ma ci sono delle comparazioni per le quali è anche in atto in queste ore un dibattito per comprendere se i costi aumentano o diminuiscono. Non è questo il punto! Anche se questo è da affrontare e da valutare. Sicuramente la funzione non è quella di un risparmio di spesa, non può essere questo risparmio di spesa l'argomento principale per introdurre una modifica così importante.
E, poi, se vogliamo davvero andare verso un presidenzialismo compiuto - è una scelta - o un rafforzamento dei poteri dell'Esecutivo, dobbiamo avere il coraggio, fino in fondo, di cambiare la legge elettorale. Visto e considerato che la funzione del Presidente della Giunta regionale, sempre più, non è una funzione pre-riforma, quella in cui c’è un primus inter pares in Consiglio, ma concerne poteri autonomi e legittimazione autonoma ricevuta dai cittadini, se questa è la strada su cui vogliamo andare, dobbiamo avere il coraggio di modificare la legge elettorale, introducendo il voto disgiunto e dando la possibilità ai cittadini di eleggere davvero con il loro voto il Presidente della Regione e chi deve governarla.
Dico questo perché una parte della riforma si doveva accompagnare a una riflessione su un’altra parte, perché le riforme camminano assieme; noi, invece, stiamo votando velocemente, senza condivisione e senza alcun ragionamento di prospettiva, piccoli spezzoni di modifiche sostanziali della vita democratica di questo Consiglio regionale.
Per questo, non chiedo la condivisione con l'opposizione - non l'avete voluta trovare finora, non penso che la vogliate trovare oggi - ma vi chiedo la consapevolezza di comprendere dove state andando con il vostro voto. La consapevolezza che si aumentano le funzioni e il potere dell'Esecutivo, rispetto a una debolezza ulteriore di questo Consiglio regionale che, purtroppo, è stata già verificata in questi mesi e in tantissime sedute. Grazie, Presidente.
Grazie. Ha chiesto di intervenire il collega Mammoliti. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Alle riflessioni molto efficaci e puntuali che faceva il collega Lo Schiavo, aggiungo che l'ultimo dato dell'Istat indica la Calabria come la Regione più povera delle 278 Regioni d'Europa, non d’Italia, con una povertà e rischio di esclusione sociale pari al 48,8 per cento. Ebbene, la maggioranza che governa questa Regione, di fronte ai drammatici problemi presenti in Calabria, dalla povertà, al dissesto, alla disoccupazione, non trova altro da fare che introdurre, come fosse la panacea dei mali di questa regione, la figura del consigliere supplente.
Ora, è evidente - questo credo lo sappiate anche voi della maggioranza - che con questo provvedimento si entra di fatto in campagna elettorale, perché è un provvedimento ripiegato esclusivamente per consentire alla maggioranza di poter comporre con maggiore facilità le liste, perché senza questa figura avreste avuto difficoltà anche a comporre le liste; considerato che, nel vostro campo, avete professionisti di preferenze, di migliaia di preferenze, di assessori che gestiscono settori nevralgici della vita della nostra Regione, avreste avuto difficoltà a comporre le liste, però avendo il consigliere supplente si può sempre dire a chi ha voglia di candidarsi: “Candidati, poi facciamo scorrere anche le liste dei consiglieri non eletti”.
Esprimo anche una preoccupazione - lo dico anche all'opposizione – e cioè che, secondo me, incassato questo risultato, qualsiasi momento è propizio per anticipare le elezioni in questa Regione, probabilmente anche la fine della stessa legislatura potrebbe avvicinarsi molto più di quello che immaginiamo e per questo credo che ci dovremmo attrezzare più velocemente.
Ma voi davvero pensate di buttare fumo negli occhi ai calabresi con questo emendamento interamente sostitutivo? Per contrabbilanciare la difficoltà che voi stessi avete nell'introduzione di questa figura - non è affatto una priorità di questa Regione - buttate fumo negli occhi ai calabresi dicendo che 300 mila euro, che dovrebbero andare ai Gruppi, li sottraete e li destinate a borse di studio per le persone meritevoli o quelle con difficoltà sociali.
Ma veramente potete utilizzare la parola “efficientamento” della massima espressione della volontà popolare calabrese? “Efficientamento” si utilizza per la ristrutturazione degli edifici, non riferendosi alla massima Istituzione della Calabria. E per far funzionare la massima Istituzione della Calabria dovreste, caro Presidente, provare a rispettare i regolamenti che sono previsti. Voi i regolamenti li state considerando carta straccia! State scrivendo la pagina più triste della vita culturale e istituzionale di questa Regione, perché non rispettate i Regolamenti.
Se voi aveste voluto, per davvero, risparmiare… ma, scusate, c'è una mia proposta di legge sulla riduzione dell'indennità dei consiglieri regionali che avrebbe fatto risparmiare ben 1 milione di euro all'anno, non 300 mila euro. Un milione di euro all'anno! E dov’è finita? È scomparsa dai radar della Commissione competente; è scomparsa dai radar del rispetto delle regole che, in maniera incontrovertibile, indicano che, quando una proposta, nei tempi dovuti, non è discussa nella Commissione competente, il Presidente del Consiglio, su richiesta, la deve inserire all’ordine del giorno. E quindi? Se volevate fare il risparmio perché non abbiamo discusso quel provvedimento? Se volevate, come dite voi, dare efficienza ed efficientamento alla rappresentazione della massima volontà popolare e, quindi, al Consiglio regionale, perché non rispettate le regole?
Perché non rispettate le regole previste, intanto, per le interrogazioni? Nonostante i tempi trascorsi, non portate le interrogazioni in discussione, portate quello che volete voi; avete riportato anche oggi interrogazioni che vi avevo già detto l'altra volta che l’assessore – lo vedo l'Assessore e lo ringrazio - mi aveva dato le risposte su quelle interrogazioni. E voi ancora le riportate! Ma che volete fare dispetto a me? Perché tenete questi atteggiamenti così puerili? Vi avevo detto che avevo avuto già le risposte a quelle interrogazioni perché era andato a Catanzaro a parlare direttamente con l'Assessore e le avevo ricevute. Niente! Voi, quasi a voler fare un dispetto di natura personale, inserite interrogazione per le quali ho ricevuto già risposta.
Quindi, se vogliamo veramente far funzionare le Istituzioni sono altri gli atteggiamenti e i metodi che dovete utilizzare.
Ed ancora - non vedo il presidente Occhiuto - vorrei ricordare che in questa Regione, intanto, ci sono dei precedenti - su questo ho una posizione leggermente diversa dal consigliere Lo Schiavo – che riguardano l’inserimento del consigliere supplente per il quale non c'era stato un pronunciamento positivo per la nostra Regione, però in altre Regioni, dice il consigliere Lo Schiavo, esiste e non è stato impugnato.
Volevo dire al presidente Occhiuto: quando è stata portata all’esame del Consiglio una proposta analoga - nel 2022 o 2023, adesso non ricordo bene – lei, con la sua autorevolezza, aveva chiesto di ritirare quel provvedimento, sostenendo che la Calabria non era il Veneto, non era la Lombardia, aveva tantissimi problemi da affrontare e, ancora, non c’erano le condizioni per approvare quel provvedimento perché prima avremmo dovuto affrontare una serie di altri problemi.
Vorrei domandare al presidente Occhiuto: cosa è cambiato? Quali sono stati questi problemi che sono stati affrontati e che oggi voi pensate di aver risolto? Cosa è cambiato, dunque? La situazione era critica quando avete portato quel provvedimento e resta ancora oggi critica con questo provvedimento che, di fatto, per quanto mi riguarda, è più rivolto ad una tenuta e ricomposizione della vostra maggioranza.
Quindi, per questa ragione, chiedo ai consiglieri di evitare approcci demagogici rispetto a questo ipotetico risparmio. Non avuto il tempo di approfondire, visto che l'emendamento interamente sostitutivo è stato presentato, mi pare, ieri sera tardi. Non lo so, non lo so se il conteggio che voi fate dei 5 mila euro per anno per ciascun consigliere a Gruppo e l'importo dei 0,05 euro per abitante porti ai 300 mila euro. Tuttavia, ripeto, non è altro che fumo negli occhi, perché il vero problema rimane politico. Il vero problema è di natura elettorale! Il vero problema è che questa non è assolutamente una priorità per la nostra regione, sono altre le priorità di questa Regione, anche in termini di risparmio.
Annuncio, a nome mio e a nome del gruppo del Partito Democratico, che noi voteremo contro questo provvedimento, perché non è il provvedimento che interessa ai calabresi, non è una priorità per affrontare le drammatiche problematiche sociali, economiche e produttive di questa regione. Come gruppo del Partito democratico riteniamo che questo provvedimento sia rivolto esclusivamente all'equilibrio della vostra maggioranza e alla possibilità di poter fare le liste. Di fatto, si entra in campagna elettorale. E noi diremo, non solo in quest'Aula, che questo governo regionale e la maggioranza del presidente Occhiuto, di fronte ai drammi, di fronte ai problemi, di fronte al dissesto idrogeologico, con interi paesi isolati a causa della non transitabilità delle strade, decide di introdurre il consigliere supplente come fosse la panacea.
Grazie, Presidente.
Grazie a lei, collega. Intervengo giusto per chiarire, perché lei ha chiamato in causa i regolamenti. Ai sensi del Regolamento interno del Consiglio regionale e per prassi, l'ordine del giorno delle sedute, comprese le interrogazioni, è concordato con i Capigruppo di ogni gruppo - qui c'è il suo capogruppo che è testimone - e abbiamo inserito sempre quello che i suoi rappresentanti alle riunioni dei capigruppo ci hanno detto di inserire. Tanto per chiarire: mai ci sogneremmo di fare dispetti personali.
Poi, le ricordo, può guardare anche gli annali, che due legislature precedenti a questa, proprio il gruppo del Partito democratico e quella maggioranza tentarono di inserire la figura del consigliere supplente, sbagliando clamorosamente, approvando una modifica dello Statuto. Magari qualche rappresentante del suo gruppo, presente allora, è anche adesso in Aula. Allora era buona, oggi non è buona?!
Ha chiesto di intervenire il collega Tavernise. Ne ha facoltà.
Grazie, presidente Mancuso. Leggendo l'emendamento interamente sostitutivo, presentato dai Capigruppo di maggioranza, che prevedeva, così come ha ben spiegato il collega Mattiani, una riduzione di 300 mila euro annui di risparmio per il bilancio del Consiglio regionale e la destinazione di quei fondi per il finanziamento di borse di studio per i nostri giovani, a primo impatto, presidente Mancuso, ho detto, fra me e me: “Vuoi vedere che questi del centrodestra sono diventati più grillini di me”. Quindi, mi sono detto: “Mi associo a loro oggi e voto, ovviamente, in maniera favorevole, per i 300 mila euro di risparmio”. Poi, i miei collaboratori, grillini accaniti, invece, dalla prima ora, mi hanno detto: “Davide, aspetta, controlla bene, leggiamo un attimo la situazione che qui c'è il trucco”. Ho detto: “No, ma non credo che ci sia il trucco, c'è sicuramente la volontà di ridurre i costi della politica”.
E, invece, poi, scendendo nel merito della questione, mi sono accorto che qualche trucco, collega Mattiani, c'è.
Faccio un conto alla paesana: oggi questa Giunta è composta da sei assessori esterni, il settimo è il consigliere, assessore, Gallo. Ognuno di voi ha, così come noi, delle strutture e degli stipendi. Con la modifica dello Statuto, prevista al punto successivo all'ordine del giorno, si prevede la riduzione della composizione della Giunta a due assessori esterni, con la possibilità per il prossimo Presidente della Giunta regionale di nominare assessori 5 consiglieri. Quindi avremmo 5 assessori interni e al massimo due esterni, mentre oggi abbiamo sei assessori esterni e uno interno.
Già qui c'è la prima contraddizione, collega Mattiani. Qual è la prima contraddizione? Se oggi abbiamo sei assessori esterni e un interno, domani, con questa modifica dello Statuto e con l'emendamento che avete presentato, avremo la possibilità di nominare 5 assessori interni e due esterni. Non c'è disparità nei costi tra il consigliere che diventa assessore rispetto all'assessore esterno? Voi mi risponderete: “Sì, ma questi fondi già sono stati destinati in conto competenza nel bilancio regionale”. Ma la domanda è: la sostituzione del consigliere interno, che oggi è l'assessore Gianluca Gallo, nella prossima legislatura, porta o non porta un aumento di spesa? Lo porta.
(Interruzione fuori microfono)
Te lo dico subito, te lo dico subito.
A parte il fatto che, poi, se aveste voluto realizzare davvero una riduzione dei costi e della spesa, sarebbe bastato adeguarsi alla legge che c'è per i Comuni sopra i 15 mila abitanti, che prevede che chi va a fare l'assessore si dimette da consigliere; non c'era bisogno di fare questo gioco delle tre carte col consigliere supplente. Punto primo, se proprio dovevamo ragionare in termini di risparmio di spesa.
Poi, capisco, poi….
(Interruzione fuori microfono)
…sto parlando, chiedo scusa.
Presidenza del vicepresidente Pierluigi Caputo
Collega
Montuoro, capisco anche che lei, che ha preso più voti, magari, per esempio, dell'assessore
Pietropaolo, vorrebbe sapere giustamente dal suo Partito perché si trova a fare
il consigliere e l'assessore si ritrova assessore, pur essendo arrivato secondo
in lista. Capisco che da parte sua o, magari, da parte del collega Neri che ha vissuto lo stesso disagio con l'assessore
Calabrese, ci sia la volontà di andare in questa direzione. Su questo sono
d'accordo e, se vincerete le elezioni la prossima volta, mi auguro di trovare
voi due come assessori e loro come consiglieri!
Nel merito è giusto il ragionamento, ma, al di là
delle battute scherzose, tornando al discorso che riguarda l'assessore Gallo,
oggi un consigliere che diventa assessore, con i sei assessori esterni - in
questo caso, il settimo assessore è interno - comporta una riduzione di spesa
perché l'assessore Gallo non percepisce due stipendi, ne percepisce uno solo. Giusto,
assessore? Invece, nella prossima Legislatura, il risparmio di spesa che
abbiamo oggi per l'assessore Gallo - 145 mila euro di stipendio e 88 mila euro
di strutture – che è pari a 234 mila euro, lo spenderemo nella prossima
legislatura anche con cinque assessori interni e due esterni. Voi dite che,
oggi, questi soldi sono comunque messi in conto competenza, però non dite che, poiché
non li spendiamo, a fine anno ritornano nel bilancio della Giunta. Quindi, non
è vero che vi è un risparmio, il trucchetto è questo, sono 234 mila euro che
dalla prossima legislatura…
Attenzione, oggi come assessore interno c'è solo il
consigliere Gallo, ma se guardiamo indietro, fino a due anni fa c'era anche
l'assessore Orsomarso, quindi si parlava di un
risparmio doppio: 450 mila euro.
Capisco il gioco politico, ve lo dico col cuore in
mano.
È giusto che il Consiglio regionale conti di più,
anche perché abbiamo assistito, in questi tre anni, a quanto stabilito da un
governatore che ha deciso di tutto e di più da solo, senza coinvolgerci e
soprattutto senza coinvolgere voi. Quindi, capisco che, d’ora in poi, vogliate
alzare la voce e che abbiate trovato questo metodo per poterlo fare, però non
venite a raccontarci che c'è un risparmio di spesa perché non c'è.
Per esempio, mi è stata fatta notare poco fa - ma
sono abituato ad approfondire - la contraddizione relativa ai rimborsi auto.
Devo capire come funzionerà nella prossima legislatura, perché mi dicono che oggi
gli assessori esterni non percepiscono i rimborsi auto, mentre un consigliere
eletto, se nominato assessore, potrebbe averne diritto, ma è qualcosa che andrò
ad approfondire.
Altra cosa sono i costi dei gruppi, oggi noi
percepiamo 45.000 euro l'anno per il personale più 8.000 di spese di
funzionamento. Adesso togliete le spese di funzionamento, ma non è specificato
se competono al consigliere supplente i 45.000 euro l'anno che spettano a ogni
gruppo, .
Non posso votare, ovviamente, una proposta del
genere.
Mi dispiace che il presidente Mancuso si sia alzato
dal suo posto, mi rivolgo al vicepresidente Caputo. Pochi giorni fa, c'è stato
un attacco del Presidente del Consiglio regionale nei confronti dell'opposizione,
ha affermato: “Mai una proposta, mai un'idea condivisa”. Ma come facciamo a
condividere delle proposte se nemmeno quando modificate lo Statuto o cambiate
le regole del gioco ci convocate, ci chiamate per chiederci cosa ne pensiamo e
quale sia la nostra proposta? Cioè, giocate con il pallone solo nella vostra
metà campo. Quando il presidente Mancuso parla di proposte si dimentica di dire
che da questa parte dell'Aula sono state presentate 40, 50, 60 proposte di
legge, quasi tutte a costo zero, che non vengono nemmeno discusse nelle
Commissioni. Come si può parlare di condivisione, come si può parlare di
rapporto virtuoso tra maggioranza e opposizione, se non ci fate nemmeno
partecipare alle regole del gioco?
Per tutti questi motivi, il mio voto sarà
ovviamente contrario, augurandomi che nei prossimi due anni, almeno per quanto
riguarda le regole che condizioneranno le prossime legislature, ci
coinvolgerete di più. Oggi siete voi maggioranza, domani potremmo essere noi,
chi lo sa? Magari state scegliendo il nostro futuro piuttosto che il vostro. Grazie.
Grazie, ha chiesto d’intervenire il consigliere
Crinò. Ne ha facoltà.
Presidente, devo aggiungere alcune cose rispetto
all'intervento che mi ero preparato e che da qui a breve leggerò. Chiaramente
gli interventi, dai banchi dell'opposizione, dei colleghi che mi hanno
preceduto hanno destato un po' di sorpresa in me perché, ad esempio, diversi
tra voi, cari colleghi, hanno eccepito la mancata condivisione. È stato detto
che le riforme vanno scritte assieme, che non c'è stata condivisione, eppure
quale strumento migliore della Commissione di merito che ha trattato questa
proposta di legge avrebbe dovuto essere lo strumento istituzionalmente deputato
per, eventualmente, discutere le proposte che provenivano dai vostri banchi? Eppure,
nella prima Commissione consiliare che ha trattato, ripeto, nel merito questa
proposta di legge, quando sono stati aperti i termini per gli emendamenti dalla
Presidente, la consigliera Luciana De Francesco, non solo non sono pervenuti vostri
emendamenti che andassero ad arricchire la valutazione e l'impianto del testo,
ma risulta che non siate stati neppure presenti.
Questo solo per dire come le strumentalizzazioni su
temi del genere hanno veramente le gambe corte e credo che non servano
assolutamente alla discussione che, in realtà, è molto diversa da quella che voi,
abilmente, avete cercato di portare avanti. È molto diversa.
In realtà, questa maggioranza sta cercando - e
chiede a voi, che ancora fate in tempo, di condividerlo - semplicemente di
portare avanti un principio sacrosanto e, peraltro, già presente in altre
Regioni: l’incompatibilità delle funzioni tra chi rappresenta l'organo
esecutivo e chi rappresenta l'organo legislativo.
Questo è il principio che sta ispirando questa
riforma e che, per inciso, trova un'esigenza di carattere pratico, vero,
concreto, in quello che è successo negli ultimi anni. Questo non è più il
Consiglio regionale composto da 50 componenti, questo è un Consiglio regionale
che, sulla base di una riforma di carattere nazionale, ha visto sostanzialmente
dimezzare il numero dei propri componenti.
Le valutazioni vanno fatte in concreto, cari
colleghi dell'opposizione, perché ci può essere la difficoltà di comporre anche
le Commissioni consiliari, qualora non si sancisca - come stiamo per fare,
auguratamente - l'istituto della incompatibilità. A meno che qualcuno tra voi
possa sostenere - cum grano salis, però, non strumentalmente - che si possano
espletare entrambe le funzioni appieno e quindi essere, tutti i giorni,
presenti in Giunta, alla Cittadella a Catanzaro – considerata anche la particolare
difficoltà rappresentata dalla distanza tra i due palazzi - e svolgere
contemporaneamente il lavoro proprio del consigliere, dentro le Commissioni,
portando avanti le azioni legislative. Se qualcuno di voi può onestamente
sostenere che si possano svolgere, anche da un punto di vista pratico, entrambe
le funzioni, evidentemente vuol dire che abbiamo una visione differente.
Il principio dell’incompatibilità è un principio. Sentivo
dire prima al collega Mammoliti che non è d'accordo. Vorrei fare un piccolo
ragionamento su questo, Presidente, su quanto detto prima dal consigliere Lo
Schiavo. Mi viene da dire che il consigliere Lo Schiavo, ricco della sua
formazione giuridica, sa più di lei sul punto - consigliere Mammoliti, non me ne voglia -, perché non deve residuare alcun dubbio - almeno
su questo mettiamoci d'accordo - circa la legittimità costituzionale del testo
che stiamo proponendo alla valutazione dell'Aula e, quando lei, molto abilmente,
propone i precedenti per i quali la Corte costituzionale si è espressa cassando
proposte del genere, dimentica di dire due cose. Una di carattere politico - le
può interessare fino a un certo punto – cioè che le
proposte sono state fatte male giuridicamente, come ha detto la Corte
costituzionale, proprio dal suo partito.
Se abbiamo una colpa, forse è quella di avere
studiato di più, di avere delle nozioni dal punto di vista giuridico più
qualificate, che ci consentiranno, senza ombra di dubbio, di non incorrere in una
eccezione di carattere costituzionale.
Non stiamo approvando una riforma dello Statuto -
quello sì sarebbe un errore grave che in passato è stato fatto e che è stato
biasimato dalla Corte costituzionale -, ma stiamo approvando una legge ordinaria,
strumento che, per la Corte costituzionale, è assolutamente idoneo a introdurre
questa figura.
Dopodiché, diversi tra voi hanno, in diversa misura,
fatto riferimento a: “Se volevate risparmiare”. Io ho qualche difficoltà con i
numeri, ci siamo confrontati diverse volte, anche lontani dai microfoni, ho
qualche dubbio di riuscire a rendere bene l'idea. Vediamo se riesco. È vero o
non è vero - mi rivolgo a voi, colleghi dell'opposizione - che il numero dei
componenti del Consiglio regionale e il numero dei componenti della Giunta
regionale non è e non può essere variato con un provvedimento del legislatore
regionale? È vero o non è vero? Almeno una parola di verità su questo si può
dire? Può dipendere dal Consiglio regionale della Calabria o di qualsiasi altra
Regione italiana la variazione in aumento o in diminuzione del numero di
componenti di queste due Assise? No, non può esserlo! C'è una riserva assoluta
dello Stato. È la legge nazionale che dice che in Calabria - visto che siamo in
Calabria - il personale politico - chiamiamolo così - componente l'Assemblea
legislativa e la Giunta, deve essere di 38 unità. Punto e basta.
Sì, 31 in Consiglio regionale, collega Muraca, e
poi i componenti della Giunta.
Quindi, quando si parla di moltiplicazione delle
poltrone, si dice una cosa falsa. Non possiamo, neanche volendo, moltiplicare
le poltrone.
Questa è una considerazione che chiaramente ha in
sé… mi dispiace doverlo ribadire, posto che ci sono anche dei pareri del
bilancio; quindi, non dovrebbe essere un fatto opinabile. Dato che il numero,
come dicevo prima, non può essere variato neanche in diminuzione, figuriamoci
in aumento, non si riesce a capire come questo potrebbe comportare dei costi. Come
potrebbe comportare dei costi? Lo chiedo a voi, perché non riesco a capirlo.
Ogni anno, in bilancio, vengono appostate 38 voci relative a ciascuno di noi, sia
chi sta in Giunta che chi sta in Consiglio. Questa riforma, peraltro, avrà
efficacia dalla prossima legislatura e questo dovrebbe, in qualche misura,
rasserenare chi tra di voi ha paventato interessi di carattere politico.
Difatti, se uno volesse - e non è stato assolutamente nostro intendimento -
avere questa finalità, certamente non lo avrebbe fatto a valere dalla prossima legislatura.
Questa è una riforma che vale dalla prossima legislatura.
Pertanto, per quel che mi riguarda, risultano
assolutamente risibili le contestazioni che avete mosso, mentre ritengo, invece,
assolutamente importante, fondamentale, sancire un principio sacrosanto,
sancito dalla Carta costituzionale, che è la separazione dei poteri.
Credo di aver compreso quello che ha detto il
collega Lo Schiavo, in qualche maniera, ma in realtà è tutto l'opposto. Secondo
me, è proprio tutto all'opposto. Lui chiede: “Il consigliere supplente come
potrebbe svolgere il suo ruolo sapendo di essere supplente?”.
Voglio ribaltare la questione, consigliere Lo
Schiavo. L'assessore, sapendo di essere interno, qualora dovesse assumere una
posizione di legittima contrarietà rispetto al resto della Giunta, lo farebbe
sapendo che questo potrebbe costargli la revoca della sua delega? Certo che lo
farebbe! Il metodo di valutazione che propone alla nostra attenzione il
consigliere Lo Schiavo è quello della viltà, perché sta supponendo che ci siano
consiglieri vili nell'esercizio del loro mandato che, per conservare il loro status
quo, non portano avanti le loro battaglie politiche e sta sostenendo che
gli assessori farebbero altrettanto. Io credo che non sia assolutamente così. Ricordo
anche al consigliere Lo Schiavo che in realtà questa, mi ripeto, è una riforma
che premia il lavoro dell'Assemblea legislativa, che lo completa, che rinsalda
ancora di più il legame tra il voto, l'eletto, nel caso in cui venga chiamato
ad una più alta responsabilità, con il suo supplente; il supplente non è uno
scappato di casa, ricordiamoci che abbiamo a che fare con chi ha partecipato
alle elezioni e ha trovato piena legittimazione nella consultazione elettorale.
Su quanto da voi eccepito, non ho altro da dire se
non rivolgere un accorato appello: è vero, le riforme si tenta di scriverle
insieme, oggi in Aula avete tutti gli strumenti per recuperare l'occasione
mancata in Commissione. Dimostrate, per una volta, di avere maturità politica
rispetto a temi che sono non patrimonio nostro, ma dell'Istituzione, dell'intera
regione. Recuperate quanto non avete fatto in Commissione e votate insieme a noi
per l'istituzione di una figura essenziale per il funzionamento della Giunta
regionale e del Consiglio regionale.
Grazie, Presidente.
Ha
chiesto d’intervenire il consigliere Muraca. Ne ha facoltà
Grazie, presidente, io non volevo
intervenire ma siccome è stato ripreso più volte da
più consiglieri, l'ho trovato opportuno.
Bisogna
stare attenti ai termini che si usano. Avete messo nero su bianco che la figura
dell'assessore è incompatibile, ma l'incompatibilità non è soggettiva, non è
che ieri c'è e domani no.
Oggi,
secondo questa legge, lei, assessore Gallo, è incompatibile rispetto al ruolo
che sta svolgendo! Fatemi capire se l'assessore Gallo è compatibile o
incompatibile o se, negli ultimi trent'anni, la Giunta regionale ha avuto
assessori incompatibili.
Dite
che è inopportuno! Dite che è una scelta politica! Poi, sui numeri ragioniamo dopo,
ma attenzione ai termini che usate, perché l'incompatibilità o c'è o non c'è e
non si può dire che un ruolo sarà incompatibile dalla prossima Legislatura.
Quindi, nelle precedenti Legislature era compatibile? Oggi, l'assessore Gallo è
compatibile? Attenzione, però, perché da tale data sarà incompatibile!
Secondo
me, doveva essere usato un termine diverso e si doveva ragionare in ordine alla
possibilità. Io sono d'accordo, ho fatto l'assessore di un Comune e voglio
ricordare, come diceva il consigliere Lo Schiavo, che negli Enti locali gli
assessori si dimettono, non è una cosa eccezionale.
Esiste
un Gruppo consiliare che esprime l'assessore e che, poi, in Consiglio fa un
lavoro politico sul mantenimento della figura istituzionale di governo.
Allora,
in tutte le Amministrazioni comunali gli assessori sono schiavi del sindaco, perché
si sono dimessi e, se non vanno d'accordo con il sindaco, li caccia! Questo è
il sistema?!
Poi,
non si fa politica per tenere una poltrona, si fa politica per perseguire un
obiettivo politico, per servire i cittadini, non per mantenere o per essere
d'accordo con il sindaco o con il governatore.
Che
giustificazione è? L'assessore, altrimenti, rischia di andarsene ed è giusto
che ritorni a fare il consigliere. Le giustificazioni addotte e i termini
espressi in questa legge, a mio avviso, sono totalmente sbagliate, perciò, magari,
come giustamente ha detto il consigliere Crinò, riprendiamo la discussione in Commissione
per approvare una legge adeguata.
In
questo caso, ci saremo, come giustamente avete consigliato. Grazie.
Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Montuoro. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente, buon pomeriggio a tutti. Intanto, mi preme fare un passaggio
importante, anche rispetto alle dichiarazioni dei consiglieri Lo Schiavo e Mammoliti,
che hanno affermato che ci occupiamo di altro, piuttosto che affrontare le
emergenze.
Penso
che questa maggioranza affronti le emergenze che il territorio si aspetta, compresa
una tematica come quella che approda oggi in Aula, cioè l'istituzione della
figura del consigliere supplente.
Voglio
rispondere anche con dei dati di fatto, con atti concreti e citandovi le
iniziative che sono state intraprese anche per l'emergenza che c'è in questo
momento nella zona del vibonese. Il consigliere Lo Schiavo ha presentato anche
un'interrogazione, alla quale mi risulta che abbia risposto il direttore della Protezione
civile, spiegando quello che si sta facendo. Mi piace ribadirlo in quest'Aula,
perché, ovviamente, voi siete stanchi di questa maggioranza, ma anche noi siamo
un po’ stanchi degli slogan che arrivano da alcune postazioni della minoranza.
In
questo momento, l'emergenza frana sul territorio di Vibo si sta affrontando
tramite la Protezione civile che sta supportando le azioni in atto, prevedendo
dalle 8:00 alle 14:00 e dalle 14:00 alle 20:00 un supporto per il controllo dei
varchi nelle aree che, in questo momento, sono interdette al traffico. Poi, è
stato richiesta, da parte dell’Anas, al sindaco di Vibo Valentia – se non
ricordo male, è del vostro colore politico, quindi, dovreste essere in teoria
aggiornati sui provvedimenti attuati – l'emissione di un'ordinanza – è stata adottata
nella giornata di ieri – per poter intervenire direttamente nei costoni che
sono di proprietà privata.
Penso
che di questo avreste potuto essere tranquillamente informati, se – ripeto – seguite
l'emergenza per come professate in quest'Aula; dovevate, penso, essere a
conoscenza degli atti che sono portati avanti.
Aggiungo
una cosa – e ringrazio il presidente Occhiuto di questo – perché, forse, tra i
vari slogan che volete portare avanti, vi sarà sfuggita anche un'importante
legge regionale che è la legge numero 9 del 2023, nella quale è stata prevista
la possibilità di intervenire direttamente a supporto di Comuni e Province in
tutte le emergenze che si manifestano sul nostro territorio. Questo lo si è
fatto anche stanziando una cifra con risorse di bilancio che viene messa a
disposizione della Protezione civile per – ripeto – dare supporto ai Comuni e
alle Province; quindi, laddove si manifestano degli eventi calamitosi, c'è
l'opportunità di intervenire tempestivamente a supporto del territorio, cosa
che prima non accadeva.
Tale
normativa, in questo momento, dà anche degli strumenti finanziari al Dipartimento
di Protezione civile calabrese per intervenire e per essere di supporto ai
territori, ai Comuni, alle Province e, ovviamente, alle Città metropolitane.
Questo
forse vi sarà sfuggito nella foga di mischiare sempre argomenti che non
c'entrano con l'ordine del giorno della seduta.
Vi
cito anche un altro provvedimento molto importante, che è stato fatto a fine
anno 2024, quando c'è stata l'alluvione nel territorio del Comune di Maida, in Provincia
di Catanzaro, laddove, oltre all'intervento prezioso della Protezione civile e
di Calabria Verde, che hanno dato supporto ai Comuni alluvionati, si è
intervenuti tempestivamente anche stanziando quattro milioni di euro per la ricostruzione
del ponte, che ricade nel territorio di Maida e che rischiava di mettere in
serio pericolo di isolamento diversi Comuni che insistono su quell'area, quali
Maida, San Pietro a Maida, Jacurso e alcuni Comuni che ricadono nella Provincia
di Vibo Valentia.
Consigliere
Mammoliti, così si stanno affrontando le emergenze. Penso che lei avrebbe
dovuto esserne a conoscenza più di noi, al pari del collega Lo Schiavo che si è
reso protagonista, anche giustamente, di un'interrogazione per capire cosa si
stesse facendo e come si stava intervenendo in un territorio che ha bisogno, in
questo momento, del massimo supporto della Regione Calabria e dei suoi Enti.
Poi,
consigliere Mammoliti, la ringrazio per aver affermato che la sua coalizione
perderà anche le prossime elezioni; infatti, ha detto a questa maggioranza che
questa legge sul consigliere supplente serve per darci la possibilità di
chiudere le liste. Se vuole posso chiedere al presidente Occhiuto se c'è posto
anche per lei, così, magari, potrà usufruire, eventualmente, di questa normativa.
Consigliere
Mammoliti, ricorda la legge regionale numero 15 del 2015 che ha modificato lo Statuto
regionale? Al Governo regionale, allora, c’era la sua parte politica. La legge
prevedeva la possibilità di aumentare il numero di assessori esterni da due
fino al massimo delle figure che siedono in Giunta, quindi, da due a sette.
Su
questo lascio a lei il commento, perché, se, in questo momento, parliamo di
aggravio di spesa, penso che non sia stata questa maggioranza ad approvare per
la prima volta una modifica statutaria che aumenta il numero degli assessori
esterni.
Al
netto di ciò, comunque, Regioni come Lombardia, Toscana, Veneto, Marche,
Abruzzo, Basilicata e Molise si sono già dotate di questa normativa. Perché?
Perché, in Calabria, come ha spiegato molto bene e in maniera molto chiara il
consigliere Crinò – lo ringrazio per la sua preziosa esposizione, così come
ringrazio il consigliere Mattiani per la relazione introduttiva di questo
importante provvedimento – i consiglieri regionali, che prima erano 50, sono
stati ridotti a 30.
In
questo momento, dobbiamo garantire non soltanto la piena funzionalità della Giunta
regionale, ma dobbiamo anche assicurare lo svolgimento funzionale dei lavori
delle Commissioni consiliari e del Consiglio regionale. Questa normativa,
pertanto, va in questa direzione, non per tirare dalla giacchetta chi deve
votare i provvedimenti in Giunta o in Consiglio, anzi, forse è il contrario.
Aggiungo
anche che, ad oggi, – e rispondo anche al consigliere Tavernise – è previsto lo
stanziamento iniziale per 38 figure istituzionali, per cui, se prevediamo la
figura del consigliere supplente – quindi, il consigliere, che viene nominato
assessore, lascerà temporaneamente lo scranno in Consiglio a favore del primo
dei non eletti della stessa lista – alla fine, lo stanziamento iniziale, sia
con la figura del consigliere supplente sia senza, sarà sempre uguale. Quindi,
non è una questione di risparmio di spesa che, invece, si configura nella
disposizione inserita nell'emendamento sostitutivo sulle spese di funzionamento,
che è stato presentato - avete avuto modo di vederlo in Aula – e darà la possibilità di risparmiare in una Legislatura
oltre un milione e mezzo di euro che sarà destinato, come ha detto il consigliere
Mattiani, per finanziare borse di studio per studenti meritevoli e che hanno
bisogno di avere un supporto da parte delle Istituzioni.
Quindi,
purtroppo, non sono d'accordo con questa teoria, anzi, è stato spiegato e abbiamo
discusso anche ampiamente durante la seduta di Commissione della ratio
di questa norma, che prevede aspetti anche dal punto di vista finanziario,
oltre a garantire un efficiente funzionamento delle strutture consiliari, Commissioni
e Consiglio, assicurando la presenza di un numero adeguato di consiglieri che
possono portare avanti soprattutto l’attività legislativa e, comunque, i lavori
del Consiglio regionale.
Consigliere
Muraca, – mi sembra di non vederlo in Aula – relativamente alla proposta di
rinviare la trattazione del provvedimento in Commissione, voglio, anche
brevemente, ripercorrere l'iter di questa legge, che è stata discussa nella Commissione
di merito, presieduta dalla consigliera De Francesco, che ringrazio per il
lavoro che sta facendo e che ha fatto anche in questa occasione; se n'è
discusso due volte: la prima seduta nella quale si è data lettura del testo e,
poi, sono stati aperti i termini per la presentazione degli emendamenti e la
parte politica che oggi chiede il rinvio alle Commissioni di competenza non era
presente in Aula al momento della votazione, né tantomeno sono pervenuti
emendamenti migliorativi rispetto al testo di legge approvato.
Quindi,
dovremmo rinviare il provvedimento in Commissione per fare che cosa? Per
registrare di nuovo l'assenza della minoranza?
Queste
sono le riflessioni che ci tenevo a fare, perché penso che le cose vadano
raccontate appieno e per quello che sono realmente; non penso che la
maggioranza si sia mai sottratta al confronto e alla normale dialettica
rispetto ai problemi della Calabria e lo dimostra anche la convocazione della
seduta di Consiglio regionale del prossimo 8 Aprile, su richiesta giustamente –
lo condivido perché fa parte delle prerogative di ogni consigliere – della minoranza
che ha richiesto, appunto, una seduta apposita sulla sanità; per noi questo è
confronto e significa – ripeto – non sottrarsi alla normale dialettica e al
dibattito rispetto ai problemi che affronta la nostra regione.
Non
voglio divulgarmi ulteriormente, anzi, è stato anche un momento per
approfondire alcuni aspetti tecnici della normativa.
Ringrazio
i colleghi che sono intervenuti. Grazie, Presidente.
Grazie,
consigliere Montuoro. Ha chiesto di intervenire il consigliere Talerico. Ne ha facoltà.
Intervengo,
brevemente, soltanto per precisare un profilo – non vedo in Aula il consigliere
Muraca, ma l’intervento rimarrà – perché la questione che lui ha eccepito
genera, come al solito, confusione; abbiamo un'opposizione che studia poco e legge
peggio, non fosse altro perché la previsione di un’incompatibilità è propria e
d'appannaggio di un Ente che deve istituirla e introdurla.
Oggi,
non sussiste alcuna incompatibilità, pertanto, l'assessore Gallo, per sua fortuna,
non è incompatibile, ma, come sappiamo, nell'ambito della competenza dell'Ente Regione,
se la Regione decide di introdurre un'ipotesi di incompatibilità – con riferimento
alla figura dell'assessore anziché del consigliere o altra figura – dopo la sua
istituzione tale figura diviene incompatibile.
Scelta
politica? Sì, scelta politica, tecnica, come la vogliamo definire? Ma, allo
stato, questo problema di incompatibilità non sussiste. Poi, mi sia consentita
anche un'ultima battuta: a volte, qualcuno dell'opposizione appare affetto da
una ben nota patologia, specialmente nel mondo pubblico, che è quella della
sindrome di Cotticelli, che consiste nella perdita di
lucidità o dell'orientamento spazio/temporale.
Perché
dico questo? Perché, quando venite in Commissione o venite nelle riunioni delle
Conferenze dei capigruppo, siete persone diverse, cioè non siete abili al
ragionamento, o siete assenti o rimanete in silenzio o, addirittura, votate a
favore di un emendamento e di una legge e poi venite In Aula e votate contro,
ponendo eccezioni e questioni che non trovano albergo nello Statuto e nel Regolamento.
Alla
luce di questo, quindi, l’aggiornamento è pacifico. Vogliamo parlare di stanziamento
di risorse finanziarie? Vogliamo parlare della previsione di una
incompatibilità oggettiva che la Regione Calabria può introdurre da domani in
poi? Bene, smettetela di fare confusione e anche con i media – lo dico al mio
caro amico, consigliere Lo Schiavo – di strumentalizzare numeri e circostanze.
È
troppo facile parlare con messaggi spot, ma, ancora, non ho compreso
tecnicamente sotto quale piano e profilo censuriate l'approvazione della norma,
se non sulla scorta dell’acqua κάδος,
come dicevano gli antichi.
Grazie,
consigliere Talerico. Concludiamo il dibattito dando
la parola al consigliere Iacucci. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Mi riesce difficile intervenire dopo il dotto intervento del
collega Talerico, che ha sempre la presunzione di
fare lezioni a tutti.
Credo
che il dibattito sia stato interessante per ognuno dal suo punto di vista e credo
che abbiamo studiato e l’ho fatto anche io.
Avrei
voluto intervenire sul prossimo punto all'ordine del giorno, perché l'ho
discusso in Commissione insieme al presidente Mattiani, che ringrazio e al
quale devo dare atto di grande democrazia, apertura e disponibilità nella
conduzione dei lavori. Di questo lo ringrazio di cuore, però, ho appreso dalla
stampa - qualcuno me lo conferma - che il prossimo punto all'ordine del giorno
sarà rinviato.
Perché
dico questo? Non mi appassiona la discussione sul risparmio che si consegue o
meno perché ho dei dubbi che si realizzino risparmi di spesa con le riforme che
oggi discutiamo.
Poi,
presidente Occhiuto, sarò sicuramente un vetero comunista e ancora mi è rimasta
un po’ di nostalgia di questo, ma sono uno di quelli che pensa, – ne sono
convinto e lo dico con grande fermezza – che la democrazia abbia i suoi costi e
non credo che si possano fare risparmi su di essa.
Il funzionamento delle Istituzioni ha i suoi costi e sono giusti perché di questo se ne giova il Paese; e quando qualcuno, anche in Parlamento, ha provato a fare riforme, le ha fatte utilizzando, in certi periodi, la parola d’ordine “risparmio”. Io credo che allora abbiamo toppato, abbiamo fatto dei danni al Paese e alla democrazia. Quando si è pensato di ridurre il numero dei parlamentari, pensando fosse la panacea dell'Italia, credo sia stato fatto un errore perché si è ridotta la rappresentanza e la presenza delle istituzioni e dei parlamentari nei territori.
L'Italia è l'unico Paese d'Europa dove non c'è il finanziamento pubblico dei partiti; in tutti i Paesi europei c'è il finanziamento pubblico dei partiti. Noi il finanziamento pubblico ai partiti lo abbiamo cancellato. Fra poco solo i ricchi potranno fare politica in Italia perché, invece, in forme diverse, in tutti i Paesi europei c'è il finanziamento pubblico ai partiti.
Non mi dilungo sul fatto che questa è una riforma che ci consente di risparmiare qualche centinaio di migliaia di euro. Questo non lo so, ci credo poco comunque. Ma non è questo che ci deve portare a fare delle riforme. Noi dobbiamo capire se le riforme sono utili alla Calabria, se sono utili al funzionamento delle Istituzioni. In Commissione riforme - non ripeto quello che hanno detto i miei colleghi e che condivido, sia Mammoliti che il collega Lo Schiavo - mi sono permesso di dire una cosa: era necessario, secondo me, non mettere mano allo Statuto della Regione Calabria a spizzichi, andare in prima Commissione a parlare del consigliere supplente, poi passare alla Commissione riforme e parlare del numero degli assessori esterni che non possono essere più del 30 per cento. Credo che ci fosse bisogno - mi sono astenuto in Commissione riforme sul numero degli assessori esterni - di fare una riforma dello Statuto in relazione a come deve essere la composizione della Giunta, perché l'incompatibilità nei Comuni superiori a 15.000 abitanti si fa dicendo che l'assessore decade da consigliere nel momento in cui prende la carica di assessore; ma anche l'incompatibilità si può fare in varie forme. In Commissione dicevo che sarebbe stato necessario istituire una Commissione, istituire un gruppo di lavoro che mettesse mano complessivamente allo Statuto della Regione Calabria. Anche la discussione in riferimento all'ordine del giorno mi convince ancora di più che la linea necessaria per la nostra Regione è modernizzare lo Statuto, adeguarlo alle nuove esigenze e capire fino in fondo. Perché credo che ci troveremo, fra qualche seduta di Consiglio, a parlare di qualche altra modifica dello Statuto.
Allora forse sarebbe più organico mettere mano complessivamente alla modifica e alla riforma dello Statuto.
Mi permetto, quindi, di rinnovare la richiesta di costituire un gruppo di lavoro o una Commissione apposita su tutti questi temi perché ritengo che faremo un lavoro più organico, più idoneo e positivo per il Consiglio regionale e per la Calabria stessa. Grazie.
Presidenza
del presidente Filippo Mancuso
Grazie, collega Iacucci. Ha chiesto di intervenire il collega Alecci. Ne ha facoltà.
Grazie, signor Presidente. Volevo soffermarmi pochi secondi su ciò che potrebbe comportare questa normativa.
Il Presidente della Giunta, che ha sicuramente tutta la volontà affinché sia approvata questa norma, avrà sicuramente maggiori poteri nelle proprie mani perché chi siederà all'interno di questi scranni, di fatto, non sarà chi è stato individuato dall'elettore, ma chi ha individuato il Presidente della Giunta. Infatti, nel momento in cui il Presidente della Giunta decide che un consigliere regionale può assumere anche l'incarico di assessore, quel consigliere regionale decadrà dalla carica di consigliere diventando assessore e quindi lascerà il posto al primo consigliere regionale non eletto della stessa lista; ciò significa, quindi, che il consigliere che subentrerà dipenderà dal consigliere regionale che diventerà assessore.
Non è una cosa di poco conto, perché ciò farà sì che ci siano consiglieri regionali che rappresenteranno dei territori da aggiungere ad assessori che rappresenteranno lo stesso territorio. Quindi non è una scelta banale. Non è una sottigliezza quello che sto dicendo.
Inoltre, il consigliere regionale supplente, che siederà in questi scranni, è come se fosse, in qualche modo, nominato dal Presidente della Giunta e dipenderà, in maniera netta e chiara, dalla volontà del Presidente della Giunta di lasciarlo consigliere supplente; infatti, nel momento in cui l'assessore nominato tornerà a fare il consigliere e, quindi, verrà revocato dalla carica di assessore, il consigliere supplente, purtroppo, perderà l'incarico di consigliere regionale.
Questo non farà che rafforzare ancora di più l'influenza del Presidente della Giunta rispetto al Consiglio regionale, che invece deve essere un organo separato rispetto a quello esecutivo.
Credo, pertanto, che questo sia un problema più che un'opportunità, perché renderà meno libero il voto dei consiglieri, soprattutto di maggioranza, perché saranno influenzati, giusto o sbagliato che sia, in maniera chiara dalla decisione del Presidente della Giunta. Questa è una riflessione che ho fatto in sede di Commissione nella quale si dice che noi non abbiamo parlato; ero presente e questo tema l'ho sollevato e voglio lasciarlo come riflessione a tutti quanti noi.
Questa proposta può essere interessante, può toccare chi oggi governa o chi oggi è all'opposizione e domani vuole occupare gli scranni della maggioranza; sicuramente può essere un'opportunità, però - mi rivolgo al signor Presidente del Consiglio regionale - apre un tema profondo sull'indipendenza del Consiglio regionale e dei consiglieri regionali rispetto ai poteri della Giunta regionale e del Presidente della Giunta, in questo caso, che è colui che nomina gli assessori e quindi, per ricaduta, anche i consiglieri regionali supplenti.
Non è banale, potrebbe un domani coinvolgere chiunque, maggioranza o minoranza, dando maggiore potere al Presidente della Giunta.
Forse l'unico modo - è stato detto dai miei colleghi - per superare questa problematica è quella delle dimissioni, cioè che l'assessore, come funziona nei grandi comuni, si dimetta da consigliere regionale. È una scelta coraggiosa. È complicato, lo so, però potrebbe essere l'unico modo per lasciare l'indipendenza all'Assemblea più importante della nostra regione; sull'incompatibilità, credo che abbia già risposto chi mi ha preceduto. Se ci fosse il problema dell'incompatibilità, allora neanche il ministro Salvini o il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, rimarrebbero parlamentari. Un ministro - lo sappiamo tutti - mantiene il ruolo di parlamentare, che sia deputato o senatore. Lo avete scritto, ma si poteva scrivere in maniera diversa. Non è certo un problema di incompatibilità, altrimenti gli attuali ministri dovrebbero decadere da parlamentari, se fosse così.
Sui costi, dico al mio amico Montuoro, Presidente della Commissione bilancio, che, quando si amministra la cosa pubblica, bisogna avere l'onestà intellettuale di fare una differenza fondamentale tra gli impegni di spesa e la spesa corrente, quella vera. È vero che sono impegnate le somme per 31 consiglieri regionali e per gli assessori, ma una cosa è impegnarle e una cosa è spenderle; infatti, se l'assessore è anche un consigliere regionale, una di quelle spese sarà un impegno, ma non verrà poi spesa nella sostanza e, quindi, si effettua un risparmio che verrà riportato l'anno successivo e che è a beneficio dei conti regionali. Non diciamo che tutto ciò che è impegnato può essere speso, altrimenti noi avremmo 400 Comuni in dissesto.
Questo è un principio fondamentale - qua di colleghi che hanno fatto il Sindaco ce ne sono tanti - quando si amministra la cosa pubblica: è chiaro che i bilanci vanno chiusi in pareggio, tra attivo e passivo. Un'altra cosa è spendere tutto ciò che è previsto ed è impegnato, significherebbe poi non averlo in entrata e quindi andare a gambe all'aria. Quindi, che ci sia un risparmio di spesa non è assolutamente vero. C'è sicuramente un aggravio, non delle somme impegnate, ma di quelle effettivamente spese ogni anno.
Capisco che avete voluto inserire questi 300.000 euro annui da destinare a borse di studio, anche se avete scritto, quasi da Libro cuore, “per i più bisognosi”, come per coprire il fatto che ci possono essere dei costi. Non mi scandalizza questa proposta; ho sollevato i miei dubbi e le mie perplessità, i risparmi di spesa, sì, si possono fare, si potevano fare prima, si potranno fare dopo e potranno essere destinati in vari modi, ma legarli al consigliere supplente, forse, è più una trovata pubblicitaria per i giornali che a supporto di ciò che serve in questo momento alla nostra regione. Grazie.
Grazie, collega Alecci. Ha chiesto di intervenire il collega Bevacqua. Ne ha facoltà.
Presidente, io credo che gli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto, Mammoliti, Iacucci, Muraca e Alecci, abbiano dato un'interpretazione esatta delle ragioni per le quali noi oggi ci poniamo in modo negativo. Vorrei utilizzare questo mio intervento non per ripetere le cose che i colleghi hanno detto - anche il collega Lo Schiavo nel suo intervento - e che io confermo, sostengo e condivido, ma vorrei fare una riflessione più alta, legata al ruolo e alle opportunità che aveva quest'Aula di aprire una riflessione seria, pacata, coinvolgente, motivazionale, partendo da un concetto di base che a ognuno di noi forse sfugge: siamo a cinquant'anni dalla nascita delle Regioni.
Credo che ogni riflessione sulle riforme da realizzare non possa che partire dal bisogno che ogni Assise regionale ha di interrogarsi sui limiti, le potenzialità, le debolezze, le fragilità, le opportunità da realizzare per potenziare le proprie competenze o depotenziarle, per dimostrare che quest'Aula - al di là degli equilibri interni che ci stanno, che comprendo, che capisco – ha la capacità e l’intelligenza politica di diventare oggetto di un elevato confronto nel dibattito politico istituzionale.
Oggi, cari colleghi, questa possibilità, con questo vostro modo di operare, viene meno. Viene meno perché anche voi, come qualcuno ci accusa di aver fatto nel passato, vi limitate ad alcune modifiche, legate esclusivamente ad equilibri interni e non alla necessità di elevare il confronto politico sui temi a cui facevo riferimento e sui quali noi siamo pronti. Perché noi siamo pronti a dire forse che bisogna lavorare per temperare il potere esecutivo col potere legislativo. Siamo pronti a dire la nostra. Siamo pronti a dire e sostenere in quest'Aula, ad esempio, che il voto disgiunto è l'unico elemento democratico oggi cardine che guida ogni riforma di questo Paese, perché dà la possibilità al cittadino di scegliere liberamente il suo Presidente e il suo consigliere regionale. Forse sarebbe stato il caso di interrogarci se fosse il momento di realizzare una riforma che consentisse ai Comuni e alle Province di diventare protagonisti nelle sfide regionali nei propri territori, per avvicinare il potere ai cittadini.
Questa è la sfida a cui noi vorremmo partecipare e su cui vorremmo dire la nostra. Perché, ripeto, quando parliamo di Statuto e di legge collegata allo Statuto, parliamo della nostra Costituzione calabrese, non parliamo di interessi di maggioranza e minoranza. E le regole, cari colleghi, si fanno insieme non a colpi di maggioranza perché, altrimenti, viene meno il principio democratico del rispetto delle regole che fanno parte della casa comune, per governare i processi ed essere responsabili delle cose che facciamo.
Con ogni riforma che realizziamo, con ogni percorso, diamo l'immagine della Calabria che vogliamo, della sostanza che vogliamo dare ai calabresi.
Ed ecco su queste sfide noi ci saremmo stati, avremmo detto la nostra, perché ogni riforma si fa con questo spirito e questa convinzione. Poi capiamo che in quel confronto, in quella casa democratica, la maggioranza la può spuntare su qualcosa, la minoranza può temperare qualcosa, ma la casa democratica va rispettata.
Le riforme vanno fatte insieme, le regole si scrivono insieme.
Abbiamo un anno e mezzo davanti a noi, lavoriamo insieme sulle cose che possiamo fare e dimostriamo che quest'Aula non si limita solo agli equilibri interni, ma si interroga sulle sfide che i calabresi aspettano e che consistono anche in una riforma mirata e profonda dell'Assise regionale.
Noi ci stiamo e lanciamo la sfida anche oggi ai colleghi di maggioranza: apriamo un confronto serio, sulle cose che abbiamo detto tutti; noi ci staremo e ognuno di noi si assumerà la responsabilità di portare avanti le scelte che faremo insieme a dimostrazione che c'è quel rispetto democratico, quel coinvolgimento che oggi su questa scelta, fatta per equilibri interni, non abbiamo riscontrato, constatato, e di cui, anzi, ci meravigliamo.
Grazie, collega Bevacqua. Ha chiesto di intervenire la collega Straface. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Colleghi consiglieri, assessori, sinceramente avevamo messo in conto che ci sarebbe stato un confronto che, però, ritengo veramente di basso profilo, rispetto alla modifica di una norma che avrebbe meritato, sicuramente, un confronto completamente diverso, rispetto a quello giunto dai banchi della minoranza. Ci saremmo aspettati una condivisione ma, soprattutto, un confronto nelle sedi deputate quali sono appunto le Commissioni.
Ho ascoltato che i consiglieri, nei loro interventi, chiedevano coinvolgimento, condivisione, però, poi, mi risulta - mi rivolgo alla consigliera De Francesco e al consigliere Mattiani - che i consiglieri della minoranza non si sono presentati ai lavori delle Commissioni o addirittura non hanno ritenuto opportuno partecipare ad una modifica statutaria così importante; ed è proprio perché noi riconosciamo la rappresentanza democratica che proviene dai cittadini calabresi e che prevede la separazione del potere legislativo e di controllo del consigliere, rispetto al potere esecutivo, che abbiamo condiviso questa modifica. Quando, invece, ascolto gli interventi, ad esempio, dei consiglieri Lo Schiavo e Mammoliti che continuano ad essere sempre più ripetitivi rispetto alla mancanza di visione di questa Regione in tema di disoccupazione e di politiche di sviluppo, allora vi informo che oggi abbiamo un Presidente della Giunta regionale che è riconosciuto nelle classifiche come uno dei migliori Presidenti d'Italia.
Ritengo che questo risultato sia sotto gli occhi di tutti, rispetto alla visione di una Regione Calabria, rispetto alla capacità di attirare investimenti, rispetto alle politiche di lavoro che sono state portate avanti, a differenza del precariato che è stato realizzato proprio dal Partito democratico, quando venivano presentate delle leggi a ridosso delle competizioni elettorali che servivano a illudere i cittadini calabresi pur di raccogliere consensi.
Vorrei ricordare al consigliere Bevacqua il contenuto della legge numero 15 del 2015, in cui si prevedeva una modifica statutaria per passare da due a sette assessori esterni.
Questa è rappresentanza democratica?
Il consigliere Tavernise parla in riferimento ai risparmi. Bisogna saper leggere le carte!
Diceva bene il consigliere Talerico: “La politica è fatta soprattutto di studio, perché comunque siamo di fronte a una invarianza di stanziamento, che non comporta assolutamente aggravio di spesa”.
Di fronte a una proposta del genere, per cui è stata chiesta condivisione e partecipazione, purtroppo dai banchi della minoranza non viene esercitato nelle sedi deputate il ruolo di consigliere regionale; mentre noi abbiamo un governo regionale che ha fatto veramente tanto.
Ritengo che non abbiamo assolutamente difficoltà per la composizione delle liste; anzi, qualora ci fosse bisogno, saremo pronti anche a offrire qualche posto nelle liste che verranno fatte in maniera rappresentativa ed egregia. Grazie.
Grazie, consigliera Straface. Ha chiesto di intervenire il consigliere Laghi. Prego, ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Debbo dire che poche volte mi è capitato di ascoltare una vivisezione così dettagliata di una proposta di legge, per cui ho poco da aggiungere, ma volevo sottoporre alla vostra attenzione il mio modesto punto di vista – questa è la caratteristica che credo mi abbia contraddistinto – che cerca di entrare tecnicamente nel merito delle proposte fatte, piuttosto che nella committenza.
D'altra parte, anche la seduta odierna credo che dimostri questo assunto in quanto, come già preannunciato la volta precedente, ho votato con gran piacere una legge, quella della ReDigit sulla digitalizzazione e informatizzazione, che ritengo assai importante per la nostra Regione, che, finalmente, introiterà, con grandi responsabilità per chi la mette a terra, e introdurrà una omogeneizzazione che non potrà che, da una parte, giovare moltissimo alla pubblica amministrazione e, dall'altra, evitare quelle sbavature, quelle scelte assolutamente apodittiche, personali, di nicchia che confliggono col senso stesso di quello che si vuole fare con una corretta digitalizzazione in termini di risparmio e accelerazione dei processi amministrativi, in una parola “democrazia”; quindi, io l'ho votata positivamente e convintamente, così come mi sono, invece, astenuto su quella che riguardava l’Agenzia per l'energia, perché ci sono tante cose dentro: molte assolutamente utili e commendevoli, come il controllo, per esempio, dei sistemi di condizionamento della Regione; altre, invece, che vanno maneggiate con cautela.
Per chiudere brevemente l'intervento e spiegare i motivi della mia posizione, farò riferimento all'intervento del consigliere Lo Schiavo, che condivido per la gran parte.
Ritengo che gli aspetti economici di questa e della legge successiva siano del tutto marginali, perché dal punto di vista tecnico sono facilmente recuperabili con altri strumenti, con altre leggi, con altre modifiche, mentre bisogna valutare tecnicamente la possibile ricaduta della legge sul consigliere supplente e sul contingentamento del numero degli assessori esterni.
Francamente ritengo che la prima riduca l'autonomia decisionale dell'Aula e, quindi, sia di detrimento all'indicazione secondo la quale il consigliere deve esercitare la sua carica senza vincolo di mandato, mentre la seconda proposta di legge, di fatto, per motivi che francamente non capisco e non condivido, riduce la possibilità dell'efficientamento di scelte del Presidente della Giunta regionale che, secondo me, deve potersi avvalere di tecnici che siano dal suo punto di vista adeguati e all'interno di una visione di lavoro che naturalmente deve essere certamente condivisa, ma che vede in lui il primo responsabile.
Per questi motivi, non valuto positivamente queste due proposte di legge. Grazie.
Grazie, consigliere Laghi. Ha chiesto di intervenire la consigliera Bruni. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Non posso lasciare questa Assise senza farvi sentire il mio pensiero. Sono intervenuti tutti e non vorrei che pensiate che non intervengo perché io sia d'accordo.
La consigliera Straface afferma che la politica è fatta di studio, e credo che questo non ci abbia mai fatto difetto.
Aggiungo, però, che spesso è fatta anche di linguaggio, di italiano, di grammatica, di modo di porsi.
Vi dico subito, in maniera molto precisa e chiara, che io non sono d'accordo su questa proposta legislativa perché mi sembra che stiate facendo un gioco a rimpiattino; anzi, meglio un minuetto: assessore esce, consigliere entra, assessore riesce, consigliere rientra. Questo è un modo che riduce gravemente e depotenzia il voto popolare perché evidentemente dà la possibilità alla maggioranza di chiamare e di esprimere ancora più persone di quante il voto popolare aveva deciso che fosse; quindi, il metodo che è stato adoperato non lo approvo, sono in totale sintonia con il mio gruppo e con tutta l'opposizione; per cui, esprimo anche in maniera personale, oltre che come Partito democratico, il voto contrario su questa proposta legislativa.
Grazie, consigliera Bruni. Ha chiesto di intervenire la consigliera De Francesco. Ne ha facoltà.
Grazie, signor Presidente. Intervengo in qualità di Presidente della Commissione di merito, che ha ampiamente discusso e approfondito il provvedimento che oggi sottoponiamo all'attenzione di questa Assemblea, e mi rivolgo ai colleghi di opposizione che oggi parlano di confronto, di condivisione: mi sembra di non averli visti partecipare alle sedute di Commissione, ben due sedute, di cui l'ultima dedicata all'approfondimento degli emendamenti per la cui presentazione erano stati aperti i termini e che non sono pervenuti da parte dell'opposizione. Mi sarei aspettata proprio nella sede preposta al dibattito e alla discussione delle proposte di legge una partecipazione da parte dei colleghi.
Prendo la parola anche per esprimere il mio apprezzamento sincero, e direi anche convinto, per questa iniziativa che ritengo vada proprio nella giusta direzione, intervenendo su aspetti fondamentali del nostro lavoro: la chiarezza nei ruoli istituzionali e il contenimento dei costi della politica.
Voglio soffermarmi, appunto, su alcuni aspetti principali. Innanzitutto, la previsione del ruolo del consigliere supplente è un passaggio che rafforza la funzionalità dell'Assemblea perché separare nettamente il ruolo di assessore da quello di consigliere è una scelta, a mio avviso, di trasparenza e di buon governo.
Consigliere Lo Schiavo, credo che non si tratti di accentramento tra poteri, bensì di un equilibrio sano che, a mio avviso, restituisce piena dignità al ruolo del consigliere regionale, rafforzandone l'indipendenza e, quindi, migliorando la qualità della democrazia.
La proposta di legge che oggi sottoponiamo all'attenzione di questa Assemblea non si limita a migliorare il funzionamento delle Istituzioni, ma introduce anche misure concrete di contenimento dei costi di funzionamento dei gruppi consiliari, dimostrando quindi un impegno tangibile verso una gestione più responsabile ed efficiente delle risorse pubbliche. In particolare, l'abrogazione del comma 1 dell'articolo 4 della legge regionale numero 13 del 2002 comporta una significativa riduzione delle spese di funzionamento dei gruppi consiliari. Parliamo, infatti, di circa 300 mila euro all'anno che vengono risparmiati; fondi che non verranno semplicemente risparmiati, ma anche reinvestiti, soprattutto in settori strategici per il futuro della Regione.
Dunque, si tratta di un'iniziativa che investe nel futuro della Regione, sostenendo l'istruzione e promuovendo l'uguaglianza di opportunità.
Come è stato giustamente sottolineato dai colleghi che mi hanno preceduto - ringrazio il collega Montuoro, Presidente della Commissione bilancio - questa proposta di legge non comporta nuovi o maggiori oneri per il bilancio regionale, anzi, al contrario, attraverso una razionalizzazione delle spese, si ottiene un duplice beneficio: da un lato, riduciamo i costi della politica, e dall'altro si reinvestono in ambiti strategici per il futuro delle comunità.
Dunque, colleghi – mi rivolgo soprattutto ai colleghi che hanno espresso perplessità e che, evidentemente, non hanno colto pienamente il valore di questa riforma – credo che dobbiamo tutti sostenere con convinzione questa proposta che non è solo un intervento tecnico, ma è un vero e proprio atto di responsabilità. Razionalizzare la spesa pubblica, garantire maggiore efficienza istituzionale, rafforzare il ruolo del Consiglio regionale sono obiettivi concreti che oggi siamo chiamati a perseguire.
Auspico, pertanto, che quest'Aula sappia riconoscere e valorizzare la portata di questa importante riforma di buon senso, di prospettiva, e dare, quindi, un segnale chiaro di serietà e di responsabilità. Grazie.
Grazie, consigliera De Francesco. Ha chiesto di intervenire il consigliere Graziano. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Saluto il signor Presidente della Giunta, i signori assessori e i colleghi consiglieri.
Intervengo brevemente su alcuni argomenti che, a mio avviso, meritano un approfondimento.
Il consigliere Alecci ha affermato che il risparmio di un milione e mezzo di euro delle spese dei gruppi consiliari è una trovata pubblicitaria. Risparmiare un milione e mezzo di euro è una trovata pubblicitaria? Anche la riforma dei sette assessori esterni con una spesa di almeno due milioni e 100 mila euro, promossa dal Partito democratico, era una trovata pubblicitaria?
Al contrario, però! Si toglievano dalle casse della Regione soldi che, come questo milione e mezzo, possono essere invece impiegati per la sanità, per i bisognosi, per i redditi vari di cui avete parlato. Ebbene, noi queste risorse le abbiamo previste, consigliere Mammoliti, e vogliamo destinare un milione e mezzo di euro ad altri aspetti importanti nella Regione.
Abbiamo pensato, dato che c'è necessità, di aiutare i giovani di questa regione affinché possano rimanerci.
Tutti sappiamo i dati di fuga che ci sono stati negli ultimi dieci anni, più di 200 mila abitanti se ne sono andati, il 60 per cento sono giovani. Ebbene, li destiniamo ai giovani per borse di studio, ragazzi che meritano di avere una borsa di studio, anche bisognosi, abbiamo scritto, collega Alecci! A chi li dobbiamo destinare? A chi ha le risorse economiche e non ne ha bisogno? Ai ricchi? È evidente che si fa fronte alla destinazione di borse di studio attraverso il merito e attraverso il reddito, il bisogno; ad un ragazzo che non può permettersi di studiare si dà una borsa di studio.
Un milione e mezzo di risparmio in cinque anni, non credo che sia una trovata pubblicitaria, bensì un fatto concreto che questa Legislatura, questa maggioranza, dà ai cittadini calabresi, ai nostri concittadini.
Ho molto apprezzato gli interventi dei colleghi Iacucci e Bevacqua, perché hanno parlato di elevare il dibattito. Noi siamo pronti a elevarlo e siamo pronti anche al confronto.
Voi avete detto: “Se ci sarà questo, noi ci siamo. Facciamo una riforma complessiva dello Statuto”.
Intanto, avete parlato tutti di Statuto e invece questo punto è una riforma elettorale; lo Statuto è il punto successivo.
In questo momento cosa prevede lo Statuto? Prevede che ci possono essere sette assessori esterni, ma anche interni. Nulla toglie che questi assessori possano essere anche interni, ma ve lo immaginate se domani mattina il presidente Occhiuto va a nominare sette assessori interni?! Cosa accade in questo Consiglio regionale? Accade che si blocca totalmente l'attività delle Commissioni, della Conferenza dei capigruppo e del Consiglio regionale perché non sempre gli assessori sono in grado di essere presenti in Consiglio regionale e questo non ce lo possiamo permettere.
Avete detto un'altra cosa: “Se nominiamo gli assessori interni, automaticamente il supplente si sente obbligato nei confronti del Presidente della Giunta.”
Da che mondo è mondo, anche i governi sono fatti così: la nomina del Presidente della Giunta è una nomina di fiducia!
Ci deve essere la fiducia fra il Presidente della Giunta e gli assessori, sia interni sia esterni. Voi dite che votate contro, quindi votate contro un risparmio di spesa di un milione e mezzo di euro.
Immagino che voi non siate d'accordo a questo risparmio di spesa; diversamente, una differenziazione, almeno su questo punto, avreste dovuto farla.
Cosa voterete dopo? Voterete “no”? Quindi siete in disaccordo? Volete che i gruppi consiliari spendano un milione e mezzo di euro in più e non li destinino ai ragazzi calabresi bisognosi o meritevoli?! Questo è quello che oggi abbiamo capito!
Noi vogliamo accogliere questo invito sullo Statuto, se l'argomento è lo Statuto.
Pertanto, il
collega Mattiani farà una proposta successivamente: proporrà anche il
ritiro del punto. Lasciamo le cose come stanno. In questo momento il Presidente
può nominare 7 interni o 7 esterni, ne discutiamo insieme, siamo pronti a farlo,
anche da domani; però, abbiamo annotato che non siete venuti a discutere nelle
Commissioni su questi punti; più volte vi abbiamo invitato a discutere, anche
nella Conferenza dei capigruppo, delle riforme e avete rinunciato a farlo. Oggi,
invece, avete rivolto questo appello alla maggioranza. Ebbene, noi questo
appello lo accogliamo e lo dimostreremo successivamente: il collega Mattiani lo
dimostrerà con il ritiro del punto. Da domani, se volete, costituiamo i gruppi
di lavoro che voi avete proposto per effettuare una riforma organica dello
Statuto, perché molte delle cose che avete indicato fanno parte dello Statuto,
non della riforma elettorale. Va modificato lo Statuto; affrontiamolo insieme, abbiamo
ancora circa un anno e mezzo di Legislatura e su questo punto siamo pronti a
lavorare con la minoranza, perché è giusto che lo Statuto sia modificato, se è
possibile, con il contributo anche della minoranza. Grazie, Presidente.
Ha chiesto di intervenire il collega De Nisi. Prego.
Grazie, Presidente. Intervengo per annunciare il mio
voto favorevole e per effettuare una breve riflessione: ancora, dopo tanti
anni, dopo decenni, l'argomento principe del nostro agire politico è il
populismo.
Questa sera, stiamo parlando dell'introduzione del
consigliere supplente, nessuno ha discusso dei benefici che può comportare
questa riforma, abbiamo pensato soltanto all'aggravio di spesa. Molte volte ci
dimentichiamo che la Regione gestisce miliardi di euro, senza preoccuparci di
come questi soldi siano spesi, di come le risorse siano programmate e di come siano
attuati gli interventi, ma ci preoccupiamo soltanto dell'aspetto populistico,
di quell’aspetto che può far breccia nel cittadino comune per alimentare la
rabbia contro la politica e da questa essere governati.
L’Italia si trova in queste condizioni perché fa
breccia ancora oggi, in una parte dei cittadini, il populismo. Oggi non
dobbiamo indicare quale sia il beneficio del consigliere supplente. Penso che
chi ci segue, chi ci vota, pensi soprattutto che un consigliere regionale
eletto in una piccola provincia se nominato assessore, privi la sua provincia
di un rappresentante eletto democraticamente, considerato che un assessore si
deve occupare dei problemi di tutto il territorio regionale. Introducendo
questa figura noi permettiamo a quel territorio di avere nuovamente un
rappresentante istituzionalmente eletto che può seguire i lavori del
territorio. Questo, secondo me, è il compito principale del consigliere
supplente: consentire la completezza del Consiglio e degli organismi consiliari,
comprese le Commissioni, ma anche permettere ai cittadini che hanno espresso un
consigliere all'interno del proprio territorio di avere ancora un
rappresentante, di essere rappresentati come territorio.
Noi siamo, sì, una assemblea legislativa, ma,
considerata la maggior parte dei provvedimenti, siamo degli amministratori, approviamo
provvedimenti amministrativi; per cui penso che il consigliere supplente,
laddove l'assessore venisse scelto tra i consiglieri, supplisca una perdita,
con il subentro di un componente che rappresenta sempre una parte del corpo
elettorale di quella Provincia che si è privato di un componente in Consiglio.
L'assessore, di fatto, quando viene eletto, abbandona per forza di cose i
lavori consiliari, per la gravosità degli impegni che gli competono. Penso,
quindi, che questo sia un arricchimento per il territorio e per i cittadini
della Calabria, al di là dell'aspetto populistico, spicciolo, di chi vuole far
sembrare che sia una poltrona aggiuntiva o una spesa in più. Davvero penso che
sia un arricchimento.
Grazie, collega De Nisi. Passiamo adesso all'esame
e votazione del provvedimento. Parere della Giunta sull’emendamento interamente
sostitutivo?
Favorevole.
Pongo in votazione l'emendamento interamente
sostitutivo alla proposta di legge 319/12^. L'emendamento interamente
sostitutivo è accolto.
Per prassi, atteso che l'emendamento interamente
sostitutivo è stato accolto, procediamo alla votazione per parti separate dei
singoli articoli;
Articolo 1
(È approvato)
Articolo 2
(È approvato)
Articolo 3
(È approvato)
Articolo 4
(È approvato)
Passiamo alla votazione del provvedimento del suo
complesso con autorizzazione al coordinamento formale. Il provvedimento è
approvato con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo adesso al punto quattro, la proposta di
legge statutaria numero 2/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali Mancuso, Luciana
De Francesco, Crinò, Gelardi, De Nisi, Graziano, Cirillo, recante: “Modifica
dell'articolo 35 dello Statuto della Regione Calabria”.
Mi sembra che sia stata ampiamente discussa.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Mattiani. Ne
ha facoltà.
Presidente, chiedo il ritiro della proposta per
maggiori approfondimenti e per una maggiore discussione anche insieme
all'opposizione.
Votiamo per il rinvio della proposta. Il punto 4 è
rinviato.
(Il Consiglio rinvia)
Passiamo al punto 5, la proposta di provvedimento
amministrativo 209/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Bilancio
di previsione 2025/2027 dell'Agenzia regionale Calabria per le erogazioni in
agricoltura”.
Cedo la parola al collega Montuoro per illustrare
il provvedimento. Prego.
Grazie, Presidente. La proposta di provvedimento,
posta oggi all'approvazione di questa Assemblea, è stata licenziata dalla
seconda Commissione nella seduta del 20 febbraio scorso.
La proposta di provvedimento amministrativo in
oggetto riguarda il bilancio di previsione 2025/2027 dell'Agenzia Regione
Calabria per le erogazioni in agricoltura. Il provvedimento si compone della
delibera di Giunta regionale, delle relazioni istruttorie del Dipartimento agricoltura,
del Dipartimento di economia e finanze e del parere del Revisore Unico dei
Conti dell'Agenzia. Il Revisore Unico dei Conti, con verbale numero 18 del 31
dicembre 2024, rileva che il bilancio rispetta il principio di pareggio finanziario
dell'equivalenza fra entrate e spese per servizi per conto terzi.
Relativamente alle spese del personale e alle spese
per il funzionamento, si evidenzia che la redazione del bilancio di previsione 2025/2027
è stata effettuata rispettando i principi elencati nella legge regionale 62 del
2023. L'organo di controllo, nell'esprimere parere favorevole dal punto di
vista del rispetto degli equilibri di bilancio sulla proposta di bilancio di
previsione 2025/2027, raccomanda la costante verifica dell'andamento delle
riscossioni in corso d'anno (residui e competenze), così da poter procedere al
tempestivo adeguamento del Fondo crediti di dubbia e esigibilità in caso di
minori accertamenti, salvaguardando pertanto gli equilibri di bilancio.
Il Dipartimento agricoltura esprime parere
favorevole al bilancio di previsione e all'esercizio finanziario 2025 e a
quello pluriennale 2025/2027.
Il Comitato di vigilanza ARCEA, struttura di
controllo dell'Ente, ritiene che sussistano le condizioni di legge in ordine
alla congruità e attendibilità delle previsioni di bilancio, ferme restando la
valenza dei suggerimenti resi da parte del Revisore Unico.
Il Dipartimento di economia e finanza rileva che,
con riferimento alle previsioni di entrata e di spesa contenute nel bilancio
dell'Ente, sono garantiti sia gli equilibri contabili sia la presenza di un
saldo finale di cassa positivo. Il Dipartimento, altresì, raccomanda all'Ente,
con riferimento al Fondo crediti di dubbia esigibilità, nel corso
dell'esercizio 2025, di aggiornare le previsioni di spesa di cui al predetto Fondo, verificandone, a seguito dell'attività di
gestione, la congruità in ragione di eventuali variazioni apportate agli
stanziamenti di competenza dei relativi capitoli di entrata, nonché con
riferimento all'effettivo andamento degli incassi.
Il Dipartimento, preso atto delle risultanze
contabili di cui al rendiconto di gestione 2023, evidenzia che il valore del
Fondo pluriennale vincolato, per come riportato nella parte di entrata cui alla
presente proposta di bilancio 2025/2027, risulta formalmente corretto.
Tuttavia, raccomanda, a seguito dell'approvazione della procedura di riaccertamento
del residuo dell'esercizio 2024, di apportare i necessari correttivi al Fondo
pluriennale vincolato sia per la parte corrente sia per quello in conto capitale,
nel rispetto del principio contabile applicato alla competenza finanziaria
potenziata.
A conclusione dell'attività istruttoria, il
Dipartimento ritiene possibile procedere da parte della Giunta regionale alla
trasmissione della proposta di bilancio di previsione 2025/2027 dell'Agenzia
Regione Calabria per l'erogazione dell'agricoltura, al fine della successiva
trasmissione allo stesso Consiglio regionale, ai sensi dell'articolo 57 della
legge regionale 4 febbraio 2002, numero 8.
Grazie, Presidente.
Grazie, collega Montuoro. Ha chiesto di intervenire
il collega Mammoliti. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Intervengo molto brevemente,
perché anche su questo punto nella Commissione bilancio abbiamo effettuato un
approfondimento molto intenso e articolato anche nel merito. È chiaro che anche
qui siamo di fronte ad un organismo importante, un organismo di prossimità
fondamentale per gli agricoltori, quindi per un settore nevralgico per la vita
produttiva ed economica della nostra regione. C'è un'intensa azione di
iniziativa anche amministrativa, che punta a determinare un positivo orizzonte
di equilibrio di bilancio, e una buona performance di attività che lo portano
ad essere addirittura - va salutato positivamente quando si realizzano
obiettivi importanti - il secondo organismo pagatore in Italia.
Ci sono state però delle riflessioni che noi
abbiamo offerto come spunti utili alla maggioranza, affinché si potesse
intervenire per migliorare l'efficienza amministrativa e anche la qualità delle
prestazioni che vengono effettuate, proprio per le ragioni che dicevamo prima. Parecchi
agricoltori evidenziano - non voglio utilizzare il termine “denunciano” - un
aspetto rispetto al quale chiediamo all'assessore competente, alla maggioranza,
al dirigente, di prestare la dovuta attenzione: molti agricoltori sottolineano
di ricevere parecchi acconti di esigue quantità, non comprendendone le ragioni;
infatti, ricevono numerosi acconti per importi esigui di 60, 70, 50 euro;
sarebbe utile, invece, che si intervenisse adeguatamente per garantire
un'erogazione più consistente, più efficiente ed adeguata.
Infine, abbiamo rilevato che questo rilievo è reiterato
dal Revisore e anche dal Comitato di Vigilanza dell'ARCEA.
Per queste ragioni, pur comprendendo l'importanza
di questo organismo e anche riconoscendo alcuni trend
di miglioramento relativi all’efficienza amministrativa, chiediamo questa
maggiore attenzione e riteniamo che questi rilievi reiterati, del Revisore e
del Comitato di Vigilanza, vadano adeguatamente affrontati per essere superati.
Per tali ragioni, come Gruppo del partito democratico, annunciamo il voto di
astensione.
Grazie, Presidente.
Grazie, collega Mammoliti. Non ci sono altre
richieste di parola. Pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso,
unitamente ai relativi allegati, con autorizzazione al coordinamento formale. Il
provvedimento unitamente ai relativi allegati è approvato, con autorizzazione
al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo al punto 6, la proposta di provvedimento
amministrativo 204/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Fondazione
Istituto Regionale per la comunità Arbëreshë
di Calabria. Provvedimenti”.
Cedo la parola alla collega Straface per illustrare
il provvedimento. Prego.
Grazie, Presidente. La proposta di provvedimento
amministrativo 204/12^, oggi sottoposta all'attenzione del Consiglio regionale,
rappresenta un passaggio importante nel percorso intrapreso dalla Giunta
regionale per la tutela e la valorizzazione delle minoranze linguistiche e
storiche della Calabria.
L'approvazione del nuovo statuto della Fondazione
deve essere inquadrata in un ampio processo di revisione e riforma della
normativa regionale sulle minoranze linguistiche e storiche.
Tale processo si sviluppa contestualmente alla
modifica della legge regionale numero 15 del 2003. Grande attenzione è dedicata
dal Presidente della Giunta regionale in merito alle minoranze linguistiche con
l’attribuzione, per la prima volta, della delega all'assessore Gallo. Tale
intervento riformatore si è reso necessario per rafforzare le misure di tutela
e di promozione delle identità culturali e storiche, garantendo naturalmente
una maggiore coerenza con gli strumenti normativi esistenti e le esigenze reali
delle comunità interessate.
Parliamo di comunità che rappresentano un
patrimonio inestimabile, essenziale per preservare identità, tradizioni e
valori che arricchiscono il tessuto sociale e culturale della nostra regione.
Il provvedimento in esame si inserisce in un quadro
normativo consolidato che sancisce l'importanza di proteggere e di valorizzare
il patrimonio linguistico e culturale delle minoranze storiche. Il documento statutario
si sviluppa coerentemente con la Convenzione Quadro per la protezione delle
minoranze nazionali, in particolare con la legge 482 del dicembre del 1999.
Il nuovo statuto della Fondazione nasce dopo un
lungo e approfondito iter di confronto e di condivisione con vari tavoli che si
sono tenuti in Cittadella, che sono stati presieduti dall'assessore Gallo, con
la partecipazione di tutti i sindaci delle comunità Arbëreshë, da cui sono
pervenuti contributi, condivisioni, e del COREMIL, Comitato regionale per le
minoranze linguistiche, che ha fornito contributi determinanti per rendere la
Fondazione efficace e fruibile, soprattutto, dalle diverse comunità. La partecipazione
dei diversi attori ha consentito di produrre il testo di questo nuovo Statuto,
dopo essere stato sottoposto al COREMIL nella seduta del 25 novembre scorso. È
stato, quindi, recepito dalla Giunta regionale con la deliberazione numero 703
del 3 dicembre 2004, successivamente portato all’esame della terza Commissione
consiliare, che ho l'onore di presiedere, che lo ha esaminato con attenzione,
arricchendolo con il contributo del Dipartimento competente, e poi approvato.
Il nuovo assetto normativo ha l'obiettivo di
rilanciare la Fondazione affinché si possa finalmente adempiere alla missione
per cui è stata istituita: salvaguardare, promuovere, valorizzare l'identità Arbëreshë,
pilastro del patrimonio storico e culturale calabrese.
Le minoranze linguistiche, soprattutto in un
contesto di crescente globalizzazione, rischiano l'erosione della loro identità
ed è per questo che è diventata priorità di questo Governo regionale non solo
proteggerle, ma promuoverne la diffusione e il consolidamento, affinché possano
essere tramandate alle future generazioni.
La Fondazione per la comunità arbëreshë, al pari di
quella per la comunità greca di Calabria, ha incontrato in passato difficoltà operative che
ne hanno limitato l'efficacia, da qui la necessità di una revisione strutturale
che ne renda più snella l'organizzazione e più tempestivo il processo
decisionale.
La Regione Calabria ha
ridefinito l'assetto statutario della Fondazione per migliorarne l'efficienza,
per chiarire le competenze degli organi direttivi e rendere l'ente più aderente
alle reali esigenze delle comunità arbëreshë.
Tra le principali innovazioni
vi è la semplificazione della governance, che ora si articola su tre organi
principali: il Presidente, il Consiglio di amministrazione e il Revisore dei
Conti, con attribuzioni chiare e definite.
Un'importante novità è rappresentata
dal ruolo del Presidente che viene rafforzato, conferendogli poteri di gestione
ordinaria e straordinaria, precedentemente distribuiti tra più soggetti, al
fine di accelerare i processi decisionali.
Il Presidente della Fondazione
sarà nominato dal Presidente della Giunta regionale su proposta dell'assessore
competente in materia di minoranze linguistiche e sarà preferibilmente scelto
tra i Sindaci delle comunità arbëreshë, questo per garantire una connessione
diretta con il territorio.
Un'altra importante novità è
l'istituzione dell'Assemblea dei Sindaci e delle Province, un organo deputato a
contribuire all'elaborazione delle strategie della Fondazione, raccogliendo
proposte e favorendo il coinvolgimento delle comunità locali. Questa
innovazione rafforza il dialogo tra la Fondazione e il territorio, rendendo
naturalmente la programmazione più efficace e mirata.
Il nuovo Statuto, inoltre, apporta
dei benefici significativi: viene introdotto il Comitato tecnico-scientifico,
con il compito di supportare l'elaborazione e la valutazione delle attività
della Fondazione; è prevista un’indennità per il Presidente pari a 20 mila euro
annui e il riconoscimento di rimborsi per le spese sostenute dai componenti
degli organi statutari e del Comitato tecnico-scientifico, entro un limite
massimo di 10 mila euro.
In sintesi, l'approvazione del
nuovo Statuto rappresenta un passo determinante per rendere, finalmente,
operativa la Fondazione, dotandola di strumenti necessari per agire con
maggiore rapidità ed incisività.
Ma, oltre all'aspetto tecnico
e normativo, questo provvedimento assume una forte valenza politica e
simbolica. Con la sua adozione, la Regione Calabria ribadisce il proprio
impegno nella difesa e nella promozione delle minoranze linguistiche storiche,
riconoscendone il ruolo cruciale, culturale e sociale nel nostro territorio.
L'identità arbëreshë non è
soltanto un retaggio del passato, ma è una risorsa viva e attuale, capace di
generare opportunità di sviluppo culturale, economico ed occupazionale, oltre
che naturalmente turistico ed educativo. Preservarne
la lingua, le tradizioni, le espressioni culturali significa non soltanto
onorare la nostra storia, ma investire in un futuro che valorizzi le radici
profonde della nostra terra. Grazie.
Ha chiesto di intervenire la
collega Bruni. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Intervengo
perché abbiamo già affrontato in Commissione il tema delle minoranze
linguistiche, quando abbiamo parlato dei Greci di Calabria, e la mia posizione -
non solo la mia, ma anche quella del mio partito - è assolutamente aperta e
positiva a questa proposta legislativa perché non fa altro che sottolineare la
grande e straordinaria variabilità che ha la Calabria, che è stata
importantissima in termini di umanità, di cultura, ma che è in linea,
soprattutto, con quello che è previsto dalla nostra Costituzione.
Non c'è dubbio che queste
minoranze linguistiche, riconosciute e tutelate dall'articolo 6 della
Costituzione, rappresentino un patrimonio culturale unico che ha contribuito e
continua a contribuire alla diversità e alla ricchezza della nostra società e
che la loro tutela e promozione sono fondamentali, proprio per preservare
identità, tradizioni, valori delle comunità locali.
Ritengo, pertanto, che la
tutela delle minoranze linguistiche rappresenti un obiettivo primario da
supportare e valorizzare al fine di far parte, sempre più consapevolmente,
delle ricchezze culturali, storiche di quel popolo che oggi è diventato il
nostro - noi siamo anche il loro - e quindi questa mescolanza straordinaria è
legata al fatto che la nostra terra è stata capace di accogliere.
Noi vorremmo tanto che, anche
oggi, questa nostra terra accogliesse e che le sventure che, purtroppo, apprendiamo
dalla stampa in Italia e nel mondo non ci fossero più e fosse, invece, seguito
un altro percorso. Sicuramente era un'altra epoca storica, ma va rimarcato che
l'integrazione della popolazione arbëreshë è stata assolutamente totale nella
nostra collettività. Loro sono stati, però, capaci di mantenere le loro origini
- questo fil rouge che li ha sempre caratterizzati - di mantenere usi,
costumi, di essere fieri della loro variabilità pur sentendosi completamente
calabresi.
Ritroviamo che la modifica
dello Statuto, sicuramente importante e attesa - sono passati veramente
moltissimi anni, la Regione impiega sempre una quantità di anni biblici per
fare le cose - era assolutamente indispensabile. Dall'esame che abbiamo svolto
in Commissione mi è rimasto però un dubbio: personalmente, non ho mai realmente
capito perché la Fondazione non abbia mai iniziato a funzionare, perché il
patrimonio economico di 200 mila euro non sia mai stato utilizzato. Oggi, la
Presidente ci ha riferito, anche, di un rimborso che arriverà per le spese
sostenute e che il Presidente della Fondazione sarà nominato dal Presidente
della Giunta regionale, in assenza, però, di una manifestazione di interesse -
in questo riscontriamo un vulnus – ma sarà recettore di una indennità
annua pari a 20 mila euro.
Per esempio, ancora: non c'è
un'adeguata specifica tra socio sostenitore e socio. Ci sono alcune cose che
non sono state, poi, alla fine chiarite, però sicuramente ci auguriamo che
questo Statuto e quindi questa proposta legislativa possano rendere questa Fondazione
più trasparente, inclusiva e soprattutto funzionale, per valorizzare
ulteriormente il patrimonio culturale degli arbëreshë e delle altre minoranze
linguistiche.
Saremo interessati a capire
come questi fondi potranno essere impiegati in progetti concreti e, soprattutto,
come dare valore nel futuro, ancora di più, alle popolazioni recettrici di
questa proposta legislativa. Annuncio, comunque, il mio voto favorevole e del
gruppo del Partito Democratico per questa proposta legislativa.
Grazie, consigliera Bruni. Ha
chiesto di intervenire il collega Lo Schiavo. Ne ha facoltà.
Presidente, intervengo per confermarle,
anche, il mio voto favorevole a questa proposta a riprova di quello che ci
siamo detti, cioè che i gruppi dell'opposizione, quando ci sono proposte
ragionevoli che condividiamo nel merito, nell'iter e nel loro percorso, danno
sempre la disponibilità.
L'abbiamo fatto dall'inizio della
legislatura e lo continuiamo a fare anche questa sera, anche quando troviamo,
spesso, porte chiuse rispetto al tentativo di dialogo, soprattutto sui grandi
provvedimenti.
Ribadisco, quindi, il voto
favorevole.
Conosco questa comunità, spero
solo che la Fondazione riesca a essere efficace, efficiente e riesca a
raggiungere i suoi scopi. Noi abbiamo diverse Fondazioni, poi, le mettiamo,
periodicamente, in liquidazione, quindi, spero che questa abbia maggiore
fortuna.
Però non è questo il senso del
mio intervento, è solo una condivisione sulla valorizzazione delle minoranze linguistiche
in Calabria.
Lasciatemi, anche, dire che
conosco alcuni Comuni dove questa identità locale e queste minoranze sono
particolarmente forti. Vorrei citare il Comune di Caraffa, ad esempio, con il
suo museo che è degno di ben altra attenzione e di ben altra valorizzazione,
un'amministrazione comunale giovane che sta portando avanti il rafforzamento e
la tutela della propria minoranza linguistica, della propria identità e quindi
questa Fondazione va in questo senso.
Quindi, esprimo il mio voto
favorevole. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il
collega Laghi. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Non vorrei
segnalarmi come la pecora nera, però io ben conosco l'etnia arbëreshë, in
quanto il mio Comune di nascita, dove abito, è Castrovillari; è al centro di
una zona molto ricca di Comuni arbëreshë, cioè San Basile, Frascineto, Civita,
Lungro, Firmo, Acqua Formosa e così via. Metà dei miei compagni di liceo erano
di etnia arbëreshë, quindi è un ambito ricchissimo, culturale, con tradizioni
davvero spettacolari che conosco abbastanza.
Tuttavia, adesso, qui stiamo
ragionando anche del dettaglio tecnico del provvedimento, per cui io ho molto apprezzato
l'idea di questa proposta di legge, tuttavia mi asterrò dalla votazione.
Mi asterrò proprio perché
credo che questa legge avrebbe dovuto osare un po' di più e quindi dare dei
segnali di maggiore indipendenza della struttura governativa, cioè di governo
della Fondazione, rispetto a quelli che in realtà non dà. Soltanto per questo
motivo.
Auspicando in una futura
eventuale evoluzione, apprezzo la proposta di legge, ma il mio voto è quello di
astensione, con l'auspicio di un ulteriore miglioramento. Grazie.
Pongo in votazione il
provvedimento nel suo complesso, unitamente ai relativi allegati, con
autorizzazione al coordinamento formale.
Il provvedimento, unitamente
ai relativi allegati, è approvato con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in
Allegati)
Passiamo ora al settimo punto all’ordine
del giorno, che riguarda la proposta di provvedimento amministrativo numero 210/12^
di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Approvazione del programma
regionale per le attività di sviluppo nel settore della forestazione e per la
gestione delle foreste regionali anni 2025-2026”.
Cedo la parola alla collega
Gentile per illustrare il provvedimento. Prego.
Grazie, signor Presidente.
Intanto rivolgo un cordiale saluto a tutti, al Presidente della Giunta, ai
signori della Giunta, ai colleghi, alla stampa e a chi è presente in Aula.
Questo Programma regionale è
passato naturalmente al vaglio della sesta Commissione che mi pregio di
presiedere e ha incassato il parere favorevole della Commissione.
Il presente Programma punta a
promuovere un quadro di azioni a livello regionale e costituisce uno strumento
per coordinare tra di loro le azioni regionali e quelle degli enti locali
delegati in materia forestale, oltre che per orientare le stesse attività degli
attori privati di questo comparto.
Il Programma recepisce anche
le azioni e le sotto-azioni previste nel Programma forestale regionale
approvato con delibera di Giunta regionale numero 52 del 27 febbraio
2024.
La Calabria è oggi una delle Regioni
italiane più ricche di boschi, non solo in termini di superficie e di indice di
boscosità, ma anche per la varietà di paesaggi forestali, la consistenza e
l'accrescimento dei boschi e per il contributo significativo alla mitigazione
dei cambiamenti climatici e alla tutela della salvaguardia del territorio.
Dal punto di vista orografico,
la regione presenta cinque fondamentali unità: il massiccio calcareo del Pollino,
la Catena costiera tirrenica, l'Altopiano silano, le Serre e l'Aspromonte e,
infine, le pianure individuabili nella pianura alluvionale del fiume Crati,
nella piana di Gioia Tauro e nelle strette fasce costiere. A causa di tale
orografia molto accidentata, i bacini idrografici calabresi presentano una
conformazione per lo più stretta ed allungata verso il mare. Questo tipo di
bacino, detto fiumara, copre addirittura il 32 per cento del territorio
regionale influenzandone l'assetto urbanistico ed agricolo.
Nel corso degli anni, anche a
causa dell'instabilità climatica, sono emerse alcune criticità. Tra le
criticità particolarmente rilevanti troviamo: la mancanza di un inventario
forestale su scala regionale; superfici forestali pubbliche con ridotta
pianificazione; elevata superficie regionale soggetta ad erosione e a rischio
potenziale di erosione o desertificazione; vaste aree percorse da incendi non
ancora rimboschite; carenza-assenza di piani di gestione di rimboschimenti;
mancata manutenzione delle opere idrauliche sia nei tratti montani, dove hanno
esaurito da tempo la loro funzione, sia nei tratti vallivi, nei quali la
situazione è, in molte aree, ampiamente compromessa.
Ne deriva, quindi, un quadro
complessivo che può evolvere verso un deterioramento progressivo e vanificare i
tanti benefici ottenuti con gli interventi già realizzati nel passato, che
richiedono, invece, una prosecuzione che metta in atto opportune strategie in
una logica di prevenzione e riqualificazione territoriale che sostituisca
quella dell'emergenza con indubitabili conseguenze positive, anche, sul piano
economico.
Partendo dal quadro delineato,
visto il Programma forestale regionale approvato con delibera di Giunta numero 52
del 2024, il presente documento si configura come uno strumento di
programmazione necessario per la realizzazione degli interventi che, senza
soluzione di continuità, saranno eseguiti dagli enti attuatori di forestazione,
ossia Azienda Calabria Verde e Parco naturale regionale delle Serre, e
finalizzate a rimuovere gradualmente alcune delle criticità prima elencate.
Le attività previste nel programma
possono essere ricondotte a tre settori, non rigidamente separati tra loro
bensì integrati, che si riallacciano alle azioni dei precedenti Programmi,
prevedendone la prosecuzione e per alcuni il loro completamento: il sistema
legno boschivo, il sistema di difesa del suolo e la formazione professionale.
Per quanto concerne
l'ampliamento degli strumenti conoscitivi, si prevede un aggiornamento
periodico dell'inventario forestale regionale per costituire una rete di
monitoraggio permanente che fornisca informazioni sullo stato, la consistenza
delle risorse forestali e la loro variazione nel tempo, e che consenta così
l'analisi di variabili forestali di tipo quantitativo come la superficie delle
diverse formazioni boschive, il volume legnoso e la biomassa. Ancora,
l'utilizzo di sistemi informativi territoriali che consentono di creare banche
dati geografiche e di utilizzare i dati a disposizione per effettuare analisi
spaziali più o meno complesse, i cui risultati saranno presentati sotto forma
di nuovi prodotti cartografici, tabelle e grafici.
Infine, l'elaborazione di
piani forestali di indirizzo territoriale, uno strumento nuovo che le Regioni
possono predisporre riguardo a territori boscati di estensione sovracomunale
che includono più proprietà, sia pubbliche sia private, e si presentano
sufficientemente omogenei dal punto di vista ambientale, paesaggistico
economico, produttivo o amministrativo, con l'obiettivo di migliorare la
conoscenza dell'intero sistema silvo-pastorale del
territorio pianificato e delle filiere collegate ai prodotti e ai servizi da
esse generati.
Allo stesso tempo, tramite
tali piani, è possibile definire le priorità e le urgenze degli interventi di
gestione forestale, al fine di ottimizzare l'allocazione sul territorio dei
fondi pubblici disponibili, in primis quelli delle misure del programma
di sviluppo rurale.
Per quanto concerne le
problematiche di dissesto idrogeologico, gli interventi previsti in questo
settore risponderanno a strategie che intendono superare la logica
dell'emergenza, per passare a quella della prevenzione e riqualificazione
territoriale, e saranno finalizzati sia al recupero, in termini forestali,
delle aree nelle quali per cause diverse il bosco è stato distrutto o
degradato, sia al miglioramento dei rimboschimenti sia alla lotta alla
processionaria.
Allo stesso tempo saranno
messe in atto quelle attività di supporto alle prime, che riguardano la
vivaistica, la manutenzione e il miglioramento della viabilità forestale,
nonché delle opere infrastrutturali a servizio del bosco. Tali interventi
avranno una ricaduta positiva sulla conservazione del suolo e sulla lotta alla
desertificazione, sulla prevenzione degli incendi boschivi, sulla mitigazione
dei cambiamenti climatici, sull'aumento e la conservazione della biodiversità,
e forniranno, inoltre, un contributo all’attività legata alla filiera del
legno.
La Regione Calabria ha attualmente un patrimonio indisponibile di poco
oltre i 60.000 ettari di superficie e si tratta di un consistente patrimonio la
cui superficie in parte è oggi inclusa nei perimetri dei territori dei 3 Parchi
nazionali e nei siti Natura 2000.
La gestione di queste foreste è affidata a Calabria Verde - ad eccezione
della foresta demaniale delle Serre Vibonesi che la Regione ha dato in gestione
all'omonimo parco naturale regionale - e non può che rifarsi ai principi della
sostenibilità basati sulla multifunzionalità, con particolare riferimento: alla
conservazione del suolo e delle risorse idriche; alla tutela dell'ambiente, del
paesaggio e delle risorse di particolare interesse naturalistico, culturale e
storico; alla conservazione della biodiversità e protezione della flora e della
fauna; alla promozione di un uso sociale del bosco e delle attività ricreative
o culturali ad esso correlate; all'incremento della produzione legnosa e di
sviluppo delle attività di trasformazione del legno e alla valorizzazione dei
prodotti non legnosi e secondari.
Diventa, pertanto, prioritario che l’Azienda Calabria Verde si doti per
ciascuno dei complessi demaniali dei relativi Piani di gestione, che risultano
scaduti ad eccezione della foresta demaniale delle Serre e della foresta
Pellegrina Cinquemiglia. I Piani sono gli strumenti indispensabili per attuare
una gestione sostenibile di questo enorme patrimonio forestale calabrese, con
tutte le ricadute in termini ambientali ed economici che ne conseguono, anche
perché potrebbe rendere fattibile in futuro la loro gestione diretta.
Gli interventi di difesa del suolo prevedono azioni di monitoraggio della
fitta rete di corsi d'acqua che solcano il territorio della Calabria con
interventi strutturali, ma soprattutto di manutenzione, al fine di garantire
una costante ed efficace azione di prevenzione dei dissesti. Si tratta di
operazioni da svolgere periodicamente al fine di mantenere in buono stato di
efficienza idraulico ambientale gli alvei, in buone condizioni di equilibrio la
parte spondale e in efficienza le opere idrauliche e quelle di sistemazione
idrogeologica.
Le tipologie di intervento proposte contemplano anche le operazioni sul
territorio volte ad incrementare il grado di sicurezza, promuoverne la
manutenzione, ottimizzare gli interventi strutturali di difesa attiva, nonché
mitigare gli effetti degli usi non conservativi legati alle attività
antropiche. In tale contesto non vengono tralasciate le opere di
riqualificazione ambientale e la conservazione e la valorizzazione del
paesaggio.
Per quanto concerne la problematica degli incendi boschivi, le attività
antincendio vengono annualmente disciplinate dal Piano Regionale per la
programmazione delle attività di previsione, prevenzione e lotta contro gli
incendi boschivi, per come confermato dalle disposizioni attuative contenute
nella legge regionale numero 51 del 22 dicembre 2017, norme di attuazione della
legge 21/11/2000, numero 353. Nel presente programma, invece, si riportano
quegli interventi di prevenzione diretta che rendono i popolamenti forestali
meno vulnerabili al fuoco; ad esempio, si ritiene utile la tecnica del fuoco
prescritto che è una strategia di prevenzione per ridurre la biomassa e
modificare il modello di combustibile.
Si rende, inoltre, necessario riorganizzare in modo integrato i settori
della forestazione e della Protezione civile. Il personale operante nel settore
della forestazione ha specifiche competenze che potrebbero essere impiegate in
modo più funzionale a favore delle azioni di prevenzione e gestione delle
emergenze, come quelle legate agli incendi boschivi e ad altre calamità
naturali. Un migliore utilizzo di queste
risorse umane consente di ottimizzare i risultati in fase di emergenza, ma
anche nelle attività quotidiane di gestione e manutenzione del territorio. Per
rafforzare l'efficacia delle squadre di pronto intervento, nel programma sono
previsti fondi per l'acquisto di attrezzature e mezzi destinati ai nuclei
polifunzionali.
La ricerca e l'innovazione, infine, rivestono un ruolo chiave
nell'affrontare le sfide attuali e future del settore forestale, inclusa la
gestione sostenibile delle foreste, la prevenzione degli incendi, la tutela
della biodiversità, l'adattamento ai cambiamenti climatici e la valorizzazione
economica e sociale delle risorse forestali in modo responsabile.
L'innovazione e la competitività nelle filiere forestali sono possibili
grazie a un'alleanza strategica tra iniziative regionali e nazionali con quelle
condotte a livello europeo.
A livello locale, per massimizzare l'impatto delle attività di ricerca e
innovazione nel settore forestale, è essenziale migliorare il coordinamento e
la concertazione tra i diversi attori (Istituti di ricerca, Organizzazioni governative
regionali e subregionali, imprese private e cittadini). Tali interventi sono
cofinanziati dalla legge 197 del 2022, per come modificata e integrata
dall'articolo 18, comma 4-quater, della legge numero 74 del 21 giugno
2023, che all'articolo 1, comma 697, prevede: per “sostenere gli interventi per
spese in conto capitale della regione Calabria volti a prevenire e a mitigare
il rischio idrogeologico e idraulico al fine del contenimento dei danni causati
dai connessi fenomeni nonché per le finalità di cui al decreto-legge 20 maggio
1993, n. 148, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 luglio 1993, n.
236, è disposta in favore della Regione Calabria l'assegnazione di 50 milioni
di euro per l'anno 2023, di 100 milioni di euro per l'anno 2024, di 170 milioni
di euro per l'anno 2025 e di 120 milioni di euro per l'anno 2026 mediante
corrispondente riduzione della dotazione aggiuntiva, di cui all'articolo 1,
comma 177, della legge 30 dicembre 2020, n. 178, del Fondo per lo sviluppo e la
coesione, periodo di programmazione 2021-2027.”.
Concludo facendo i miei complimenti all'assessore Gallo per tutto il
lavoro svolto fin qui. Grazie.
Presidenza del vicepresidente Pierluigi Caputo
Grazie, consigliera Gentile. Ha chiesto di intervenire il collega
Mammoliti. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Ho ascoltato con molta attenzione la collega Gentile
che, chiaramente, nel riportare i passaggi contenuti nel programma, ha parlato
di: deterioramento progressivo e di mettere in atto opportune strategie, fino a
parlare degli incendi e di altri passaggi previsti e contenuti in questo
programma.
Parliamoci chiaramente, Assessore: su questo aspetto, capisco che lei oggi
possiede anche altre deleghe importanti, ad esempio i trasporti che essendo
materia complessa, difficile, impegnativa, non le consentono probabilmente di
prestare l'attenzione dovuta, però, a costo di essere noiosi, come ci veniva
poc'anzi criticato, su questo aspetto non posso sottacere che vi vedo
totalmente annoiati e ripetitivi. Se non prestate un po' d'attenzione,
rischierete qualche volta nello stesso Piano, collega Gentile, di riportare
anche la data del Piano dell'anno precedente. Voi sapete, e l'Assessore sa
meglio di me, che il programma è redatto nelle more dell'approvazione del nuovo
Piano forestale regionale. Siccome ogni anno noi riapproviamo questo Piano,
cambiando sostanzialmente solo la data, vale la pena chiedersi a che punto sia
l'elaborazione del nuovo Piano forestale.
Quello è il punto strategico, nevralgico che indica una pianificazione,
una programmazione di quelle che saranno le linee di intervento importanti.
Abbiamo un patrimonio boschivo ambientale enorme, lo diceva lei, abbiamo
l'indice di boscosità più alto della media italiana, ma questo immenso
patrimonio boschivo è stato costruito, non lo abbiamo perché ce lo ha
consegnato la natura! Questo patrimonio c'è perché dal 1955 al 1985 dei
lavoratori come gli operai forestali hanno realizzato una grandissima opera di
rimboschimento, facendo passare la nostra regione da 260 mila ettari a oltre
478 mila ettari; ed è vero, cara collega Gentile, questo patrimonio oggi
rischia moltissimo.
Questo patrimonio rischia moltissimo per 2 ordini di ragioni che non
possiamo per nulla sottovalutare e su questo sarebbe anche auspicabile un
dialogo e un confronto positivo per affrontare questa problematica così
rilevante per la nostra regione: c’è lo spopolamento
preoccupante delle zone interne che provoca anche una mancanza di manutenzioni
ordinarie e straordinarie del territorio che, con le alluvioni, favoriscono il
dissesto idrogeologico e, poi, dall'altra parte, si è assottigliata quella quantità
di operai forestali che abbiamo avuto nel corso degli anni, riducendosi a poco
più di 3 mila lavoratori; quindi, abbiamo un grande patrimonio forestale da
tutelare, di fronte ad un abbandono delle aree interne, ad un'esigua capacità
di intervento e di manutenzione ordinaria e straordinaria del territorio, e
abbiamo, purtroppo, una quantità sempre più esigua di lavoratori forestali che
si dedicano alla valorizzazione di questo patrimonio.
E allora perché dico “ripetitivi”? Non è una critica astratta, basta
leggere i provvedimenti, il programma degli anni precedenti, per esempio
l'inventario forestale regionale – lo citava giustamente la collega Gentile -
ma a che punto è la redazione del nuovo Piano forestale? C'è? Esiste? So cosa
mi risponderà l'Assessore, mi auguro non mi ripeta sempre la solita solfa che
“Il Partito Democratico sui forestali negli anni passati…”. Non è vero! Però,
quando non si hanno argomenti validi e razionali di convincimento rispetto alle
criticità che vengono avanzate, si risponde così a piacere. Va bene, capisco la
dialettica politica, il confronto democratico tra di noi, ci sta, non mi
scandalizzo, però questi sono temi puntuali sui quali l'Assessore e il governo
regionale dovrebbero provare a fornire, non a me, al consigliere Mammoliti, ma
alle organizzazioni sindacali, ai cittadini calabresi, ai consiglieri, una
visione che, a mio avviso, purtroppo manca. Manca una visione sulla
pianificazione, sulla programmazione di piani pluriennali e ci si adagia, ci si
adatta in maniera quasi di burocratica a questo programma annuale ripetitivo,
perché evidentemente anche i Dipartimenti sono più concentrati ed impegnati
nella gestione ordinaria e poco nell'attività o nell'azione di programmazione.
Assessore, bisognerebbe provare ad imprimere una spinta positiva, utile
per rigenerare questo grande patrimonio forestale e provare anche a determinare
una condizione positiva, non solo per dare una risposta ai profondi cambiamenti
climatici, al dissesto idrogeologico, all'abbandono delle zone interne, ma
anche dal punto di vista della cura del territorio e della manutenzione
ordinaria e straordinaria che, a mio modesto avviso, è una delle prime opere
infrastrutturali importanti per la Calabria; a seguire, quindi, come veniva
puntualmente affermato dalla collega, i Piani forestali di indirizzo
territoriale, che sono un altro strumento importante. Le disposizioni per la
definizione dei Piani risalgono al 2021, noi siamo nel 2025!
Insomma, Assessore, noi siamo in evidente ritardo e il documento è del
tutto sovrapponibile a quello degli anni precedenti.
Sollecito, pertanto, l'Assessore a voler dire a questo Consiglio di
assumere provvedimenti e decisioni per utilizzare le risorse disponibili che ci
sono e provare ad invertire la tendenza di questa programmazione, senza
enunciazioni ordinarie, ma, per esempio, informandoci su quali siano stati i
risultati ottenuti e i miglioramenti realizzati rispetto alla programmazione
degli anni precedenti, del 2023 e del 2024? Abbiamo il dovere di fare una
valutazione e verificare se, rispetto ai programmi precedenti, quegli obiettivi
indicati, quelle strategie individuate abbiano realizzato e prodotto dei
risultati positivi.
Voglio, da questo versante, essere uno sprone politico positivo o, se
volete, fare anche una provocazione: Assessore, avete un'idea di visione
strategica della forestazione in Calabria? Allora, se l'avete, perché non la
esplicitate? È quella che circola nei corridoi e nei meandri del dibattito
fuori dai luoghi ufficiali e cioè di voler anche in questo settore smantellare
il patrimonio pubblico facendolo diventare privato? È una provocazione, è uno
sprone, una sollecitazione, ma si vocifera in giro che si vuole fare questo. E,
allora, se non è questa l'idea che voi avete, perché non esplicitate qual è la
vostra idea?
Infine, sul risparmio: per esempio, solo negli ultimi 2 anni, dal 2023 ad
oggi, gli operai forestali sono qualcosa come 1026 in meno, solo in 2 anni, il
risparmio derivante solo da questi mille lavoratori a tempo indeterminato come
viene utilizzato? Perché non orientiamo l'utilizzo del risparmio di questi
mille lavoratori a tempo indeterminato per impiegare personale qualificato
anche a tempo determinato per presidiare il territorio? Quando parlo di risorse
umane, collega Gentile, non mi riferisco esclusivamente all'idea del vecchio
operaio forestale, che pure ha svolto un ruolo importantissimo, ma parlo anche
di operai, di operatori, di tecnici, di ingegneri, di agronomi, di persone
qualificate che possono introdurre degli elementi anche di qualificazione
dell'attività e del lavoro forestale.
Quindi perché ci dobbiamo sottrarre a questa ipotesi, a questa
possibilità, se oggi le risorse e anche i maggiori risparmi ci consentono di
fare questa operazione?
Chiudo il mio intervento chiedendo all'Assessore se questi passaggi della
programmazione sono stati almeno oggetto di confronto con le organizzazioni
sindacali e poi, appunto, se fosse possibile, conoscere effettivamente qual è
il cuore della vera strategia che l'Assessore e il governo regionale vogliono mettere in campo per difendere e tutelare questo immenso e
grande patrimonio pubblico della forestazione che, per quanto ci riguarda, noi
intendiamo assolutamente difendere. Grazie, Presidente.
Presidenza del presidente Filippo Mancuso
Grazie a lei. La parola all'assessore Gallo, per rispondere. Prego.
Grazie, signor Presidente, colleghi della Giunta, colleghi consiglieri.
Ringrazio innanzitutto il Presidente della Commissione, onorevole Katya
Gentile, per la brillante relazione e anche la Commissione per aver approvato
in tempi celeri il Programma annuale di forestazione.
Rassicuro il consigliere Mammoliti, che è stato probabilmente un po'
distratto negli ultimi mesi: noi siamo l'unica regione d'Italia, la prima ed
unica regione d'Italia, ad oggi, ad aver approvato, secondo la nuova normativa
nazionale, il Piano regionale pluriennale di forestazione. La prego di andare a
verificare. Peraltro, è anche passato nelle sedi opportune e quindi continuiamo
ad essere ad oggi l'unica Regione del Paese ad aver approvato questa
programmazione, vale a dire una programmazione anche sull'utilizzazione
delle nostre foreste. Sono 600.000 gli ettari boscati e non 478.000, di cui
60.000 di patrimonio regionale, affidati a Calabria Verde che - è bene
ribadirle queste cose, le ribadiamo ad ogni piè sospinto - negli ultimi anni,
ante gestione Santelli e Occhiuto, ha registrato debiti fuori bilancio per 30
milioni di euro nell'anno 2018 e per 70 milioni di euro nell'anno 2017; a
seguito di un'indagine giudiziaria, infatti, ci fu una revoca di alcuni fondi
comunitari che furono affidati a Calabria Verde che, attualmente, li
restituisce alla Regione, a seguito di un accordo pluriennale, per tre milioni
e mezzo di euro all’anno; quindi Calabria Verde restituisce alla Regione settanta
milioni di euro, ancorché anticipati. In quella fase storica - non era guidata
certamente dal centrodestra - si fecero quelle scelte, per un totale di circa
cento milioni di euro.
È
chiaro che, in questi anni, lo dico con grande chiarezza, c'è stata una
problematica in capo a Calabria Verde che, peraltro, per anni non ha approvato
il bilancio di previsione.
Anche
quest'anno abbiamo una problematica relativa all'anno 2027 perché è storia,
nota a tutti, che, grazie anche all'intervento del presidente Occhiuto, abbiamo
avuto l'anticipazione dei fondi FSC, atteso che a partire dal Governo Conte non
è stata più finanziata, a livello nazionale, la forestazione; pertanto, la
forestazione è finanziata con i 56 milioni di euro che sono stanziati dal
bilancio regionale, oltre alle somme che stanziamo con l'FSC. Sarebbe bello se
avessimo dei risparmi.
Peraltro,
voglio ricordare al consigliere Mammoliti, che conosce bene la realtà di questo
mondo, che, a seguito, anche, dei mancati raggiungimenti degli obiettivi di
AFOR e a seguito delle difficoltà che ha avuto Calabria Verde, non c'è
versamento e accantonamento dei TFR e dobbiamo far fronte interamente al TFR,
ogni volta che un operaio forestale va in pensione. Ora stiamo resistendo
perché siamo arrivati a fine 2023, siamo in linea con le previsioni statali e
con quanto avviene nell'attuale finanza pubblica. Non si tratta di risparmi
veri e propri, certo c'è un alleggerimento sul corrente che, comunque, per
quest'anno sarà intorno a 145 milioni di euro - effettivamente non è poca roba
- e speriamo, anche, che ci sia un veloce scivolamento verso la pensione di
lavoratori che hanno superato i sessantacinque anni di età, i sessantadue anni
di età e i sessantatré anni di età e che, soprattutto, hanno superato i
quarantadue anni e dieci mesi di lavoro, quindi di contribuzione, e continuano
a permanere in servizio; naturalmente con delle difficoltà, perché
legittimamente continuano a permanere in servizio, ma, chiaramente, essendo
tutti full time, essendo tutti impiegati, ogni anno costano alla Regione
qualcosa come 43 mila euro a testa all'anno.
Tutto
questo è una storia reale che, comunque, in questi anni, abbiamo affrontato;
oggi abbiamo anche pagato gli stipendi, so che c'è stato qualche allarme per
qualche ritardo nel pagamento in questo mese, ma oggi è stato disposto il
pagamento degli stipendi ai quali facciamo fronte e faremo fronte, come ogni
mese. Naturalmente, i fondi utilizzati - sono fondi FSC - hanno bisogno di
progettazioni con copertura di legge nazionale, hanno bisogno di
rendicontazione e, quindi, hanno bisogno di un iter diverso rispetto al normale
impiego di fondi di bilancio.
Devo
dire ai colleghi di maggioranza, ma anche a tutti colleghi del Consiglio, che è
opportuno che, magari, si discuta di queste situazioni, di queste condizioni e
che, ogni tanto, in queste occasioni - oggi su sollecitazione del consigliere
Mammoliti - ci si ricordi, anche, degli sforzi profusi in questo settore al
quale dedico attenzione. Soprattutto, è importante sottolineare - la prego di
chiedere ai suoi ex colleghi della Cgil, della Cisl, della Uil - che la
concertazione che c’è stata in questi anni, non c’è mai stata in passato,
almeno questo dicono loro. Stiamo chiudendo, se ci riusciamo, anche con
difficoltà, un contratto regionale decentrato (CIRL), con grande sforzo da
parte della Regione. È avviata la nuova trattativa per il contratto nazionale
e, in proposito, voglio ricordare che il contratto nazionale è costato qualcosa
come 17-18 milioni di euro all'anno a regime: 12 milioni di euro per il primo
anno, altri 3 milioni o 4 milioni di euro per il secondo anno. Tutto questo,
naturalmente, si fa attraverso le risorse a disposizione.
In
questo quadro di grande difficoltà, siamo riusciti a far fronte agli impegni
ordinari, siamo riusciti a riportare Calabria Verde ad approvare i bilanci di
previsione e credo che nella prossima seduta di Giunta avremo il bilancio di
previsione per l'anno 2025; siamo riusciti, quindi, a contenere le difficoltà
che ci sono e che, sicuramente, abbiamo ereditato.
In
questo quadro siamo riusciti anche a stabilizzare con contratto a tempo
parziale alcuni lavoratori della ex legge 15; il tempo parziale non potrà non
essere il futuro della forestazione nella nostra regione, perché la
forestazione nacque come sostegno agli agricoltori nelle stagioni nelle quali
non si faceva agricoltura, soprattutto nelle aree interne, quindi, nacque con
una declinazione al lavoro a tempo parziale. Nel corso degli anni, poi, ci
furono delle evoluzioni che portarono i lavoratori ad essere assunti a tempo
indeterminato, full time, e questo, naturalmente, ha portato degli
appesantimenti finanziari che, senza sostegno esterno, non si possono,
naturalmente, sostenere.
La
Regione Basilicata, molto più piccola, un terzo della nostra regione, ha oltre
tre mila forestali, ma, essendo a tempo parziale, la forestazione costa 60
milioni di euro di euro. In Calabria la forestazione, con circa quattro mila
forestali, costa, ad oggi, ancora circa 140 milioni di euro; quindi, il futuro
non potrà non essere - le do una risposta - che con le assunzioni di tanti
giovani delle aree interne a tempo parziale. Peraltro - scelte non nostre - nel
corso degli anni la forestazione è stata concentrata, soprattutto, in alcune
aree della regione, forse le aree che soffrivano di più, penso all'area della
Sila e della Locride, e, oggi, noi abbiamo una carenza assoluta di forestali,
di operai che controllino il territorio, che lavorino alle attività di
prevenzione sugli incendi e alle attività di prevenzione del dissesto
idrogeologico. Tantissime aree sono assolutamente scoperte e l'intendimento del
presidente Occhiuto - anche mio come Assessore di questa Giunta, di questa
maggioranza - è quello di rigenerare la forestazione.
Le
do questa risposta perché questo è oggetto di un accordo che abbiamo
sottoscritto con i sindacati nel momento in cui abbiamo quasi chiuso la
trattativa sul CIRL; abbiamo detto che chiuderemo la trattativa sul CIRL con
uno sforzo economico che si aggira sui 4,5 milioni di euro, abbiamo detto che
favoriremo il pensionamento dei lavoratori forestali con un incentivo nei
confronti dei lavoratori, abbiamo detto che rigenereremo il settore con le
assunzioni a tempo parziale e abbiamo detto che produrremo ogni sforzo per
garantire ai lavoratori della ex legge15 una maggiore presenza in servizio
perché, attualmente, percepiscono un'identità di disoccupazione. Poiché c'è il
limite del trasferimento a persona del settore lavoro, sono operazioni che
abbiamo chiuso con l'assessore Calabrese. Naturalmente c'è bisogno di un
incremento per garantire loro un reddito sufficiente e anche migliore.
Sul
fronte della programmazione forestale credo che a lei sia noto come nel corso
degli anni, soprattutto nell'ultimo quinquennio, Calabria Verde, per una serie
di questioni che esulavano dalla gestione, ma anche perché era stata affidata
ad un ottimo generale dei carabinieri che aveva una visione diversa -
evidentemente c'era stata l'esigenza di affidare ad un generale dei carabinieri
la gestione di Calabria Verde, con tutte le note positive, ma anche, forse, con
qualche limite - non si era dotata di Piani di gestione forestale.
Noi
li chiediamo ai privati, li chiediamo ai Comuni, li chiediamo agli altri per
effettuare dei piani di taglio, ma non c'erano i Piani di gestione forestale.
Oggi
Calabria Verde si sta dotando di Piani di gestione forestale, sta lavorando,
attraverso i Piani di gestione, anche alla certificazione dei crediti di
carbonio. Vuole rilanciare soprattutto - lei lo avrà letto sicuramente - la
vivaistica che era una grande ricchezza della nostra regione, di AFOR e delle
aziende che assumevano forestali perché producevano piante per essere
piantumate nella nostra regione, affinché, poi, ci fosse quell'incremento al
quale faceva riferimento il consigliere Mammoliti.
Oggi
contiamo non solo di ripiantumare e, quindi, aumentare le superfici boscate,
ma, soprattutto, di venderle, perché i grandi della terra - il consigliere
Laghi lo sa - hanno deciso, qualche anno fa, che nei prossimi cinquant'anni nel
mondo dovranno essere ripiantati mille miliardi di alberi. Se devono essere
impiantati mille miliardi di alberi, qualcuno li dovrà produrre e, nel nostro
piccolo, noi, con giovani motivati, formati e con un'azione adeguata potremmo
produrre qualche milione di piantine nei nostri vivai e, quindi, avere un
reddito. Certamente tutto questo sarebbe finalizzato ad avere una gestione
finanziariamente autonoma del settore della forestazione.
La
voglio rassicurare su un aspetto, anche citando dei precedenti e chiedendo
anche ai miei colleghi se, in questi anni, hanno mai votato provvedimenti che
hanno privatizzato del patrimonio pubblico: penso che questa maggioranza,
questo Governo, sia andato sempre a favore degli interessi del pubblico.
Cito,
per esempio, l'ultimo provvedimento, miracoloso, del quale, probabilmente, la
vostra parte politica o non ha capito la portata o, strumentalmente, non l'ha
voluta capire: la Regione si è fatta carico, attraverso un impegno su ARRICAL,
con oltre 42 milioni di euro, dei debiti contratti dai Comuni nel settore dei
rifiuti. Quindi, andiamo incontro alle esigenze del pubblico, andiamo incontro
alle esigenze generali e non mi pare che abbiamo, finora, privatizzato nulla di
pubblico.
Non
vogliamo privatizzare le nostre foreste, anzi vogliamo renderle produttive con
strumenti che siano adeguati, senza regalare nulla a nessuno, perché abbiamo
rispetto del patrimonio pubblico ereditato che è enorme, importante e che,
forse, non abbiamo utilizzato al meglio, ma che dobbiamo, sicuramente,
consegnare ai nostri figli. È una ricchezza che consentirà non solo
l'utilizzazione per la filiera bosco - legno, non solo l'utilizzazione di tutto
quello che deriva da questo settore, ma anche per favorire un turismo lento,
sostenibile, ambientale, per una produzione diversa, una produzione indiretta
di un settore che, finora, obiettivamente, anche per le difficoltà che abbiamo
avuto noi stessi in questi anni, non ha dato i risultati che, forse, ci saremmo
tutti quanti aspettati.
Comunque
la rassicuro che c'è un impegno diretto, quotidiano, in primis del
presidente Occhiuto, che sta seguendo le vicende della forestazione con grande
attenzione. Egli stesso incontra, in qualche circostanza, i sindacati e si
confronta con essi, per cui tutte le cose che le ho detto e che sono contenute
nel verbale sottoscritto non sono iniziative del dell'assessore Gallo, ma sono
iniziative del presidente Occhiuto, discusse, ragionate col Governo e con la
maggioranza che le ha approvate.
PRESIDENTE
Grazie.
Prima di porre in votazione il provvedimento nel suo complesso, ha chiesto di
intervenire il consigliere Mammoliti. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Intervengo in maniera molto veloce, per alcune precisazioni: ho
parlato di programmazione, non di Piano, perché nella delibera, Assessore, c'è
scritto programmazione ma non c'è il Piano. Se avete approvato il Piano,
sarebbe stato utile che nella delibera fosse riportato, però le posso garantire
che la delibera che ho letto, a meno che non ci sia qualche refuso, parla di
programmazione, che deve essere fatta all'interno di quella visione che però vi
manca. Tuttavia, prendo atto di questi passaggi importanti in merito ad una
serie di problemi rilevanti, a partire dalla sottoscrizione del contratto
integrativo regionale che spero possa diventare però esigibile e non restare
bloccato, come è avvenuto, purtroppo, ahimè, anche nel passato con i precedenti
Governi. Prendo, anche, atto dell'impegno che lei ha sottolineato rispetto alla
garanzia della difesa del grande patrimonio pubblico della forestazione; un
impegno importante che, per me, ha un valore e un significato politico,
economico e sociale rilevante, perché sono tante le voci che circolano su
questi aspetti.
Per
questa ragione, come gruppo del Partito democratico, per offrire una
collaborazione, anche sotto forma di vigilanza e di attenzione, ci asteniamo.
Grazie.
Grazie.
Il provvedimento, con i relativi allegati, è approvato con autorizzazione al
coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo
al punto 8, la proposta di legge numero 326/12^ di iniziativa dei consiglieri
regionali Pasqualina Straface, Raso, Sabrina Mannarino e Talerico,
recante: “Strategie di intervento educativo e inclusione scolastica degli
alunni con alto potenziale cognitivo (APC) e con altri bisogni educativi
speciali (BES)”. È relatore la consigliera Straface a cui cedo la parola per
l’illustrazione del provvedimento. Prego.
Grazie,
Presidente. La proposta di legge numero 326/12^, da me presentata e
sottoscritta anche dai consiglieri Raso, Sabrina Mannarino e Talerico, ai quali rivolgo il mio ringraziamento,
intitolata “Strategie di intervento educativo e di inclusione scolastica degli
alunni con alto potenziale cognitivo (APC) e con altri bisogni educativi
speciali (BES)”, approda, oggi, in Aula per l'approvazione definitiva, dopo un
iter approfondito e partecipato che ha visto il supporto dei Dipartimenti
regionali istruzione, salute e welfare, che ringrazio particolarmente per la
fattiva collaborazione.
L'inserimento
all'ordine del giorno di questa seduta consiliare conferma la centralità e
l'urgenza delle tematiche affrontate con questa norma, che si propone di
disciplinare un ambito di primaria rilevanza per il sistema scolastico
regionale, l'inclusione e il pieno sviluppo delle potenzialità di tutti gli
studenti, con particolare riferimento a coloro che presentano un alto
potenziale cognitivo e altri bisogni educativi speciali.
L'inclusione
scolastica e la valorizzazione della capacità di ogni studente sono i principi
cardine del nostro ordinamento e il sistema normativo italiano, con la
direttiva ministeriale del 27 dicembre del 2012, ha aperto la strada a percorsi
didattici personalizzati per studenti con difficoltà di apprendimento, con
l'obiettivo, naturalmente, di promuoverne il successo formativo e la piena
partecipazione alla vita scolastica.
Tuttavia,
un'area poco considerata riguarda gli alunni con un alto potenziale cognitivo
che, spesso, non ricevono un adeguato supporto e rischiano di vedere inespresso
il loro talento. Sono loro i destinatari di questa iniziativa, insieme a tutti
gli studenti con bisogni educativi speciali.
Gli
studenti con un alto potenziale cognitivo (APC) presentano delle capacità cognitive
significativamente superiori alla media e necessitano di interventi adeguati a
evitare un disadattamento e una dispersione del talento.
Gli
studenti con altri bisogni educativi speciali (BES), invece, comprendono coloro
che hanno difficoltà di apprendimento, disturbi evolutivi specifici, svantaggi
di tipo linguistico, socioeconomico o culturale che ne ostacolano il percorso
scolastico.
Questa
proposta intende garantire a tutti gli studenti con APC e altri BES strumenti e
strategie educative che siano mirate a favorirne lo sviluppo sul solco del
quadro nazionale, lungo il quale la proposta di legge regionale si inserisce
con l'obiettivo di consolidare e di rafforzare le strategie di intervento
educativo che sono già previste, promuovendo misure concrete a sostegno di
questi alunni speciali.
In
particolare, vengono delineate delle azioni quali:
-
l'adozione di una didattica personalizzata e inclusiva, attraverso metodologie
innovative e strumenti compensativi;
-
l'implementazione di misure dispensative e strategie didattiche flessibili, per
consentire agli alunni di sviluppare le proprie potenzialità senza
penalizzazioni;
-
il potenziamento della rete degli Sportelli di ascolto e consulenza che sono
presenti in molte delle nostre scuole, quale strumento di supporto psicologico
ed educativo per le famiglie e personale docente ma, anche, per gli studenti,
che vi potranno trovare informazioni educative, sanitarie, giuridiche, nonché
orientamento su problemi psicologici e sociali; un servizio preziosissimo che
rappresenta una risorsa essenziale per la definizione di problemi e la ricerca
di strategie sia di gestione sia di accompagnamento;
-
la sperimentazione dell'intelligenza artificiale nel supporto
all'apprendimento, con l'uso di assistenti virtuali in grado di rilevare
eventuali difficoltà degli studenti e fornire delle segnalazioni tempestive
agli insegnanti al fine di poter offrire degli interventi mirati;
-
la tutela degli alunni con necessità sanitarie, con particolare attenzione alla
somministrazione di farmaci a scuola e a una maggiore uniformità di intervento
per garantire sicurezza ed inclusione. Al riguardo, preannuncio di aver
depositato degli emendamenti per prevedere la sostituzione della dicitura
“diabete mellito di tipo 1 e giovanile” con una formulazione più ampia e
inclusiva, in grado di rispondere alle diverse esigenze sanitarie e di supporto
degli studenti. Questa modifica mira a garantire una maggiore inclusione
scolastica e sociale degli studenti con bisogni sanitari specifici, assicurando
a ciascuno un ambiente scolastico sicuro e accessibile. Inoltre, l'adozione di
un linguaggio più inclusivo rende questa normativa maggiormente conforme ai
principi di equità, permettendo di affrontare in modo più efficace le varie
necessità che sono presenti nella popolazione scolastica;
-
un altro aspetto fondamentale della proposta è il Protocollo d'intesa tra la
Regione, i dirigenti scolastici degli istituti presenti sul territorio, i
servizi territoriali e le Aziende sanitarie provinciali (ASP), che prevede
un'azione congiunta per garantire interventi tempestivi e adeguati. Questo
accordo, oltre a promuovere la formazione per i docenti e gli operatori del
settore socio-educativo, consentirà la creazione di percorsi educativi
personalizzati, anche continuativi tra scuola e famiglia, il supporto
psicologico per gli studenti e le famiglie e una migliore integrazione tra
sistema scolastico e sanitario, al fine di affrontare le problematiche legate
ai BES in maniera sinergica con le istituzioni coinvolte, individuando e
concertando, attraverso un rapporto costante di confronto e collaborazione
progettuale tra le varie agenzie educative del territorio, le metodologie
strategiche educative e di insegnamento nonché interventi coordinati per la
gestione degli alunni con particolari bisogni sanitari;
-
per garantire un monitoraggio efficace e una personalizzazione degli
interventi, la proposta prevede l'istituzione della Banca dati BES e della Rete
di intervento sui BES: la Banca dati è uno strumento che raccoglierà
informazioni sulle esigenze educative degli studenti, permettendo una migliore
pianificazione degli interventi didattici; la Rete di intervento sui BES ha,
invece, il compito di costruire delle sinergie per l'individuazione precoce e
per la presa in carico tempestiva dei soggetti con APC e con altri BES,
consentendo la programmazione di interventi multidisciplinari in favore degli
studenti che necessitano di intervento. Questo sistema faciliterà il lavoro
degli insegnanti, offrendo loro un quadro chiaro e aggiornato delle necessità
di ciascun alunno e consentendo una adeguata valutazione delle strategie che
dovranno essere adottate.
La
proposta di legge, articolata in 13 articoli, non comporta oneri aggiuntivi per
il bilancio regionale, come evidenziato nella clausola di neutralità
finanziaria. Si tratta di una legge di natura ordinamentale, che mira ad
ottimizzare l'applicazione delle norme vigenti attraverso una riorganizzazione
delle risorse e delle procedure esistenti, nell'ottica di una maggiore
efficacia degli interventi educativi.
L'approvazione
di questa proposta di legge rappresenta un passo fondamentale per rafforzare il
sistema scolastico regionale nella direzione dell'inclusione, delle pari
opportunità e dell'innovazione pedagogica.
È
una proposta di legge che venne presentata, nel 2016, dall'onorevole Francesco
Cannizzaro, purtroppo, non venne portata in Consiglio regionale per la sua
approvazione. Oggi la portiamo all'attenzione del Consiglio con l'augurio che
sia approvata nella sua interezza e all'unanimità dall'intera Assise regionale.
Grazie.
Ha chiesto di intervenire la
collega Bruni. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Grazie, presidente Straface, per questa illustrazione della
proposta legislativa che abbiamo esaminato e discusso in Commissione.
Ovviamente,
noi non possiamo non condividere l'obiettivo primario di questa iniziativa che
è quello di migliorare l'inclusione scolastica con alunni che hanno un alto
potenziale cognitivo, quindi al vertice, e altri che hanno bisogni educativi
speciali, invece, a volte o spesso, a unico funzionamento.
La
proposta legislativa vuole portare uno stimolo nobile, perché stiamo parlando
di giovani, di ragazzi speciali, e ha l'obiettivo di migliorare l'inclusione
scolastica di questi ragazzi.
Però,
noi non possiamo non sottolineare delle debolezze di questa proposta
legislativa, perché la proposta che fece l’onorevole Cannizzaro nel 2016
prevedeva un impegno economico di 245 mila euro, ed era corretta; era corretta
perché, altrimenti, la mancanza di risorse economiche, come nella proposta
legislativa in esame, ne fa una scatola vuota.
Intanto,
questi ragazzi, sia quelli con alto potenziale cognitivo sia quelli con bisogni
educativi speciali, sono oggetto di attenzione da parte di una quantità enorme
di proposte legislative a livello nazionale (normative ministeriali, circolari
e quant'altro), ma anche il nostro Dipartimento cultura se ne occupa in maniera
egregia.
La
nostra Regione ha istituito un Osservatorio ed è proprio l'Osservatorio, al
2020, che ci fornisce i dati secondo cui l'8,5 per cento degli studenti, tra
primo e secondo ordine, hanno dei bisogni educativi speciali; quindi, siamo già
abbastanza avanti, come se questa proposta legislativa fosse, obiettivamente,
ridondante.
Il
tema che mi preoccupa molto tra l'altro - legato inevitabilmente alla legge - è
quello secondo cui per essere inclusi all'interno di questo contenitore - non è
una diagnosi, è un contenitore - è necessario avere una diagnostica da parte di
neuropsichiatri infantili che sono assolutamente pochi, carentissimi in tutti i
nostri servizi; quindi, manca il contrappeso della diagnostica e della sanità,
che ne diventa un'intrinseca grande debolezza.
Tra
l'altro, noi abbiamo già i CIC, Centri di informazione e consulenza nelle
scuole, però la domanda è: stanno funzionando? No, non funzionano, perché non
sono stati finanziati. Quindi, torniamo al tema delle risorse economiche.
Mi
chiedo se sia corretto e se sia giusto fare tante cose belle o dire tante belle
parole senza il sostegno delle risorse economiche; quindi, se gli obiettivi di
questa proposta legislativa - per come enunciato dalla presidente Straface –
sono, in realtà, una serie di obiettivi che sono già delle Istituzioni
scolastiche, francamente ci chiediamo per quale motivo debba nascere una
proposta legislativa che avrebbe potuto, sì, sviluppare dei progetti specifici
adeguati, come hanno fatto alcune Regioni, per esempio il Friuli Venezia Giulia
– certo, è una Regione a Statuto speciale – però, è anche vero che da un punto
di vista progettuale noi non avremmo intaccato l'autonomia scolastica. È
evidente che questa è una proposta legislativa che cammina su un filo, dice ad
insegnanti e a professori che loro devono lavorare di più, che loro devono
lavorare in un determinato settore, ma non gli diamo le risorse economiche per
poterlo fare.
Quindi,
questa mia considerazione, che abbiamo fatto insieme ai consiglieri del gruppo
del Partito Democratico, mi porta a fare un'altra osservazione: la Banca dati
che è istituita con la proposta di fatto è un doppione dell'Osservatorio, le
Linee guida sono state già emanate dalla Giunta, quindi, che cosa stiamo
facendo di nuovo?
Questo
per sottolineare come forse dovremmo cominciare a ragionare su proposte
legislative che hanno, come questa, un grande valore sociale, morale, etico, ma
che, se non sono, giustamente, accompagnate da una serie di risorse economiche,
rischiano di rimanere, come dicevo prima, scatole vuote.
Per questo motivo esprimo, sin
da ora, il voto di astensione di tutto il Gruppo del Partito Democratico.
Ha chiesto di intervenire il
collega Laghi. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Credo che questa legge si commenti da sé per l'importanza, perché
riguarda due popolazioni studentesche apparentemente agli antipodi, ma in
realtà entrambe con delle richieste educative particolari.
La
sostanza della legge è del tutto presente, a mio parere. Quello per cui
abbiamo, anche, discusso in Commissione e con il Settore assistenza giuridica,
è il fatto che questa proposta di legge deve in realtà un po’ slalomeggiare fra
rischi di conflitto con l'ordinamento sovraordinato nazionale e quello
sull'autonomia scolastica.
Credo
che il lavoro svolto in Commissione non sia stato inutile e che gli emendamenti
presentati abbiano recepito le osservazioni e i dubbi connessi.
Per
quanto riguarda il problema della conflittualità eventuale con l’Osservatorio e
quant'altro, focalizzerei e punterei l'attenzione forse sulla numerosità di
Osservatori presenti nella nostra Regione, molti dei quali non funzionanti o
non funzionali.
Questa proposta di legge,
invece, a me sembra sia uno strumento utile per intervenire nell'ambito di cui
si è parlato sia che abbia utilmente recepito le indicazioni della Commissione
per arrivare a una formulazione che personalmente mi convince, per la quale
voterò favorevolmente. Grazie.
Ha chiesto di intervenire la
collega Straface. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Rispondo, naturalmente, alle osservazioni che sono state sollevate
dalla consigliera Bruni, a cui in parte ha già risposto il consigliere Laghi:
probabilmente non sono stati letti gli emendamenti che noi abbiamo presentato e
che vanno in tutt'altra direzione rispetto alle osservazioni da lei sollevate,
consigliera Bruni.
L'obiettivo
principale di questa proposta di legge sta proprio nell'andare ad allineare la
Regione Calabria agli orientamenti nazionali e internazionali sulle strategie
educative.
In
Commissione c'è stato un dibattito, c'è stata la partecipazione anche dei
Dipartimenti competenti che hanno espresso il loro parere favorevole in merito
a questa proposta di legge, ci sono state delle osservazioni sollevate da
Settore assistenza giuridica che abbiamo recepito.
Qui,
si tratta di andare a riorganizzare e a mettere in rete la Regione, l'Istituzione
scolastica, l'Azienda sanitaria, le agenzie educative, le famiglie, i docenti,
verso una problematica che è fortemente sentita nella Calabria; la Banca dati,
insieme anche alla Rete che si costituisce, rappresenta un elemento
fondamentale, perché attraverso la raccolta dei dati e, in particolar modo,
attraverso il monitoraggio si può procedere alla pianificazione e alla
programmazione, così come all'assistenza che dovrà essere data ai ragazzi per
quanto riguarda la somministrazione di farmaci o di altri bisogni sanitari di
cui hanno necessità.
Sono
previste delle risorse in merito a questa strategia educativa e si tratta di
una proposta di legge che va nella direzione di riorganizzare, ma, soprattutto,
di attirare l'attenzione verso una problematica che riteniamo seria e che la
Regione Calabria ha il dovere istituzionale di affrontare. Grazie.
Grazie.
Passiamo all'esame e votazione del provvedimento.
All’articolo
1, è pervenuto l'emendamento protocollo numero 6669/A02, a firma della
consigliera Straface, a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego.
Col
presente emendamento si propone di modificare la lettera a), del comma 3,
dell'articolo 1 (Finalità) della proposta di legge sostituendo la dicitura
“diabete mellito di tipo 1” con una formulazione più ampia e inclusiva, in
grado di rispondere alle diverse esigenze sanitarie e di supporto degli
studenti. Questa modifica mira a garantire una maggiore inclusione scolastica e
sociale degli studenti con bisogni sanitari specifici, assicurando a ciascuno
un ambiente scolastico sicuro e accessibile. Inoltre, l'adozione di un
linguaggio più inclusivo, rende la normativa maggiormente conforme ai principi
di equità, permettendo di affrontare in modo più efficace le varie necessità
presenti nella popolazione scolastica. Dalla presente proposta emendativa, che
ha carattere ordinamentale, non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del
bilancio regionale.
L’emendamento
recita: <<Alla lettera a) del comma 3 dell'articolo 1 (finalità) della
proposta di legge numero 326/12^ le parole “diabete mellito di tipo 1” sono
sostituite dalle seguenti “patologie croniche o transitorie che necessitano di
somministrazione di farmaci o interventi coordinati durante l'orario
scolastico”>>.
Grazie.
Parere della Giunta?
Favorevole.
Pongo
in votazione l'emendamento: l'emendamento è approvato.
Pongo in votazione l'articolo 1, come emendato.
Articolo 1
(È approvato così come emendato)
Articolo 2
(È approvato)
Articolo 3
(È approvato)
Articolo
4: è pervenuto l'emendamento protocollo 4323/A04 a firma della consigliera
Straface a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego.
Con
il presente emendamento si propone di modificare il comma 2 dell'articolo 4
(Strategie di intervento educativo e di inclusione scolastica) della proposta
di legge numero 326/12^ al fine di attribuire alla Regione il compito di
raccogliere e analizzare i dati relativi ai bisogni educativi speciali (BES)
attraverso l'Osservatorio Istruzione, già istituito presso il Dipartimento
regionale competente. L'obiettivo è effettuare una ricognizione del fabbisogno
per orientare gli interventi in modo efficace, garantendo la compatibilità con
le risorse di bilancio disponibili a livello regionale, nazionale e
comunitario.
L'attuazione
della misura avverrà senza nuovi o maggiori oneri per il bilancio regionale,
utilizzando esclusivamente le risorse umane, strumentali e finanziarie già
disponibili a legislazione vigente.
Dalla
presente proposta emendativa, che ha carattere ordinamentale, non derivano
nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
Do
lettura dell’emendamento: <<Il comma 2 dell'articolo 4 (Strategie di
intervento educativo e di inclusione scolastica) della proposta di legge numero
326/12^, è sostituito dal seguente: “La Regione, senza nuovi o maggiori oneri a
carico del bilancio regionale e avvalendosi delle risorse umane, strumentali e
finanziarie disponibili alla legislazione vigente, tramite l’Osservatorio
Istruzione, già istituito presso il dipartimento regionale competente,
raccoglie i dati ed effettua una ricognizione dei BES al fine di determinare il
fabbisogno e promuovere gli interventi compatibili con le risorse di bilancio
regionale, nazionale e comunitarie disponibili”>>.
Parere
della Giunta?
Favorevole.
Pongo
in votazione l'emendamento. L'emendamento è approvato.
Pongo
in votazione l'articolo 4, come emendato.
Articolo 4
(È approvato così come emendato)
Articolo 5
(È approvato)
Articolo 6
(È approvato)
Articolo 7
(È approvato)
Articolo
8: è pervenuto l'emendamento protocollo 4323/A06 a firma della consigliera
Straface cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego.
Col
presente emendamento si propone di modificare il comma 1 dell'articolo 8 (Banca
dati BES e Rete BES) della proposta di legge numero 326/12^ al fine di
prevedere l'implementazione della istituenda banca dati dei soggetti con BES
presenti sul territorio regionale con i dati forniti dall'Osservatorio
Istruzione, già istituito presso il Dipartimento regionale competente, e,
previa intesa, dall'Ufficio scolastico regionale.
Dalla
presente proposta emendativa, che ha carattere ordinamentale, non derivano
nuovi maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
L’emendamento
recita: <<Al comma 1 dell'articolo 8 (Banca dati BES e rete BES) della
proposta di legge numero 326/12^ dopo le parole “dai dati forniti” si
inseriscono le seguenti: “dall'Osservatorio regionale istruzione
e”>>.
Grazie.
Parere della Giunta?
Favorevole.
Pongo
in votazione l'emendamento. L'emendamento è approvato.
Pongo in votazione all'articolo 8, come emendato.
Articolo 8
(È approvato così come emendato)
Passiamo
all'articolo 9. È pervenuto l'emendamento protocollo 6683/A01 a firma della
consigliera Straface cui cedo la parola per illustrazione. Prego.
Con
il presente emendamento si propone di modificare le lettere h) e j) del comma 1
dell'articolo 9 (Protocollo d'intesa tra Regione, ASP, dirigenti scolastici e
servizi territoriali) della proposta di legge numero 326/12^ al fine di evitare
possibili ambiguità interpretative che potrebbero comportare nuovi o maggiori
oneri a carico del bilancio regionale.
Si
modifica, inoltre, la lettera k) sostituendo la dicitura “diabete giovanile”
con una formulazione più ampia e inclusiva, in grado di rispondere alle diverse
esigenze sanitarie e di supporto degli studenti. Questa modifica mira a
garantire una maggiore inclusione scolastica e sociale degli studenti con
bisogni sanitari specifici, assicurando a ciascuno un ambiente scolastico
sicuro e accessibile. Inoltre, l'adozione di un linguaggio più inclusivo rende
la normativa maggiormente conforme ai principi di equità, permettendo di
affrontare in modo più efficace le varie necessità presenti nella popolazione
scolastica. La parte relativa alla relazione illustrativa si coordina con il
testo così emendato.
Dalla
presente proposta emendativa, che ha carattere ordinamentale, non derivano
nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
L’emendamento
recita: << alla lettera h) del comma 1 dell'articolo 9 (Protocollo
d'intesa tra Regione, ASP, dirigenti scolastici e servizi territoriali) della
proposta di legge numero 326/12^, le parole “e sostenere” sono soppresse; alla
lettera j) del comma 1 dell'articolo 9 (Protocollo d'intesa tra Regione, ASP,
dirigenti scolastici e servizi territoriali) della proposta di legge numero
326/12^ la parola “sostenere” è sostituita dalla seguente: “promuovere”; alla
lettera k) del comma 1 dell'articolo 9 (Protocollo d'intesa tra Regione, ASP,
dirigenti scolastici e servizi territoriali) della proposta di legge numero
326/12^ le parole “diabete giovanile” sono sostituite dalle seguenti “patologie
croniche o transitorie che necessitano di somministrazione di farmaci o
interventi coordinati durante l'orario scolastico”>>.
Parere
della Giunta?
Favorevole.
Pongo
in votazione l'emendamento. L'emendamento è approvato.
Pongo in votazione l'articolo 9, come emendato.
Articolo 9
(È approvato così come
emendato)
Articolo 10
(È approvato)
All’articolo
11 è pervenuto l'emendamento protocollo 6669/A04 a firma della consigliera
Straface, cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego.
Con
il presente emendamento si propone di modificare il comma 3 dell'articolo 11
(Linee guida per favorire l'inclusione scolastica e per la somministrazione di
farmaci in orario scolastico) della proposta di legge numero 326/12^
sostituendo la dicitura “diabete mellito giovanile” con una formulazione più
ampia e inclusiva, in grado di rispondere alle diverse esigenze sanitarie e di
supporto degli studenti. Questa modifica mira a garantire una maggiore
inclusione scolastica e sociale degli studenti con bisogni sanitari specifici,
assicurando a ciascuno un ambiente scolastico sicuro e accessibile. Inoltre,
l'adozione di un linguaggio più inclusivo rende la normativa maggiormente
conforme ai principi di equità, permettendo di affrontare in modo più efficace
le varie necessità presenti nella popolazione scolastica. La parte relativa
alla relazione illustrativa si coordina con il testo così come emendato.
Dalla
presente proposta emendativa, che a carattere ordinamentale, non derivano nuovi
o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
L’emendamento
recita: <<Al comma 3 dell'articolo 11 (Linee guida per favorire
l'inclusione scolastica e per la somministrazione di farmaci in orario
scolastico) della proposta di legge numero 326/12^, le parole “diabete mellito
giovanile” sono sostituite dalle seguenti “patologie croniche o transitorie che
necessitano di somministrazione di farmaci o interventi coordinati durante
l'orario scolastico”>>.
Parere
della Giunta?
Favorevole.
Pongo
in votazione all'emendamento. L'emendamento è approvato.
Pongo
in votazione l'articolo 11, come emendato.
Articolo 11
(È approvato così come emendato)
Articolo 12
(È approvato)
Articolo 13
(È approvato)
Passiamo
alla votazione del provvedimento nel suo complesso, così come emendato, con
l'autorizzazione al coordinamento formale. Il provvedimento è approvato, così
come emendato, con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio
approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo
al punto 9, la proposta di legge 335/12^ di iniziativa dei consiglieri
regionali De Nisi, Graziano, Comito, Raso, Pasqualina Straface, Caputo, Luciana
De Francesco, recante: “Sostituzione dell'articolo 25, della legge regionale 21
dicembre 2005 numero 17 (Norme per l'esercizio della delega di funzioni
amministrative sulle aree del demanio marittimo)”.
Cedo
la parola al collega De Nisi per illustrare il provvedimento. Prego.
Grazie,
Presidente. Intervengo brevemente, vista l'ora.
Si
tratta di una legge che modifica la legge quadro del 21 dicembre 2005 (Norme
per l’esercizio della delega di funzioni amministrative sulle aree del demanio
marittimo).
Con
la sostituzione dell'articolo 25, si introduce una nuova tipologia di
autorizzazioni in materia di demanio marittimo, ossia l'autorizzazione al
ripascimento stagionale delle aree demaniali. In particolare, si autorizzano i
soggetti privati e i titolari di concessione demaniale a effettuare degli
interventi di ripascimento per le aree inerenti alla parte di propria
concessione, con quantitativi di sabbia limitati.
Questa
norma permette agli operatori turistici, esercenti dei lidi, di poter
intervenire direttamente con celerità nell'imminenza dell'avvio della stagione
estiva, mentre adesso tutte le attività di ripascimento sono autorizzate dalla
Regione Calabria e molte volte questi piccoli interventi, che non sono svolti e
finanziati dal pubblico, dal Comune o dalla Regione, non sono proprio
realizzati perché all'operatore turistico non è concesso intervenire
direttamente e, soprattutto, le spese per redigere un progetto complesso da
presentare alla Regione sono talmente eccessive da non rendere conveniente
questo tipo di attività.
L’articolo
così riformulato al comma 1 recita: “Fermo restando quanto previsto
dall'articolo 10, comma 8, della legge regionale 13 del 17 agosto 2005, sono di
competenza dei Comuni costieri…”. Introduco adesso l'emendamento a questo
articolo che dopo “Comuni costieri” recita: “secondo i relativi ordinamenti e
nei limiti delle risorse finanziarie dei rispettivi bilanci”. Questo
emendamento è teso a garantire che i Comuni, nell'esercizio di questa funzione,
non siano gravati di spese non previste nei rispettivi bilanci, per cui questa
è una norma di rispetto e di scissione delle competenze tra Comune e Regione.
Sono
sempre competenza dei Comuni:
a)
la partecipazione alle funzioni di promozione e di coordinamento degli
interventi di ripascimento degli arenili;
b)
l'approvazione e l'esecuzione diretta degli interventi stagionali di
ripascimento delle spiagge per il ripristino dei profili costieri precedenti
agli eventi erosivi;
c)
l'approvazione degli interventi stagionali di ripascimento delle spiagge
proposti da soggetti privati, titolari della concessione demaniale antistante,
per il ripristino dei profili costieri precedenti gli eventi erosivi.
L'iter
di approvazione prevede:
-
la presentazione del progetto di ripascimento stagionale unitamente a una
relazione tecnica da redigere in conformità alle normative vigenti, da parte
del concessionario, sia in forma singola che associata con altri concessionari
operanti nello stesso Comune;
-
l'indizione, entro i successivi 5 giorni, fatta salva la sospensione dei
termini per integrazione documentale, della Conferenza dei servizi decisoria in
forma semplificata e in modalità asincrona ai sensi dell'articolo 14 bis della
legge 241/1990, con chiusura della Conferenza e rilascio delle autorizzazioni
entro i successivi 90 giorni, nel rispetto del medesimo articolo;
-
il rilascio, direttamente all'interno della Conferenza dei servizi, del parere
regionale di verifica di assoggettabilità a VIA e dell'autorizzazione
ambientale ai sensi del regolamento di cui al decreto 15 luglio 2016, numero
173, da parte dei competenti uffici della Regione Calabria;
-
le attività di campionamento e analisi dei materiali di escavo utilizzati,
realizzate anche in forma associata da più operatori, sono effettuati
dall'ARPACal o da laboratori privati accreditati da organismi riconosciuti ai
sensi della norma UNI CEI EN 17011/05;
-
l'autorizzazione all'esecuzione del ripascimento stagionale da parte dei
privati avrà durata in conformità al D.M. 173/2016 di:
2
anni in caso di sedimenti interni ai porti non turistici o imboccature portuali
per volume superiore a 40.000 m³, che prevedono caratterizzazione completa e
prorogabile di 1 anno previa caratterizzazione suppletiva svolta prima della
scadenza dei 2 anni;
3
anni in caso di utilizzo di sedimenti da porti turistici, altre aree costiere,
imboccature portuali per volumi inferiori a 40.000 m³ che prevedono una
caratterizzazione semplificata, prorogabile di 2 anni, previa caratterizzazione
suppletiva svolta prima della scadenza dei 3 anni.
Rimane
applicabile la replicabilità annuale degli interventi per un massimo di 10 anni
ai sensi del paragrafo 3.1.2 del D.M. 173/2016, in caso di piccoli interventi
di ripascimento strutturale che comportano un apporto complessivo annuo di
sedimenti marini inferiori a 5000 m³.
L'articolo
2 riguarda la clausola di invarianza finanziaria.
L'articolo
3 norma l'entrata in vigore.
Grazie.
Passiamo all'esame e votazione del provvedimento:
all’articolo
1 è pervenuto l'emendamento protocollo 7050 a firma del consigliere De Nisi, a
cui ricedo la parola per l'illustrazione.
Presidente,
l'ho letto mentre leggevo il comma 1. Dopo le parole “Comuni costieri” viene
inserito: “secondo i relativi ordinamenti e nel limite delle risorse
finanziarie dei rispettivi bilanci”.
Parere
della Giunta?
Favorevole.
Pongo
in votazione l'emendamento. L'emendamento è approvato.
Pongo in votazione l'articolo 1, come emendato.
Articolo 1
(È approvato così come emendato)
Articolo 2
(È approvato)
Articolo 3
(È approvato)
Prima
di passare alla votazione del provvedimento nel suo complesso, ha chiesto la
parola per dichiarazione di voto il collega Lo Schiavo. Ne ha facoltà.
Esprimo
il voto favorevole a questa proposta che trovo utile perché vada nell'ottica di
una semplificazione, necessaria, soprattutto in determinate altre zone delle
nostre coste dove l'erosione costiera è particolarmente sentita, una maggiore
responsabilizzazione dei ruoli dei Comuni e una maggiore responsabilizzazione
del ruolo dei privati.
Quindi,
ritengo che la proposta sia meritevole di sostegno ed esprimo il mio voto
favorevole.
Grazie.
Passiamo alla votazione del provvedimento nel suo complesso, come emendato, con
autorizzazione al coordinamento formale. Il provvedimento è approvato con
autorizzazione al coordinamento formale così come emendato.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo
adesso allo svolgimento delle interrogazioni ex articolo 122 del Regolamento
interno del Consiglio regionale.
Ricordo
all'Aula che per le interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell’articolo
122 del Regolamento interno, l'interrogante dispone di due minuti per
illustrare l'interrogazione, la Giunta regionale dispone di tre minuti per la
risposta e l'interrogante ha diritto ad una replica per non più di un minuto.
Ci sono alcune interrogazioni
che sono superate, quindi andiamo direttamente a quelle ancora in essere.
Interrogazione
288/12^, a firma del consigliere Mammoliti, “In merito alle numerose
interruzioni nella fornitura del servizio idrico nel Comune di Vibo Valentia ed
in quelli limitrofi”.
Cedo
la parola all'interrogante per l'illustrazione. Prego, collega.
Grazie,
Presidente. Come giustamente diceva lei, su molte delle interrogazioni
all'ordine del giorno avevo già ricevuto risposta da parte dell'Assessore.
Questa
interrogazione è stata presentata perché a Vibo Valentia, insieme ad altri
Comuni limitrofi, si registrano preoccupanti e numerose interruzioni della
fornitura del servizio idrico. Questa situazione ha comportato notevoli disagi,
sia per le famiglie sia per i lavoratori, e molto spesso anche ha interessato
gli istituti scolastici, con i relativi dirigenti costretti ad informare i
genitori dell'uscita anticipata degli studenti.
Sul
POR Calabria 2014-2020 sono stati attivati 5 interventi per i Comuni capoluogo
di Provincia, per un importo molto cospicuo di oltre 37 milioni di euro, e il
Comune di Vibo Valentia è anche stato destinatario di un finanziamento di oltre
4.397.000,00 euro; ci sono dei lavori in corso, con uno stato di avanzamento
del 70 per cento, però, nonostante queste opere di ingegnerizzazione delle reti
idee di distribuzione urbana, purtroppo, queste interruzioni sovente mettono in
difficoltà l'intera popolazione.
Per
questa ragione, interrogo il Presidente della Giunta regionale, per sapere
quali tempestivi provvedimenti si intendono adottare, per una soluzione
definitiva del problema. Grazie, Presidente.
Risponde per la Giunta
regionale l’assessore Calabrese. A lei la parola.
Grazie,
Presidente. In merito all'interrogazione presentata dal consigliere Mammoliti,
c'è da segnalare che la Sorical ha per tempo segnalato al Comune di Vibo, in
modo formale, l'interruzione della rete per quanto riguarda gli altri
interventi, per come è anche possibile riscontrare dalla corrispondenza tra la
Sorical e il Comune.
Per
quanto riguarda l'intervento di 4.397.215,27, i lavori, anche se con enorme
difficoltà hanno ormai raggiunto la fase dell'80 per cento e sono in fase di
espletamento, presentano notevoli criticità in quanto si tratta spesso di
lavori notturni con interruzione del servizio.
Per
quanto riguarda altre interruzioni della rete, esse sono addebitabili
direttamente al Comune e non alla Sorical, trattandosi di rete interna.
Cedo la parola al consigliere
Mammoliti per la replica. Prego.
Intervengo molto velocemente.
Prendo atto che lo stato di avanzamento sta procedendo; sapevo che fosse al 70
per cento, però adesso siamo all'80 per cento, e va bene. Tuttavia, Assessore,
poiché, nonostante questi interventi, queste interruzioni si presentano di
frequente, chiedo di valutare, attraverso investimenti adeguati, la possibilità
di attuare un Programma operativo per garantire nuovi investimenti ed evitare
queste continue interruzioni. Grazie.
Grazie.
Passiamo all'altra interrogazione, la numero 297/12^, a firma del consigliere
Mammoliti “Sul mancato funzionamento del servizio di trasporto scolastico nella
frazione di Piani di Acquaro in Provincia di Vibo”.
Per
questa interrogazione – l’assessore Gallo non è presente – le è stata
consegnata risposta scritta.
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Mammoliti. Ne ha facoltà.
Intervengo solo per dire che
prendo atto della risposta e dell'attivazione dell'Assessore. Naturalmente
verificherò presso la Provincia di Vibo, che è quella che poi deve fare questi
lavori per la messa in sicurezza, l'operatività di questo percorso. Grazie.
Interrogazione
numero 308/12^, a firma del consigliere Mammoliti, “Sul divieto di pesca nel
Golfo di Sant'Eufemia”.
Cedo
la parola al consigliere Mammoliti per l'illustrazione. Prego.
Grazie,
Presidente. Con questa interrogazione rilevavo che, con decreto, il Direttore
generale della pesca marittima e dell'acquacoltura vietava la pesca
professionale esercitata con gli attrezzi “rete a strascico a divergenti”, e
via dicendo, in tutta una serie di aree marittime nazionali fra le quali
risultava anche quella indicata come “Area prospiciente Amantea”.
Evidenziavo
che, subito dopo l'emanazione del decreto dirigenziale, alcune associazioni di
categoria della pesca si accorgevano che, riportando su Google le precitate
coordinate, l'area sottoposta al divieto di pesca non era quella prospiciente,
appunto, Amantea, bensì tutto il Golfo di Sant'Eufemia.
Questa
circostanza veniva fatta notare dalle associazioni di categoria alla competente
Direzione ministeriale alla quale veniva chiesto di risolvere l'incongruenza,
correggendo le coordinate e consentendo che l'area marittima che si intendeva
sottoporre a divieto di pesca non era il Golfo di Sant'Eufemia, bensì il mare
prospiciente ad Amantea.
Ad
oggi, non solo non vi è stato alcun riscontro da parte della Direzione
ministeriale, ma addirittura la Capitaneria di porto di Vibo Valentia, in
qualità di Autorità di vigilanza sulla pesca, ha ritenuto opportuno applicare,
in via cautelativa, il divieto di pesca a tutto il Golfo di Sant'Eufemia, con
ciò facendo prevalere, nel dubbio, il dato tecnico-numerico delle coordinate
indicate nel decreto su quello letterale che limitava il divieto di pesca,
appunto, all'area prospiciente ad Amantea. È evidente che, sottoponendo a
divieto quasi tutto il Golfo di Sant'Eufemia anziché la ben più piccola area
prospiciente ad Amantea, si arreca un gravissimo danno all'attività di pesca
con una progressiva diminuzione della quantità e della qualità delle specie
ittiche pescabili.
Di
questa problematica, a suo tempo, era stato interessato l'assessore Gallo e so
che se ne era interessato anche il consigliere regionale Pietro Molinaro,
quindi interrogavo l'Assessore competente in materia, per sapere quale utili e
urgenti iniziative si intendevano adottare, nell'immediatezza, presso il
competente Ministero al fine di eliminare la sopra descritta incongruenza.
Grazie,
Presidente.
Grazie.
Però, purtroppo, ha fatto la domanda, si potrebbe dare anche la risposta,
perché l'assessore Gallo non c'è.
Passiamo
all'ultima interrogazione, la numero 329/12^, a firma del consigliere Mammoliti
“In merito al blocco della piattaforma per la presentazione delle domande
relative all'Avviso pubblico per il sostegno all'accoglienza turistica di
qualità in Calabria”.
Prego,
collega Mammoliti, può illustrarla.
Voglio
precisare che alle interrogazioni l’Assessore non solo ha risposto, ma ne
abbiamo anche interloquito positivamente presso la Cittadella; sulle diverse
problematiche si è anche intrapreso un positivo e proficuo confronto.
La
Regione Calabria, attraverso il Dipartimento del turismo, marketing
territoriale, trasporto pubblico locale, ha inteso promuovere la creazione di
nuove iniziative ricettive e l'incremento della ricettività di qualità.
In
questo Avviso, che è stato effettuato, veniva stabilito che le domande di
partecipazione dovevano essere presentate esclusivamente a mezzo di piattaforma
telematica dedicata, a partire dalle ore 10:00 del 5 marzo 2025 fino ad
esaurimento delle risorse, precisando che le domande inviate al di fuori dei
termini previsti o mancanti anche di uno solo dei documenti richiesti
dall'Avviso, non correttamente compilate, sarebbero state considerate
irricevibili.
Fincalabra
S.p.a. veniva incaricata di effettuare l'istruttoria documentale,
amministrativa ed economico-finanziaria e, purtroppo, come sappiamo, lo scorso
5 marzo 2025, il giorno indicato per il click
day, la piattaforma telematica di ricezione delle istanze relative al bando
in questione, predisposta da Fincalabra, probabilmente per le molte domande
arrivate, a distanza di poco tempo dall'apertura è andata in tilt, impedendo
così la presentazione di altre istanze.
Per
questa ragione ho interrogato il Presidente della Giunta regionale e il
competente Assessore, per sapere quali utili e tempestivi provvedimenti si
intendano adattare, al fine di consentire l'accesso al bando anche ai soggetti
ancora eventualmente interessati.
Grazie,
Presidente.
Cedo la parola all’assessore
Calabrese per la risposta.
Grazie,
Presidente. In merito all'interrogazione presentata dall'onorevole Mammoliti
c'è da precisare, innanzitutto, che non si è trattato di click day.
La
procedura ha subito, come segnalato dal consigliere Mammoliti e come verificato
con diversi utenti e con Fincalabra, un rallentamento della procedura alle ore
10:29; tale rallentamento della procedura, per come anche attestato dal
fornitore della piattaforma, la ditta Maggioli, non ha inficiato assolutamente
la procedura in quanto tutte le domande sono arrivate in ordine cronologico. Ad
oggi la piattaforma continua a essere aperta.
È
un bando che riscontra grande attenzione: fino a oggi sono arrivate oltre 400
domande per richieste di contributo superiore a 300 milioni di euro.
Siamo
certi e convinti, per come attestato anche dal fornitore della piattaforma, che
la procedura non ha subito nessun tipo di danno e tutte le domande sono
arrivate in ordine cronologico; non dovrebbero esserci ricorsi, al momento non
c'è nessuna segnalazione formale da parte di nessuno. Grazie.
La parola all’interrogante.
Prego.
Grazie,
Assessore. La preoccupazione era appunto questa. Considerato che tutte le
domande pervenute, addirittura oltre 400 domande, sono tutte quasi, penso,
accolte favorevolmente e positivamente per quanto riguarda almeno l'invio - poi
verificherete voi la valutazione sulle singole domande - dal punto di vista del
blocco che c'è stato almeno non ha determinato nessun impedimento per le
aziende che hanno fatto la richiesta.
Prendo
atto di questo e speriamo che possano essere tutte quante accolte.
Grazie,
Presidente.
Grazie. Avendo esauriti gli argomenti all'ordine del giorno, la seduta è
tolta.
Ringrazio i superstiti del Consiglio e, soprattutto, gli Assessori,
l'assessore Calabrese, l'assessore Caracciolo, che sono rimasti fino alla fine.
Grazie a tutti.
La seduta termina alle 19,39
Sono
state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa
dei consiglieri regionali:
Comito
“Modifica dei confini territoriali tra i comuni di Zambrone e Zaccanopoli nella
provincia di Vibo Valentia” (PL n. 368/12^).
È
stata assegnata alla prima Commissione - Affari istituzionali, affari generali
e normativa elettorale per l’esame di merito e alla seconda Commissione -
Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione
Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.
(Ritirata
dal proponente in data 28 marzo 2025).
Straface
“Interventi per la valorizzazione dell’opera del Maestro Vincenzo Valente” (PL
n. 369/12^).
È
stata assegnata alla terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e
formative per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio,
programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e
relazioni con l'estero per il parere finanziario.
Straface
“Disposizioni per la promozione e lo sviluppo del sistema universitario e
dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM) regionale” (PL n.
370/12^).
È
stata assegnata alla terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e
formative per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio,
programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e
relazioni con l'estero per il parere finanziario.
Molinaro,
De Francesco, Mannarino, Montuoro “Interventi a favore delle Organizzazioni
Assistenziali impegnate nel Supporto Solidale Alimentare in Calabria” (PL n.
371/12^).
È
stata assegnata alla terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e
formative per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio,
programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e
relazioni con l'estero per il parere finanziario.
Comito
“Modifica dei confini territoriali tra i comuni di Zambrone e Zaccanopoli nella
provincia di Vibo Valentia” (PL n. 372/12^).
È
stata assegnata alla prima Commissione - Affari istituzionali, affari generali
e normativa elettorale per l’esame di merito e alla seconda Commissione -
Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione
Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.
Lo
Schiavo “Modifiche all'art. 32 della legge regionale n. 32/1996 “Disciplina per
l'assegnazione e la determinazione dei canoni di locazione degli alloggi di
edilizia residenziale pubblica” (PL n. 373/12^).
È
stata assegnata alla quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del
territorio e protezione dell’ambiente per l’esame di merito e alla seconda
Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari
dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.
Montuoro
“Conservazione, valorizzazione e promozione dell’opera di Mattia e Gregorio
Preti e del Museo Civico di Taverna quale patrimonio artistico-culturale della
Calabria” (PL n. 374/12^).
È
stata assegnata alla terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e
formative per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio,
programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e
relazioni con l'estero per il parere finanziario.
Molinaro,
De Francesco, Mannarino, Montuoro “Modifiche della legge regionale 15 maggio
2024, n. 25 (Interventi per il trasferimento dei crediti fiscali derivanti
dall’efficientamento energetico del patrimonio edilizio)” (PL n. 375/12^).
È
stata assegnata alla quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del
territorio e protezione dell’ambiente per l’esame di merito e alla seconda
Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari
dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.
Sono
state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di provvedimento amministrativo
di iniziativa della Giunta regionale:
“Bilancio
di previsione 2025-2027 dell’Azienda Territoriale Edilizia Residenziale
Pubblica Calabria (ATERP CALABRIA) - (Deliberazione G.R. n. 90 del 21.03.2025)”
(PPA n. 212/12^).
Il
consigliere regionale, Francesco Afflitto, ha comunicato le proprie dimissioni dalla
carica di componente della Commissione Speciale di Vigilanza a partire dal 24
marzo 2025.
Il
Co.Re.Com. ha trasmesso la relazione sulle attività
svolte dal Co.Re.Com. Calabria e la relazione sul sistema
delle Comunicazioni in Calabria - anno 2024.
La
proposta di legge n. 269/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali Molinaro,
Gelardi, Mancuso, Mattiani, Raso, recante: “Cultura musicale: la Calabria
bandistica” è stata sottoscritta anche dalla consigliera Straface.
La
proposta di legge n. 270/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali Molinaro,
Gelardi, Mancuso, Mattiani, Raso, recante: “Politiche giovanili per la Calabria”
è stata sottoscritta anche dal consigliere Tavernise.
La
proposta di legge n. 339/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali Mancuso,
Caputo, Gelardi, recante: “Disposizioni concernenti l’impiego di sistemi di
intelligenza artificiale in ambito regionale” è stata sottoscritta anche dal consigliere
Mattiani.
La
proposta di legge n. 352/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali Straface,
Mannarino, Raso, recante: “Disposizioni per il riconoscimento della rilevanza
sociale delle malattie reumatologiche e per l'attuazione della Rete
reumatologica regionale” è stata sottoscritta anche dal consigliere Laghi.
La
Giunta Regionale ha trasmesso la deliberazione n. 119 del 25 marzo 2025
concernente:
“Piano
di azione e coesione (PAC) della Calabria 2007/2013. presa d'atto della
conclusione positiva della procedura di consultazione scritta attivata dal
gruppo di azione e coesione istituito presso il Dipartimento per le politiche
di coesione e per il sud della Presidenza del Consiglio dei ministri (GAC), per
l'approvazione del nuovo piano finanziario di cui alla delibera di giunta
regionale n. 656/2024. approvazione schede di intervento rimodulate: i.2,
i.3.1, i.3.3, ii.5.2, ii.5.3, ii.5.4, ii.11, ii.8, ii.10, ii.12, iii.11,
iii.16”.
La
Giunta regionale ha trasmesso il decreto del Presidente della Regione n. 22 del
27 marzo 2025, avente ad oggetto:
“Costituzione
del Comitato regionale per le celebrazioni in onore di S. Francesco di Paola –
Legge regionale 26 luglio 2012, n. 31”.
La Corte
costituzionale, con sentenza n. 32/2025 ha dichiarato non fondata la questione
di legittimità costituzionale dell’art. 5 della legge della Regione Calabria 14
marzo 2024, n. 9, recante:
«Modifica
e integrazione della legge regionale 12 febbraio 2016, n. 2 (Istituzione del
Registro tumori di popolazione della Regione Calabria)», nella parte in cui ha
introdotto l’art.3-fer, comma 1, lettera 5), della legge della Regione Calabria
12 febbraio 2016, n. 2 (Istituzione del Registro tumori di popolazione della
Regione Calabria), promossa, in riferimento all’art. 120, secondo comma, della
Costituzione, dal Presidente del Consiglio dei ministri.
In
data 17 marzo 2025, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le
sottoindicate leggi regionali e che le stesse sono state pubblicate
telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 53 del 17
marzo 2025:
1)
legge regionale n. 9 del 17 marzo 2025, recante: “Disposizioni normative in
materia di politiche sociali e accreditamenti istituzionali”;
2)
legge regionale n. 10 del 17 marzo 2025, recante: “Disposizioni normative per
il contenimento della spesa e in materia di personale”;
3)
legge regionale n. 11 del 17 marzo 2025, recante: “Interpretazione autentica
dell’articolo 17, comma 3, della legge regionale 20 aprile 2022, n. 10
(Organizzazione dei servizi pubblici locali dell’ambiente)”;
4)
legge regionale n. 12 del 17 marzo 2025, recante: “Modifiche della legge
regionale 28 gennaio 2025, n. 6 (Disposizioni per la proroga della validità
delle graduatorie vigenti dei concorsi pubblici di enti ed aziende del Servizio
sanitario della Regione Calabria)”.
In
data 18 marzo 2025, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le
sottoindicate leggi regionali e che le stesse sono state pubblicate
telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 54 del 18
marzo 2025:
1)
legge regionale n. 13 del 18 marzo 2025, recante: “Integrazioni della legge
regionale 21 agosto 2007, n. 18 (Norme in materia di usi civici)”;
2)
legge regionale n. 14 del 18 marzo 2025, recante: “Disciplina dei complessi
turistico ricettivi all’aria aperta”;
3)
legge regionale n. 15 del 18 marzo 2025, recante: “Integrazioni dell’articolo
14 della legge regionale 21 dicembre 2018, n. 47 Provvedimento generale recante
norme di tipo ordinamentale e procedurale (Collegato alla manovra di finanza
regionale per l’anno 2019)”.
La
Giunta regionale ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione
al bilancio di previsione finanziario 2025-2027:
1)
Deliberazione della Giunta
regionale n. 81 del 12 marzo 2025
2)
Deliberazioni della Giunta regionale numeri 86,
87, 88, 89, 91, 92, 93, 94, 95, 96, 97, 98, 99, 100, 101, 102, 103, 104, 105,
106, 107, 110 del 21 marzo 2025
3)
Deliberazioni della Giunta
regionale numeri 122, 123, 124, 125, 126, 127 del 25 marzo 2025
Mammoliti
e Lo Schiavo. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso
che:
-nella
giornata di oggi 20 marzo, per come riportato dalla quasi totalità delle
testate giornalistiche calabresi, a Cutro in provincia di Crotone, un neonato
di pochi mesi ha rischiato di non ricevere tempestivamente le cure necessarie
dopo aver accusato gravi problemi respiratori, probabilmente causati da un
episodio di reflusso;
i
familiari del neonato, notati i gravi problemi respiratori del piccolo, hanno
allertato il 112 che ha immediatamente disposto l’invio di un elicottero di
soccorso e un’ambulanza e, al fine di agevolare l’atterraggio del velivolo, la
centrale operativa ha chiesto ai parenti di raggiungere Praialonga,
località vicina a Steccato di Cutro, per facilitare l’intervento;
nonostante
la prontezza dell’attivazione dei soccorsi, le tempistiche si sono rivelate
critiche: - l’ambulanza, partita da Crotone, è giunta senza medico a bordo;
-
l’elicottero, a quanto pare, impegnato in un’altra emergenza ha impiegato circa
40 minuti per arrivare sul posto, ritardando ulteriormente il trasferimento del
bambino;
-
l’elicottero di soccorso, giunto sul luogo dell’emergenza, non aveva carburante
sufficiente per il ritorno, rendendolo inutilizzabile per il trasferimento del
bambino;
-
il medico a bordo del velivolo, resosi conto della situazione, ha deciso di
salire sull’ambulanza per continuare le cure durante il trasporto verso
l’ospedale Pugliese di Catanzaro. Nonostante le criticità e i rallentamenti, il
neonato è riuscito a raggiungere l’ospedale in sicurezza, dove è stato
stabilizzato;
l'episodio,
avvenuto tra Steccato di Cutro e Praialonga, ha messo
in luce, ancora una volta, le criticità logistiche nelle emergenze sanitarie:
dopo un’attesa di 40 minuti per l’arrivo dell’elisoccorso, il piccolo ha dovuto
essere trasportato in ospedale in ambulanza, poiché il velivolo era a corto di
carburante. Tutto quanto sopra premesso: si interroga il Presidente della
Giunta regionale, anche nella sua funzione di Commissario ad Acta per
l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario della
Regione
per
sapere:
se
e quali utili e tempestivi provvedimenti si intendano adottare al fine di
scongiurare il ripetersi dei fatti narrati in premessa.
(331;
21/03/2025)
Mammoliti
e Lo Schiavo. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso
che:
-con
deliberazione n. 26 del 18.03.2025, l'Azienda per il Governo della Sanità della
Regione Calabria - Azienda Zero ha indetto un avviso pubblico per il
conferimento di incarichi di lavoro autonomo rivolti a medici specializzandi da
destinare ai soli HUB (Pronto Soccorso e Obi) dell'Azienda Ospedaliera
Universitaria “Dulbecco” di Catanzaro, dell'Azienda Ospedaliera “Annunziata” di
Cosenza e del “GOM” di Reggio Calabria. Si apprende, altresì, da notizie di
stampa, che, in Calabria, starebbero per arrivare cinquanta nuovi medici cubani
di cui l'ottanta per cento andrebbe a rafforzare i presidi territoriali
dell'ASP di Cosenza ed il rimanente venti per cento verrebbe, invece,
distribuito fra l'ASP di Vibo Valentia e l'ASP di Crotone. Entrambe le
anzidette iniziative vanno, senz'altro, accolte con favore se guardate dal
punto di vista dell'impegno, seppur minimo e ancora insufficiente, che il
Governo regionale sta mettendo in campo, negli ultimi
tempi, per migliorare il Sistema Sanitario calabrese. Non altrettanto si può
dire se dette iniziative vengono guardate dal punto di vista della imparzialità
di trattamento delle ASP calabresi nonché dal punto di vista della scelta delle
ASP a cui destinare, in via esclusiva o, comunque, maggioritaria, gli
interventi di potenziamento organico che sono oggetto della presente
interrogazione. Non v'è dubbio alcuno, infatti, che le Aziende Sanitarie
Provinciali che, più di ogni altra, versano in una gravissima situazione di
malfunzionamento dovuta, soprattutto, ad una, ormai, cronica carenza di
personale, sono l'ASP di Vibo Valentia e l'ASP di Crotone. E in dette ASP le
carenze di personale producono i loro, a dir poco, “drammatici” effetti
negativi anzitutto nei rispettivi Pronto Soccorso dove, spesso, non si riesce a
garantire, neppure, i livelli minimi di assistenza. Nonostante tutto ciò, il
Governo regionale ha deciso, inspiegabilmente, di destinare i medici
specializzandi che verranno reclutati mediante il suddetto avviso pubblico ai
soli HUB (Pronto Soccorso e Obi) dell'Azienda Ospedaliera Universitaria
“Dulbecco” di Catanzaro, dell'Azienda Ospedaliera “Annunziata” di Cosenza e del
“GOM” di Reggio Calabria, escludendo completamente i Pronto Soccorso e gli Obi
delle ASP di Vibo Valentia e di Crotone. Parimenti, dei cinquanta medici cubani
che, a quanto pare, starebbero per arrivare in Calabria, soltanto il venti per
cento verrebbe destinato alle ASP di Vibo Valentia e di Crotone mentre il
rimanente ottanta per cento andrebbe a rimpinguare i presidi territoriali della
sola ASP di Cosenza. Trattasi di scelte che denotano, ancora una volta, la
scarsa attenzione che il Governo regionale continua a riservare alle pur
drammatiche realtà sanitarie del Vibonese e del Crotonese e che urgono, quanto
meno, una immediata e fondata spiegazione. Tutto ciò premesso, si interroga il
Presidente della Giunta Regionale Dott. Roberto Occhiuto, nella sua qualità di
Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del
settore sanitario della Regione Calabria,
per
sapere:
-
per quali valide e utili ragioni l'Azienda per il Governo della Sanità della
Regione Calabria-Azienda Zero ha indetto un avviso pubblico che prevede il
reclutamento di medici specializzandi da destinare ai soli HUB (Pronto Soccorso
e Obi) dell'Azienda Ospedaliera Universitaria “Dulbecco” di Catanzaro,
dell'Azienda Ospedaliera “Annunziata” di Cosenza e del “GOM” di Reggio
Calabria, e non anche ai Pronto Soccorso e agli Obi delle ASP di Vibo Valentia
e Crotone;
-
per quali valide e utili ragioni dei cinquanta medici cubani che sarebbero in
arrivo in Calabria l'ottanta per cento è destinato all'ASP di Cosenza e
soltanto il venti per cento andrà alle ASP di Vibo Valentia e di Crotone.
(332;
21/03/2025)
Tavernise.
Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso
che:
-
il diritto all’abitazione è un diritto fondamentale, riconosciuto da numerosi
trattati internazionali, tra cui l’articolo 25 della Dichiarazione universale
dei diritti umani e questo diritto garantisce che ogni individuo abbia accesso
a un’abitazione sicura, accessibile e dignitosa;
-
il fenomeno della morosità incolpevole rappresenta una delle principali cause
di disagio abitativo in Italia e in Calabria, con migliaia di famiglie a
rischio sfratto per cause indipendenti dalla loro volontà. Il Fondo per la
morosità incolpevole è stato istituito per mitigare questo problema, fornendo
un aiuto economico agli inquilini impossibilitati a pagare l’affitto a causa di
eventi imprevisti e gravi difficoltà economiche. Tuttavia, la ristrettezza dei
finanziamenti e l’assenza di un’efficace gestione delle risorse ne hanno spesso
limitato l'efficacia;
-
l’assenza di misure adeguate, infatti, può ulteriormente aumentare gli sfratti
per morosità incolpevole. Secondo i dati del Ministero dell’Interno nel 2023
sono stati emessi circa 40.000 provvedimenti di rilascio di immobili, di cui
l’80% per morosità incolpevole, con 74.000 richieste di esecuzione forzata,
aggravando l’attuale emergenza abitativa. I dati dell’Osservatorio del Mercato
Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate ci dicono che prendere casa in affitto
diventa sempre più costoso, quasi proibitivo. I proprietari, infatti, guardano
al mercato degli affitti brevi, che per il 2025 sarà decisamente più redditizio
rispetto alle locazioni residenziali. Questo fenomeno dimostra l’effetto
espulsivo degli affitti turistici sulle città e il taglio di misure
fondamentali di welfare come il Fondo per la morosità incolpevole;
-
in Calabria si registra un elevato numero di sfratti, circa il 90% dei quali è
dovuto a morosità incolpevole, ossia l’impossibilità di pagare l’affitto a
causa della perdita o consistente riduzione del reddito familiare. Circa il 35%
delle famiglie in affitto spende più del 40% del proprio reddito per la casa,
rendendo estremamente difficile sostenere altre spese essenziali, aggravando il
disagio economico e sociale. Considerato che: - il Fondo per la morosità
incolpevole è stato istituito dall’art. 6 comma 5 del Decreto
Legge n. 102 del 2013, convertito nella Legge 124/2013, ed è destinato
agli inquilini morosi incolpevoli. I Comuni calabresi individuati come ad alta
tensione abitativa nella Delibera CIPE n. 87/2003, principali beneficiari del
Fondo, sono: Acri, Cassano allo Jonio, Castrovillari, Catanzaro, Cosenza,
Crotone, Gioia Tauro, Lamezia Terme, Montalto Uffugo, Palmi, Reggio Calabria,
Rende, Corigliano Rossano, San Giovanni in Fiore e Vibo Valentia;
- il
Fondo è finanziato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e le
risorse sono ripartite tra le Regioni, che a loro volta le distribuiscono ai
Comuni per l’erogazione di contributi agli inquilini morosi incolpevoli. Le
principali cause di morosità incolpevole includono: la perdita del lavoro per
licenziamento o mancato rinnovo di contratti a termine;
la
riduzione dell’orario di lavoro a seguito di accordi aziendali o sindacali,
cassa integrazione ordinaria o straordinaria;
la
cessazione di attività libero-professionali o di impresa per cause di forza
maggiore;
malattie
gravi, infortuni o decessi che determinano una riduzione rilevante del reddito
o spese mediche ingenti;
-
il Fondo è stato rifinanziato dalla Legge di Bilancio 2025, con 10 milioni di
euro per il 2025 e 20 milioni per il 2026, anche se queste risorse risultano
insufficienti. In ogni caso, manca ancora il decreto attuativo che stabilisce i
criteri di utilizzo del Fondo, bloccando l’operatività degli Enti Locali
nell’erogazione dei contributi agli inquilini morosi incolpevoli. Tenuto conto
che: - un esempio di buona pratica è rappresentato dalla Regione Emilia Romagna, che ha sottoscritto un Protocollo per la riduzione
del disagio abitativo 2025-2026, coinvolgendo Comuni, Tribunale, Prefettura,
associazioni degli inquilini e dei proprietari, sindacati e ordini
professionali;
-
tale Protocollo prevede: un utilizzo coordinato e integrato delle risorse
nazionali, regionali e comunali, garantendo un accesso più ampio ai contributi
per la morosità incolpevole;
procedure
omogenee e snelle per l’erogazione dei contributi, evitando ritardi e
frammentazione nell’attuazione delle misure di sostegno;
l’introduzione
di un contributo massimo fino a 8.000 euro nei Comuni ad Alta Tensione
Abitativa (ATA) e fino a 4.000 euro negli altri Comuni;
l’ampliamento
delle risorse disponibili, includendo anche fondi di edilizia pubblica e
sociale gestiti dagli Enti Locali;
l’inserimento
di una clausola di compatibilità con l’Assegno di Inclusione, permettendo ai
beneficiari di cumulare il sostegno all’affitto con altre misure di welfare;
la
previsione di misure di accompagnamento sociale per i nuclei familiari in
difficoltà, attraverso il coinvolgimento dei servizi sociali e delle
associazioni territoriali. Preso atto che: - la riattivazione del Fondo per la
morosità incolpevole è fondamentale per prevenire sfratti e situazioni di grave
disagio abitativo, soprattutto nelle fasce più deboli della popolazione;
-
la Regione Calabria, attraverso i Comuni, ha il compito di gestire e
distribuire le risorse assegnate dal Fondo, garantendo trasparenza e
tempestività nell’accesso ai contributi;
-
l’assenza di un Fondo regionale integrativo potrebbe rendere insufficienti le
risorse nazionali disponibili rispetto all’elevata domanda di sostegno in
Calabria;
-
l’abitazione rappresenta una condizione indispensabile per l’accesso
all’istruzione, alla formazione e a un’occupazione dignitosa. Questo è ancora
più importante in una regione dove gli stipendi sono da sempre molto bassi, in
un territorio tra i più poveri d’Europa dove la questione abitativa rischia di
trasformarsi in una vera e propria emergenza sociale. Tutto ci premesso e
considerato interroga il Presidente della Giunta regionale
per
sapere:
1. se
la Regione Calabria abbia già predisposto le procedure necessarie per la
gestione del Fondo per la morosità incolpevole e quali siano i tempi previsti
per dare risposta ai cittadini attraverso i bandi comunali. 2. Quali azioni la
Regione intenda adottare per sollecitare il Governo a emanare il decreto
attuativo necessario all’erogazione delle risorse del Fondo. 3. Se la Regione
Calabria intenda stanziare risorse aggiuntive per un proprio Fondo regionale
per la morosità incolpevole, al fine di integrare le risorse nazionali e
ampliare la platea dei beneficiari. 4. Quali misure siano previste per
supportare le famiglie in difficoltà economica e prevenire gli sfratti,
promuovendo un coordinamento efficace tra Comuni, Prefetture e associazioni di
categoria. 5. Se sia prevista una campagna informativa per garantire che i
cittadini aventi diritto siano adeguatamente informati sulle modalità di
accesso ai contributi e sui requisiti richiesti.
(333;
24/03/2025)
Alecci.
Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso
che:
-
la Tubercolosi Bovina per definizione è una “Malattia infettiva e contagiosa,
sostenuta dal Mycobacterium Bovis, ad andamento
cronico, che colpisce numerose specie selvatiche, domestiche ed anche l’uomo”,
ci troviamo difronte ad una zoonosi molto pericolosa per la salute umana per la
cui eradicazione la normativa DM 02.05.2024, prevede l’individuazione di tutti
i capi infetti e la loro macellazione;
- i
capi macellati, a seguito di Ordinanza di abbattimento da parte del
Responsabile del Servizio veterinario, su delega del Commissario, vengono
rimborsati dall’ASP all’allevatore. La regione Calabria ha adottato il Decreto
per la ricostituzione del patrimonio;
-
dall’anno 2023 l’infezione si è manifestata ai controlli ufficiali con la prova
IDT (inoculazione della Tubercolina) in maniera molto diffusa negli
allevamenti, in particolare del Crotonese;
-
il 21 novembre 2023, nel corso di una giornata di studio promossa dall’ARA
(Associazione regionale allevatori) si sottolineava la necessità immediata di
attuare un Piano straordinario di eradicazione;
-
il 15.05.2024 la Direzione sanitaria dell’Asp di Crotone istituiva una task
force TBC per la gestione dei focolai, la cui nomina veniva ratificata dal
Commissario Straordinario con Delibera n. 474 del 10.06.2024. Considerato che:
- l’allevamento bovino costituisce un comparto importante nell’ambito del
settore zootecnico della nostra regione;
-
la comprensibile esasperazione degli allevatori, sfociata in contestazioni e
proteste, rende imprescindibile una collaborazione tra gli stessi e l’autorità
sanitaria;
-
medio tempore ha avuto luogo l’avvicendamento del Commissario aziendale di
Crotone;
-
il D.M. 02.05.2024 sulle malattie infettive animali, quali la tubercolosi
bovina, ne prevede l’eradicazione entro il 2030, dopo di che si potrebbe avere
la sospensione degli aiuti comunitari per gli allevatori. Tutto ciò premesso e
considerato interroga il Presidente della Giunta Regionale anche in qualità di
Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del
Sistema sanitario nella Regione Calabria,
per
sapere:
-
se intende convocare tempestivamente un tavolo tecnico presso l’Asp di Crotone,
coinvolgendo anche i veterinari e gli allevatori, al fine di tracciare le
linee, nel rispetto della norma, per l’elaborazione di un Piano straordinario
di eradicazione.
(334;
24/03/2025)
Mammoliti.
Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso
che:
-lo
sciame sismico che in queste ultime settimane sta interessando la nostra
regione ripropone all’attenzione di tutti noi i rischi ai quali l’Italia e la
nostra regione in particolare sono costantemente esposti;
l’Italia,
infatti, è uno dei paesi a maggiore rischio sismico del Mediterraneo, per la
frequenza dei terremoti che hanno storicamente interessato il suo territorio e
per l'intensità che alcuni di essi hanno raggiunto, determinando un impatto
sociale ed economico rilevante;
secondo
la Protezione civile, l’Italia possiede una pericolosità sismica medio-alta,
una vulnerabilità molto elevata e un’esposizione altissima, sia per la densità
abitativa che per il patrimonio storico e artistico presente sul territorio;
si
calcola che negli ultimi quarant’anni, i terremoti che hanno colpito il Paese
hanno causato danni economici consistenti, valutabili in circa 135 miliardi di
euro impiegati per il ripristino e la ricostruzione post-evento, a ciò vanno
aggiunte le conseguenze non traducibili in valore economico sul patrimonio
umano, storico, artistico e monumentale;
in
questo quadro, assai più preoccupante appare la situazione in cui versa la
Calabria che è la regione italiana più esposta al rischio sismico;
nella
nostra regione, infatti, si sono concentrati più della metà dei terremoti
catastrofici avvenuti in Italia negli ultimi 350 anni caratterizzati dai valori
di magnitudo più levati, causando più di 200.000 vittime;
la
storia dei terremoti in Calabria oltre che tutti gli studi scientifici degli
ultimi decenni, ci dicono, dunque, che è una regione ad elevata pericolosità
sismica in cui si possono verificare terremoti di notevole violenza;
sul
sito dell’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), alla luce
della mappa della pericolosità sismica elaborata nel 2004 che fornisce un
quadro delle aree più pericolose da un punto sismico in Italia in base ai
valori di accelerazione del terreno attesi nei prossimi 50 anni, si legge che
“gli scuotimenti più forti sono attesi in Calabria, Sicilia sud-orientale,
Friuli-Venezia Giulia e lungo tutto l’Appennino centro-meridionale”;
tutti
i Comuni della Calabria sono stati classificati, con DGR n. 47 del 10.02.2004,
sulla base dell’Ordinanza del presidente del Consiglio dei ministri n.
3274/2003, nelle zone 1 e 2 (sulle 4 previste) a elevato rischio sismico;
vale
la pena ricordare che quando si utilizza il termine
“rischio sismico” si fa invece riferimento alla stima del danno conseguente ad
un terremoto che potrebbe verificarsi. I parametri di cui si tiene conto sono i
seguenti: - pericolosità dell’area, la probabilità che in quella determinata
area si risentano gli effetti di un terremoto;
-
esposizione, la possibilità che, in caso di terremoto, persone e/o edifici
possano essere danneggiati;
-
vulnerabilità, la valutazione della resistenza degli edifici, dell’efficienza
dei mezzi di soccorso di un territorio;
il
parametro “chiave” a cui è necessario prestare la massima attenzione è, dunque,
quello della vulnerabilità degli edifici. Il suo valore dipende dal tipo di
costruzione e dal livello di manutenzione: si tratta del fattore principale su
cui si può intervenire per ridurre il rischio da terremoto di ogni zona. Considerato
che appare utile sottolineare come la questione vada prioritariamente
incentrata sulla conoscenza e sulla prevenzione dei rischi, che non sono solo
sismici, ma anche idrogeologici e idraulici;
in
Calabria, infatti, per ragioni di natura morfologica, geologica, meteorologica
e antropica i fenomeni di dissesto idrogeologico sono numerosi e frequenti;
negli
ultimi anni si riscontra una più accentuata ricorrenza di questi fatti che si
traducono in episodi di notevole gravità con danni alle opere pubbliche e ad edifici privati e talvolta, purtroppo, con perdite di
vite umane;
il
rischio di dissesto idrogeologico è ulteriormente accentuato dai numerosi
incendi boschivi che distruggono ogni anno decine di migliaia di ettari di
boschi cancellando le uniche difese naturali contro il dissesto;
in
questo quadro la scarsa manutenzione del territorio rappresenta un ulteriore
vulnus alla già grave situazione calabrese. Tenuto conto che per limitare il
rischio sismico, il dissesto idrogeologico, l’erosione del suolo e i danni da
incendio, si deve intervenire attraverso adeguate misure di prevenzione;
obiettivo
generale della prevenzione è, infatti, la riduzione della vulnerabilità di
uomini e cose, nel confronto dei pericoli naturali, attraverso una adeguata
utilizzazione del territorio o l’adozione di misure di protezione;
con
riferimento al rischio sismico, negli ultimi anni, specificatamente dal
terremoto in Abruzzo in poi, notevoli sono stati gli interventi sia normativi
che finanziari volti alla prevenzione dei rischi sismici ed alla messa in
sicurezza del territorio. Solo per fare alcuni esempi, si possono citare: - il
Programma nazionale della prevenzione del dipartimento nazionale della
Protezione civile che, a partire dal 2010, dopo il terremoto dell’Aquila, è
stato finanziato con 1 miliardo di euro in 7 anni e che continua ad essere
sovvenzionato con 50 milioni di euro l’anno, la Calabria ha ricevuto circa 130
milioni di euro utilizzati per avviare interventi di prevenzione strutturale su
circa 250 edifici, ma anche per fare microzonazioni sismiche in tutti i Comuni
calabresi. - Il Patto per il SUD che ha finanziato alcuni programmi di
intervento di messa in sicurezza di Edifici Strategici e di Edilizia
Scolastica;
-
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – PNRR ed il Por Calabria 2021/27.
Con riferimento al dissesto idrogeologico la istituita Struttura Commissariale
ha a disposizione una dotazione finanziaria di circa 470 milioni di euro;
La
Calabria è una delle poche regioni che ha approvato il Piano di soccorso
sismico, al cui interno sono inseriti gli elementi conoscitivi, territoriali e
operativi che occorre attuare in caso di eventi sismici. Preso atto che nonostante
l’imponente mole di finanziamenti volti a ridurre il rischio sismico oltre che
a mitigare quello idrogeologico, appare di tutta evidenza la lentezza con cui
la Regione, negli anni, ha programmato e speso le risorse;
alla
base di tali ritardi, come sovente accade, vi è la mancanza di personale nei
preposti dipartimenti e negli enti locali;
che
nell’agosto 2024, il sottoscritto Consigliere, ha presentato al Presidente
della Giunta regionale una istanza, rimasta senza riscontro, per chiedere:
1.
di effettuare una ricognizione di tutte le risorse disponibili per la
prevenzione del rischio sismico ed idrogeologico;
2.
di porre in essere, con il coinvolgimento degli enti
locali, una indagine sullo stato del patrimonio edilizio pubblico e privato
individuando gli immobili non sicuri sotto il profilo sismico e gli interventi
da svolgere per la loro messa in sicurezza;
3.
di predisporre un piano di messa in sicurezza del patrimonio edilizio della
Regione;
4.
di predisporre un piano di potenziamento degli uffici tecnici regionali;
5.
di avviare, con il coinvolgimento di Comuni, Scuole ed Associazioni di
Volontariato, un piano di comunicazione volto ad illustrare i comportamenti da
tenere nel caso di eventi calamitosi;
6.
di predisporre un piano straordinario di manutenzione del territorio e di
prevenzione degli incendi con l’assunzione da parte di Calabria Verde, per
minimo 6 mesi all’anno, di almeno 2000 giovani (operai e tecnici);
7.
di relazionare al Consiglio regionale sullo stato degli interventi predisposti.
Tutto quanto sopra premesso e considerato, il sottoscritto Consigliere
regionale, interroga il Presidente della Giunta regionale
per
sapere:
-
se e quali utili provvedimenti sono stati adottati e/o si intendano adottare al
fine di realizzare una messa in sicurezza permanente del territorio regionale.
(335;
25/03/2025)
Mammoliti.
Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso
che:
-
in data 17/03/2025, l’Azienda Calabria Verde ha pubblicato, sul proprio sito,
due diversi avvisi di interpello rivolti a personale dipendente e specificatamente:
- Avviso Interpelli interno - Operatore COP e SOUP rivolto al personale
dipendente per la formazione di elenco di personale da Impiegare come
Operatore/Operatrici A.I.B. nei Centri Operativi Provinciali (COP) e nella Sala
Operativa Unificata Permanente (SOUP);
-
Avviso di interpello interno. - Rivolto al personale dipendente per la
formazione di elenco di personale da sottoporre a formazione e prova selettiva
per il successivo utilizzo nell'attività di Direttore delle operazioni di
spegnimento (DOS);
che
col primo avviso, al fine di migliorare per la prossima campagna AIB le
turnazioni e la copertura del territorio regionale, Azienda Calabria Verde
intende individuare e formare proprio personale per le attività di
operatore/operatrice di sala operativa A.I.B. (SOUP e COP) e, per come
specificato nell’avviso, l'Azienda necessita per la sala operativa di 33 unità
da integrare: - SOUP / Coordinamento Aereo / COP Area Centrale (province di:
CZ, VV, KR): n. 20 unità lavorativa da integrare;
-
COP Area Nord (Provincia di Cosenza): n. 5 unità lavorativa da integrare;
-
COP Area SUD (Provincia di Reggio Calabria): n. 8 unità lavorativa da
integrare;
col
secondo avviso, al fine di migliorare per la prossima campagna AIB le
turnazioni e la copertura del territorio regionale, Azienda Calabria Verde
intende individuare e formare proprio personale per le attività di Direttore
delle Operazioni di Spegnimento (DOS) e, per come si legge nel richiamato
avviso, intende formare n. 50 nuovi DOS così ripartiti: - Distretto 1 -
Castrovillari n. 5 - Distretto 2 - Verbicaro/Paola n. 5 - Distretto 3 - Acri n.
5 unità - Distretto 4 - Santo Stefano di Rogliano n. 4 - Distretto 5 - San
Giovanni in Fiore n. 4 D - Distretto 6 - Crotone n. 4 unità - Distretto 7 -
Taverna - Catanzaro n. 5 - Distretto 8 - Serra San Bruno n. 4 - Distretto 9 -
Cittanova n. 4 - Distretto 10 - Bovalino n. 5 - Distretto 11 - Reggio Calabria
n. 5 considerato che l’avviso è rivolto a tutto il personale dipendente, in
possesso almeno del titolo di studio di diploma di scuola superiore;
che
la domanda di partecipazione, dovrà pervenire ad Azienda Calabria Verde, entro
e non oltre il decimo giorno dalla pubblicazione sull'albo aziendale dei
richiamati avvisi, ovvero, esclusivamente tramite posta elettronica certificata
(PEC);
che
il personale interessato sarà sottoposto a preselezione (colloquio attitudinale
e prova pratica) per l'accesso alla successiva fase di formazione con esame
finale, all'esito del quale il partecipante potrà essere avviato all'attività
di cui ai richiamati avvisi;
che
la preselezione, per come prevista dall’avviso, consisterà in un colloquio
attitudinale sulle principali attività svolte da Azienda Calabria Verde, la
prova pratica sarà finalizzata ad accertare le capacità del partecipante
nell'impiego dei software di uso comune;
che
coloro i quali avranno concluso positivamente la preselezione saranno avviati a
formazione, che si concluderà con un esame finale e la costituzione di una
graduatoria. Tenuto conto che la preselezione, prevedendo soltanto un colloquio
attitudinale ed una prova pratica, potrebbe lasciare ampio margine
discrezionale all’Azienda la quale, negli avvisi, non ha previsto, come sarebbe
stato naturale, alcuna preferenza e/o premialità per le attività svolte in
precedenza, l’anzianità di servizio ed eventuali ulteriori titoli;
quanto
sopra potrebbe comportare l’illegittimità dei richiamati interpelli, in quanto,
per come previsto dalla normativa in materia, gli avvisi non contengono: -
alcun criterio di valutazione circa le categorie e/o i livelli di appartenenza
dei partecipanti all’interpello;
-
non vengono tenuti in alcuna considerazione i titoli posseduti dai candidati e
l’anzianità di servizio i cui criteri di valutazione dovrebbero essere
pubblicati unitamente all’interpello. Tutto quanto sopra premesso e
considerato, si interroga il competente Assessore
per
sapere:
-
se è al corrente dei descritti avvisi di interpello;
-
se e, nell’eventualità, quali utili e tempestivi provvedimenti intenda adottare
per una riforma delle procedure di preselezione ivi previste.
(336;
25/03/2025)
Muraca.
Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso
che:
-
la situazione della sanità in Calabria, in particolare nell'ambito
dell'emergenza-urgenza e del servizio 118, è fortemente critica, con carenze di
personale e risorse che mettono a rischio l'efficacia del servizio e la
sicurezza dei cittadini;
-
nella provincia di Reggio Calabria le difficoltà sono particolarmente evidenti,
con ambulanze spesso prive di personale adeguato e tempi di intervento che non
garantiscono un'efficace assistenza ai pazienti. Considerato che: - con DCA n.
126 dell'11/05/2023, l'ASP di Cosenza è stata individuata quale Azienda
capofila per il reclutamento del personale del 118, con assegnazione dei
seguenti posti: ASP Catanzaro: 10 posti;
ASP
Cosenza: 52 posti;
ASP
Crotone: 6 posti;
ASP
Reggio Calabria: 42 posti;
ASP
Vibo Valentia: 5 posti;
-
in esecuzione della Deliberazione n. 1625 del 24/07/2023, è stato indetto un
concorso pubblico per la copertura a tempo indeterminato di 115 posti di
Operatore Tecnico Specializzato Autista di Ambulanza, pubblicato sul BURC n.
175 dell'8 agosto 2023;
-
con il DCA n. 102 del 20/05/2024, il Commissario ad Acta per l'attuazione del
Piano di rientro della Regione Calabria ha approvato i Piani Assunzionali per
le Aziende del SSR per il 2024, prevedendo 165 assunzioni per gli autisti di
ambulanza, rispetto ai 115 previsti dal concorso;
-
con deliberazione n. 1493 del 4 luglio 2024, l'ASP di Cosenza ha proceduto allo
scorrimento della graduatoria per ulteriori 50 posti, distribuiti tra le
diverse ASP. Per l’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria, nello
specifico, i posti autorizzati dal DCA n. 102 sono 45, i vincitori del concorso
sono 33 (ma si è verificata una rinuncia), quindi, non avendo l’Asp di Reggio
Calabria una propria graduatoria di idonei alla quale attingere, lo scorrimento
della graduatoria dell’Asp di Cosenza è pari a 13 unità;
-
il Direttore Generale dell'ASP di Cosenza, con nota n. 0090985 del 18/07/2024,
ha sollecitato le ASP di Catanzaro, Vibo Valentia, Crotone e Reggio Calabria a
procedere con gli adempimenti per il reclutamento degli autisti di ambulanza
necessari a completare l’organico;
-
mentre tutte le ASP hanno completato le assunzioni, per come previsto dal DCA
n. 102, attingendo per i posti mancanti agli idonei della graduatoria dell’Asp
di Cosenza, l'ASP di Reggio Calabria non ha ancora provveduto all'assunzione
dei 13 autisti previsti. Tenuto conto che: - l'11 ottobre 2023, tutte le ASP
della Regione Calabria hanno sottoscritto una Convenzione con Azienda Zero per
il servizio di emergenza-urgenza. L'ASP di Cosenza è stata individuata quale
Azienda capofila per garantire l'operatività dell'accordo del 2 maggio 2023 per
il 118 e il servizio di elisoccorso;
-
con Deliberazione n. 288 del 5 febbraio 2024, l'ASP di Cosenza, in qualità di
delegata di Azienda Zero, ha provveduto alla ripartizione territoriale e
all’attivazione delle articolazioni territoriali avanzate dedicate
all’emergenza dette Postazioni di Emergenza Territoriali (PET) con la
configurazione dei mezzi di trasporto sul territorio regionale;
-
attualmente, sei PET (Oriolo, Praia a Mare, Corigliano, Lungro, Cassano,
Spezzano Albanese) e un'automedica di Cosenza operano ancora con convenzioni
con associazioni private, fornite di proprie ambulanze e personale, nonostante
la convenzione per il servizio di trasporto sanitario di emergenza-urgenza
stipulata nel 2019 sia scaduta. Tutto ciò premesso e considerato interroga il
Presidente della Giunta regionale
per
sapere:
1.
se e come intende assumere ogni utile e necessaria iniziativa, in qualità di
Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del
settore sanitario della Regione Calabria, per garantire il completamento delle
assunzioni, nel rispetto delle procedure concorsuali e delle esigenze della
rete di emergenza-urgenza;
2.
per quali motivi l'ASP di Reggio Calabria non ha ancora proceduto
all'assunzione dei 13 autisti di ambulanza previsti dal piano di fabbisogno;
3.
quali iniziative intenda adottare per superare la situazione di prorogatio
delle convenzioni con associazioni private nelle postazioni PET e, ovunque
persistano, dotare tali postazioni di mezzi e personale proprio del Servizio
Sanitario Regionale, al fine di garantire un servizio efficiente e omogeneo su
tutto il territorio regionale.
(337;
26/03/2025)
Il
Consiglio regionale, premesso che:
-
la legge 9 dicembre 1998, n. 431 “Disciplina delle locazioni e del rilascio
degli immobili ad uso abitativo” e ss.mm.ii.
all’articolo 11 aveva introdotto il “Fondo nazionale per il sostegno
all’accesso alle abitazioni in locazione”;
-
il Decreto del Ministero dei Lavori Pubblici del 7 giugno 1999 aveva fissato i
requisiti minimi dei conduttori per beneficiare dei contributi e i criteri per
la determinazione degli stessi;
-
la legge di bilancio 2023 non ha finanziato il fondo dall’annualità 2023.
Considerato che: - in particolar modo, in regioni quali la Calabria,
l’azzeramento della dotazione destinata al sostegno del pagamento degli affitti
a favore dei soggetti con redditi più bassi sta mettendo a rischio il
sostentamento di tanti nuclei familiari che fanno sempre più fatica ad arrivare
a fine mese;
-
tale situazione rischia di diventare una vera e propria bomba sociale pronta ad
esplodere;
-
il contributo fitto casa negli anni è stato uno strumento utile per alleviare
il disagio alloggiativo, ritardando a volte gli sfratti fino a consentire ai
nuclei familiari in difficoltà di trovare un’altra sistemazione abitativa;
-
alcune regioni, città metropolitane e comuni del nostro paese hanno provveduto,
in diverse annualità, al sostegno di tale misura con fondi propri.
Impegna
la Giunta regionale
a
reperire risorse da destinare a contributo fitto casa e a sollecitare, nel contempo, il Governo nazionale, anche attraverso l’ANCI,
a ripristinare il fondo di cui all’art. 11 della legge n. 431/1998.
(114;
21/03/2025) Alecci
Il
Consiglio regionale, premesso che:
-
le conclusioni del Consiglio europeo del 20 e 21 marzo 2025 confermano la
pericolosa quanto concreta svolta militarista dell’Europa, preannunciata nel
Libro Bianco della Difesa europea, ribattezzando il Piano di riarmo europeo “ReArm Europe” in “ReArm Europe
Plan/Readiness 2030”, intendendo sottolineare la capacità di prontezza e
risposta militare, in totale contrasto con i principi e i valori comuni
dell’Unione europea ossia libertà, democrazia, uguaglianza e Stato di diritto,
promozione della pace e della stabilità. Una vera e propria chiamata alle armi;
-
in particolare, al titolo IV - Difesa e Sicurezza europee, delle conclusioni
del Consiglio, si chiede al paragrafo 21 “un'accelerazione dei lavori su tutti
i filoni per potenziare in modo decisivo la prontezza dell’Europa alla difesa
nel corso dei prossimi cinque anni”, a tal fine invitando “il Consiglio e i
co-legislatori a portare avanti rapidamente i lavori sulle recenti proposte
della Commissione”. Al paragrafo 23, del medesimo titolo, il Consiglio invita
la Commissione e l’Alta rappresentante a riferire periodicamente in merito agli
avanzamenti compiuti nell’attuazione delle conclusioni sulla difesa.
Considerato che: - al Consiglio europeo sono comunque emerse varie divergenze
tra gli Stati membri in materia di debito comune e sul tema degli investimenti.
Il debito comune dovrà essere necessariamente affrontato nel prossimo Consiglio
di giugno, considerato che al summit Nato in programma all’Aja dal 24 al 26
giugno 2025 verrà indicato il nuovo target di spesa per i Paesi membri
dell’Alleanza atlantica;
-
il 19 marzo 2025, la Commissione e l’Alta rappresentante hanno presentato il
Libro bianco sulla difesa europea, contestualmente la Commissione ha
presentato, nell’ambito del piano ReArm
Europe/Readiness 2030, un pacchetto di difesa che fornisce leve finanziarie
agli Stati membri dell'UE al fine di facilitare l’aumento degli investimenti
nelle capacità di difesa. Tenuto conto che: - ReArm
Europe Plan/Readiness 2030 ha ottenuto un prima via libera nel corso del
Consiglio europeo straordinario dello scorso 6 marzo, tra cui il sostegno del
Governo italiano, dopo esser stato annunciato già qualche giorno prima, in
maniera alquanto irrituale considerati la portata e l’impatto, con una lettera
del Presidente della Commissione europea Von der
Leyen all’attenzione dei capi di Stato e di Governo
dei Paesi membri;
-
il Piano, declinato in 5 punti, vale 800 miliardi di euro e segna un deciso
cambio di rotta dell’Unione a favore di una vera e propria militarizzazione
dell’Ue, come a più riprese denunciato dal gruppo parlamentare “MoVimento 5 Stelle”, in cui le priorità politiche su temi
centrali quali la transizione verde e digitale, la sanità, l’istruzione e la
green economy cedono il passo al rafforzamento della capacità di produzione di
armi e munizioni;
-
in particolare, il Piano Ue prevede un aumento esponenziale della spesa per la
sicurezza e la difesa dell’Europa, declinata nel senso di un rafforzamento
della capacità militare, attraverso l’istituzione di un nuovo strumento
finanziario basato su prestiti agli Stati membri garantiti dal bilancio Ue, per
l’acquisto, tra l’altro, di sistemi di difesa aerea e missilistica,
artiglieria, missili e munizioni, droni e sistemi anti-drone, nonché
investimenti in infrastrutture critiche e protezione dello spazio, mobilità
militare, cyber, intelligenza artificiale e guerra elettronica;
-
gli Stati membri avrebbero inoltre la possibilità di innalzare la propria spesa
militare a livello nazionale, tramite l’attivazione della clausola di
salvaguardia nazionale del Patto di stabilità e Crescita (PSC), ipotesi che –
consentendo lo scorporo degli investimenti per la difesa dal calcolo
deficit/Pil – libererebbe, nelle intenzioni della Presidente della Commissione
europea, complessivamente 650 miliardi di euro in un periodo di quattro anni,
da aggiungersi ai 150 miliardi del nuovo strumento di prestiti per la difesa
sostenuti dal bilancio dell’UE. Gli spazi di indebitamento a disposizione degli
Stati membri verrebbero così occupati dalle spese per il riarmo, a svantaggio
dello stato sociale e dei servizi alla persona, con evidenti disparità a seconda
delle disponibilità di bilancio, creando un progetto di investimento
industriale non organico, che potrebbe falsare la concorrenza interna, minando
i principi stessi del mercato comune, in luogo di una sana e ordinata
competizione intra-Ue. La possibilità di attivare la clausola di salvaguardia è
stato uno dei punti che ha fatto emergere distanze profonde tra Stati membri al
Consiglio europeo di marzo 2025, considerate le singole situazioni debitorie
dei Paesi. Preso atto che: - allo stato attuale, dunque, si prospetta
unicamente una mobilitazione senza precedenti di risorse finanziarie per
l’aumento delle spese militari a livello nazionale dei singoli Stati membri,
peraltro senza una revisione delle regole fiscali europee, ma incidendo
esclusivamente sul debito dei singoli Paesi membri;
-
la svolta bellicista descritta sta minando le fondamenta dello spirito
originale del grande progetto di pace che sarebbe dovuta
essere l’Unione europea e che auspichiamo si torni a perseguire, come rivoluzionariamente sancito dal testo de “Il Manifesto di
Ventotene”, ovvero uno dei testi fondanti dell’Unione europea, per creare una
federazione europea ispirata ai principi di pace, libertà e democrazia.
Impegna
la Giunta regionale
1.
a sollecitare il Governo a non proseguire nel sostegno del piano di riarmo
europeo “ReArm Europe/Readiness 2030”;
2.
al fine di recuperare i valori fondanti dell’Unione europea, a sollecitare il
Governo a sostenere nelle opportune sedi europee la sostituzione integrale del
“ReArm Europe/Readiness 2030” con un piano di
rilancio e sostegno agli investimenti che promuovano la competitività , gli
obiettivi a lungo termine e le priorità politiche dell’Unione europea quali:
spesa sanitaria, sostegno alle filiere produttive e industriali, incentivi
all’occupazione, istruzione, investimenti green e beni pubblici europei, per rendere
l’economia dell’Unione più equa, competitiva, sicura e sostenibile.
(115;
27/03/2025) Tavernise
Art.
1
(Finalità)
1.
La Regione Calabria, nell’ambito delle proprie competenze e nel rispetto dei
limiti fissati dall’art. 117 Costituzione, promuove lo sviluppo integrato sul
territorio regionale delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione
(ICT), al fine di favorire:
a)
la crescita organica e integrata sul territorio regionale della società
dell'informazione, in coerenza con il contesto normativo europeo e nazionale;
b)
il miglioramento della qualità della vita dei cittadini nel rapporto con le
pubbliche amministrazioni e gli enti del territorio regionale della Calabria,
favorendo anche lo sviluppo delle competenze digitali e di forme di
cittadinanza attiva;
c)
lo sviluppo economico del territorio, favorendo la competitività e
l’innovatività del sistema regionale;
d)
lo sviluppo di infrastrutture e servizi innovativi idonei a potenziare la
cooperazione, l’efficienza e la capacità di servizio delle amministrazioni
pubbliche e degli enti che operano nel territorio regionale;
e)
la promozione dell’impiego esteso e integrato delle tecnologie innovative nello
svolgimento delle funzioni e nell’erogazione dei servizi da parte delle
amministrazioni pubbliche presenti nel territorio regionale;
f)
il contenimento e la razionalizzazione della spesa pubblica regionale nel
settore ICT;
g)
il superamento del divario tecnologico e digitale tra le diverse aree del
territorio della Calabria e la piena accessibilità alla rete e ai servizi
digitali da parte di tutte le istituzioni, i cittadini e gli operatori
economici.
2. A tal fine la Giunta regionale, su proposta
dell’assessore competente, adotta con cadenza triennale il Piano triennale per
la transizione digitale della Regione Calabria, con il quale fissa gli
obiettivi strategici pluriennali, le linee guida e, nel limite delle risorse
nazionali ed europee disponibili in bilancio, programma gli investimenti senza
ulteriori oneri a carico del bilancio regionale. Il dipartimento regionale
competente in materia di transizione digitale ne cura l’attuazione.
Art. 2
(Istituzione del Sistema Informativo
Integrato Regionale della Calabria – SIIR)
1.
Per il raggiungimento delle finalità di cui all’articolo 1, comma 1, la Regione
Calabria, senza ulteriori oneri a carico del bilancio regionale, istituisce e
coordina il Sistema Informativo Integrato Regionale della Calabria (SIIR).
2.
Il SIIR si compone, all’atto della sua istituzione, dei sistemi informativi,
telematici e tecnologici attualmente in uso da parte dei singoli enti di cui al
comma 3. Rientrano nel SIIR il complesso delle base dati, delle procedure e dei
servizi applicativi, nonché delle reti trasmissive di cui dispongono gli enti
aderenti per le rispettive funzioni amministrative, gestionali e tecniche.
3.
Al SIIR aderiscono la Regione Calabria, gli enti del sistema regionale e le
società regionali a totale partecipazione pubblica, elencati nell’allegato A
della presente legge. La Giunta regionale, su proposta dell’assessore
competente, è autorizzata a integrare con propria delibera l’allegato A anche a
seguito di richieste di adesione di enti o di altri organismi preposti allo
svolgimento di pubbliche funzioni nel territorio regionale.
4.
Al SIIR possono chiedere di partecipare gli enti locali formulando specifica
istanza alla Giunta regionale, la quale si determina secondo le modalità
fissate al comma 3.
5.
Al fine di promuovere l’integrazione dei sistemi informativi, telematici e
tecnologici degli enti e degli altri soggetti che compongono il SIIR, la
Regione può prevedere l’implementazione di servizi comuni nell’ambito dello
stesso mediante appositi stanziamenti all’interno di piani, programmi, accordi
istituzionali e altri strumenti di programmazione finanziati con risorse
nazionali ed europee senza ulteriori oneri a carico del bilancio regionale.
6.
Gli enti e gli altri soggetti che aderiscono al SIIR provvedono alla copertura
degli oneri finanziari connessi alla realizzazione ed evoluzione del proprio
sistema informativo e telematico integrato nel SIIR.
7.
Le attività di sviluppo, conduzione e gestione del SIIR costituiscono servizi
di interesse generale e sono improntate ai principi di efficacia, di efficienza
e di sostenibilità finanziaria, perseguendo obiettivi di:
a)
aumento dell'efficacia e dell'efficienza complessiva del sistema;
b)
razionalizzazione, per il sistema regionale, degli oneri nel settore ICT;
c)
sviluppo dell'interoperabilità informatica tra i soggetti facenti parte del
SIIR;
d)
sviluppo uniforme e omogeneo delle funzionalità attinenti al SIIR;
e)
promozione della trasparenza;
f)
erogazione di servizi a cittadini e imprese.
Art.
3
(Costituzione della società regionale in
house ReDigit S.p.A.)
1.
Nel rispetto dei princìpi di efficienza, efficacia e economicità dell’azione
amministrativa, oltre che di quanto previsto dal decreto legislativo 19 agosto
2016, n. 175 (Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica), per
realizzare e gestire un sistema integrato di servizi informativi e informatici
nell’ambito del SIIR e per la diffusione di una cultura dell’informazione,
viene costituita la società regionale in house providing
denominata ReDigit S.p.A. con capitale interamente
pubblico, inizialmente sottoscritto dalla Regione Calabria nella misura dell’89
per cento, da Fincalabra S.p.A. nella misura del 10 per cento, da Azienda per
il governo della sanità della Regione Calabria – Azienda Zero nella misura
dello 0,2 per cento e dai seguenti soci nella misura dello 0,1 per cento
ciascuno: Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro; Azienda Sanitaria
Provinciale di Cosenza; Azienda Sanitaria Provinciale di Crotone; Azienda
Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria; Azienda Sanitaria Provinciale di Vibo
Valentia; Azienda Ospedaliera "Dulbecco" di Catanzaro; Azienda
Ospedaliera di Cosenza; Azienda Ospedaliera "Bianchi Melacrino
Morelli" di Reggio Calabria.
2.
Alla costituzione della società ReDigit S.p.A.
provvede il Presidente della Giunta regionale, o suo delegato, previa
deliberazione della Giunta regionale di approvazione degli schemi di atto
costitutivo e di statuto della società, i cui contenuti si conformano a quanto
stabilito dal d.lgs. 175/2016. L’atto costitutivo e lo statuto di ReDigit S.p.A. prevedono che la società sia costituita
nella forma della società per azioni; la durata della società è a tempo
indeterminato; la sede legale è stabilita nel Comune di Catanzaro, presso la
Cittadella regionale “Jole Santelli” e possono essere istituite sedi secondarie
e unità locali operative con delibera degli organi societari.
3.
Il capitale sociale iniziale della società è fissato in 3.000.000,00 euro; il
numero delle azioni è pari a 1.000,00 euro ciascuna per un valore nominale pari
a 3.000,00 euro; le azioni sono indivisibili e ciascuna di essa dà diritto a un
voto; è vietata la circolazione delle azioni a eccezione del caso in cui queste
siano acquistate da parte degli enti e dei soggetti autorizzati dalla presente
legge a partecipare al capitale sociale.
4.
Non possono essere soci della società soggetti privati, a cui è fatto divieto
di acquisire o detenere a qualunque titolo le sue azioni.
5.
Le azioni della società possono essere acquistate, anche attraverso la
sottoscrizione di aumenti del capitale sociale, dagli enti che compongono il
SIIR, dagli altri enti pubblici regionali, dagli enti locali presenti nel
territorio regionale, dalle aziende del sistema sanitario regionale, dalle
società in house providing a capitale interamente
pubblico partecipate dallo Stato, dalla Regione Calabria o dagli enti pubblici
presenti nel territorio regionale.
6.
Ciascun socio diverso dalla Regione Calabria, da Fincalabra S.p.A. e da Azienda
per il governo della sanità della Regione Calabria – Azienda Zero non può
detenere, anche indirettamente, una quota superiore all’1 per cento del
capitale sociale di ReDigit S.p.A.
7.
La partecipazione, diretta o indiretta, della Regione Calabria al capitale
sociale di ReDigit S.p.A. non può essere inferiore al
51 per cento del capitale sociale.
8.
Ciascun socio si può avvalere di ReDigit S.p.A. come
sua società in house providing.
Art
4
(Oggetto sociale, compiti e funzioni di ReDigit S.p.A.)
1.
La società ReDigit S.p.A. ha come oggetto sociale le
seguenti attività:
a)
definizione di piani e programmi nel settore ICT;
b)
progettazione, attuazione e gestione operativa di interventi ICT;
c)
razionalizzazione di sistemi già in esercizio;
d)
produzione di sistemi operativi, procedure e programmi elettronici sia di base
che applicativi;
e)
organizzazione, realizzazione, messa in opera e gestione operativa di strutture
logistiche attrezzate, impianti speciali, apparecchiature elettroniche e
impianti informatici;
f)
gestione, realizzazione e manutenzione di infrastrutture tecnologiche
abilitanti la connettività, l’interoperabilità e la cooperazione applicativa;
g)
supporto alla definizione e realizzazione dei piani di sicurezza delle
infrastrutture digitali materiali e immateriali regionali;
h)
gestione delle attività per la manutenzione e per il supporto all’attuazione
del Piano triennale per la transizione digitale della Regione Calabria;
i)
gestione tecnica e funzionale delle infrastrutture e dei servizi di rete e dei
servizi digitali di base utilizzati dall’amministrazione regionale;
j)
gestione tecnica dei portali web della rete intranet regionale e delle
richieste di abilitazione ai servizi informatici e agli applicativi regionali;
k)
messa in servizio dei sistemi;
l)
realizzazione e diffusione di prodotti e servizi informatici;
m)
promozione dell’innovazione tecnologica e funzionale degli enti soci anche
attraverso la ricerca, la formazione, la creazione di competenze digitali e lo
sviluppo di start-up;
n)
comunicazione multimediale e produzione di contenuti editoriali;
o)
supporto alla transizione digitale degli enti del territorio regionale tramite
l’individuazione, lo sviluppo, la diffusione e la gestione di tecnologie ICT,
funzionali a promuovere processi digitali e dematerializzati e a realizzare
un’amministrazione digitale aperta, integrata, efficiente ed efficace;
p)
erogazione di servizi al cittadino e di servizi amministrativi basati
sull’utilizzo di sistemi ICT;
q)
assistenza tecnica, progettazione, gestione, monitoraggio, verifiche e
rendicontazione di attività connesse alla fruizione e all’utilizzo di fondi
strutturali e d’investimento europei e di altri progetti finanziati con
stanziamenti sovranazionali, statali o regionali, a gestione diretta e
indiretta, per la realizzazione di interventi nel settore dell’ICT;
r)
compiti di stazione appaltante e centrale di committenza per tutte le procedure
di acquisto nel settore dell’ICT, in qualità di articolazione funzionale della
Stazione Unica Appaltante (SUA) della Regione Calabria, anche nell’interesse
della Regione Calabria, degli altri soci oltre che dei loro enti strumentali,
delle loro società partecipate, delle fondazioni e delle altre articolazioni
che fanno parte della loro organizzazione amministrativa, oltre che in favore
dei soggetti indicati all’articolo 1 della legge regionale 7 dicembre 2007, n.
26 (Istituzione dell’autorità regionale denominata “Stazione Unica Appaltante”
e disciplina della trasparenza in materia di appalti pubblici di lavori,
servizi e forniture).
2.
La società, nell’ambito delle proprie competenze, concorre al perseguimento dei
compiti istituzionali della Regione Calabria, dei soci, delle altre
articolazioni che fanno parte della loro organizzazione amministrativa e, nei
casi consentiti, dei loro enti strumentali, delle società da loro interamente
partecipate e delle fondazioni, erogando i servizi di interesse generale
previsti dalla presente legge e provvedendo all’autoproduzione di beni e
servizi.
Art.
5
(Organi societari e controllo analogo)
1.
L’amministrazione della società all’atto della sua costituzione è affidata a un
amministratore unico nominato dal Presidente della Giunta regionale con proprio
decreto; lo statuto può prevedere che l’organo di amministrazione della società
sia composto in forma collegiale da un consiglio di amministrazione di tre
membri, nel quale un membro è nominato dall’Ufficio di Presidenza del Consiglio
regionale ed è garantito il principio di equilibrio di genere nella misura
della metà degli altri componenti; in caso di nomina dell’organo di
amministrazione in forma collegiale, il consiglio di amministrazione può
attribuire deleghe di gestione a un solo amministratore a norma dell’articolo
11, comma 9, lettera a), del d.lgs. 175/2016, salva l’attribuzione di deleghe
al Presidente ove preventivamente autorizzata dall’Assemblea; ai sensi
dell’articolo 2449 del codice civile, la nomina e la revoca dell’amministratore
unico o della maggioranza dei componenti del consiglio di amministrazione è
riservata alla Regione Calabria, che vi provvede con decreto del Presidente
della Giunta regionale.
2.
Il collegio sindacale è composto da tre membri effettivi e due supplenti, di
cui uno effettivo e un supplente nominati dall’Ufficio di Presidenza del
Consiglio regionale e due effettivi e un supplente nominati dal Presidente
della Giunta regionale con decreto. Questi ultimi membri, nominati ai sensi
dell’articolo 2449 del codice civile sono scelti, per
un terzo dei componenti, nel rispetto del principio di equilibrio di genere.
3.
I componenti degli organi societari possiedono adeguata qualificazione e
comprovata esperienza professionale e non versano nelle condizioni
d’inconferibilità e incompatibilità previste dal decreto legislativo 8 aprile
2013, n. 39 (Disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità di
incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in
controllo pubblico) e dalle altre vigenti norme di legge statale e regionale
che regolano la materia.
4.
Ai componenti degli organi societari non possono essere riconosciuti gettoni di
presenza o trattamenti di fine mandato; il limite massimo del compenso lordo
annuale onnicomprensivo dei componenti degli organi di amministrazione della
società corrisponde a quello stabilito dall’articolo 11, commi 6 e 7, del
d.lgs. 175/2016.
5.
Agli organi di amministrazione e controllo della società si applica quanto
stabilito dal decreto-legge 16 maggio 1994, n. 293 (Disciplina della proroga
degli organi amministrativi), convertito dalla legge 15 luglio 1994, n. 444.
6.
La revisione legale dei conti della società è esercitata da un revisore
contabile o da una società di revisione; l’incarico è conferito dall’assemblea
che determina anche il corrispettivo.
7.
L’organo di amministrazione della società, qualora costituito in forma
collegiale, può nominare un direttore generale definendone le competenze e i
poteri; al direttore generale della società, se nominato, si applicano le norme
sulla responsabilità degli amministratori in base a quanto stabilito dall’art.
2396 del codice civile.
8.
I soci esercitano sulla società in modo congiunto il controllo analogo a quello
esercitato sulle proprie strutture organizzative e sui propri uffici in
relazione ai servizi prestati dalla società nei loro confronti. Il controllo
analogo dei soci è esercitato mediante la loro partecipazione al capitale
sociale con l’esercizio dei conseguenti poteri di socio e mediante la loro
partecipazione al comitato di coordinamento dei soci costituito dai legali
rappresentanti di ciascun socio o da loro delegati. In base a quanto stabilito
dall’articolo 16, comma 2, lettera c), del d.lgs. 175/2016, il funzionamento
del comitato di coordinamento dei soci è regolato da patti parasociali volti a
disciplinare i poteri di controllo analogo congiunto di tutti i soci nei confronti
della società. Il comitato di coordinamento dei soci esercita sulla società
tutti i poteri di monitoraggio, indirizzo e coordinamento previsti dalla legge
quale condizione per consentire alla società di operare come organismo in house
providing dei suoi soci; a tal fine lo statuto della
società, in base a quanto stabilito dall’articolo 16 del d.lgs. 175/2016, comma 2, lettera a), può anche
contenere clausole in deroga alle disposizioni dell’articolo 2380-bis e dell’articolo
2409-novies del codice civile.
9.
Allo scopo di consentire a ReDigit S.p.A. di ricevere
affidamenti diretti di contratti pubblici dai suoi soci oltre che dai loro enti
strumentali, dalle loro società interamente partecipate, dalle fondazioni e
delle altre articolazioni che fanno parte della loro organizzazione amministrativa,
lo statuto della società si adegua a quanto a tal fine prescritto dall’articolo
16 del d.lgs. 175/2016 e dalle altre norme di legge statali e regionali,
prevedendo che oltre l’80 per cento del fatturato della società sia prodotto
nello svolgimento dei compiti così affidati; la produzione ulteriore rivolta a
finalità diverse è ammessa in misura non superiore al 20 per cento del
fatturato ed è consentita solo a condizione che la stessa permetta di
conseguire economie di scala o altri recuperi di efficienza sul complesso
dell’attività principale della società.
10.
La società è sottoposta all’indirizzo, alla vigilanza e al controllo della
Regione Calabria per il tramite del Dipartimento competente in materia di
transizione digitale.
Art.
6
(Personale di ReDigit
S.p.A.)
1.
Per la gestione del personale di ReDigit S.p.A. si
applicano le norme contenute negli articoli 19 e 25 del d.lgs. 175/2016; la
società con proprio provvedimento, sottoposto a idonee forme di pubblicità,
stabilisce i criteri e le modalità per il reclutamento del proprio personale
con procedure conformi ai principi di trasparenza, pubblicità e
imparzialità, nel rispetto di quanto
stabilito dall’articolo 35, comma 3, decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165
(Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle
amministrazioni pubbliche). La società può avvalersi del personale incardinato
nell’organico dei suoi soci con il ricorso agli strumenti del distacco o del
comando, nel rispetto della legislazione vigente e previo accordo con le
organizzazioni sindacali di categoria.
2.
Nel rispetto degli articoli 19 e 25 del d.lgs. 175/2016, il personale
dipendente a tempo indeterminato della Vibo Sviluppo Spa in liquidazione è
trasferito alla costituenda ReDigit S.p.A., con
l’inquadramento che è ritenuto maggiormente adeguato rispetto all’esperienza
curriculare acquista dagli stessi.
Art.
7
(Modalità di affidamento delle attività a ReDigit S.p.A)
1.
La Regione Calabria e ReDigit S.p.A. regolano
mediante specifici disciplinari l’esecuzione da parte della società delle
attività ad essa affidate.
2.
La Regione, gli altri soci di ReDigit S.p.A. e i loro
enti strumentali, le società da questi interamente partecipate, le fondazioni e
le altre articolazioni che fanno parte della loro organizzazione
amministrativa, si avvalgono dei servizi del SIIR tramite la società in house a
controllo plurimo ReDigit S.p.A. e regolano i
rapporti con la società mediante specifico disciplinare.
3.
Gli altri enti pubblici, anche locali, gli organismi di diritto pubblico e le
società pubbliche che operano nel territorio regionale, che non rientrano
nell’organizzazione della Regione Calabria o degli altri soci della società,
possono affidare a ReDigit S.p.A. lo svolgimento di
attività rientranti nel suo oggetto sociale. A tal fine, nel rispetto dei
limiti di fatturato ammessi per attività erogate in favore di enti diversi dai
soci, la società è autorizzata a sottoscrivere accordi o contratti per acquisire
le relative commesse.
Art.
8
(Compiti della società in qualità di
articolazione funzionale della Stazione Unica Appaltante)
1.
La società ReDigit S.p.A. costituisce articolazione
funzionale della SUA della Regione Calabria istituita con la l.r. 26/2007, nel settore dell’ICT.
2.
Nel settore dell’ICT la società esercita in via esclusiva tutti i compiti e le
funzioni attribuiti alla SUA dalla l.r. 26/2007, nel
rispetto di quanto definito dai regolamenti attuativi e dalle altre norme
dell’ordinamento regionale.
3.
All'articolo 1 della l.r. 26/2007, dopo il comma
4-ter è aggiunto il seguente: “4-quater. Al fine di razionalizzare e di
potenziare il sistema di centralizzazione degli acquisti facente capo alla
Regione e di migliorare l’efficienza, l’efficacia e l’economicità delle sue
prestazioni, nonché di favorire la tempestività dell’azione amministrativa, ReDigit S.p.A. costituisce articolazione funzionale della
SUA per l’esecuzione in esclusiva delle funzioni di cui al comma 1 nell’ambito
del settore dell’ICT e dei servizi connessi.”.
4.
All'articolo 2, comma 4, della l.r. 26/2007, le
parole “La SUA” sono sostituite dalle seguenti: “La SUA, insieme alle sue
articolazioni funzionali,”.
5.
All'articolo 2, comma 6, della l.r. 26/2007, dopo le
parole “al fine di consentire alla SUA” sono aggiunte le seguenti: “e alle sue
articolazioni funzionali”.
6.
All’articolo 9, comma 1, della l.r. 26/2007, dopo le
parole “appositi modelli predisposti dalla SUA” sono aggiunte le seguenti: “o
dalle sue articolazioni funzionali nei settori di loro competenza”.
7.
All’articolo 7, comma 1, della l.r. 26/2007, dopo le
parole “contratti di competenza della SUA” sono aggiunte le seguenti: “e delle
sue articolazioni funzionali”.
8.
All’articolo 10 della l.r. 26/2007, dopo il comma 4 è
aggiunto il seguente: “5. Sulla base della sottoscrizione di apposito
disciplinare tra i soggetti interessati, nei limiti di quanto previsto dalle
vigenti norme statali, sono destinate a ReDigit
S.p.A. le somme di cui ai commi 1, 2 e 3 del presente articolo relative alle
procedure nel settore dell’ICT e dei servizi connessi eseguite dalla società,
quale articolazione funzionale della SUA nell’ambito dei settori di propria
competenza. Eventuali diversi compensi in favore della società relativi alle
funzioni di cui alla presente legge sono definiti sulla base della
sottoscrizione di apposito disciplinare tra i soggetti interessati, nei limiti
di quanto previsto dalle vigenti norme statali”.
9.
In via transitoria, fino alla cessazione degli effetti delle misure disposte
dal Governo in attuazione dell’articolo 4 del decreto legge 1 ottobre 2007, n.
159 (Interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e
l’equità sociale), convertito dalla legge 29 novembre 2007, n. 222, con cui è
stato nominato il Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dai
disavanzi del Servizio sanitario della Regione Calabria, di cui all’Accordo sul
Piano di rientro della Regione Calabria perfezionato tra i Ministri della
Salute e dell’Economia e delle Finanze con il Presidente della Regione Calabria
in data 17 dicembre 2009 e recepito con delibera di Giunta regionale numero 97
del 12 febbraio 2010, il comma 2 del presente articolo e il comma 4-quater
dell'articolo 1 della l.r. 26/2007, introdotto dal
comma 3 del presente articolo, non si applicano alle fattispecie disciplinate
dall’articolo 3 del decreto legge 10 novembre 2020, n. 150 (Misure urgenti per
il rilancio del servizio sanitario della regione Calabria e per il rinnovo
degli organi elettivi delle regioni a statuto ordinario), convertito con
modificazioni dalla legge 30 dicembre 2020, n. 181.
Art.
9
(Disposizioni per la costituzione della
società e per la definizione del cronoprogramma di affidamento dei servizi)
1.
Entro sessanta giorni dall’entrata in vigore della presente legge la Giunta
regionale, su proposta del dipartimento competente in materia di transizione
digitale, approva lo schema dell’atto costitutivo e dello statuto della società
ReDigit S.p.A.
2.
Entro sessanta giorni dalla notifica della deliberazione di cui al comma 1, il
Presidente della Giunta regionale e i legali rappresentanti degli altri soci
procedono alla costituzione della società ReDigit
S.p.A.
3.
La Regione e gli enti del sistema regionale si avvalgono della società ReDigit S.p.A. per la realizzazione, evoluzione, gestione e
manutenzione dei sistemi informativi di rispettiva competenza, non prima della
cessazione dell’efficacia degli eventuali contratti di appalto già in corso. A
tal fine il dipartimento competente in materia di transizione digitale entro
novanta giorni dalla costituzione della società definisce il cronoprogramma dei
relativi affidamenti.
Art.
10
(Disposizioni finanziarie)
1.
La copertura degli oneri derivanti dalla partecipazione della Regione al
capitale sociale della società ReDigit S.p.A, quantificati complessivamente in 2.670.000,00 euro,
di cui 970.000,00 euro nell’annualità 2025, euro 1.000.000,00 nell’annualità
2026 e 700.000,00 euro per l’anno 2027, è garantita dalle risorse allocate alla
Missione 01, programma 08 (U.01.08), e dalla contestuale riduzione degli
stanziamenti della Missione 20, programma 03 (U 20.03) del bilancio di
previsione 2025-2027.
2.
Al fine di garantire l’acquisizione della quota del capitale sociale
dell’istituenda società ReDigit S.p.A
da parte degli enti del servizio sanitario regionale di cui all’articolo 3,
comma 1, la Giunta regionale è autorizzata a erogare per l’esercizio
finanziario 2025 un contributo straordinario e una tantum di 30.000,00 euro
allocato alla Missione 01, programma 08 (U.01.08). Alla relativa copertura
finanziaria si provvede con la contestuale riduzione degli stanziamenti della
Missione 20, programma 03 (U 20.03) dell’annualità 2025 del bilancio di
previsione 2025-2027.
3.
La Giunta regionale è autorizzata a effettuare le necessarie variazioni al
bilancio di previsione 2025-2027.
Art.
11
(Entrata in vigore)
1.
La presente legge entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione
nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
Art.
1
(Istituzione dell’Agenzia regionale per
l’energia della Calabria – AREC)
1.
La Regione Calabria, ai sensi dell'articolo 54 dello Statuto, nel rispetto
della Costituzione e dei vincoli derivanti dall'ordinamento europeo e dagli
obblighi internazionali, anche in attuazione degli obiettivi europei di
sostenibilità ambientale e di produzione di consumo di energia da fonti
rinnovabili, con particolare riferimento a quanto previsto dalla direttiva UE
2018/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio dell'11 dicembre 2018 e dal
decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 199 (Attuazione della direttiva (UE)
2018/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 dicembre 2018, sulla
promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili), istituisce l’Agenzia
regionale per l’energia della Calabria (AREC).
Art.
2
(Funzioni dell’AREC)
1.
L’AREC, con sede a Catanzaro, è un ente tecnico-operativo e strumentale della
Regione, dotato di personalità giuridica di diritto pubblico con autonomia
organizzativa, contabile e gestionale.
2.
L’organizzazione e il funzionamento dell’AREC sono disciplinati dalla presente
legge e dallo statuto adottato dal direttore generale e approvato con
deliberazione della Giunta regionale.
3.
L'AREC, nello svolgere il suo ruolo di sostegno nell'attuazione e nella
predisposizione delle politiche energetiche regionali, si pone come
interlocutore per gli attori del sistema energetico regionale e per i
cittadini. L’AREC svolge le seguenti funzioni:
a)
esercizio, controllo, manutenzione e ispezione degli impianti termici sul
territorio regionale, conformemente alla normativa di settore vigente in
materia;
b)
gestione della domanda di energia mediante la promozione dell'efficienza
energetica;
c)
promozione del migliore utilizzo e della razionale gestione delle risorse
locali e rinnovabili anche al fine di favorire l'utilizzazione di tali risorse
energetiche nell'edilizia residenziale pubblica;
d)
sostegno della ricerca finalizzata allo sfruttamento delle condizioni ottimali
di approvvigionamento energetico nell'ambito del territorio regionale;
e)
proposta di azioni mirate al miglioramento dell'ambiente e al controllo
dell'inquinamento atmosferico;
f)
supporto tecnico per la programmazione e per la pianificazione energetica di
competenza regionale;
g)
ricezione, registrazione e deposito delle attestazioni di prestazione
energetica (APE);
h) verifiche,
controlli, accertamenti e ispezioni relativi alla conformità delle APE;
i)
gestione del Catasto regionale delle APE e del Catasto regionale degli impianti
termici degli edifici (CIT-CAL);
j)
supporto tecnico alla Regione per la presentazione, l'attuazione e la gestione
contabile di progetti comunitari in materia di energia e di mobilità
sostenibile, nonché di progetti relativi al Piano nazionale di ripresa e
resilienza (PNRR);
k)
attuazione e gestione degli interventi e delle azioni a livello nazionale,
europeo e internazionale in materia di energia e di mobilità sostenibile, di
competenza della Regione;
l)
promozione, realizzazione e gestione di iniziative e di progetti di innovazione
e ricerca coerenti con le politiche energetiche della Regione;
m)
supporto alla costituzione di comunità energetiche rinnovabili ai sensi della
legge regionale 19 novembre 2020, n. 25 (Promozione dell’istituzione delle
Comunità energetiche da fonti rinnovabili);
n)
promozione dell'applicazione delle certificazioni di sostenibilità ambientale
degli edifici pubblici e privati, con particolare riferimento alla
certificazione europea;
o)
supporto agli enti locali per la pianificazione delle azioni e il coordinamento
delle iniziative in materia di energia, nonché per la certificazione del
sistema di gestione dell'energia, anche in sinergia con gli altri soggetti che
operano nel settore a livello regionale;
p)
organizzazione di campagne di informazione e di sensibilizzazione anche
attraverso il portale regionale dell'energia, nonché di attività di formazione
sulle tematiche energetiche, ambientali e della mobilità sostenibile;
q)
supporto alle attività istruttorie, di controllo e di verifica relative al
rilascio delle autorizzazioni in materia di energia di competenza regionale;
r)
supporto tecnico, amministrativo e giuridico nell'assegnazione della gestione
delle reti di distribuzione del gas di competenza della Regione;
s)
promozione dello sfruttamento del patrimonio regionale per la realizzazione di
centrali alimentate da fonti rinnovabili finalizzate ad alimentare le utenze
della Regione Calabria o delle sue società partecipate.
4.
Nell'ambito dell'espletamento delle funzioni di cui al presente articolo l’AREC
utilizza le banche dati regionali in materia di energia.
5.
I rapporti tra l’AREC e gli enti locali in relazione allo svolgimento delle
attività di cui al comma 3 sono regolati da specifiche convenzioni.
6.
Le funzioni e gli obiettivi di cui al presente articolo sono perseguiti anche
attraverso la collaborazione, previa intesa, e il continuo confronto con
network nazionali ed europei come la Rete Nazionale delle Agenzie Energetiche
Locali (Renael), la Federazione Europea delle Agenzie
e delle Regioni per l’Energia e l’Ambiente (Fedarene)
e l’Assemblea Europea delle Regioni (AER), nonché reti globali come Under2 Coalition.
Art.
3
(Tipologie di entrate)
1.
Le entrate di AREC sono costituite da:
a)
finanziamenti assegnati dalla Regione, dalle Province e dagli altri Enti
locali, nei limiti da essi stabiliti, per le attività assegnate all’AREC dagli
enti stessi;
b)
finanziamenti per la realizzazione di specifici progetti commissionati dagli
Enti locali;
c)
proventi derivanti da specifici progetti statali e comunitari;
d)
introiti derivanti da prestazioni erogate a favore di terzi;
e)
contributi previsti da normativa statale e assegnazioni comunitarie.
Art.
4
(Organi dell’AREC)
1.
Sono organi dell’AREC e restano in carica per tre anni:
a)
il direttore generale;
b)
il revisore unico.
Art.
5
(Direttore generale dell’AREC)
1.
Il direttore generale dell’AREC è nominato con decreto del Presidente della
Giunta regionale, previa deliberazione della Giunta stessa, e individuato tra i
soggetti in possesso dei requisiti di cui all’articolo 19, comma 6, del decreto
legislativo 30 marzo 2001, n. 165 (Norme generali sull'ordinamento del lavoro
alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche), sulla base dell’istruttoria
compiuta dal competente dipartimento sull’esame dei curriculum dei candidati.
2.
L’incarico del direttore generale è disciplinato con contratto di diritto
privato, ha carattere di esclusività e durata triennale. Il conferimento
dell’incarico è subordinato, per i dipendenti pubblici, al collocamento in
aspettativa senza assegni per l’intero periodo dell’incarico. Al direttore
generale si applica la normativa in materia di inconferibilità e
incompatibilità, secondo quanto disposto dal decreto legislativo 8 aprile 2013,
n. 39 (Disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità di
incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in
controllo pubblico).
3.
Il trattamento economico del direttore generale è equiparato a quello
riconosciuto ai dirigenti generali dell’amministrazione regionale e i relativi
oneri sono a carico del bilancio dell’AREC.
4.
Il direttore generale è il rappresentante legale dell’AREC, adotta tutti gli
atti necessari a garantirne la gestione e il funzionamento, definisce gli
obiettivi e i programmi da attuare, verifica la corretta ed economica gestione
delle risorse, nonché l’imparzialità e il buon andamento dell’azione
amministrativa, in coerenza con gli indirizzi fissati dalla Giunta regionale ed
è responsabile dei risultati raggiunti in attuazione degli stessi.
5.
Il direttore generale, nei limiti delle risorse finanziarie di cui all’articolo
10, può avvalersi di una propria struttura, composta da un responsabile
amministrativo e da due risorse a supporto, individuati tra il personale della
dotazione organica di cui all’articolo 8.
6.
In particolare, rientrano nella esclusiva competenza del direttore generale:
a)
la responsabilità dell’organizzazione e della gestione dell’AREC, nel rispetto
delle disposizioni di cui alla presente legge e dello statuto;
b)
l’utilizzo del personale, l’emanazione di direttive e la verifica del
conseguimento dei risultati, dell’efficienza ed efficacia dei servizi, nonché
della funzionalità delle strutture organizzative;
c)
l’adozione dello statuto dell’AREC da sottoporre all’approvazione della Giunta
regionale;
d)
l’adozione e attuazione del piano annuale e del piano triennale delle attività
dell’AREC;
e)
l’adozione del bilancio di previsione annuale e pluriennale dell’AREC;
f)
l’adozione del rendiconto generale annuale, di una relazione sulla gestione e
sui risultati economici e finanziari conseguiti;
g)
l’adozione dei regolamenti e degli atti di organizzazione dell’AREC;
h)
l’adozione della dotazione organica e del piano triennale dei fabbisogni del
personale;
i)
la presentazione alla Giunta regionale di una relazione annuale sull’attività
svolta dall’AREC.
7.
Il Presidente della Giunta regionale, previa deliberazione della Giunta stessa,
dichiara la decadenza dall’incarico di direttore generale nei casi previsti
dalla normativa vigente e quando sussistono i seguenti motivi:
a)
sopravvenute cause di incompatibilità;
b)
gravi violazioni di legge;
c)
persistenti inadempienze agli indirizzi regionali;
d)
gravi irregolarità nella gestione.
Art.
6
(Organo di revisione dell’AREC)
1.
L’organo di revisione è costituito dal revisore unico dei conti e da un
supplente, i quali, designati dal Consiglio regionale, sono scelti da un elenco
predisposto a seguito di avviso pubblico, i cui iscritti possiedono i requisiti
previsti dai principi contabili internazionali, la qualifica di revisori legali
di cui al decreto legislativo 27 gennaio 2010, n. 39 (Attuazione della
direttiva 2006/43/CE, relativa alle revisioni legali dei conti annuali e dei
conti consolidati) e specifica qualificazione professionale in materia di
contabilità pubblica e gestione economica e finanziaria anche degli enti
territoriali, secondo i criteri individuati dalla Corte dei conti. Il direttore
generale dell'AREC provvede alla nomina del revisore unico dei conti e del
revisore supplente con specifico provvedimento. L’incarico di revisore unico
dei conti e del revisore supplente dura tre anni.
2.
Nel provvedimento di nomina è determinato il compenso lordo ai sensi della
normativa vigente in materia. Il compenso del componente supplente dell’organo
di revisione è consentito esclusivamente in caso di effettiva sostituzione, in
misura corrispondente alla durata della sostituzione stessa, e previa
decurtazione della medesima somma al titolare.
3.
In caso di decadenza, rinuncia o morte del revisore unico ovvero di
impossibilità derivante da qualsivoglia causa a svolgere l'incarico per un
periodo tale da non consentire il regolare svolgimento dell’attività
istituzionale dell’ente subentra nell’incarico il revisore supplente fino alla
scadenza naturale dell’organo.
4.
Il revisore unico dei conti, nell’esercizio delle funzioni di controllo e
verifica sulla regolarità amministrativa, contabile, finanziaria ed economica
della gestione dell’AREC, provvede:
a)
alla redazione, prima dell’approvazione del bilancio di previsione, di una
relazione sullo stesso o su eventuali variazioni;
b)
alla redazione, prima dell’approvazione del rendiconto generale annuale, di una
relazione sulla gestione e sui risultati economici e finanziari;
c)
alla verifica, almeno trimestrale, della situazione di cassa e dell’andamento
finanziario e patrimoniale;
d)
alla vigilanza sull’osservanza della legge e dello statuto, sul rispetto dei
principi di corretta amministrazione e sull’adeguatezza dell’assetto
organizzativo, amministrativo e contabile adottato dall’AREC e sul suo concreto
funzionamento;
e)
a riferire immediatamente al Presidente della Giunta regionale la sussistenza
di gravi irregolarità di gestione.
Art.
7
(Vigilanza e controllo sull’AREC)
1.
La Giunta regionale esercita le funzioni di vigilanza e controllo sull’attività
dell’AREC, anche avvalendosi delle relazioni del revisore unico.
2.
Sono sottoposti all’approvazione della Giunta regionale:
a)
lo statuto;
b)
il regolamento di organizzazione;
c)
il piano annuale e triennale delle attività;
d)
la relazione annuale sull’attività svolta;
e)
la dotazione organica e il piano triennale dei fabbisogni del personale;
f)
il bilancio di previsione annuale e pluriennale;
g)
il rendiconto generale annuale.
Art.
8
(Personale)
1.
L’organico complessivo di personale dell’AREC è definito nella dotazione
organica adottata dal direttore generale di cui all’articolo 5 e sottoposta
all’approvazione della Giunta regionale.
2.
Al personale dell’AREC si applica il trattamento giuridico ed economico
previsto dal contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto Funzioni
locali.
3.
L’AREC, per l’espletamento delle proprie attività, utilizza:
a)
personale appartenente al ruolo della Giunta regionale, degli enti locali,
della pubblica amministrazione, assegnato in comando per la durata di due anni,
prorogabile;
b)
personale assunto, tramite selezione pubblica, a tempo indeterminato o
determinato o con altre forme contrattuali flessibili di assunzione e di
impiego, nell’ambito del piano triennale dei fabbisogni del personale.
4.
La dotazione organica iniziale dell’AREC, compatibilmente con la dotazione
finanziaria dell’Agenzia, è costituita dal personale appartenente al ruolo
della Giunta regionale e in servizio alla data di entrata in vigore della
presente legge.
Art.
9
(Clausola valutativa)
1.
Entro il mese di giugno di ciascun anno il direttore generale dell’AREC
presenta al Consiglio regionale una relazione che documenta lo stato di
attuazione della presente legge e ne illustra gli effetti prodotti nell'anno precedente,
con particolare riguardo ai seguenti aspetti:
a)
verifica dello stato di realizzazione ed esecuzione dei programmi di cui
all'articolo 2 e delle azioni poste in essere
dall’AREC;
b)
verifica dei costi e dei risparmi sui servizi erogati rispetto l'anno
precedente;
c)
verifica delle criticità emerse in sede di attuazione della presente legge.
Art.
10
(Norma finanziaria)
1.
Gli oneri di funzionamento dell’AREC sono posti, a regime, a carico del
bilancio della stessa e trovano copertura nelle entrate derivanti dalle
attività elencate all’articolo 2, comma 3.
2.
Al sono fine di garantirne l’avvio, la Regione riconosce all’AREC, un
contributo omnicomprensivo nel limite massimo di 400.000,00 euro per ciascuno
degli esercizi dal 2025 al 2027, con allocazione alla Missione 17, programma 01
(U.17.01) del bilancio di previsione 2025-2027.
3.
Alla copertura degli oneri di cui al comma 2 si provvede con la contestuale
riduzione degli stanziamenti della Missione 20, programma 03 (U 20.03) del
bilancio di previsione 2025-2027.
4.
La Giunta regionale è autorizzata a effettuare le necessarie variazioni allo
stato di previsione 2025-2027.
5.
A decorrere dall’esercizio 2028, la Giunta regionale è autorizzata a trasferire
il 90 per cento di maggiori proventi incassati nell’anno, in relazione alle
attività di cui all’articolo 2, comma 3, lettera a), in materia di impianti
termici, rispetto alle somme stanziate sul capitolo E3402003101 dello stato
previsionale dell’entrata 2025 di cui al bilancio regionale 2025-2027.
Art.
11
(Entrata in vigore)
1.
La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua
pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
Art.
1
(Integrazione dell’articolo 1 della l.r. 1/2005)
1.
Dopo il comma 6-ter dell’articolo 1 della legge regionale 7 febbraio 2005, n. 1
(Norme per l'elezione del Presidente della Giunta regionale e del Consiglio
regionale) sono inseriti i seguenti:
“6-quater.
La carica di Assessore regionale è incompatibile con la funzione di Consigliere
regionale.
6-quinques.
La nomina di un Consigliere regionale alla carica di Assessore di Giunta
regionale determina, al momento dell'accettazione della nomina, la sospensione
dalle funzioni di Consigliere regionale.
6-sexies.
Nel caso di sospensione di un Consigliere regionale ai sensi del comma
6-quinques, il Consiglio regionale, nella prima seduta utile successiva alla
comunicazione del provvedimento di nomina ad Assessore, preso atto della
sospensione, dispone la temporanea sostituzione, conferendo la supplenza per
l'esercizio delle funzioni di Consigliere, in conformità alle disposizioni
della presente legge e del Regolamento interno del Consiglio regionale. Al
Consigliere supplente, nominato ai sensi del presente comma, non si applicano
le norme di cui al Capo II della legge regionale 31 maggio 2019, n. 13
(Rideterminazione della misura degli assegni vitalizi diretti, indiretti e di
reversibilità e adeguamento al d.l. n. 174/2012).
6-septies.
Quando il Consigliere, sostituito ai sensi del comma 6-sexies, cessa dalla
carica di Assessore, il Consiglio regionale, nella prima seduta utile
successiva alla comunicazione della cessazione, dispone la revoca della
supplenza e il reintegro nella carica di Consigliere regionale.
6-octies.
Al Consigliere nominato Assessore continuano ad applicarsi le norme di cui al
Capo II della l. r. 13/2019.”.
Art.
2
(Riduzione delle spese dei gruppi consiliari)
1.
All’articolo 4 (Spese di funzionamento e aggiornamento) della legge regionale
15 marzo 2002, n. 13 (Testo Unico della struttura e finanziamento dei Gruppi
consiliari) sono apportate le seguenti modifiche:
a)
il comma 1 è abrogato;
b)
al comma 2 le parole: “al comma 1” sono sostituite dalle seguenti:
“all’articolo 4-bis”;
c)
al comma 6 le parole: “l'ulteriore somma di cui all'ultimo periodo del comma 1
del presente articolo” sono sostituite dalle seguenti: “la somma di cui
all'articolo 4-bis”.
2.
I risparmi di spesa derivanti dall’attuazione del presente articolo sono
destinati al finanziamento, da parte dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio
regionale, di borse di studio per meritevoli e bisognosi.
Art.
3
(Clausola di neutralità finanziaria)
1.
L' attuazione di questa legge non comporta nuovi o maggiori costi per il
bilancio regionale.
Art.
4
(Disposizioni transitorie)
1.
Le norme della presente legge si applicano a partire dalla XIII legislatura.
Art.
5
(Entrata in vigore)
1.
La presente legge entra in vigore il quindicesimo giorno successivo alla sua
pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
Il
Consiglio regionale
premesso che:
· l’articolo 57, comma 3, della legge regionale 4 febbraio
2002, n. 8 (Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione
Calabria) dispone che i bilanci degli Enti, delle Aziende e delle Agenzie
regionali sono presentati ogni anno ai rispettivi dipartimenti della Giunta
regionale competenti per materia che, previa istruttoria conclusa con parere
favorevole, li inviano al dipartimento Bilancio e Finanze, Programmazione e
Sviluppo Economico e Finanze (oggi Economia e Finanze), per la definitiva
istruttoria di propria competenza;
· la Giunta regionale trasmette i bilanci al Consiglio
regionale per la successiva approvazione;
visti:
· la
legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 “Ordinamento del bilancio e della
contabilità della Regione Calabria”;
· la
legge regionale 8 luglio 2002, n. 24, istitutiva dell’Agenzia Regione Calabria
per le Erogazioni in Agricoltura (ARCEA);
· l'articolo
54, comma 5, lettera b), della legge regionale 19 ottobre 2004, n.25 (Statuto
della regione Calabria);
· l'articolo 28 della legge regionale 17 agosto 2005, n. 13,
che approva l'istituzione dell'Organismo Pagatore Regionale;
· il
decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di
armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni,
degli enti locali e dei loro organismi) per come modificato e integrato dal
decreto legislativo 10 agosto 2014, n. 126;
vista la deliberazione della Giunta regionale n. 34 del 10
febbraio 2025, recante: “Bilancio di previsione 2025-2027 dell’Agenzia Regione
Calabria per le Erogazioni in Agricoltura (ARCEA). Trasmissione proposta al Consiglio regionale per gli atti di
competenza”, rubricata quale proposta di provvedimento amministrativo n.
209/12^;
visto il decreto n. 360 del 30 dicembre 2024 del Commissario
Straordinario dell’ARCEA con cui è stata approvata la proposta di bilancio di
previsione 2025-2027 dell’Agenzia Regione Calabria per le Erogazioni in
Agricoltura (ARCEA), ai sensi del decreto legislativo 23 giugno 2011, n.118,
Allegato 1 alla deliberazione
della Giunta regionale n. 34 del 10 febbraio 2025, e alla presente
deliberazione quale parte integrante e sostanziale;
tenuto conto che il Revisore unico dell’Ente, con verbale n.
18 del 31 dicembre 2024, contenuto nell’Allegato 1 alla deliberazione della Giunta regionale n. 34 del 10
febbraio 2025, e alla presente deliberazione quale parte integrante e
sostanziale, ha rilevato che:
· il bilancio rispetta il principio di pareggio finanziario e
dell’equivalenza fra entrate e spese per servizi per conto terzi;
· relativamente alle spese per il personale, “la redazione del
Bilancio di previsione 2025/2027 è stata effettuata rispettando i principi
elencati nella l.r. n.62 del 27/12/2023 tenendo conto del nuovo tetto
finanziario stabilito dall’autorizzazione della Giunta regionale”.
L’organo di Revisione ha, inoltre, invitato l’Ente a:
-
definire
l’iter procedurale “finalizzato al recupero dei maggiori compensi percepiti dai
Direttori e/ Commissari ex lege 69/2012 art. 13 c.V° cosiddetta “Spending
Review” onde evitare la prescrizione degli stessi…”;
-
“monitorare
costantemente i pagamenti” e “a provvedere
ai pagamenti nei tempi indicati dalla
normativa”;
-
sollecitare
“l’Organo interno di valutazione (OIV) a definire le procedure circa le
indennità di risultato, relative alle annualità 2014-2020, da corrispondere al
Commissario/Direttore;
-
procedere
alla “costante verifica sull’andamento delle riscossioni in corso d’anno
(residui e competenze) onde poter procedere al tempestivo adeguamento del FCDE
in caso di minori accertamenti, così da salvaguardare e mantenere inalterati
gli equilibri di bilancio;
-
“monitorare
costantemente le liti potenziali e l’eventuale soccombenza in giudizio al fine
di mantenere congruo il fondo rischi contenziosi”;
-
“adeguare il
regolamento di contabilità ed economale anche e soprattutto alla luce della
nuova normativa di contabilità pubblica che sarà operativa dal 01.01.2026”;
-
effettuare,
nei 30 giorni dall’approvazione del bilancio di previsione 2025/2027, il
caricamento del bilancio stesso sul sistema Banca Dati delle Amministrazioni
Pubbliche (BDAP).
Considerato che il Revisore unico dei conti, ha espresso
parere favorevole dal punto di vista del rispetto degli equilibri di bilancio,
con le osservazioni ed i rilievi richiamati nel proprio verbale, n. 18 del 31 dicembre 2024, sulla proposta di bilancio
di previsione 2025 e pluriennale 2025-2027 dell’Agenzia Regione Calabria per le
Erogazioni in Agricoltura (ARCEA) e sui documenti allegati.
Considerato, inoltre, che il Comitato di Vigilanza ARCEA, ha
ritenuto “che sussistono le condizioni di legge in ordine alla congruità e attendibilità delle previsioni di bilancio,
fermo restando la valenza dei “suggerimenti” resi da parte del Revisore
unico”;
rilevato
che il dipartimento regionale “Agricoltura, Risorse Agroalimentari e
Forestazione”, che esercita la vigilanza sulle attività dell’Ente, nell’ambito
dell’istruttoria di propria competenza (nota prot. n. 56447 del 28 gennaio
2025), Allegato 2 alla deliberazione della Giunta regionale n. 34 del 10
febbraio 2025, e alla presente deliberazione quale parte integrante e
sostanziale, ha espresso parere favorevole all’approvazione del bilancio di
previsione dell’Agenzia Regione Calabria per le
Erogazioni in Agricoltura (ARCEA), per l’esercizio finanziario 2025 e
del bilancio pluriennale 2025-2027;
dato atto che il dipartimento “Economia e Finanze”,
nell'istruttoria di competenza sulla proposta di bilancio di previsione 2025-2027 dell’Agenzia Regione
Calabria per le Erogazioni in Agricoltura (ARCEA), Allegato 3 alla
deliberazione della Giunta regionale n. 34 del 10 febbraio 2025, e alla
presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale,
-
ha ravvisato l’attività di
analisi e verifica svolta dal Settore 7 per gli aspetti di natura prettamente
contabile, per come riportata nella relazione istruttoria;
-
ha verificato la sussistenza
degli equilibri di bilancio nel rispetto dei principi contabili di cui al
decreto legislativo 23 giugno 2011, n.118;
-
ha raccomandato all’Ente:
· relativamente
alla previsione di due progetti per attività di ammodernamento di frantoi e
macchinari agricoli, finanziati da risorse del PNRR, che ha comportato uno
scostamento tra le previsioni di entrata e di spesa dell’esercizio 2025 e i
successivi esercizi 2026 e 2027, “a seguito della definitiva approvazione del
presente progetto di bilancio da parte del Consiglio regionale, ad apportare le
necessarie variazioni di bilancio al fine di riallocare le predette risorse nei
corretti titoli di entrata e di spesa, facendo riferimento ai piani dei conti
finanziari” specificati nell’apposita istruttoria;
· con
riferimento al Fondo Crediti Dubbia Esigibilità (FCDE), “nel corso
dell’esercizio 2025, di aggiornare le previsioni di spesa di cui al FCDE,
verificandone, a seguito dell’attività di gestione, la congruità, in ragione di
eventuali variazioni apportate agli stanziamenti di competenza dei relativi
capitoli di entrata, nonché con riferimento all’effettivo andamento degli
incassi”;
· con
riferimento al Fondo Pluriennale Vincolato (FPV), “a seguito dell’approvazione
della procedura di riaccertamento dei residui 2024, di apportare i necessari
correttivi al predetto FPV, sia per la parte corrente sia per quella in conto
capitale, nel rispetto del principio contabile applicato della competenza
finanziaria potenziata”;
-
preso atto dei pareri
favorevoli del Revisore Unico dei Conti dell’Ente e del Dipartimento
Agricoltura e Sviluppo Rurale, che esercita la vigilanza sulle attività
dell’Ente, ai sensi dell’articolo 57 della legge regionale 4 febbraio 2002,
n.8, fermi restando i rilievi e le raccomandazioni espressi nelle istruttorie
di competenza, sulla proposta di bilancio di previsione 2025-2027 dell’ARCEA, e
richiamate le raccomandazioni dello stesso dipartimento “Economia e Finanze”,
in merito alla verifica e alla gestione del Fondo Crediti Dubbia Esigibilità
(FCDE), del Fondo Pluriennale Vincolato (FPV) nonché al corretto appostamento
dei capitoli di entrata e di spesa inerenti alla gestione delle risorse
finalizzate agli investimenti per ammodernare il settore agricolo calabrese, ha
ritenuto “possibile procedere, da parte della Giunta regionale, alla
trasmissione della proposta di bilancio di previsione 2025-2027 dell’Agenzia
Regione Calabria per le Erogazioni in Agricoltura (ARCEA), al fine della
successiva trasmissione dello stesso al Consiglio Regionale, ai sensi
dell’articolo 57 della legge regionale 4 febbraio 2002, n.8”;
rilevato che la Seconda Commissione consiliare, nella seduta
del 20 febbraio 2025, si è determinata favorevolmente sull’approvazione del Bilancio di previsione 2025-2027 dell’Agenzia Regione
Calabria per le Erogazioni in Agricoltura (ARCEA), con i documenti ad esso
allegati;
udito il relatore, consigliere Montuoro, che ha illustrato il
provvedimento;
delibera
per le considerazioni, motivazioni e finalità di cui in
premessa, che qui si intendono integralmente riportate:
-
di approvare,
ai sensi dell'articolo 57, comma 3, della Iegge regionale 4 febbraio 2002, n.8,
il Bilancio di previsione 2025-2027 dell’Agenzia Regione Calabria per le
Erogazioni in Agricoltura (ARCEA), e i documenti ad esso allegati, richiamati
in premessa che costituiscono parti integranti e sostanziali della presente
deliberazione.
Il Consiglio regionale
premesso che:
· ai
sensi dell’articolo 10 della legge regionale 30 ottobre 2003, n. 15 (Norme per
la tutela e la valorizzazione della lingua e del patrimonio culturale delle
minoranze linguistiche e storiche di Calabria) la Regione Calabria, al fine di
tutelare e di valorizzare la lingua e il patrimonio culturale delle minoranze
linguistiche e storiche di Calabria, ha promosso la costituzione di tre
istituti, tra i quali l’Istituto Regionale per la
Comunità Arbereshe di Calabria;
· l’articolo
24 della legge regionale 13 giugno 2008, n. 15 (Collegato alla manovra di
finanza regionale per l’anno 2008 ai sensi dell’art. 3, comma 4, della legge
regionale 4 febbraio 2002, n. 8) ha autorizzato la Giunta Regionale a procedere
alla trasformazione degli Istituti regionali di cultura di cui all’articolo 10
della l.r. 15/2003 in fondazioni che avessero la
finalità di promuovere la tutela delle tradizioni linguistiche e culturali
delle popolazioni calabresi;
· l’articolo
3 dello Statuto dell’Ente, approvato con delibera di Giunta regionale n.591 del
23 dicembre 2011, stabilisce che “il fondatore ed unico socio della Fondazione
è la Regione Calabria”;
· con
deliberazione della Giunta regionale n. 591 del 23 dicembre 2011, si prendeva
atto dei testi degli statuti delle Fondazioni, procedendo agli adempimenti
necessari alla trasformazione degli istituti di cui all’articolo 10 della l.r. 15/2003;
· in
data 21 febbraio 2013 è stato stipulato l’atto di trasformazione dell’Istituto
per la Comunità Arbereshe di Calabria in Fondazione;
·
con deliberazione della Giunta
regionale n. 663 del 10 dicembre 2022, è stato individuato e nominato il nuovo
Commissario straordinario della Fondazione “Istituto Regionale per la Comunità
Arbereshe di Calabria”;
tenuto conto che il Comitato regionale per le
minoranze linguistiche (CO.RE.MIL), nella seduta del 25 novembre 2024, ha
approvato la bozza del nuovo Statuto della Fondazione “Istituto Regionale per
la Comunità Arbereshe di Calabria”;
vista la deliberazione della Giunta regionale
n. 703 del 3 dicembre 2024, recante: “Fondazione
Istituto Regionale per la Comunità Arbereshe di Calabria. Provvedimenti”,
rubricata quale proposta di provvedimento amministrativo n. 204/12^;
visto il nuovo Statuto della Fondazione
“Istituto Regionale per la Comunità Arbereshe di Calabria”, allegato alla
deliberazione della Giunta regionale n.703 del 3 dicembre 2024 e alla presente
deliberazione quale parte integrante e sostanziale;
rilevato che l’articolo 12, comma 2, della
legge regionale n. 15/2003 dispone che “Sentiti gli Enti interessati, gli
statuti saranno predisposti dal CO.RE.MIL Calabria entro sei mesi dalla sua
costituzione e sottoposti all'esame della Giunta regionale e, da questa, all’approvazione
del Consiglio regionale entro novanta giorni dalla presentazione. Trascorsi
sessanta giorni dal termine indicato, gli statuti si intendono approvati.”;
preso atto che la Terza Commissione consiliare,
nella seduta del 5 febbraio 2025, si è determinata favorevolmente
sull’approvazione dello Statuto della Fondazione “Istituto Regionale per la
Comunità Arbereshe di Calabria”;
ritenuto di approvare, a norma dell’articolo
12, comma 2 della l.r. 15/2003, lo Statuto della
Fondazione “Istituto Regionale per la Comunità Arbereshe di Calabria”, allegato
alla deliberazione della Giunta regionale n.703 del 3 dicembre 2024 e alla
presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale;
udito il relatore, consigliere Straface, che ha
illustrato il provvedimento;
delibera
per le considerazioni,
motivazioni e finalità di cui in premessa, che qui si intendono integralmente
riportate:
-
di approvare, ai sensi
dell’articolo 12, comma 2, della legge regionale 15/2003, lo Statuto della Fondazione “Istituto Regionale per
la Comunità Arbereshe di Calabria”, allegato alla presente deliberazione quale
parte integrante e sostanziale.
Il Consiglio regionale
vista
la legge regionale 19 ottobre 1992, n. 20 (Forestazione, difesa del suolo e
foreste regionali in Calabria), e in particolare l’articolo 5, che:
-
prevede l’elaborazione da
parte della Regione Calabria di un programma regionale per l’attività di
forestazione e la gestione delle foreste regionali (comma 1) e la relativa
approvazione da parte del Consiglio regionale (comma 3);
-
dispone che il programma ha
durata non superiore a cinque anni, si aggiorna per scorrimento e si attua con
piani annuali, attraverso progetti esecutivi (comma 4);
viste:
-
la legge regionale 12 ottobre
2012, n. 45 (Gestione, tutela e valorizzazione del patrimonio forestale
regionale);
-
la legge regionale 16 maggio
2013, n. 25 (Istituzione dell’Azienda regionale per la forestazione e le
politiche per la montagna – Azienda Calabria Verde – e disposizioni in materia
di forestazione e di politiche della montagna);
considerato
che il "Programma Forestale Regionale" è stato approvato con D.G. R.
52 del 27/02/2024, ai sensi degli artt. 6, 7 e 20 della L.R. 45/2012;
preso
atto che:
-
il Programma Regionale per le
attività di sviluppo nel settore della Forestazione e per la gestione delle
Foreste Regionali è propedeutico all'approvazione dei Piani Annuali di
Forestazione;
-
il "Programma Regionale
Ponte per le attività di sviluppo nel settore della Forestazione e per la
gestione delle Foreste Regionali", approvato con D.G.R. 53 del 27/02/2024
e successiva deliberazione n. 281 del 18/04/2024 del Consiglio regionale della
Calabria, è terminato al 31/12/2024;
vista
la deliberazione della Giunta regionale n. 45 del 10 febbraio 2025, recante:
“Approvazione Programma Regionale per le attività di sviluppo nel settore della
Forestazione e per la gestione delle Foreste Regionali anni 2025 – 2026”,
rubricata quale proposta di provvedimento amministrativo n. 210/12^;
rilevato
che:
-
è indispensabile, al fine di
garantire la programmazione degli interventi relativi al Settore Foreste e
Forestazione, procedere all'approvazione del "Programma Regionale per le
attività di sviluppo nel settore della Forestazione e per la gestione delle
Foreste Regionali per gli anni 2025 e 2026";
-
gli interventi previsti nel
Programma Regionale per le attività di sviluppo nel settore della Forestazione
e per la gestione delle Foreste Regionali per gli anni 2025 e 2026 sono
realizzati in economia con il sistema dell'amministrazione diretta, così come
previsto dalla L.R. n. 20/92 e dalla L.R. 2 marzo 2005 n. 8 e senza
soluzione di continuità;
ritenuto,
pertanto, di dover procedere, per gli anni 2025 e 2026, all'approvazione del
Programma Regionale per le attività di sviluppo nel settore della Forestazione
e per la gestione delle Foreste Regionali anni 2025-2026 quale strumento di
programmazione, contenuto nei limiti delle disponibilità finanziare previste
nel Bilancio Regionale, così per come dettagliate nella deliberazione della
Giunta regionale n. 45 del 10 febbraio 2025;
rilevato
che, in particolare, come riportato nella sopra citata deliberazione della
Giunta regionale n.45/2025, le disponibilità finanziarie previste nel bilancio
regionale per il Programma ammontano:
-
per l’annualità 2025 a
191milioni di euro, di cui 135 milioni di euro a valere sul capitolo
U9090102301 (fondi statali – l. 197/2022), 53.500.000,00 euro a valere sul
capitolo U0223321101 (risorse autonome), 2.270.000,00 euro a valere sul
capitolo U0223321115 (risorse autonome), 170.000,00 euro a valere sul capitolo
U0223321116 (risorse autonome), 40.000,00 euro a valere sul capitolo
U0223321117 (risorse autonome), 20.000,00 euro a valere sul capitolo
U0223321118 (risorse autonome);
-
per l’annualità 2026 a 176
milioni di euro, di cui 120 milioni di euro a valere sul capitolo U9090102301
(fondi statali – l. 197/2022), 53.500.000,00 euro a valere sul capitolo
U0223321101 (risorse autonome), 2.270.000,00 euro a valere sul capitolo U0223321115
(risorse autonome), 170.000,00 euro a valere sul capitolo U0223321116 (risorse
autonome), 40.000,00 euro a valere sul capitolo U0223321117 (risorse autonome),
20.000,00 euro a valere sul capitolo U0223321118 (risorse autonome);
preso
atto che il dirigente generale del dipartimento regionale proponente ha
attestato la copertura finanziaria della deliberazione della Giunta regionale
n.45/2025 e che il dirigente generale del dipartimento “Economia e Finanze”,
con nota prot. n. 86308 del 10 febbraio 2025, ha confermato la compatibilità
finanziaria del già menzionato provvedimento;
visto
il Programma Regionale per le attività di sviluppo nel settore della
Forestazione e per la gestione delle Foreste Regionali anni 2025-2026, allegato
alla deliberazione della Giunta regionale n. 45 del 10 febbraio 2025 quale
allegato “A” e allegato anche alla presente deliberazione quale parte
integrante e sostanziale;
considerato
che la Sesta Commissione consiliare, nella seduta del 20 febbraio 2025, si è
determinata favorevolmente sull’approvazione del Programma Regionale per le
attività di sviluppo nel settore della Forestazione e per la gestione delle
Foreste Regionali anni 2025 – 2026;
udita
la consigliera Gentile, che ha illustrato il provvedimento;
delibera
per
le considerazioni, motivazioni e finalità di cui in premessa, che qui si
intendono integralmente richiamate:
-
di approvare il
"Programma Regionale per le attività di sviluppo nel settore della
Forestazione e per la gestione delle Foreste Regionali per gli anni
2025-2026" quale strumento di programmazione, allegato alla presente
deliberazione quale parte integrante e sostanziale.
Art.
1
(Finalità)
1.
La Regione Calabria, in applicazione della direttiva emanata il 27 dicembre
2012 dal Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca (Strumenti
d’intervento per gli alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione
territoriale per l’inclusione scolastica), della legge 8 ottobre 2010, n. 170
(Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito
scolastico), dei principi sanciti dagli articoli 3 , 32 e 38 della Costituzione
e dall’articolo 2, comma 2, lettera b), dello Statuto regionale e della legge
regionale 11 aprile 2012, n. 10 (Disposizioni in favore dei soggetti con
disturbi specifici di apprendimento), riconosce i bisogni educativi speciali
(BES) come l’area dello svantaggio scolastico più ampia di quella riferibile
alla presenza di deficit e che i disturbi specifici dell'apprendimento (DSA) e
i disturbi da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) possono ostacolare il
pieno sviluppo dell’individuo e rendere il percorso scolastico complesso e
difficoltoso.
2.
La Regione, di concerto con gli enti locali, promuove interventi diretti a
garantire la piena realizzazione della persona, il diritto ai servizi educativi
e all'istruzione, all'apprendimento e all'inclusione degli studenti con
disabilità certificata ai sensi dell'articolo 3 della legge 5 febbraio 1992, n.
104 (Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle
persone handicappate) e degli studenti che hanno necessità di attenzione
speciale nel corso del loro percorso scolastico per BES.
3.
La presente legge, in particolare, al fine di promuoverne l’inclusione
scolastica e sociale, reca disposizioni:
a)
per gli alunni con specifici problemi di salute in quanto affetti da patologie
croniche o transitorie che necessitano di somministrazioni di farmaci o
interventi coordinati durante l’orario scolastico;
b)
per il riconoscimento e la valorizzazione, tra i BES, degli alunni con alto
potenziale cognitivo al fine di:
1)
comprendere e soddisfare i loro bisogni relazionali ed emozionali;
2)
garantire il loro diritto alle pari opportunità di formazione e di istruzione;
3)
promuovere lo sviluppo delle loro potenzialità;
4)
incoraggiare il loro successo scolastico;
5)
commisurare il loro rendimento scolastico alle potenzialità di cui sono dotati,
prevenendo l'abbandono scolastico conseguente al mancato soddisfacimento delle
loro esigenze cognitive.
4.
Le finalità di cui ai commi 2 e 3 sono perseguite attraverso:
a)
l'identificazione precoce degli alunni con BES;
b)
l'adozione di piani didattici personalizzati (PDP) e di profili educativi
specifici;
c)
l’attività di sensibilizzazione e la formazione degli insegnanti affinché siano
in grado di riconoscere e supportare gli alunni con BES;
d)
la creazione, presso il dipartimento regionale competente, di una banca dati
dei soggetti con BES presenti sul territorio regionale, senza oneri aggiuntivi
per la finanza regionale;
e)
la collaborazione e la comunicazione tra scuola, insegnanti, specialisti e
genitori per tutelare e promuovere le esigenze e i bisogni degli alunni con
BES;
f)
l’attività di sensibilizzazione e informazione dei genitori;
g)
la creazione di una rete di intervento sui BES;
h)
la sinergia tra istituzioni scolastiche e servizi di Unità operative di
neuropsichiatria per l’infanzia e l’adolescenza (UONPIA) della Regione
Calabria.
Art.
2
(Bisogni educativi speciali)
1.
Ai fini della presente legge, i BES sono espressi da quegli alunni che, in una
certa fase della loro crescita fino ai diciotto anni, con continuità o per
determinati periodi, richiedono una speciale attenzione per motivi fisici,
biologici, fisiologici, psicologici, sociali, familiari, contestuali o in
combinazione di questi che li ostacolano nell’apprendimento e nello sviluppo e
rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano una risposta adeguata e
personalizzata.
2.
L’area di svantaggio scolastico dei BES comprende, in particolare, le seguenti
sottocategorie:
a)
della disabilità;
b)
dei disturbi evolutivi specifici, all’interno dei quali rientrano:
1)
i DSA;
2)
i deficit del linguaggio;
3)
i deficit delle abilità non verbali;
4)
i deficit della coordinazione motoria;
5)
i disturbi da ADHD;
c)
dello svantaggio socio-economico, linguistico,
culturale;
d) della
plus-dotazione e dell’alto potenziale cognitivo di cui all’articolo 3.
Art.
3
(Definizione di alunno con alto potenziale
cognitivo)
1.
Ai fini della presente legge, per alunno con alto potenziale cognitivo (APC) o
plus-dotato si intende l'alunno o lo studente che, nel corso degli studi, abbia
manifestato o abbia la potenzialità di manifestare, in una o più aree, una
maggiore e più veloce capacità di apprendimento e un precoce raggiungimento di
livelli specifici di competenze e di conoscenze rispetto ai coetanei con un
grado pari di scolarizzazione.
Art.
4
(Strategie di intervento educativo e di
inclusione scolastica)
1.
La presente legge detta norme in materia di interventi educativi e inclusione
scolastica dei soggetti con BES volte a creare sinergie tra la Regione, le
istituzioni scolastiche e sanitarie, pubbliche e private, le agenzie educative
presenti sul territorio e le famiglie.
2.
La Regione, senza nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale e
avvalendosi delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a
legislazione vigente, tramite l’Osservatorio Istruzione, già istituito presso
il dipartimento regionale competente, raccoglie i dati ed effettua una
ricognizione dei BES al fine di determinare il fabbisogno e promuovere gli
interventi compatibili con le risorse di bilancio regionali, nazionali e
comunitarie disponibili.
3.
La Regione riconosce i Centri territoriali di supporto (CTS) e le scuole Polo
per l'inclusione già individuati dall'Ufficio scolastico regionale, quali
istituzioni di riferimento per la promozione delle iniziative in favore dei
soggetti con BES.
4.
La Regione, in collaborazione con gli assessorati regionali competenti, gli
enti locali, l’Ufficio scolastico regionale e le aziende sanitarie provinciali
(ASP), nel rispetto delle reciproche competenze, individua gli interventi
diretti ad assicurare l’inclusione scolastica degli alunni con BES, tra i
quali, in particolare, la predisposizione di una griglia per l’individuazione
di aree relative ai BES. A tal fine, possono essere stipulati specifici accordi
e protocolli d'intesa con soggetti del Terzo settore di cui al decreto
legislativo 3 luglio 2017, n. 117 (Codice del Terzo settore) e con associazioni
di familiari senza fini di lucro finalizzati ad una programmazione integrata
con i servizi educativi, sanitari, socio-assistenziali,
culturali, ricreativi e sportivi.
Art.
5
(Scuola dell’infanzia: individuazione precoce
degli alunni con APC
e con altri BES)
1.
La presente legge riconosce la scuola dell’infanzia quale osservatorio
privilegiato per la conoscenza degli alunni con APC e l’individuazione precoce
di altri BES al fine di sviluppare integralmente la personalità del bambino
nell’esperienza educativa, sintonizzare il rispetto per le dimensioni proprie
dello sviluppo evolutivo dell’infanzia con la capacità di proporre esperienze e
svolgere itinerari progettuali di attività.
2.
Qualora la scuola o lo psicologo scolastico, ove presente, individui un alunno
con un presunto APC, comunica alla famiglia l'opportunità di procedere a uno
specifico profilo educativo che:
a)
tenga conto delle specifiche esigenze e interessi;
b)
preveda attività di arricchimento curriculari ed extracurriculari, quali
laboratori, progetti speciali e partecipazione a competizioni;
c)
preveda tutoraggio e mentoring da parte di esperti, studenti delle scuole
secondarie e studenti universitari.
Art.
6
(Misure educative e didattiche per alunni con
BES)
1.
Le scuole, dopo aver esaminato eventuali certificazioni o dopo aver
individuato, sulla base di considerazioni didattiche, gli allievi con BES,
possono avvalersi di opportuni strumenti compensativi e delle misure
dispensative previste dalla l. 170/2010 nonché delle misure di supporto
previste dalla l. r. 10/2012.
2.
Agli studenti con BES le istituzioni scolastiche, nel limite delle risorse
autonome disponibili, garantiscono:
a)
l’uso di una didattica individualizzata e personalizzata, con forme efficaci e
flessibili di lavoro scolastico che tengano conto anche di caratteristiche
peculiari dei soggetti, quali il bilinguismo, adottando una metodologia e una
strategia educativa adeguate;
b)
l'introduzione di strumenti compensativi, compresi i mezzi di apprendimento
alternativi e le tecnologie informatiche, nonché misure dispensative da alcune
prestazioni non essenziali ai fini della qualità dei concetti da apprendere;
c)
per l'insegnamento delle lingue straniere, l'uso di strumenti compensativi che
favoriscano la comunicazione verbale e assicurino ritmi graduali di
apprendimento, prevedendo anche, ove risulti utile, la possibilità
dell'esonero.
Art.
7
(Misure didattiche per alunni con APC)
1.
All'inizio di ciascun anno scolastico, in accordo con le famiglie, per gli
alunni con APC possono essere adottati PDP, nei quali si tiene conto dei
bisogni relazionali ed emotivi, degli interessi e delle attitudini di ciascun
alunno, nonché di eventuali altri BES.
2.
I PDP possono, altresì, prevedere la frequenza di una classe superiore per
l'apprendimento di una o più discipline, l'arricchimento, l'approfondimento e
l'unificazione di una o più discipline previste dal programma di studio della
classe frequentata dall'alunno, nonché il ricorso a metodi di apprendimento
individuali.
3.
La scuola può prevedere gruppi di lavoro e di studio costituiti da alunni con
APC che frequentano la stessa classe o classi diverse.
4.
Le misure didattiche applicate nei PDP sono sottoposte periodicamente a
monitoraggio per valutare l'adeguatezza e l'efficacia delle stesse in relazione
alle condizioni di ciascun alunno.
5. Per l'adozione dei PDP e per il successivo
monitoraggio delle misure didattiche applicate, la scuola può avvalersi, anche
su richiesta della famiglia e nel limite delle risorse autonome disponibili,
della collaborazione di figure professionali specifiche.
Art. 8
(Banca
dati BES e Rete BES)
1.
È istituita, presso il dipartimento regionale competente in materia di
istruzione, nel rispetto della normativa europea e statale vigente in materia
di tutela dei dati personali, la Banca dati dei soggetti con BES, di seguito
denominata Banca dati BES, presenti sul territorio regionale, implementata dai
dati forniti dall’Osservatorio regionale Istruzione e, previa intesa,
dall’Ufficio scolastico regionale.
2.
Presso il dipartimento regionale competente in materia di istruzione è
istituita, con decreto del Presidente della Giunta regionale, la Rete di
intervento sui BES, di seguito denominata Rete BES, composta da rappresentanti
di Regione, enti locali, Ufficio scolastico regionale, servizi UONPIA,
Associazione nazionale dirigenti scolastici (ANDIS) Calabria e CTS Calabria.
3.
Compito della Rete BES è costruire sinergie per l’individuazione precoce e la
presa in carico tempestiva dei soggetti con APC e con altri BES, programmando
interventi multidisciplinari a beneficio della persona destinataria di
attenzioni educative speciali, nonché monitorare e valutare le strategie di
intervento idonee a individuare soluzioni in aiuto ai suddetti alunni.
4.
Con regolamento regionale, da adottarsi entro centoventi giorni dall’entrata in
vigore della presente legge, sono definiti le modalità di gestione e
implementazione della Banca dati BES, nonché il numero dei componenti della
Rete BES e le norme per il suo funzionamento.
5.
La partecipazione ai lavori della Rete BES, che si riunisce preferibilmente in
modalità telematica, è a titolo onorifico e non comporta alcun onere a carico
del bilancio regionale.
Art.
9
(Protocollo d’intesa tra Regione, ASP,
dirigenti scolastici e servizi territoriali)
1.
La Regione si avvale dello strumento del protocollo d’intesa, da stipulare con
i dirigenti scolastici degli istituti presenti sul territorio, le ASP e i
servizi territoriali, al fine di:
a)
promuovere corsi di formazione per docenti di scuola dell’infanzia, primaria,
secondaria di primo grado e secondaria di secondo grado;
b)
promuovere corsi di formazione per gli operatori del settore socio-educativo;
c)
attivare presso ogni istituto scolastico, nell’ambito della propria autonomia e
senza nuovi oneri a carico del bilancio regionale, uno sportello di ascolto e
di consulenza educativa, dedicato a tutte le componenti della comunità
educante: studenti, docenti, genitori, personale amministrativo tecnico e
ausiliario (ATA);
d)
promuovere la continuità educativa tra scuola e famiglia;
e)
promuovere il successo formativo coerentemente con le finalità e gli obiettivi
generali del sistema di istruzione e con l’esigenza di migliorare l’efficacia
del processo di insegnamento e apprendimento;
f)
prevenire situazioni di disagio scolastico che solitamente preludono a forme di
esclusione, marginalità e devianza;
g)
individuare e approfondire metodologie strategiche educative e di insegnamento
agli alunni con BES;
h)
promuovere un progetto educativo globale finalizzato alla crescita e allo
sviluppo della personalità degli alunni, nell’ottica di una scuola aperta al
territorio e alla comunità locale;
i)
mantenere un rapporto costante di confronto e collaborazione progettuale tra le
varie agenzie educative presenti sul territorio al fine di concertare e
condividere strategie educative e formative comuni;
j)
promuovere l’inclusione degli alunni in situazione di disagio per consentire
loro di raggiungere realistici traguardi di sviluppo sia come concretizzazione
di un diritto soggettivo sia come segno di civiltà per la comunità di
appartenenza;
k)
prevedere interventi coordinati per la gestione degli alunni affetti da
patologie croniche o transitorie che necessitano di somministrazioni di farmaci
o interventi coordinati durante l’orario scolastico;
l)
promuovere l’integrazione di nuove strategie e modalità operative che risultino
adeguate alla individualità e specificità di ogni soggetto.
2.
Il protocollo d’intesa di cui al presente articolo si propone i seguenti
obiettivi:
a)
contrastare e prevenire il disagio scolastico e sociale;
b)
promuovere il benessere psicofisico individuale e collettivo come risorsa
preziosa della vita sociale;
c)
favorire il processo di inclusione della persona nel proprio ambiente;
d)
promuovere spazi di dialogo e confronto tra agenzie educative;
e)
attuare forme di collaborazione interistituzionale;
f)
facilitare i processi di apprendimento degli alunni;
g)
predisporre attività di recupero volto al rinforzo dell’apprendimento;
h)
ridurre i fattori di rischio che impediscono la socializzazione, l’integrazione
e l’apprendimento;
i)
favorire l’integrazione e la socializzazione dei minori in difficoltà;
j)
favorire l’inserimento, l’integrazione e la partecipazione alla vita della
scuola di alunni con BES;
k)
accrescere il benessere globale dell’alunno;
l)
ridurre le difficoltà di apprendimento e dei problemi comportamentali
dell’alunno con BES;
m)
diffondere un clima positivo nel contesto scolastico;
n)
fornire al docente strumenti e competenze adeguate allo svolgimento delle
attività scolastiche.
Art.
10
(Sportello di ascolto)
1.
Presso ogni istituzione scolastica, nell’ambito della propria autonomia e delle
risorse disponibili e senza nuovi oneri a carico del bilancio regionale, può
essere attivato lo Sportello di ascolto di cui all’articolo 9, comma 1, lettera
c), per l'ascolto, l'assistenza e la consulenza psicologica di studenti,
genitori, docenti e personale ATA, ed è individuato, tra il personale docente,
il Referente dello Sportello di ascolto.
2.
In concomitanza con l’avvio dello Sportello di ascolto, ogni dirigente
scolastico presenta a tutte le classi lo Sportello di cui al comma 1 e la
possibilità di accedere a colloqui, con personale esperto dell’ASP, da parte
degli alunni, dei genitori, dei docenti e del personale ATA.
3.
Ogni dirigente scolastico individua un locale dell’istituto idoneo allo
svolgimento dei colloqui e definisce e pubblicizza le modalità della relativa
richiesta nonché i giorni e gli orari dedicati agli stessi.
4.
Gli interventi, concordati e coordinati tra il personale esperto dell’ASP e
l’istituzione scolastica, mirano a realizzare:
a)
attività di supporto psicologico rivolte al personale scolastico, a studenti e
a famiglie per rispondere ai disagi personali e familiari e per prevenire
l’insorgere di forme di malessere psicofisico;
b)
servizi di assistenza psicologica per il personale scolastico nei casi di
stress lavorativo, difficoltà relazionali e traumi psicologici e per prevenire
l’insorgere di forme di disagio;
c)
servizi di assistenza psicologica e di sostegno alla genitorialità rivolti a
studenti e famiglie per fornire supporto nei casi di disagio sociale,
difficoltà relazionali e altri traumi psicologici;
d)
azioni volte alla formazione dei docenti, dei genitori e degli studenti, sulle
tematiche riguardanti i corretti stili di vita, sulla prevenzione di
comportamenti a rischio per la salute.
Art.
11
(Linee guida per favorire l’inclusione
scolastica e per la somministrazione di farmaci in orario scolastico)
1.
La Giunta regionale, con il supporto di un gruppo di lavoro istituito a cura
del dirigente generale del dipartimento regionale competente in materia di
salute e del dirigente generale competente in materia di istruzione e composto,
previa intesa con gli enti di appartenenza e su designazione degli stessi, da
rappresentanti dell’Ufficio scolastico regionale, delle Aziende ospedaliere e
delle ASP, dei Pediatri di libera scelta, delle Università della Calabria e
delle istituzioni dell’Alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM),
degli enti locali e delle associazioni maggiormente rappresentative dei
genitori, emana, entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della
presente legge, linee guida volte ad agevolare l'effettiva inclusione degli
studenti con disabilità sia fisica sia psichica, all'interno di percorsi
scolastici o formativi, nonché l'inserimento sociale degli stessi, tenendo
conto delle competenze e delle attribuzioni degli enti locali.
2.
Per innovare l’organizzazione didattica tradizionale, sostenere gli studenti
nei percorsi didattici in modo da ridurre l’abbandono scolastico e colmare il
divario di apprendimento tra gli studenti, soprattutto tra quelli con buoni
voti e quelli in difficoltà, con un’attenzione particolare ai ragazzi di
origine straniera, le linee guida di cui al comma 1 prevedono le modalità della
sperimentazione, nel rispetto delle competenze e delle normative europee e
statali di settore, di applicazioni di intelligenza artificiale a sostegno dei
percorsi di apprendimento nel biennio delle scuole secondarie di secondo grado
e per il contrasto alla dispersione scolastica.
3.
Le linee guida di cui al comma 1 definiscono gli interventi finalizzati
all’assistenza di studenti che necessitano di somministrazione di farmaci in
orario scolastico, anche con riferimento specifico agli alunni affetti da
patologie croniche o transitorie che necessitano di somministrazioni di farmaci
o interventi coordinati durante l’orario scolastico, al fine di tutelarne il
diritto allo studio, la salute e il benessere all’interno della struttura
scolastica e durante le uscite didattiche.
Art.
12
(Clausola valutativa)
1.
Il Consiglio regionale esercita il controllo sull'attuazione della presente
legge e ne valuta i risultati ottenuti nel perseguire gli obiettivi di cui
all'articolo 1. A tal fine, con cadenza annuale, la Giunta regionale,
avvalendosi delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a
legislazione vigente, nonché dei dati della Banca dati BES e del contributo della
Rete BES di cui all’articolo 8, presenta alla competente Commissione consiliare
una relazione volta a fornire informazioni sui seguenti aspetti:
a)
analisi quantitativa e qualitativa dei percorsi di individuazione precoce degli
alunni con BES e, in particolare, con APC;
b)
analisi e monitoraggio delle misure educative e didattiche di cui all’articolo
6;
c)
istituzione e attivazione della Banca dati BES e della Rete BES di cui
all’articolo 8;
d)
adozione del regolamento regionale di cui all’articolo 8;
e)
sottoscrizione dei protocolli d’intesa di cui all’articolo 9;
f)
quantificazione e monitoraggio della istituzione, negli istituti scolastici,
degli Sportelli di ascolto di cui all’articolo 10 e monitoraggio, nel rispetto
della normativa vigente sulla protezione dei dati personali, delle richieste di
accesso ai colloqui ivi previsti;
g)
redazione delle linee guida, per favorire l’inclusione scolastica e per la
somministrazione di farmaci in orario scolastico, di cui all’articolo 11.
2.
Le competenti strutture dell'Assemblea legislativa e della Giunta regionale si
raccordano per la migliore valutazione della presente legge, per valutarne
l'efficacia e il raggiungimento degli obiettivi.
Art.
13
(Clausola di invarianza finanziaria)
1. Dall’attuazione
della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio
regionale.
Art.
1
(Sostituzione dell’articolo 25 della l.r. 17/2005)
1.
L’articolo 25 della legge regionale 21 dicembre 2005, n. 17 (Norme per
l’esercizio della delega di funzioni amministrative sulle aree del demanio
marittimo) è sostituito dal seguente:
“Art.
25
(Difesa delle coste e conservazione delle
spiagge)
1.
Fermo restando quanto previsto dall’articolo 10, comma 8, della legge regionale
17 agosto 2005, n. 13 (Collegato alla manovra di assestamento di bilancio per
l’anno 2005), sono di competenza dei Comuni costieri, secondo i relativi
ordinamenti e nei limiti delle risorse finanziarie dei rispettivi bilanci:
a)
la partecipazione alle funzioni di promozione e di coordinamento degli
interventi di ripascimento degli arenili;
b)
l’approvazione e l’esecuzione diretta degli interventi stagionali di
ripascimento delle spiagge per il ripristino dei profili costieri precedenti
gli eventi erosivi;
c)
l’approvazione degli interventi stagionali di ripascimento delle spiagge
proposti dai soggetti privati, titolari della concessione demaniale antistante,
per il ripristino dei profili costieri precedenti gli eventi erosivi. L’iter di
approvazione prevede:
1)
la presentazione del progetto di ripascimento stagionale unitamente alla
relazione tecnica, da redigere in conformità alle normative vigenti, da parte
del concessionario, sia in forma singola che associata con altri concessionari
operanti nello stesso Comune;
2)
l’indizione, entro i successivi cinque giorni, fatta salva la sospensione dei
termini per integrazione documentale, della conferenza dei servizi decisoria in
forma semplificata e in modalità asincrona ai sensi dell’articolo 14-bis della
legge 7 agosto 1990, n. 241 (Nuove norme in materia di procedimento
amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi), con
chiusura della conferenza e rilascio dell’autorizzazione entro i successivi
novanta giorni nel rispetto del medesimo articolo;
3)
il rilascio, direttamente all’interno della conferenza dei servizi, del parere
regionale di verifica di assoggettabilità a Valutazione d’impatto ambientale
(VIA) e dell’autorizzazione ambientale ai sensi del decreto del Ministro
dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare 15 luglio 2016, n. 173
(Regolamento recante modalità e criteri tecnici per l’autorizzazione
all’immersione in mare dei materiali di escavo di fondali marini) da parte dei
competenti uffici della Regione Calabria.
2.
Le attività di campionamento e analisi dei materiali di escavo utilizzati,
realizzate anche in forma associata da più operatori, sono effettuate
dall’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria (Arpacal)
o da laboratori privati accreditati da organismi riconosciuti ai sensi della
norma UNI CEI EN 17011/05.
3.
L’autorizzazione all’esecuzione del ripascimento stagionale da parte dei
privati ha la seguente durata, in conformità al d.m.
173/2016:
a)
due anni in caso di utilizzo di sedimenti interni ai porti non turistici o
imboccature portuali per volumi superiori a 40.000 mc che prevedono una
caratterizzazione completa, prorogabile di un solo anno previa
caratterizzazione suppletiva svolta prima della scadenza dei due anni;
b)
tre anni in caso di utilizzo di sedimenti da porti turistici, altre aree
costiere o imboccature portuali per volumi inferiori a 40.000 mc che prevedono
una caratterizzazione semplificata, prorogabile di due anni previa
caratterizzazione suppletiva svolta prima della scadenza dei tre anni;
c)
rimane applicabile la replicabilità annuale degli interventi per un massimo di
dieci anni, ai sensi del paragrafo 3.1.2 del Capitolo 3 dell’Allegato tecnico
del d.m. 173/2016, in caso di piccoli interventi di
ripascimento strutturale che comportano un apporto complessivo annuo di
sedimenti marini inferiore a 5.000 mc.
4.
I progetti di cui all’articolo 96, comma 1, lettera d), della legge regionale
12 agosto 2002, n. 34 (Riordino delle funzioni amministrative regionali e
locali) sono elaborati tenendo conto delle attività economiche esercitabili e
nell’ottica della sostenibilità ambientale del riassetto costiero, nel rispetto
della dinamica naturale dei litorali.
5. L’approvazione dei progetti è effettuata
tramite conferenza dei servizi o accordo di programma indetta o promosso dalla
Regione, a cui partecipano la Provincia, i Comuni interessati, il Genio civile
opere marittime e ogni altra amministrazione competente.”.
Art.2
(Clausola
di invarianza finanziaria)
1.
Dall’attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a
carico del bilancio regionale.
Art.3
(Entrata in vigore)
1.
La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua
pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria
(BURC).